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18 gennaio 2011

Il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni


Questa è una vergogna enorme per l'Italia. Prima delle prossime elezioni, il paese meriterebbe un dibattito onesto sull'elenco dei problemi che deve affrontare. La settima potenza economica più grande del mondo ha bisogno di riforme: un giovane su quattro è disoccupato, la crescita è meno che anemica; gli investimenti esteri sono in calo, il debito nazionale ha raggiunto i 1.800 miliardi di euro. C'è l'esigenza di colpire il cancro della criminalità organizzata.
L'elenco potrebbe continuare. Eppure, invece di soluzioni a questi problemi, il paese rischia di essere costretto ad un'altra sequenza di Berlusconi contro la magistratura. L'Italia merita di meglio.

Diplomatici e commentatori dicono che l'Italia non può permettersi un lungo periodo di paralisi politica dominata da una guerra tra il potere esecutivo e il potere giudiziario con l'economia in uno stato precario e Berlusconi in grado di comandare su una maggioranza assoluta in Parlamento.

Si faccia curare, di Giovanni Maria Bellu
Benché avessimo più di qualche sospetto, mai eravamo giunti a immaginare che sarebbe venuto un giorno come quello di ieri. Né la la copertina che oggi abbiamo dovuto fare: «Ostaggio nel bordello» non è un’invettiva, non è un insulto e nemmeno un giudizio. È una sintesi cronachistica della condizione in cui si trova il capo del governo del nostro Paese e dunque, nel mondo, il nostro Paese.
Il quadro che emerge dagli atti inviati al Parlamento dai magistrati di Milano dovrebbe indurre tutti – anche e soprattutto i suoi amici – a suggerire a Silvio Berlusconi di farsi da parte all’istante e di andare a curarsi - come già in tempi non sospetti gli aveva suggerito la moglie - per consentire al Paese che ha indegnamente governato di cominciare una fase nuova, pulita, sana. Abbiamo assistito, per l’intera giornata di ieri, ai tentativi – sempre più imbarazzati, sempre più goffi, sempre più flebili – di rivoltare per l’ennesima volta la frittata. Nel bunker assediato dal fango, i Cicchitto e i Capezzone hanno tentato di sostenere che si è verificata una grave intrusione nella privacy del premier e che è in pericolo «la libertà di tutti». Più onestamente, vergognandosi, i membri del Pdl della giunta per le autorizzazioni a procedere hanno fatto sapere che non avrebbero nemmeno letto i documenti.
Li comprendiamo. La lettura degli atti giunti da Milano è stomachevole. È la fotografia di una corte corrotta che si mette in moto per salvare l’immagine del corrotto imperatore e, contemporaneamente, s’ingegna per continuare ad assecondarne i vizi. È il racconto del disgusto delle vittime di questo verminaio – e la minorenne Ruby è la prima di queste vittime – che progettano di approfittare dello schifo in cui sono finite – ne hanno infatti piena consapevolezza – per farsi pagare carissimo il silenzio.
È vero: la libertà di tutti è in pericolo. Ma per ragioni opposte a quelle addotte dai cortigiani. Ancora una volta – l’ultima, se dio ci aiuta – un intero Paese è paralizzato dai vizi di Silvio Berlusconi e dal suo disperato tentativo di nascondere la verità per sottrarsi alla giustizia. La minorenne Ruby in un’intercettazione racconta che il capo del governo italiano le ha promesso di coprirla d’oro in cambio del silenzio. Deve solo nascondere tutto. Anche facendosi passare per pazza.
Una millanteria? Una di quelle «frasi esagerate» che – come Silvio Berlusconi ha cercato di far credere nel suo videomessaggio dell’altro ieri – si dicono per vanteria tra amici quando non si sa di essere ascoltati? Non siamo degli imbecilli, presidente. E francamente, anche per il residuo rispetto che abbiamo per la carica che ancora ricopre, pensiamo che nemmeno lei lo sia. Né i suoi amici che tentavano in tutti i modi di proteggerla. Né le sue giovani amiche che, più sagge di lei, la compativano. Ha ragione Vincenzo Cerami: «Alla fine fanno pena tutti quanti, buttati fuori della vita per non averla capita, per vederla come un mercato, dove si compra e si vende ogni cosa». Fonte: l'Unità

Ruby per sempre - Marco Travaglio

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