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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

31 dicembre 2008

Buon Anno

Voglio chiudere il mio 2008 e introdurre il 2009 con questo augurio di Jovanotti:
"Buon anno fratello, buon anno davvero e spero sia bello,
sia bello e leggero
che voli sul filo dei tuoi desideri
ti porti momenti profondi e i misteri
rimangano dolci misteri
che niente modifichi i fatti
di ieri, ti auguro pace, risate e fatica,

trovare dei fiori nei campi d'ortica
ti auguro viaggi in paesi lontani,
lavori da compiere con le tue mani

e figli che crescono e poi vanno via
attratti dal volto della fantasia.

Buon anno fratello, buon anno ai tuoi occhi,
alle mani, alle braccia, ai polpacci, ai ginocchi.

Buon anno ai tuoi piedi, alla spina dorsale,
alla pelle, alle spalle, al tuo grande ideale.

Buon anno fratello, buon anno davvero,
che ti porti scompiglio e progetti sballati,

e frutta e panini ai tuoi sogni affamati
ti porti chilometri e guance arrossate,

albe azzurre e tramonti di belle giornate
e semafori verdi e prudenza e coraggio
ed un pesce d'aprile e una festa di maggio,
buon anno alla tua luna, buon anno al tuo sole,
buon anno alle tue orecchie e alle mie parole.

Buon anno a tutto il sangue che ti scorre nelle vene
e che quando batte a tempo dice "andrà tutto bene".

Buon anno fratello e non fare cazzate,
le pene van via così come son nate.

Ti auguro amore, quintali d'amore,
palazzi, quartieri, paesi d'amore,

pianeti d'amore, universi d'amore,
istanti, minuti, giornate d'amore,

ti auguro un anno d'amore, fratello mio,
l'amore del mondo e quello di Dio..."

Con la straordinaria galleria d'immagini dell'anno che si chiude, fornita dall'Unità.

Con la bella intervista di Concita De Gregorio a Rita Levi Montalcini Il 2008 negli occhi del Nobel che compie 100 anni.





E, infine, con un GRAZIE alla stessa Concita De Gregorio per l'impulso al rinnovamento che ha prodotto la sua guida sul grande e intramontabile giornale della sinistra italiana, fondato da Antonio Gramsci nel 1924.

Auguri anche a te, cara Concita, per un nuovo anno carico di soddisfazioni. Auguri e grazie per la grande sensibilità, tutta femminile, che metti nel tuo lavoro; per la forza e il coraggio che ci dai; per la capacità di mostrarci, in un mondo allo sfascio, una possibile via d'uscita. Grazie, ancora, per averci dato come viatico al 2009, la lucidità, l'apertura al nuovo e l'ottimismo di una giovane centenaria come Rita Levi Montalcini. Grazie di cuore e auguri anche ai tuoi collaboratori e all'Unità che dirigi con maestria e che merita di avere una nuova rinascita nell'opinione dei lettori.


28 dicembre 2008

MALAPOLITICA

C’è chi mi chiede di rendere conto nel mio blog della tempesta giudiziaria che si è abbattuta nelle scorse settimane su diverse amministrazioni di centro-sinistra nelle regioni del centro-sud. Quasi provocatoriamente, come per dimostrare che, sentendomi io vicino alle posizioni di sinistra, avrei difficoltà a parlare della malapolitica quando riguarda la mia parte. Rimango convinto che questa mala pianta vada combattuta sempre, in qualunque parte essa si annidi e vegeti; che le indagini della magistratura vadano sempre rispettate e non ostacolate; che il giudizio sui partiti, anche se non può prescindere dal comportamento dei singoli, deve basarsi principalmente sui loro programmi, sui progetti che hanno in animo di realizzare e sulla volontà politica di attuarli. Per una panoramica sul fenomeno, vedi il fondo di E. Scalfari su "La Repubblica" di oggi La triste storia dell'Italia corrotta

Ciò premesso, confidando ancora nella capacità del centro-sinistra di prendere le distanze da alcuni suoi rappresentanti locali e centrali, indiziati di gravi reati ai danni delle PP. AA., in attesa che la magistratura faccia piena luce su tali fatti, rimando al dossier pubblicato dall’Unità in data 27.12 2008 (disponibile anche nel sito di Antonio Di Pietro), che offre uno spaccato allarmante sullo stato dell’arte.

27 dicembre 2008

Buone Feste anche a quelli che .....

... gli auguri non li ricevono mai





  • ai diseredati
  • ai nullatenenti
  • ai tartassati dai mutui
  • agli sfrattati
  • ai senzatetto
  • ai barboni
  • ai bambini dell'Africa, ma anche a tutti quelli che Babbo Natale non può raggiungere perchè non trova il camino
  • ai disoccupati
  • ai cassintegrati
  • a quelli che non possono avere la cassa integrazione perchè figli di un altro Dio
  • a quelli che il panettone lo ricevono dalla Caritas
  • a tutti quelli che il poco che non basta loro lo dividono con gli altri
  • ai carcerati
  • a tutti quelli in attesa di giudizio
  • a quanti innocenti sono costretti in cella
  • al giornalista che ha scagliato le sue scarpe a Bush rimanendo scalzo
  • a tutti quelli che le scarpe ai piedi non ce l'hanno
  • a quanti ogni giorno fanno fatica a mettere insieme l'indispensabile per campare
  • a tutti quelli che lottano perchè questo stato di cose possa presto cambiare




BUON NATALE E BUON ANNO ANCHE A LORO

23 dicembre 2008

AUGURI DI BUONE FESTE



In questo scorcio finale dell'anno rimarrò lontano dal web.
Formulo, pertanto, i più sentiti auguri di Buone Feste agli amici del blog, agli amici di FaceBook e a tutti i naviganti che si accostano al
mio sito.

Buon Natale e Buon Anno.
Ci ritroveremo con l'inizio del 2009









22 dicembre 2008

2008 - Annus Horribilis?

Mancano ormai pochi giorni alla fine dell’anno ed è tempo di bilanci.

Nel 42° Rapporto annuale del CENSIS sulla situazione sociale del Paese la parola chiave è “paura”
“Si potrebbe dire che è stato l’anno delle paure (…) tante sono state le paure (piccole e no) che hanno occupato l’opinione collettiva nei primi mesi dell’anno: la paura dell’immigrato; la paura delle rapine e dei furti (magari dei minori Rom); la paura della microcriminalità di strada; la paura degli incidenti stradali causati da giovani ubriachi o drogati o da camionisti stranieri altrettanto ubriachi e drogati; la paura della violenza giovanile, in particolare del bullismo crescente anche in età finora insospettabili; la paura del lavoro mancante o precario; e via via tutte le paure più squisitamente socioeconomiche (la perdita del potere d’acquisto, la riduzione dei consumi, il difficile pagamento della rata dei mutui, ecc.). (…) alle piccole e medie paure è subentrata la “grande paura”, un panico generalizzato indotto da una crisi finanziaria internazionale che potrebbe mettere in pericolo la nostra economia e lo stesso suo destino nella dinamica socioeconomica internazionale.” (…) Certo non siamo ancora in grado di capire la profondità della crisi e far capire le prospettive per il futuro. Ma non si può negare che si è trattato di un salutare allarme collettivo e che quel che è avvenuto habet rationem signi. La “segnatura” c’è stata, c’è ora da vedere se essa può diventare una sfida e una provocazione per tutti, cosa non indifferente in una società come quella italiana, dove le sfide che hanno avuto più successo sono state quelle a maggiore mobilitazione collettiva”.
Il titolo dell’AGI, avvalorato da dati statistici attendibili, produce grande preoccupazione anche per il 2009 - CRISI: CONSUMATORI, CALENDARIO 2009 CON 3 SETTIMANE PER MESE
Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori, insieme a Coldiretti, hanno voluto scherzare sulla crisi, ma nemmeno troppo, con un calendario 2009 con sole tre settimane per mese, perchè la quarta settimana è quella che le famiglie italiane non riescono a superare. Le associazioni dei consumatori hanno fatto i conti in tasca agli italiani e sono convinte che nemmeno la tredicesima farà tirare un sospiro di sollievo. Il 70% dei 35 miliardi di euro di tredicesima, calcolano le associazioni, sarà destinato in gran parte al pagamento di prestiti, mutui, utenze, assicurazione auto, canone Rai, bolli auto e moto. La detassazione, promessa da Berlusconi in campagna elettorale e subito rimangiata, avrebbe certamente influito sulle economie familiari. «Avrebbe permesso all'intera economia di respirare. Ci sarebbe stato un incremento del giro d'affari complessivo dei consumi natalizi pari a circa 11 miliardi di euro. Una cifra che avrebbe permesso una ripresa a tutto vantaggio del sistema economico italiano».

Da un sondaggio di Corriere.it possiamo ricavare le parola dell’anno 2008 più sentite e più votate:
1. Yes we can 33.3%
2. Recessione 21.3%
3. Facebook 18.9%
4. Fannulloni 9.3%
5. Rifiuti 4.1%
6. Abbronzato 3.8%
7. Special One 2.9%
8. L’Onda 2.5%
9. Fallimento 2.3%
10. Cordata 1.5%

I personaggi più popolari, discussi e famosi del 2008 da FondazioneItaliani
  1. BARACK HUSSEIN OBAMA – Non ci sono dubbi. Il primo posto nella classifica dei personaggi più popolari e amati del 2008 spetta al presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama. Su di lui è stato detto e scritto davvero tutto. Dalla scuola scelta per le figlie, fino ai gusti alimentari e alla taglia di scarpe. È stato detto che con la sua vittoria contro il candidato repubblicano John McCain il mondo è cambiato, e probabilmente per sempre. È il primo presidente degli Stati Uniti afroamericano della storia. Un programma elettorale audace il suo, che mirava alla rivoluzione rispetto agli otto anni precedenti segnati dall’amministrazione Bush, portato avanti con pratiche avanguardiste e nuove. Barack Obama ha conquistato voti su Facebook, su YouTube, alla tv con uno spot che non ha simili nella storia e un vocabolario fatto su misura per le giovani generazioni, le classi deboli ed emarginate, senza trascurare tutto il resto del mondo. Non ha vinto le elezioni, le ha trionfate. E dopo essere divenuto il personaggio più popolare di tutto il 2008, anche per la prestigiosa rivista Time, adesso è anche quello su cui si concentrano le altissime aspettative del mondo intero. A lui l’arduo compito di non disattenderle, ai posteri la sentenza.
  2. INGRID BETANCOURT – La sua liberazione è stata attesa per oltre 6 anni. E quando i telegiornali l’hanno annunciata, lo scorso 2 luglio, la gioia è stata condivisa in tutto il mondo. Figlia di due genitori impegnati in politica, nata in Colombia ma cresciuta in Francia, Ingrid Betancourt decide di tornare nella terra natia alla fine degli anni ’80, si butta in politica fondando un suo partito e decide di correre per le presidenziali nel 2002. Da sempre attiva nella difesa dei diritti umani, compie la scelta coraggiosa di incontrare il gruppo armato delle Farc senza protezione governativa, ma i guerriglieri sequestrano lei e la collega, candidata alla vicepresidenza, Clara Rojas. La Betancourt sarà tenuta in ostaggio, gravemente malata, per oltre sei anni. Le scene della sua liberazione, con l’arrivo all’aeroporto di Bogotà e la commozione nel riabbracciare i figli, hanno fatto il giro del mondo, consacrando il suo personaggio alla popolarità internazionale. Omaggiata con numerosi premi internazionali, la Betancourt è stata proposta anche per l’assegnazione del Nobel per la pace.
  3. ROBERTO SAVIANO – Il libro che gli ha reso la vita un inferno, “Gomorra”, è del 2006. Ma Roberto Saviano è stato al centro del dibattito nazionale (e non solo) anche durante tutto il 2008. Soprattutto per una sua confessione, in cui dichiarava alla radio di voler lasciare l’Italia. Si scatena così la solidarietà di un paese che gli si stringe attorno, con numerosi premi Nobel che arrivano a firmare un appello per convincerlo a restare. Matteo Garrone trae dal libro-inchiesta un film, che sbanca i festival cinematografici di mezzo mondo, scelto dall'Italia per entrare nella cinquina degli Oscar come miglior film straniero, candidato ai Golden Globe. È proprio il successo a mettere la sua vita in pericolo per le minacce di morte dei camorristi, è sempre quello a proteggerlo, perché è difficile immaginare la durezza della reazione popolare semmai dovessero torcergli un capello. A distanza di due anni dalla pubblicazione della sua inchiesta dunque il giovane giornalista vive sempre in pericolo, ma non smette di far parlare di sé entrando a pieno titolo nella top ten dei personaggi più popolari del 2008.
  4. VLADIMIR LUXURIA – E in questo 2008 che si accinge a finire, una tra le figure senza dubbio più amate dal pubblico italiano è stata Vladimir Luxuria. Che se non è stata votata da migliaia di connazionali nella sua avventura politica tra le fila di Rifondazione Comunista, è stata ripagata con il (tele)voto durante il reality, condotto daSimona Ventura, l’Isola dei Famosi. Il suo, un po’ come quello di Obama, è stato un vero trionfo: non c’è Belen Rodriguez che tenga di fronte alla schiettezza e alla semplicità di una donna che ha scardinato il luogo comune e il pregiudizio italiano, entrando nel cuore della gente e portando alla ribalta un tema delicato, come quello che riguarda le difficoltà della comunità transgender. Dopo l’esperienza politica, che l’ha vista spesso al centro di fortissime polemiche, Luxuria ha lasciato la poltrona di Montecitorio con la caduta del governo Prodi per tornare al suo ambiente naturale, il palcoscenico, che la vede da anni esibirsi in spettacoli di grande successo e dirigere un evento atteso e seguito come il “Mucca Assassina” nella capitale, luogo di ritrovo per antonomasia della comunità gay, lesbica e trans d’Italia.
  5. GIUSY FERRERI – Tra i personaggi più popolari del 2008 rientra a pieno titolo anche Giusy Ferreri, la cantante-cassiera che ha sbancato al talent show “X Factor”, imponendo la sua voce originale e la sua interpretazione particolare come tormentone assoluto degli ultimi mesi. La Ferreri è passata direttamente dalle casse di un supermercato ai palcoscenici più popolari d’Italia. Dopo aver vinto il talent show di Rai 2, la corsa verso la vetta del successo è stata veloce e in costante ascesa. Il singolo estivo “Non ti scordar mai di me” ha vinto il triplo disco di platino ed è rimasto in cima alle classifiche per 16 settimane consecutive. Il suo primo cd di inediti, “Gaetana”, che ha visto la produzione artistica e la collaborazione di Tiziano Ferro, è stato tra i più attesi della stagione discografica. Ha confermato il talento della cantante e il successo il singolo “Novembre”, schizzato immediatamente al vertice delle top ten musicali.
  6. GIANNI ALEMANNO - Gianni Alemanno è in politica da sempre. Fin dai lontani tempi dell’università, quando le mezze misure non erano ammesse; nei primi anni ’80 guidava il Fronte della Gioventù come segretario provinciale di Roma, per poi andare a sostituire Gianfranco Fini nella carica di segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano (Msi), area giovanile. Entra a Montecitorio come deputato nel 1994, per restare sulla sua poltrona per lunghi anni. Fino a quando, l’inverno scorso, decide di correre alle elezioni amministrative capitoline. Con una vittoria al ballottaggio che gli assegna il 53,6% delle preferenze manda a casa l’avversario del Pd, Francesco Rutelli, diventando così il primo sindaco di Roma di destra dai tempi di Benito Mussolini e imponendosi come uno dei personaggi di cui più si è parlato durante il 2008. Capace di non scontentare nessuno per il momento, travolto recentemente dall’ondata di maltempo insieme a tutta la città, impreparata ad affrontare un tale carico di sventure climatiche, impegnato sin dai primi mesi del suo mandato da sindaco nel conquistare la fiducia della comunità ebraica romana, Alemanno ha compiuto un viaggio ad Auschwitz che sembra averlo toccato molto e che ha messo a tacere le polemiche che si erano scatenate nei primi mesi della sua elezione.
  7. AMANDA KNOX – Una faccia d’angelo, pulita e innocente, che nasconde una presunta assassina. Amanda Knox è reclusa nel carcere di Perugia, per omicidio di Meredith Kercher. Indagato, oltre a lei, il suo ex fidanzato Raffaele Sollecito, mentre l'ivoriano Rudy Guede è stato condannato a 30 anni. Il suo è uno dei casi di cronaca nera che ha più sconvolto l’Italia nel novembre 2007, per l’efferatezza di un gesto che ha strappato alla vita una ragazza tanto giovane, e in una dinamica tanto assurda. Guede è stato condannato a 30 anni con rito abbreviato, e su Amanda e Raffaele si attende una sentenza definitiva. Nel frattempo la ragazza ha fatto parlare di sé per tutto il 2008: tra diari resi pubblici e dichiarazioni dei familiari che accusano la giustizia italiana di non fare il proprio dovere, passando per un film che ha sollevato un mare di polemiche. Con la famiglia che è arrivata al gesto di lanciare un sito per la raccolta fondi, per poter pagare le spese legali, in cui la dolce Amanda appare nell’immagine della perfetta giovane americana, innocente, generosa, finita in mezzo a un clamoroso errore. Che parenti e amici ne sostengano l’innocenza a spada tratta va da sé. Ma secondo la giustizia italiana è ancora tutto da dimostrare: la possibilità che sia stata lei, insieme ai due ragazzi, a tentare di coinvolgere Mez in un festino a base di alcol e droghe, e che al suo rifiuto sia stata lei a ucciderla, sembra davvero molto alta.
  8. ROBERTO COLANINNO – Uno degli eventi che più hanno angosciato il Paese nel 2008 è probabilmente la crisi di Alitalia. Ma ad acquistarla per ridarle nuova linfa è arrivato un imprenditore di vecchio corso, che alla guida della Compagnia Aerea Italiana (Cai) ha comprato la compagnia di bandiera per la modica cifra di 1,52 miliardi di euro. Da sempre all’interno dei gangli vitale del settore economico automobilistico, Roberto Colaninno è stato amministratore delegato di qualsiasi cosa: dalla Piaggio alla Immsi Spa, dalla Fiamm alla Olivetti, con la quale si è reso protagonista della più grande operazione di acquisizione finanziaria mai tentata in Italia: era il 1999, e l’imprenditore mantovano lanciava l’Operazione di acquisizione pubblica (Opa) del 100% della Telecom Italia, portandola a termine con successo. Ne rimane Presidente e amministratore delegato fino al 2001, per tornare sulla cresta dell’onda nell’agosto scorso, insieme a Banca Intesa San Paolo, alla guida della Cai. Membro di Confindustria e padre di Matteo, neo deputato nelle fila del Partito Democratico, Colaninno è a buon diritto entrato nella lista dei personaggi più popolari di quest’anno.
  9. FEDERICA PELLEGRINI – Alle Olimpiadi di Pechino 2008 si era presentata come favorita, e non ha deluso le aspettative. E come membro eletto dello star system, per via di tutti quei gossip che si sono rincorsi nel tempo sul triangolo amoroso tra lei, il fidanzato Luca Marin e l’ex fidanzata del fidanzato Laure Manaudou. E anche di quelle foto un po’ osé che hanno fatto discutere sulla sua professionalità sportiva. Ma Federica Pellegrini nuota e se ne infischia, e da Pechino porta a casa medaglia d’oro (nello stile libero donne) e il record del mondo nei 200 sl (1’54’’82 nella distanza). Raggiante, decisa, con un carattere difficile e sicura di sé, più amata in vasca che fuori, nata nell’acqua e capace di far sognare l’Italia, Federica dovrebbe forse parlare meno (soprattutto con i giornalisti) dedicandosi solo al nuoto, disciplina nella quale si conferma regina indiscussa, entrando nella top ten dei personaggi più popolari di questo 2008 quasi finito.
  10. MARA CARFAGNA – Mai un ministro della Repubblica fu tanto discusso, come la giovane e avvenente Mara Carfagna, responsabile delle pari opportunità. Che proprio lei, donna dal passato soubrettiano e dedita ai calendari sexy, sia stata scelta per rappresentare l’emancipazione femminile e la sua difesa, ha fatto molto discutere. Attaccata su più fronti, senza esclusione di colpi da quelli interni, la Carfagna ha ad ogni buon conto conquistato la fiducia incondizionata del premier Berlusconi, che le ha affidato compiti via via più impegnativi, sino a renderla portavoce del governo. Lei incassa le critiche e tira dritto: con la determinazione di un buldozzer e l’eleganza di una principessa rientra a pieno titolo nei personaggi più discussi del 2008 (accanto, suo malgrado, alla collega Mariastella Gelmini).
  11. EMMA MARCEGAGLIA – Assolutamente immancabile, rimanendo in tema di emancipazione femminile, la prima donna che, nel 2008, è diventata presidente di Confindustria. Un fegato e una stoffa invidiabili i suoi; in un mondo di rampanti uomini d’affari impone una grinta tutta al femminile, condita con l’eleganza che l’ha sempre caratterizzata.
A chiusura di questo lungo excursus sul 2008 che ci lascia per fare spazio all’anno che verrà, vorrei citare una bella canzone di Lucio Dalla, quasi profetica, e il Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere, di Giacomo Leopardi:

L'anno che verrà (tutta da riascoltare)


di Giacomo Leopardi (Tutto da leggere)
“Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.”
È solo la speranza, dunque, che ci aiuta a vivere e ad aspettare con curiosità l’anno nuovo, facendoci dimenticare tutta la pena di quello trascorso?
Se lo scrivono e cantano due figure come Dalla e Leopardi, tanto lontani nel tempo e negli interessi, c’è da crederci!
Buon 2009, intanto.
Viviamocelo nel migliore dei modi.
Solo fra dodici mesi scopriremo come sarà stato davvero!

21 dicembre 2008

BUON NATALE


a tutti quelli che gli auguri non li ricevono:
  • ai diseredati
  • ai nullatenenti
  • ai tartassati dai mutui
  • agli sfrattati
  • ai senzatetto
  • ai barboni
  • ai bambini dell'Africa, ma anche a tutti quelli che Babbo Natale non può raggiungere perchè non trova il camino
  • ai disoccupati
  • ai cassintegrati
  • a quelli che non possono avere la cassa integrazione perchè figli di un altro Dio
  • a quelli che il panettone lo ricevono dalla Caritas
  • a tutti quelli che il poco che non basta loro lo dividono con gli altri
  • ai carcerati
  • a tutti quelli in attesa di giudizio
  • a quanti innocenti sono costretti in cella
  • al giornalista che ha scagliato le sue scarpe a Bush rimanendo scalzo
  • a tutti quelli che le scarpe ai piedi non ce l'hanno
  • a quanti ogni giorno fanno fatica a mettere insieme l'indispensabile per campare
  • a tutti quelli che lottano perchè questo stato di cose possa presto cambiare
BUON NATALE

Un Natale col segno – ?

Meno alberi, meno palline variopinte e luci sfavillanti, meno fili argentati e dorati, meno stelle comete, fiocchi e campane, meno panettoni, meno cenoni, meno regali, meno viaggi.

Tutto meno insomma.

Finita la festa, ci daranno le percentuali esatte di questo segno meno e ci spiegheranno come esso inciderà sulla nostra economia, sull’occupazione …. Bla bla bla

Il momento che stiamo attraversando, secondo alcuni osservatori, è ben più di una crisi economico-finanziaria e richiede un cambiamento epocale, dal livello politico-istituzionale a quello sociale fino agli individuali stili di vita. È come un lavacro salutare che ci costringe ad una radicale trasformazione, svincolandoci da certezze inveterate e inducendoci a ripensare a noi stessi e ai rapporti con gli altri e con l’altro.

Non è sufficiente, dunque, consumare meno e in maniera consapevole, occorre dare senso alla nostra vita, ricercare l’incontro con l’altro, questo sconosciuto che ci portiamo dentro. Occorre cominciare a farsi carico seriamente degli ultimi, degli altri, di quelli che vivono con un millesimo di ciò che noi sprechiamo, di quelli che abbiamo spogliato delle loro risorse, e continuiamo a farlo; che abbiamo devastato con le guerre e seguitiamo a farlo.

Il lancio delle scarpe contro Bush assume, perciò, un significato emblematico: io lo leggo come uno sputo in faccia ai nostri governi, alle nostre politiche dissipatrici e spensierate; a tutto l’Occidente ricco e irresponsabile, profondamente ingiusto e corrotto.
Se riusciamo a modificare il nostro punto di vista; se nell'incontro con l'altro, riusciamo a mettere in conto la necessità di riconoscere il diverso da noi; se ci mostriamo disponibili a rinunciare a qualcosa, la prospettiva dello scambio e del cambiamento diventa, allora, più concreta.


In questo caso il Natale di crisi potrà avere un bel segno +

19 dicembre 2008

Concerto di Natale con Giovanni Allevi

Evolution è l'ultimo album costituito da Dieci composizioni per oltre cinquanta minuti di Musica Classica Contemporanea. L'album è realizzato con il prestigioso contributo dell'Orchestra Sinfonica I Virtuosi Italiani. Fra due giorni, il giovane compositore sarà protagonista, nell'aula del Senato, del Concerto di Natale che verrà trasmesso in diretta televisiva da Rai Uno a partire dalle ore 12,15.



Nella cover del suo precedente CD Joy, Giovanni Allevi sembra un alieno. Quando mia figlia Roberta l'ha preso in prestito in biblioteca per farmelo ascoltare, mi sono subito rifiutato, non mi sembrava il mio genere. Quella faccia assurda mi ripugnava, mi ricordava Medusa. Poi, invece, non solo l'ho ascoltato ma l'ho anche copiato e riascoltato con piacere. Il suo successo è decretato soprattutto dall'imponente numero di giovani fans, ma piace anche a chi giovane non è più per il suo felice e schietto richiamo alla musica classica.
Accanto agli estimatori, non mancano comunque i denigratori irriducibili.
Per averne un esempio.

A dire dell'Allevi - "Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune." Visita il suo sito

Nel suo libro La musica in testa, insieme ad episodi significativi della sua vita, descrive la bellezza di tutti i giorni e la felicità semplice, nascosta sotto la superficie delle cose - “anche un cielo grigio è carico di note". Il testo è ricchissimo di aneddoti e di perle di saggezza come queste:

"Se impariamo a fare silenzio, saremo in grado di cogliere l'eterna danza che ci circonda."

"Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo. Mai temere di destabilizzare un sistema: è nella sua natura la necessità di cambiare. Ma soprattutto bisogna sempre trovare il coraggio di esporsi, di osare, di mettersi in gioco: è un dovere dell'artista!"

"I tasti racchiudono un giardino di meraviglie."

"I ragazzi, soprattutto europei, oggi vivono il crollo della società dell'immagine, sperimentando sulla propria pelle tutta l'inconsistenza del suo abbaglio e ritrovandosi ingolfati in un mondo vecchio e saturo ricominciano a desiderare di volare alto, di incontrarsi senza barriere o filtri, di esprimere il proprio universo emotivo e creativo da contrapporre alla desolazione esterna. Basta saperli ascoltare, facendo tesoro dell'ingenuo candore non ancora minacciato dall'inevitabile disincanto dell'età adulta, per fare un bagno nella loro smisurata creatività, nell'ingegno poetico dei loro pensieri, nella voglia di una vita autentica all'insegna dell'unica verità: l'emozione. Le nuove generazioni trascineranno il mondo verso un Nuovo Rinascimento."

Auguri a Giovanni, anche per il modello positivo che diffonde tra i giovani.

18 dicembre 2008

Mio Omaggio a Siracusa

Visita questo sito per un viaggio virtuale a Siracusa


Io la ricordo così:















Tra Ciane e Aretusa

'sta sera

la luna si veste d'argento

nel mare d'Ortigia




17 dicembre 2008

Sinistra svegliati, di Margherita Hack

Voglio pubblicare per intero la bella riflessione dell'astrofisica Margherita Hack perchè la codivido pienamente. I temi che la studiosa affronta in questo documento si possono, infatti, rintracciare nei precedenti post pubblicati nel mio blog. Pertanto non ho nulla da aggiungere, se non fornirlo a quanti fosse sfuggito.
Mi scuso con
Sinistra Critica per avere ritoccato la vignetta qui sotto, che ho trovato nelle immagini pubbliche di Google, ma attribuibile a quel movimento. Mi ha fatto pensare al Manifesto dell'Internazionale in cui ben si rispecchia l'auspicio della Hack ma che trovo profondamente svilito nella vignetta.

Il geniale venditore di fumo che ci governa è riuscito non solo a fare il lavaggio del cervello a metà degli italiani, ma anche, come un abile incantatore di serpenti, ad assopire sinistra e centrosinistra; l’unico immune al suono del piffero berlusconiano sembra sia rimasto Di Pietro. E’ ora che la sinistra, tutta la sinistra, da Rifondazione all’Italia dei valori metta da parte personalismi e divergenze ideologiche per combattere una classe politica arrogante e ignorante, pronta a calpestare la Costituzione per favorire gli interessi loro e del loro padrone. E’ pura utopia pensare a decisioni “bipartisan”, a bicamerali per riforme condivise della Costituzione, con persone che non hanno rispetto della legge, rispetto degli avversari politici, conoscenza di cosa vuol dire democrazia.
I danni che questo governo sta procurando al paese sono enormi; è facile distruggere, più difficile ricostruire. Tutta l’opposizione deve essere compatta per impedire la regressione dell’Italia a più di mezzo secolo fa. Occorre opporsi ai tagli alla scuola e all’università e favorire l’istruzione per i giovani delle classi meno abbienti, eliminando finanziamenti - anticostituzionali - alle scuole private, rendendo obbligatoria l’istruzione fino a 18 anni, utilizzando gli stessi testi per più anni e rifornendo adeguatamente le biblioteche scolastiche così da tagliare le spese per l’acquisto dei libri, e stroncare un mercato che è diventato una fonte di sfruttamento insopportabile per le famiglie. Occorre incrementare la costruzione di residenze per gli studenti universitari fuori sede e impedire la prolificazione di piccole università o succursali di grandi università senza laboratori, senza docenti residenti e concentrare i finanziamenti sulle “vere” università : portare gli studenti alle università e non le università agli studenti.
Occorre rivitalizzare la ricerca universitaria, riaprendo i concorsi per ricercatore, concorsi che dovrebbero essere basati sulla valutazione dei titoli piuttosto che sui soliti esami, e solo su titoli oggettivamente valutabili, come pubblicazioni accettate per la pubblicazione su riviste di rilevanza internazionale, in cui ogni articolo è soggetto al giudizio di uno o più referee anonimi. Occorre anche facilitare l’accesso alle carriere scientifiche di giovani non abbienti, aumentando il numero di borse di studio. A questo scopo però è necessaria una seria lotta contro l’evasione fiscale, per evitare che le borse vadano quasi sempre ai figli di lavoratori autonomi e raramente a quelli di lavoratori dipendenti. Un efficiente metodo per impedire l’evasione fiscale da parte dei lavoratori autonomi è quella di permettere al contribuente di poter dedurre dalle tasse tutte le spese necessarie documentate; così tutti avranno il coraggio di pretendere la fattura dall’idraulico o dal carrozziere o dal dentista o dal famoso specialista. Occorre incoraggiare le industrie private a fare più ricerca, detassando gli investimenti; insomma occorrono tutta una serie di provvedimenti per sviluppare la ricerca sia pubblica che privata, che è fondamentale per rendere competitivo il nostro paese. Occorre combattere i vergognosi rigurgiti di fascismo, razzismo, antisemitismo e più in generale contro i deboli o i diversi. Sono comportamenti criminali che non si possono e non si devono catalogare semplicemente come “ragazzate”

La sinistra, tutta la sinistra unita deve battersi per moralizzare la vita sociale e politica di questo paese. I comportamenti razzisti della Lega, il disprezzo della costituzione e della legge da parte di Berlusconi e dei suoi seguaci sono stati deleteri per un paese come il nostro, in cui il senso dello stato, il rispetto della cosa pubblica non è mai stato troppo sentito. Il berlusconismo non è una dittatura ma non è nemmeno una democrazia. Si elude la legge a proprio vantaggio non utilizzando la violenza dei manganelli e dell’olio di ricino, ma mezzi più subdoli e convincenti, come le continue ripetute bugie, il martellamento televisivo di false notizie o notizie manipolate. E’ ora che tutta l’opposizione unita faccia valere la propria forza e volontà di cancellare quel paradossale conflitto d’interesse rappresentato da un primo ministro padrone di tre canali televisivi e in grado di pesantemente condizionare la televisione pubblica. Per non parlare dello scandalo di una disattesa sentenza della corte costituzionale del 2004 che autorizzava Europa 7 a utilizzare le frequenze abusivamente occupate da Rete 4, e che abusivamente continua a occupare dopo quattro anni in barba a tutte le sentenze. Credo che fra i paesi civili solo in Italia possano succedere certe cose. Infine vorrei che la sinistra unita rivendicasse la laicità dello stato, e liberasse l’Italia dalle pesanti ingerenze vaticane battendosi per ottenere il riconoscimento alle coppie di fatto, che siano etero o omosessuali, gli stessi diritti delle coppie “ufficiali”; per cancellare leggi assurde come la legge 40 sulla fecondazone assistita che fra l’altro vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali; per varare una civilissima legge quale quella sul testamento biologico, che lasci ad ogni cittadino - quando è ancora in possesso delle sue facoltà mentali - la libertà di decidere se essere sottoposto o meno all’accanimento terapeutico; e infine che sia data, a chi non se la sente di accettare come dono di Dio, in cui magari non crede, una vita diventata insopportabile, la libertà di morire.


16 dicembre 2008

Provino i miei 4 lettori a immaginare il web dopo la "normalizzazione" cara a Berlusconi

“Internet – come scrive Vincenzo Vita - non ha bisogno di censure e tanto meno di regolamentazioni, perché per sua natura si autoregola”. E continua - “Il grande tema delle regole su Internet, che ci sono e di cui si dibatte è quello di come garantirsi nei confronti dei reati più gravi, come pedofilia e terrorismo, ma non è certo quello di mettere bavagli o censure: sarebbe politicamente grave oltre che tecnicamente impossibile”.

Da leggere in proposito il bell’articolo di Giorgio Santelli, Berlusconi che regolamenta il web è come mettere la volpe a guardia del pollaio. Cito dall’articolo - “Il web va bene così, non si tocca. E' uno spazio di libertà e di pluralismo che, come il mercato tanto amato dal Presidente del Consiglio - trova modo di regolamentarsi da solo, con regole interne come la netiquette che vengono certamente rispettate da blogger e utenti di internet in modo infinitamente maggiore di quanto Berlusconi sappia rispettare regole di pluralismo dell'informazione, regole di pluralismo del mercato, sentenze della Corte costituzionale, decisioni del consiglio e dell'Unione Europea”. E ancora – “Il dramma vero che Berlusconi vive è la grande capacità di giudizio che la rete riesce a fornire a chi la naviga. Su internet un politico non può essere bugiardo, non può raccontar balle, non può dire una cosa oggi e l'esatto contrario domani perchè chi sta sulla rete (a differenza di quel che accade per chi guarda la tv) è attento, trova tutto, visita archivi mondiali e permanenti e scopre la verità. Non è un medium passivo. Questo fa paura a Silvio come ha fatto paura e ha punito Bush. E fa paura a tutti coloro che vorrebbero regolamentare la libertà di informarsi perchè la chiave del loro potere sta nell'ignoranza e nel poter controllare i mezzi di informazione”.

La verità è che Berlusconi sente che c’è una fascia crescente di popolazione, specialmente giovanile ma non solo, che si avvicina a internet e alla libera informazione perché non ne può più dei Fede, dei Vespa, degli spot commerciali estenuanti nella loro controproducente ripetitività, del controllo monopolistico esercitato sui tradizionali sistemi di comunicazione.

Meno male che l’’abbronzato’ Obama la pensa diversamente e saprà fare ‘cucù’, come tutti noi, alla proposta indecente!

15 dicembre 2008

ATTACCO A COLPI DI SCARPE CONTRO GEORGE W.BUSH A BAGHDAD.





Non poteva finire peggio la visita di commiato di Bush in Iraq. Durante la conferenza stampa, un giornalista iracheno, immediatamente fermato dai servizi di sicurezza, si è tolto repentinamente le scarpe e le ha lanciato contro Bush dicendo: «Questo è il tuo bacio d'addio, cane». I tiri erano ben diretti e intesi a colpire alla testa, ma Bush li ha schivati con incredibile tempismo. «So solo che erano di taglia 44 e mezzo» ha poi commentato il presidente Usa con i giornalisti.
Questo è l'atto che segna in modo emblematico la fallimentare presidenza di George W. Bush.

Meditate gentes, meditate!


IL GIGANTE MALATO
Appena eletto, nel 2001, il presidente Bush jr. taglia i fondi per il controspionaggio e dopo qualche mese le Torri Gemelle subiscono un attentato in cui perdono la vita 3000 persone; nel 2002 (appoggiato dalle potenze occidentali) ordina l’invasione dell’Afghanistan, affermando che il regime talebano collabora con i terroristi islamici; nel 2003 sostiene che Saddam Hussein possiede armi di distruzione di massa e ordina l’invasione dell’Iraq. I primi sei anni di guerra al terrore sono costati oltre 1000 miliardi di dollari. I militari americani morti sono circa 4000, le vittime locali almeno 400.000.
Per quanto riguarda l’economia, ha autorizzato pesanti tagli di bilancio che hanno influito negativamente su scuola, lavoro, salute, ambiente, sicurezza. Per rimettere in moto la crescita, sono state tagliate le tasse, favorendo però i ceti ricchi, e alle fasce disagiate sono stati concessi mutui facili che si sono rivelati una truffa colossale. Il taglio dei fondi ha impedito anche di soccorrere efficacemente gli abitanti di New Orleans, devastata dall’uragano Catherina. La crescita abnorme dei derivati finanziari e la bolla edilizia hanno portato prima alla crisi dei sub-prime, poi alla crisi finanziaria, ora alla crisi borsistica e a breve alla recessione. Inutile ricordare che una crisi negli USA prelude ad una crisi mondiale.
Sul piano interno, la crisi economica è frutto del drenaggio di ricchezza dai poveri, che sono aumentati, verso i ricchi, che si sono ulteriormente arricchiti. La tensione sociale che ne segue porta la maggior parte degli statunitensi ad essere insoddisfatti e timorosi verso il futuro. Da qui la spinta verso il cambiamento. Anche perché con il tempo, quella guerra che era apparsa giusta, si è poi rivelata una strage senza fine.
Sul piano internazionale i goffi tentativi di rispondere alla cieca ad un attacco, che addirittura era stato previsto dai servizi segreti, hanno portato ad un raffreddamento dei rapporti con le altre potenze del mondo. Gli alleati hanno prontamente inviato truppe quando richiesto, ma l’illusione di una guerra-lampo si è dissolta quando le soluzioni politiche ai conflitti non hanno potuto evitare i continui attacchi suicidi alle postazioni militari. Quella che doveva essere una liberazione, in realtà è un’occupazione straniera con tutte le inevitabili tragedie e corruzioni. Le immagini di militari morti e decapitati, ha aperto gli occhi agli americani che si sono sentiti raggirati quando hanno scoperto che non erano i benvenuti, visto che nessuno li aveva chiamati. Soprattutto quando scopri che tuo figlio è andato a morire in una terra lontana inutilmente.
Così tra un debito pubblico astronomico, un prestigio indebolito, un’egemonia economica insidiata da Cina e India, per il neo-presidente si prospettano anni per niente felici. Se sarà capace di far fronte a tutti questi problemi, dimostrerà che gli americani hanno scelto davvero l’uomo del cambiamento. Altrimenti si preannuncia un periodo di instabilità che potrebbe far allargare il fronte bellico.
Auguri presidente Obama. Il mondo si aspetta molto da Lei.


Prodotto da
Katone, giovane studente di economia e commercio a Roma,
Tratto e rielaborato da:
Il gigante malatoIl Corriere di Zeugidi

14 dicembre 2008

Vite senza Destino, di Calogero Parlapiano

Oggi voglio accenare al libro di un giovane poeta saccense, Calogero Parlapiano. Sono stato presente, venerdì sera, alla presentazione della sua prima raccolta di poesie “Vite senza Destino”. "La serata è stata particolarmente densa e ricca di emozioni e almeno duecento persone hanno partecipato rimanendo soddisfatte del fatto di aver vissuto un momento di elevato spessore culturale".
Sono rimasto colpito dalla chiarezza del linguaggio e dalla suggestione che i testi producono, qualità rararamente riscontrabili assieme nella poesia contemporanea.
Il
Prof. Enzo Puleo ha accompagnato magistralmente la relazione sul valore della poesia e sui principali aspetti della raccolta con la lettura di brani significativi tratti dal testo. L'incontro si è concluso con la degustazione di un ottimo Nero d'Avola prodotto dall’azienda vinicola Puleo.
Tra i promotori dell'evento l'associazione
L’Altra Sciacca

13 dicembre 2008

13 Dicembre – SANTA LUCIA

Oggi voglio dedicarmi solamente al ricordo di questa Vergine martire, la ricorrenza della cui nascita è celebrata in vario modo, non solo in Italia – da Venezia a Siracusa – ma in diverse aree del Nord Europa. Particolarmente cara a tutti i Siciliani, essendo nata e avendo subito il martirio a Siracusa, è la santa patrona della vista e delle persone sofferenti di questo organo. E’ ricordata sia nella chiesa cattolica che in quella protestante e ortodossa. Amata anche dagli Svedesi che la onorano con una festa tradizionale e dei biscotti preparati per l’occasione. In Sicilia e in molte regioni del sud è tradizione, per onorarne la memoria, mangiare per il 13 dicembre solo la cuccìa, un piatto che si affida a una lontanissima tradizione. Ricordo che quando ero bambino non vedevamo l’ora che le nostre mamme ci chiamassero per dirci che la cuccìa era pronta. La mangerò anche oggi perché mia mamma ci ha invitati a casa sua e ci rimarrebbe male se non andassi. E’ un piatto nato povero, nelle case del popolo, ma adesso si può trovare anche nelle pasticcerie siciliane più rinomate, a prezzi scandalosi. Ho riscontrato che fanno qualcosa di simile anche in Polonia come una delle 12 portate di Natale, ed è chiamata kutia. Se trovate il frumento e non trovate il vino cotto, al posto di quest’ultimo si può aggiungere cioccolato amaro tagliato finissimo o anche miele. Il frumento e i ceci sono la base indispensabile.


A Siracusa

Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d'altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l'enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode. La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia. Secondo la passio la
giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappo gli occhi. e solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani. L'iconografia risente fortemente dell'episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa è raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola. La sua festa cade il 13 dicembre. Prima dell'introduzione del calendario moderno (1580) si celebrava il 21 dicembre il giorno del solstizio invernale, da cui il detto "S. Lucia il giorno più corto che ci sia". La festa è caratterizzata da pratiche devozionali di tipo magico-esorcistico e solare-agrario. Si confezionano in questo giorno pani a forma di occhi che, benedetti, si mangiano con lo scopo di preservarsi da malattie oculari. A lei si offrono anche ex voto d'argento a forma di occhi, che vengono appesi sulla "vara" il giorno della festa. I fuochi accesi la vigilia della festa sono l'indicazione più evidente che ci troviamo in presenza di rituali festivi legati al trapasso stagionale più delicato dell'anno, col progressivo scemare della luce, per cui occorre esorcizzare, il pericolo del non ritorno della luce. La Santa è stata più volte messa in relazione con la dea greca Demetra o con la romana Cerere, i cui attributi principali erano il mazzo di spighe e la fiaccola. I fedeli recano come offerta frumento bollito, cibo cerimoniale che veniva consumato anche nei misteri della dea greca. "Luce degli occhi, della vista", "luce del mondo", "luce cosmica": le espressioni rivelano non solo una chiara simbologia spirituale di grandissima intensità, ma soprattutto quella visione cosmologica delle civiltà passate e delle moderne culture contadine in cui s'alternano luce e notte, vita e morte, in un percorso che nella sua circolarità è garanzia di un eterno fluire e ritornare delle cose.



A Verona
La testimonianza più antica del culto a Verona risale all’anno 973, quando è attestata, in documento testamentario, la presenza di un oratorio officiato da un sacerdote “Sadalbertus presbyter de oratorio Sanctae Luciae”. L’oratorio, già popolare tanto da essere oggetto di un importante lascito, fa ritenere che il culto nel Veronese risalga ad epoche più antiche.
Nel documento non viene precisato dove si trovasse esattamente, ma è legittimo ritenere che fosse lungo l’attuale corso Porta Palio, dove nel XXII° secolo è presente una comunità di “Frati di Santa Lucia” con una chiesa ed un convento. Nello stesso secolo un altare della Basilica di San Zeno venne consacrato a Santa Lucia. La comunità di frati possedeva anche un piccolo convento, una chiesa ed un ospedale sulla via Postumia, fuori dalla città in direzione di Mantova. Nel 1200 vi erano quindi a Verona due chiese dedicate alla Santa che vennero successivamente chiamate Santa Lucia Intra e Santa Lucia Extra. Intorno al 1260 gli edifici di Santa Lucia Extra vennero distrutti dalle scorribande di Ezzelino da Romano e la zona venne abbandonata. Nel 1308 un ricco possidente di nome Pace, figlio di Giovanni, “drappiere” (commerciante di drappi di lana), collaboratore di Cangrande della Scala, ottenne l’istantanea miracolosa guarigione da una grave e mortale cancrena alla gamba, per l’intercessione di Santa Lucia di cui era devoto. Per voto fece “rifabbricare in onore di Santa Lucia la Chiesa insieme co'l Monasterio ora per le guerre ruinati, e distrutti”. Le opere vennero completate nel 1319 ed ospitarono una comunità di monache benedettine col nome di Santa Lucia: questo insediamento è il primo nucleo del moderno borgo di Santa Lucia. Estinta nel frattempo la comunità dei frati, le monache divennero proprietarie anche di Santa Lucia Intra con i suoi annessi, estendendo così la loro importanza per la città. Nel 1517, a causa della “spianata” militare decretata dai Veneziani per un miglio veneto attorno alla città, gli edifici costruiti da Pace vennero distrutti e le monache si stabilirono a Santa Lucia Intra. Paradossalmente è in questo secolo che il culto alla Santa si espande ulteriormente, con l’edificazione di nuovi oratori e chiese in tutta la provincia e con la dedicazione di molti altari in diverse chiese cittadine. E’ il periodo in cui artisti rinascimentali e manieristi, veronesi e non, le dedicano innumerevoli opere. Nella zona di Santa Lucia Extra, ma più lontano dalla città, venne costruita dagli abitanti una piccola chiesa che avrebbero voluto intitolare alla Santa ma, per l’opposizione delle monache, fu dedicato alla Visitazione (chiamata anche Santa Elisabetta in campagna). Le monache costruirono poco dopo nella zona un oratorio di Santa Lucia, ma la popolazione continuò a chiamare “Santa Lucia” la chiesetta dedicata alla Visitazione. Nel 1649 la chiesa della Visitazione nella contrada di Santa Lucia Extra, venne eretta parrocchia. Anche altre chiese dedicate alla santa divennero successivamente parrocchie ed oggi sono cinque nel territorio veronese (quattro nella diocesi) a venerala quale patrona. Santa Lucia Intra ed il suo monastero vennero invece soppressi dal decreto napoleonico del 1806 e la chiesa della Visitazione ebbe finalmente anche il titolo di Santa Lucia.
Durante la prima guerra di indipendenza, il 6 maggio 1848, Santa Lucia Extra fu investita dalla furia bellica durante la battaglia che è ricordata con il suo nome. Da allora questo borgo è noto anche con il toponimo di Santa Lucia della Battaglia.
La figura di Santa Lucia ha ispirato artisti, poeti e scrittori di ogni epoca, in Italia prima di tutto, dove il culto è molto diffuso e fortemente radicato fin dall’inizio, ma anche in ogni paese europeo e in tutto il mondo. Un segno della sua grande popolarità, che non conosce flessioni, è testimoniata dalla diffusione del suo nome in ogni lingua, dai numerosissimi toponimi ed anche dai vari siti internet che ne parlano; ad esempio http://www.santiebeati.it/ in cui la classifica dei santi più visitati vede Santa Lucia al nono posto. Unitamente al culto e ai diversi patronati (es. i ciechi), anche le leggende legate alla sua vita e le numerose diverse tradizioni contribuiscono a mantenere vivo il fascino di una Santa da sempre molto amata. Uno dei suoi più famosi devoti è Dante che in Lucia trova la sua guida nel viaggio attraverso l’inferno, il purgatorio e il paradiso nella Divina Commedia:


"Or ha bisogno il tuo fedele
di te, e io a te lo raccomando
Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov'i' era…"

Le immagini più antiche si trovano in alcune chiese rupestri in Sicilia mentre risale al VI secolo il raffinato mosaico a San Apollinare Nuovo in Ravenna. Di grande rilievo è l’affresco del XIV secolo di Altichiero nell’oratorio di San Giorgio a Padova con le “scene del martirio di Santa Lucia”. Famosi sono “Il martirio di Santa Lucia” dipinto nel XVI secolo da Paolo Veronese e conservato nel museo di New York, “Santa Lucia trainata dai buoi” di Leandro Bassano della stessa epoca, così come “La sepoltura di Santa Lucia” del XVII secolo, opera del Caravaggio conservata nella basilica di Santa Lucia al sepolcro di Siracusa. Anche G.B. Tiepolo ha dipinto una bella “Comunione di Lucia” nel XVIII secolo, collocata nella chiesa dei SS. Apostoli a Venezia.
Della stessa epoca è la “Santa Lucia morente” di Gregorio Tedeschi che si trova nel tempietto eretto sulle catacombe di Santa Lucia a Siracusa. L’elenco, che si dilata fino ai nostri giorni, sarebbe interminabile. Nelle rappresentazioni più antiche la Santa è solitamente proposta in ricche vesti (a simboleggiare l’agiatezza della famiglia), con un ramo di palma in mano (simbolo del martirio) ed una lucerna nell’altra (simbolo evangelico di luce spirituale). A partire dal XV secolo la lucerna viene spesso sostituita da un piatto recante gli occhi, iconografia più immediata per la Protettrice della vista. Alcune volte è presente anche un pugnale conficcato nella gola, per ricordare la modalità del martirio, come nel grande “Simulacro di Santa Lucia” in argento realizzato nel 1600 da Pietro Rizzo e conservato nella Cattedrale di Siracusa. Alcune pale e sculture, considerate disperse da vari autori o cadute nel completo oblìo, sono state ritrovate recentemente e riportate alla originale bellezza per mezzo di accurati restauri. Si trovano nella parrocchiale di Santa Lucia Extra in Verona e rappresentano solo una parte della copiosa produzione di opere d’arte che in tutto il territorio sono dedicate alla Santa più cara ed amata dai Veronesi. Singolari coincidenze quali il culto assai diffuso, simbologia della luce, 13 dicembre antico solstizio ed usanze precristiane ad esso legate, favorirono il nascere, fin da epoche antiche, di numerose e diversificate tradizioni popolari intorno alla figura di Santa Lucia, molte delle quali sopravvivono ancor oggi con inalterata genuinità. Il detto popolare “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia” o meglio “… la notte più lunga che ci sia” ha origine antica e si riferisce al calendario giuliano che con numerosi adattamenti fu utilizzato fino alla fine del ‘500, quando venne sostituito da quello gregoriano. Il 13 dicembre coincideva anticamente con il solstizio d’inverno, momento in cui, in epoca precristiana, la gente si scambiava doni augurali in vista della nuova stagione.

La notte tra il 12 e il 13 dicembre era la più lunga dell’anno. Ma dal mattino del 13, festa di Santa Lucia, il sole riprendeva a splendere di più: in maniera quasi impercettibile all’inizio (a Santa Lussia na’ ponta de ùcia), ma sempre un po’ di più passando i giorni (da Santa Lussia a Nadal on passo de gal). Anche il nome Lucia, singolare coincidenza, è collegato alla promessa di giorni più chiari, di nuova luce fisica e spirituale. Alcune espressioni legate al mondo dei non vedenti sono molto antiche come il detto augurale del mendicante cieco “Santa Lucia ti conservi la vista” da cui è nata la scherzosa risposta “perché l’appetito ce l’hai”.
Una bella tradizione è tutt’oggi viva in Danimarca e Svezia, sopravvissuta alla riforma protestante: il 13 dicembre una ragazza, vestita di bianco e con una corona di sette candele sul capo, percorre le strade dei villaggi scortata da compagne ugualmente vestite (chiamate “le lucie”) e distribuisce doni alle persone bisognose. E’ difficile stabilire quanto l’usanza precristiana abbia influito su questa ed altre tradizioni, certamente forte influenza ha avuto la vita stessa di Santa Lucia che, per vivere più coerentemente lo spirito del Vangelo, aveva distribuito tutti i suoi beni ai poveri di Siracusa. Tradizioni diverse sono presenti in varie regioni italiane, in tanti paesi d’Europa e del mondo. “Gli occhi di Santa Lucia”: pasta, dolciumi, pane, molluschi portano questo nome e sono legati a tradizioni di vari paesi mediterranei.
Anche Verona ha una suggestiva e dolce tradizione con protagonista Santa Lucia: è lei che, accompagnata dal Castaldo e aiutata dall'asinello (musseto), la notte tra il 12 e 13 dicembre, porta i doni ai bambini buoni (ma anche carbone e una significativa bacchettina a quelli più birbanti!) entrando nelle case attraverso i camini. L’origine è antica, come testimoniano poesie e filastrocche in dialetto arcaico, tradizioni orali mai interrotte, avvenimenti provenienti da un lontano passato ma ancor oggi in essere. Vari storici dei secoli scorsi fanno concordemente risalire la tradizione al XIII secolo, quando si diffuse a Verona una pericolosa malattia agli occhi che colpiva soprattutto i bambini. Genitori e familiari invocarono l’intervento di Santa Lucia, protettrice della vista, per far cessare l’epidemia, promettendo (facendo voto) di portare ogni 13 dicembre i loro figli in pellegrinaggio a piedi scalzi alla sua chiesa. Ottenuta la guarigione rimase la tradizione dell’annuale pellegrinaggio votivo, inizialmente nella chiesa di Santa Lucia Intra e poi in piazza Bra nella chiesa di Santa Agnese (demolita nel 1837 per far posto all’attuale municipio), in cui era conservata una pala di Bernardino India con le Santa Agnese e Lucia. La stagione fredda non invogliava certo ad una passeggiata a piedi nudi e non era facile convincere i bambini a lasciare scarpe e calze a casa! Ma l’arguzia dei genitori superava la ritrosìa dei figli: con la promessa che Santa Lucia avrebbe riempito scarpe e calze di doni e dolciumi, li convincevano a partecipare al pellegrinaggio.
Un’antica filastrocca è testimone di questa tradizione:


“Santa Lussia, mama mia
porta conse in scarpa mia,
se la mama no gh’in mete
reste ude le scarpete
s’el bupà no’ghe ne porta
resta ‘uda anca la sporta”


A partire dal XIV secolo l’usanza si estese alle città dominate dagli Scaligeri ed ebbe ulteriore impulso dal XV secolo quando i Veneziani, inclusa Verona nella Repubblica Veneta, estesero via via il loro dominio ad altre città, diffondendo anche le nostre tradizioni ben oltre i confini della Repubblica. Ancor oggi sono diverse le zone del nord Italia in cui è viva questa bella usanza, così come alcune aree dell’Austria e della Cecoslovacchia. Non sappiamo quando cessarono i pellegrinaggi a piedi scalzi, ma l’abitudine di accompagnare i figli nella chiesa di Piazza Bra continuò fino alla sua soppressione. L’affluenza di tanti bambini e genitori riuniti nella piazza più grande di Verona, richiamava la presenza di venditori di dolciumi e giocattoli da ogni parte del Veneto e, oggi, d’Italia. Così è nata la “Fiera di Santa Lucia” specialsta in dolciumi e giocattoli, che il 12 dicembre di ogni anno riempie piazza Bra di colori, suoni e profumi indimenticabili. Passeggiando fra i “bancheti” sembrano ancora risuonare i versi in vernacolo del grande Berto Barbarani, insuperato cantore della Verona del passato.


“I l’à fati su de note,
co le asse e col martel
co le tòle mese rote
piturade da cortel,
co ‘na tenda trata sora
co i lumeti trati là
l’è così che salta fora
i bancheti de la Bra!”
.........
Ed ecco spiegato perché Santa Lucia è così cara ai Veronesi, cantata in ogni epoca da bambini, poeti e “pori cani”, amata da tutti ieri e oggi, dolce sogno di grandi e piccini.


Dai paesi del Nord Europa ….
Il re Canuto di Svezia proclamò che il Natale sarebbe durato un mese, dal 13 dicembre - all'epoca giorno del solstizio d'inverno - fno al 13 gennaio, giorno appunto in cui veniva festeggiato San Canuto. Non conosciamo i motivi per cui Lucia, una santa siciliana del IV secolo, fosse cosi onorata nella lontana e fredda Svezia. Si racconta che avesse visitato personalmente il Paese oppure che furono i missionari cristiani a parlare di lei al popolo e a diffonderne il culto. comunque, qualunque sia l’origine, gli svedesi dimostrarono subito molto amore per Lucia, ”colei che porta luce”, festeggiata proprio il giorno del ritorno del sole e della vita. Nel 1927 poi un quotidiano di Stoccolma decise di bandire un concorso per eleggere la cosidetta “Lucia di Svezia” che, con una corona di sette candele e vestita di una tunica bianca, doveva raccogliere le offerte e i doni da distribuire ai poveri e ai bisognosi in occasione delle feste natalizie. L’iniziativa ebbe un successo clamoroso che persiste tutt’oggi, tanto che, a Stoccolma, ad incoronare la prescelta è il vincitore del premio Nobel per la letteratura.



.... a Siracusa
Dal 1950 la festa svedese è collegata a quella siciliana, così la Lucia svedese si reca a Siracusa per partecipare alla processione che conclude i festeggiamenti in onore della Santa. "Alle ore 16,30 di giovedì 13 dicembre 2007 l’Ospedale ha ricevuto una simpaticissima visita, che veniva da un grande paese del Nord Europa, ricco di storia: la Svezia. Era la Santa Lucia “svedese” con le sue damigelle. Gli ospiti dell’ospedale hanno gustato per un’ora una rappresentazione artistica, piena di freschezza e poesia: con la leggerezza di un sogno che diffondeva serenità. Nella grande palestra-basket sette bravissime adolescenti italo-svedesi si sono esibite in una raccolta e gioiosa processione. Vestite di una lunga veste candida: al centro Lucia, con in capo una luminosa corona di candele, cinta con una fascia rossa (ricordando il martirio della Santa); intorno a lei le altre sei con una candela accesa in mano. Il simpatico corteo, in semicerchio con Lucia in mezzo, ha eseguito con leggerezza e… compostezza la canzone napoletana di Santa Lucia in italiano e svedese ed altri suggestivi canti natalizi della tradizione svedese. La celebrazione svedese di Santa Lucia, che abbiamo goduto in ospedale la sera di giovedì 13, nasce da un suggestivo simbolismo della natura fondendosi poi con la memoria storica di Santa Lucia, adolescente vergine e martire, vissuta a Siracusa e morta nel 304 dopo Cristo. Lucia, festeggiata dal nord al sud dell’Europa, è dovunque riconosciuta come simbolo della luce che illumina gli occhi del corpo e dello spirito"




Chiedo scusa agli autori dei blog da cui ho tratto le notizie, miscelate in questa pagina, per non averli potuto citare; li ringrazio.

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