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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

28 febbraio 2010

PRIMO MARZO CON GLI STRANIERI PER UN PAESE CIVILE

Primo Marzo 2010 Sciopero degli stranieri
Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente. Autoctoni e immigrati, uniti nella stessa battaglia di civiltà.

Una Gioconda di colore per protestare contro il razzismo in Italia


Un manifesto contro il razzismo 

FIRMA L'APPELLO DI SOS RAZZISMO

Primavera Antirazzista

Articolo 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoii di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

27 febbraio 2010

ANCHE PER QUESTE RAGIONI OGGI SAREMO COL POPOLO VIOLA!

Alterare l’informazione prendendo possesso dei media vuol dire disinformare metodicamente i cittadini, che voteranno senza sapere per chi votano e per cosa. Il vero attacco alla sovranità del popolo, sbandierata dal presidente del Consiglio, è qui. (Barbara Spinelli su Il Fatto Quotidiano)

Pensate come sarebbero felici gli studenti se la prescrizione valesse anche a scuola. Hai preso 2 ma è stato tempo fa, era ottobre ormai è di nuovo estate, passa pure. Il meccanismo è questo: l'avvocato Mills è colpevole di corruzione, ci sono tutte le prove e c’è anche chi lo ha corrotto dato che sempre quando corre denaro c'è chi lo riceve perché c'è chi lo dà. Però è stato corrotto qualche settimana prima della fine del vecchio quadrimestre, hanno dimostrato eserciti di avvocati opportunamente ingaggiati dal corruttore (che col corrotto è in combutta). Quindi come non detto. Avete violato la legge ma il tempo della punizione è scaduto. (Concita De Gregorio su L'Unità)

Senza tre leggi ad personam, fatte apposta per lui e per Cesare Previti, ieri Silvio Berlusconi sarebbe stato  prelevato dalle forze dell’ordine e accompagnato a San Vittore per scontare la pena dopo la condanna definitiva per corruzione giudiziaria di David Mills. Stessa sorte sarebbe toccata, con le opportune procedure di estradizione, per il legale (si fa per dire) inglese. (Gomez e Travaglio su Il Fatto Quotidiano  )

Ma ricomincia la solita solfa: il livore di Berlusconi contro i magistrati è inestinguibile. Dopo la prescrizione stabilita dalla Cassazione per Mills, che resta comunque un falso e corrotto testimone a favore del Premier, ha dichiarato "La sovranità non è più del popolo, ma è dei pm". E via con la tiritera: la riforma della giustizia "la facciamo. Non credo che piacerà molto ai talebani dentro la magistratura. Per fortuna la grande maggioranza dei giudici non appartengono a questa banda di magistrati talebani. Ma che questi magistrati talebani esistano, che siano molto forti e che intervengano con propositi eversivi nella vita democratica, è una realtà assolutamente incontrovertibile". Il segretario dell’Anm Cascini ha chiesto “alle istituzioni di reagire” "Basta insulti e aggressioni". "Ormai - commenta Cascini - non si contano più le ingiurie. Noi invitiamo tutti a rispettare le decisioni dei tribunali italiani, si possono criticare le sentenze ma non è ammissibile continuare in questa escalation di insulti e aggressioni. Le sezioni unite della Cassazione hanno confermato l'impianto delle decisioni del tribunale e della corte d'appello di Milano, e sono la dimostrazione piena che non c'è stata alcuna persecuzione o manovra politica". Quella messa in atto da Berlusconi è una "escalation di insulti e aggressioni che non è ammissibile continuare. L'ultima uscita del premier "richiede un sussulto di indignazione da parte di tutte le persone rispettabili". L'Anm non ha dubbi: "il male dell'Italia sta nella gravissima corruzione della politica e della pubblica amministrazione e non certo in magistrati che facendo in solitidine il loro dovere individuano i responsabili di tali crimini".

E tutto questo un giorno dopo il monito del presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante, in riferimento indiretto alla bocciatura del lodo Alfano. "Quando si delegittima un’istituzione, a lungo andare, privo di istituzioni rispettate, un popolo può anche trasformarsi in una massa amorfa". Nel tradizionale incontro con la stampa seguito all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha ribadito che la Corte "non ha orientamento politico". E ha spiegato: "Quando una Corte o un Tribunale costituzionale dichiara l’illegittimità di una legge non compie nulla di strano, o peggio di illegittimo, ma emette una decisione che rientra nello svolgimento del principale dei suoi compiti istituzionali. Forse ora la vera bizzarria potrebbe consistere nel meravigliarsene".

Io mi chiedo e vi chiedo: 
  • Come fa un presidente del Consiglio a definire "talebani" i giudici che compiono il loro dovere, nel giorno poi del grave attentato a Kabul costato la vita a 17 persone, tra cui Pietro Antonio Colazzo, Consigliere diplomatico della nostra Ambasciata? 
  • Chi agisce in questa vicenda con propositi eversivi? Chi è 'l'impunito' che crede gli Italiani incapaci d'intendere e di volere?
  • Come si fa a non tenere in considerazione il monito del presidente della Consulta di un giorno prima "Quando si delegittima un’istituzione, a lungo andare, privo di istituzioni rispettate, un popolo può anche trasformarsi in una massa amorfa"?

ANCHE PER QUESTE RAGIONI OGGI SAREMO COL POPOLO VIOLA!

26 febbraio 2010

NOI STIAMO COL POPOLO VIOLA

L’unica bella notizia degli ultimi anni è il popolo viola, spero che le prossime manifestazioni siano ancora più massicce e visibili. Se si ribellano i ragazzi, non tutto è perduto. (Giorgio Bocca)

In piazza domani ci saranno delegazioni di lavoratori della ThyssenKrupp, dell’Alcoa, dei call center, rappresentanti di Articolo 21 e poi esponenti politici di tutta l’opposizione di centrosinistra tranne l’Udc, ma soprattutto tanta gente comune. Gli argomenti ruotano intorno alla difesa della Costituzione, in particolare agli articoli 1, 3 e 21, quelli relativi alla libertà individuale, d’espressione e dei diritti fondamentali. Per dire la nostra su quanto accade nel Paese: un Parlamento bloccato a risolvere i problemi personali del premier e che non si occupa dei problemi dei cittadini, tra i quali naturalmente in primo piano le questioni del lavoro e della libertà di informazione. La protesta di sabato a piazza del Popolo si trasferirà domenica all'Aquila per sostenere con le carriole la lotta dei cittadini per i necessari interventi nel centro storico.

L’Associazione Nazionale Partigiani aderisce alla manifestazione 
Il saluto del Segretario della CGIL Epifani
La Flc-Cgil aderisce: per una Italia piú libera
De Magistris in piazza con il popolo viola
Camilleri, Hack, Flores d’Arcais: “No all’illegittima impunità
L’adesione di Articolo21
Il popolo viola riprende la parola 
Luttazzi: Berlusconi sa bene che le sue debolezze lo aiutano, è una tecnica americana 

25 febbraio 2010

SI PENSI A METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO! POI IL PONTE?

Pubblico per intero l'appello di Libertà e Giustizia  per sottolineare una proposta di buon senso che già, nel mio piccolo, avevo anticipato nel post PONTE SULLO STRETTO: PER COLLEGARE 2 REGIONI IN UNA SOLA FRANA? 
L'appello ha già raccolto, nell'arco di due giorni, 2400 firme. Ti invito ad aggiungere la tua per chiedere che venga avviato un Piano di prevenzione e difesa del suolo di cui il Paese ha urgente bisogno. La realizzazione del Ponte, se pure dovrà farsi, può attendere.
Appello di Libertà e Giustizia, 23-02-2010
Partiamo dall’ultima che ha detto Guido Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione civile. Segnatevi queste parole molto importanti: “Arriveranno i soldi per consentire ai sindaci gli interventi urgenti, ma non dobbiamo illudere nessuno; il danaro non basta per mettere in sicurezza il territorio”. Lunedì 22 febbraio 2010, frazione Janò di Catanzaro. Sì, parole importanti pronunciate subito dopo un sopralluogo ad una delle innumerevoli situazioni di crisi. Dunque, il danaro non basta per mettere in sicurezza il territorio italiano sconvolto dalle frane e irrimediabilmente sfregiato dalla speculazione. Non basta. Non c’è proprio. E Bertolaso lo dice. Anzi, tiene a sottolineare che lo sostiene da anni. Ad un certo punto le immagini dei tg mostrano il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, accanto a Bertolaso. Anch’ella in missione nelle zone franose. Il ministro ha rincarato la dose: si parla – è il concetto – di emergenza mentre abbiamo bisogno di prevenzione. E, dunque, di ingenti risorse finanziarie.
Il fatto che ci sia necessità di ingenti risorse finanziarie lo ha ricordato in questi giorni un rapporto di Lega Ambiente. Che ha fornito un dato allarmante: in Italia il territorio è quasi totalmente a rischio idrogeologico, con ben 5.581 comuni, pari al 70 per cento del totale, che si trovano a potenziale rischio elevato. Di quanti soldi pubblici ci sarebbe bisogno? C’è chi ha quantificato una somma minimale di due miliardi di euro ogni anno per 12 anni. Insomma: 25 miliardi di euro. Allo scopo di scongiurare – se si fa in fretta – l’accadere di nuove “Giampilieri”, di altre “Maierato” o di altre “San Fratello”, ci vuole, appunto, un grande piano di prevenzione. Parole dell’onorevole Prestigiacomo, per rimediare al disastro di decenni che si può riassumere nel giudizio di Bertolaso: “Non è colpa della pioggia, si sono costruiti edifici dai piedi d’argilla senza chiedere preventivamente ai geologi”.
I grandi movimenti franosi riguardano l’intero territorio nazionale ma la Sicilia e la Calabria ne sono particolarmente colpite. Le due Regioni che dovrebbero ospitare le due grandi zampe del Ponte sullo Stretto a campata unica. Ecco, l’interrogativo si impone automaticamente. Perché uno Stato che non dispone di grandi riserve, indebitato sino al collo, quasi il doppio dei parametri consentiti (il 60% del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo) dal Trattato di Maastricht sulla moneta unica, dovrebbe destinare miliardi  di euro per la costruzione del Ponte piuttosto che dirottarli sulla prevenzione del territorio e per altre infrastrutture urgenti? L’investimento per il Ponte, secondo le ultime stime del dicembre 2009, è indicato in 6.349.802.000 di euro. Il 40%, pari a 2,5 miliardi di euro, dovrebbe essere coperto da risorse della società (la Stretto di Messina, s.p.a. in larga maggioranza in mano ad Anas) e con “contributi in conto impianti”; il 60% coperto da finanziamento sul mercato internazionale, senza garanzie da parte dello Stato. Ma, intanto, da dove arriveranno i soldi pubblici destinati al Ponte? Il governo ha già deciso di stornare 1,3 miliardi dal Fondi Fas (per le aree sottoutilizzate). Una decisione clamorosa visto che la Calabria e la Sicilia si trovano sotto una delle più micidiali emergenze idrogeologiche. Altrimenti, bisogna concludere che Bertolaso e Prestigiacomo parlano a vanvera. E sarebbe molto grave.
Le polemiche sulla costruzione del Ponte sono note. Come lo sono le forti contrarietà espresse anche da esponenti della comunità scientifica, da amministrazioni locali e autorità statali. La Corte dei Conti, per esempio, pur non entrando nel merito dell’adeguatezza del progetto sotto il profilo tecnico-amministrativo e delle risorse quantificate per il progetto e la realizzazione,  ha espresso in una recentissima sentenza alcune considerazioni su punti che “hanno mostrato significativi elementi di criticità”. Che sono: le stime del traffico sul Ponte che sembrano in forte diminuzione, la necessità di un’azione costante di verifica sugli “aspetti di fattibilità” anche alla luce degli sviluppi tecnologici, una “valutazione attenta” degli aspetti ambientali e l’”anomalia” sulla riutilizzazione di somme liquide versate dall’ex Fintecnica e che vengono destinate a “finanziare spese correnti”. Insomma, sia pure con prudenza, emergono dubbi e richieste di chiarimento rilevanti.
L’unica decisione, in questa fase storica, sarebbe quella di bloccare quell’informe cantiere che il 23 dicembre è stato aperto in sordina (forse per vergogna) nei pressi di Cannitello, sul versante calabrese, spacciandolo per la “prima pietra” del Ponte. È la proposta che “Libertà e Giustizia” si sente di avanzare al mondo politico, alla comunità scientifica, agli amministratori, agli imprenditori, al mondo accademico e culturale dell’intero Paese. Si dia vita, non al Ponte, ma a quel Piano urgente di prevenzione e difesa del suolo di cui il Paese ha bisogno. Quel Ponte, altrimenti, crescerebbe sui “piedi di argilla” ricordati da Bertolaso. Anche ammettendo che possa essere una delle meraviglie del mondo (ipotesi, peraltro, discutibile), il Ponte esalterebbe il disastro del famoso “sfasciume pendolo” di cui scrisse Giustino Fortunato. La prima pietra del Ponte gettiamola in mare prima che ci cada sulla testa.

23 febbraio 2010

IL RE DI PANDORA

Immaginate un criminale incallito, un ladro patentato o un pluriomicida che, sfruttando la rendita di posizione raggiunta attraverso le sue nefandezze, non solo riesca a farla in barba alla giustizia ma anche a diventare re di Pandora (parlo come vedete di un'ipotesi fantasiosa) e si circonda del peggio che il Paese gli mette a disposizione e ne conquista la fiducia. 
Ad un certo punto, però, sentendo traballare il proprio sistema di potere, decide che i gravi crimini contro lo Stato e contro la società debbano essere rigorosamente perseguiti e puniti: i ladri devono essere condannati a pene non inferiori a 10 anni di prigione; i corrotti e i corruttori devono avere l'ergastolo; i pluriomicidi, la pena di morte.

Cosa pensate che direbbero i pandoriani che l'avevano messo sul trono a furor di popolo? E gli accoliti che l'hanno accompagnato nella strepitosa carriera?
Se lo prendono sul serio diranno: Questo è matto! Pensa di applicare una legge più rigorosa contro se stesso e contro di noi per scavarsi e scavarci la fossa?
Altri penseranno: E' troppo furbo! Vedrai che distinguerà fra rubare per dar da mangiare ai figli (reato gravissimo) e rubare nell'interesse di Pandora (giustificato); uccidere per gusto personale (violenza gravissima) e uccidere per tappare la bocca a chi può mettere in crisi Pandora (giustificato); corrompere e lasciarsi corrompere per ottenere un piccolo, normale diritto (reato gravissimo); corrompere e lasciarsi corrompere per garantire solidità al gruppo di potere che opera nell'interesse di Pandora costituendo una forte rete di relazioni (giustificato).
Qualche ingenuo, invece, penserà: Finalmente si ravvede, donerà tutto il maltolto ai poveri, lascerà le leve del potere, accetterà di espiare le sue colpe e si dedicherà, novello San Francesco, ad aiutare gli umili e i deboli, nella speranza di ottenere, con quello dei pandoriani, il perdono di Dio.

Voi, invece, amici miei, come giudichereste una decisione tanto grave per Pandora, presa a cuor leggero dal suo monarca?

21 febbraio 2010

QUESTA L'ITALIA CHE CI PIACE RICORDARE E CANTARE

Il festival di Sanremo è finito, M il festival di Sanremo!
Dopo l'esito prevedibile ma ugualmente sconcertante di Sanremo 2010, voglio proporre alla vostra attenzione questa triade per ricordare la nostra Italia vera e la musica che la fa grande nel mondo.
Adesso capisco perchè i veri cantanti, quelli che hanno doti canore ma, anche, testa e cuore, rifuggano da quel mondo di lustrini e cartapesta, falso e venduto. 








A Malika Ayane e a tanti altri artisti che hanno voce per cantare e idee da mettere in musica, dico: tenetevi lontani da quel palcoscenico che sembra fatto apposta per fare business, alimentare gossip e premiare ciò che va buttato nella spazzatura.

20 febbraio 2010

IL PAESE FRANA? "Nearer, My God, to Thee"


Oggi non voglio mettere insieme nulla di mio, sono attratto totalmente da questa splendida pagina di Ottavio Olita su Articolo21, Il Paese frana? "Italia amore mio" che sintetizza magistralmente la realtà, e voglio pubblicarla per intero nel mio blog.
<- Distribuzione dei fenomeni franosi in Italia
Il messinese e il vibonese stanno diventando il simbolo della distanza abissale che ormai si è
costruita tra l’Italia reale e quella che il governo ama tanto rappresentare. Mentre il Paese frana e scivola a mare, invece di provvedere a intervenire con urgenza per sanare il territorio, impedire altre pericolose speculazioni, ricostruire, esecutivo e maggioranza continuano ad insistere sulla costruzione del ponte sullo stretto. Le due stesse regioni che urlano a gran voce la loro richiesta di aiuto vengono sbeffeggiate dal centrodestra che sa soltanto brandire la promessa di una di quelle cosiddette grandi opere che accentueranno i già gravi problemi dei territori, invece di risolverli. E' la logica del colpo di scena, della spettacolarità, dell’immagine ad uso televisivo, al posto dei sempre più  necessari lavori sul lungo e lunghissimo periodo. Un po’ come è successo per L’Aquila e per il G8 a La Maddalena, salvo poi a non riuscire ad impedire i meccanismi aberranti che stanno all’origine del mancato rispetto delle regole, o, peggio, a favorirli di fatto, con le sollecitazioni a fare in fretta.
Solo chi vuol essere politicamente cieco e sordo può far finta di non capire che l’allarme lanciato dal Presidente della Corte dei Conti, davanti al Capo dello Stato e ai presidenti di Senato e Camera sulla diffusione e l’aumento della pratica della corruzione, non riguardi il funzionamento del rapporto tra pubblica amministrazione e appalti. Cecità e sordità perché la denuncia è stata molto netta e chiara e pronunciata esattamente 18 anni dopo l’esplosione di tangentopoli con l’arresto del ‘mariuolo’ Chiesa e pochi giorni dopo il nuovo episodio di corruzione e concussione, sempre a Milano, dalle caratteristiche più gravi perché dal “Pio Albergo Trivulzio” ci siamo spostati in piena attività amministrativa del capoluogo lombardo.
Questione morale? Ormai la solleva un giudice, come il Presidente della Corte dei Conti; quando
lo faceva Enrico Berlinguer, fischiato e osteggiato dai craxiani, cercarono in tutti i modi di dimostrare che il suo era opportunismo politico. Berlinguer purtroppo morì prima che il ‘mariuolo’ venisse preso con le caramelle in mano. Oggi tutto ci scivola addosso in modo indecente. Gli sciacalli che ridevano dei morti e dei senzatetto dell’Aquila, pregustando almeno dieci anni di affari, non solo presto saranno dimenticati, ma non è escluso che rientreranno anche nel giro degli appalti e dei lavori pubblici. Degli operai di Termini Imerese e dell’Alcoa ci si ricorda solo se vanno a creare disagi a Roma o negli aeroporti. Non esistono più, e possono essere facilmente cancellati, se seguono le strade tradizionali della lotta sindacale. Anni fa il mondo del lavoro riusciva anche a incontrare sensibilità del mondo dello spettacolo, come, ad esempio, Pippo Baudo che ospitò a Sanremo i lavoratori dell’Italsider. Oggi in quella stessa manifestazione, altro che caschi di sicurezza o luci da minatore: spazio ad un rampollo di una decaduta e decotta Casa Reale che pubblicamente dichiara di non essere lì come cantante ma per affermare il suo amore per l’Italia. Perché solo lui sì? Chi è?  E almeno avesse qualche merito artistico: "Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro/ nell’equilibrio che ci unisce, intorno alla nostra famiglia./ Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende/ e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente./ Io credo nella mia cultura e nella mia religione,/ per questo io non ho paura di esprimere la mia opinione./ Io sento battere più forte il cuore di un’Italia sola,/ che oggi più serenamente si specchia in tutta la sua storia”. Mi fermo qui, perché il resto di questa canzone, "Italia amore mio", stroncata giustamente dalla giuria sanremese, è peggio. E’ vero che sopportiamo anche Apicella per doveri presidenziali, ma qui non si capisce se è stato ospitato un aspirante politico, oppure l’erede di quel ‘Re Sciaboletta’ che mentre il popolo italiano – quello sì – non si arrendeva e lottava per la propria liberazione dal nazifascismo scappava a Brindisi per mettersi al sicuro. E quella buffonata dei tricolori fatti sventolare in sala al termine della brillante esibizione!
Ora attendiamo che "Italia amore mio", dopo aver tanto affascinato i selezionatori delle canzoni da ammettere alla gara canora venga cantata dai siciliani e dai calabresi le cui case sono state spazzate via dalle frane, dai sardi e dai veneti che rischiano di essere scaricati, lunedì prossimo, da Alcoa, dai precari, dai disoccupati, dai pensionati, dai giovani senza prospettive, dai cassintegrati. Provi Emanuele Filiberto a proporla loro, chissà se non avrà più fortuna che a Sanremo.
Purtroppo la TV riesce a far passare simili oltraggi al buon senso comune, e il ripescaggio consentirà a quel brano di andare in finale. E mentre tutto frana, non solo in senso materiale, mentre il paese va a catafascio, gli italiani canteranno 'Italia amore mio' come sul Titanic dove l'orchestra continuò a suonare fino alla fine l'ultimo brano, che era almeno "Nearer, My God, to Thee".  

19 febbraio 2010

TOCCA FERRO, EMILIO! L'AUGUSTO VUOLE SFILARTI IL TUO TG!

  ... ma lì c'è già Fede!
Non si capisce perchè l'emerito direttore voglia allontanare i cittadini dal TG della prima rete del servizio pubblico, quello finanziato anche col canone.
Essere nati servi va bene: non si può chiedere a chi lo è per costituzione di emanciparsi ipso facto, specialmente quando il padrone non lesina in generosità!
Ma un po' di decenza, perbacco! 




 I COMMENTI

"Devo ricordare a Minzolini che il giornalista è il cane da guardia della democrazia, non il cane da guardia del  potere. Quello di stasera allunga la serie di esemplari editoriali faziosi" dichiara il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna. "Nessuno dei predecessori di Minzolini è mai entrato così come un elefante in una cristalleria - aggiunge. - "Abbiamo assistito a una brutta pagina di propaganda di governo. Non so neanche se Bertolaso possa essere contento di un'operazione così costruita, servile, di una difesa così a gamba tesa - conclude - altro che par condicio".

"Puntuale come un orologio svizzero, l'editoriale del direttore del Tg1 entra nella campagna elettorale per fare il megafono di palazzo Chigi che vorrebbe limitare le indagini della magistratura e le intercettazioni" commenta Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell'assemblea nazionale del Pd.
Per Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd in Senato "ha dell'incredibile l'uso che Minzolini continua a fare del suo ruolo di direttore della maggiore testata del servizio pubblico. Dal giorno del suo insediamento, gli interventi in video del direttore del Tg1 sono stati dedicati esclusivamente ad attaccare magistratura e stampa, al solo scopo di difendere il governo. Lo stile degli editoriali di Minzolini non è da Tg1, ma da giornale di partito".

"Il nuovo intervento del direttore del Tg1 conferma che la tv pubblica rischia di essere piegata a interessi di parte. Le accuse di Minzolini sono gratuite ed estranee al ruolo di chi dirige una testata del servizio pubblico" dichiarano Giorgio Merlo e Vinicio Peluffo, deputati del Pd, rispettivamente vicepresidente e componente della Vigilanza Rai.
"Se al pari del reato di bancarotta fraudolenta - afferma l'ex senatore ed editore Stefano Passigli - esistesse quello di informazione fraudolenta, l'editoriale di questa sera di Augusto Minzolini sul Tg1 sconterebbe una sicura condanna. Il comportamento del direttore viola tutti i principi e la prassi del servizio pubblico".

"E' assolutamente legittimo che un direttore di un tg faccia un editoriale di tanto in tanto. Quello che è  singolare  è che ogni editoriale sia fatto a sostegno delle tesi del presidente del Consiglio", dice il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "Al direttore Minzolini non è mai capitato, neanche per sbaglio, di fare un editoriale per cercare di dare voce a persone oscurate e umiliate magari proprio dalle leggi ad personam volute da Berlusconi. Questo - conclude Giulietti - conferma che quella che abitualmente chiamiamo 'rete ammiraglia' è diventata in realtà uno dei tanti fogli di partito del premier".

18 febbraio 2010

NON SEMPRE L'USO CORRETTO DELLA LINGUA E' UN OPTIONAL

...  Mariastella fa la ministra
mentre Janet de Nardis con la canzone TANTO PAGA PAPI viene censurata a  Sanremo.
Questa mattina, seguendo la lettura e commento dei giornali su Il Caffè di Corradino Mineo, mi sono imbattuto nei "postùmi del caso Boffo" di cui parlava la gentile collaboratrice del direttore. Quell'accento malposto mi ha allontanato decisamente dall'argomento che veniva trattato e mi ha fatto pensare alla gens romana Postumia e alla Casa dei Postumii a  Pompei. Successivamente mi ha dato l'estro per questo post.
Errori così grossolani, quando si riscontrano in TV o in bocca a personalità della cultura e delle istituzioni (vedi l'egìda o i carceri della ministra Gelmini) producono un imbarazzante senso di disagio nell'ascoltatore avvertito. Che non è la cosa più grave come, invece, è l'effetto imitativo che ne deriva in tante persone che non hanno modelli corretti di riferimento. Vedi, per esempio, l'abuso che si fa negli ambienti sportivi della pronuncia circuìto (invece di circuito) per indicare la pista su cui si svolgono gare di automobilismo, motociclismo ecc., mentre dovrebbe essere usata come participio passato di circuire, nel significato di raggirato, abbindolato. O ancora, rubrica per il più corretto rubrìca, salubre per salùbre.  Sono errori da evitare in TV perchè inducono i telespettatori ad una pronuncia scorretta e lasciano un segno indelebile sul responsabile dell'errore.
Voglio chiudere con questo scherzo in musica dedicato alla ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca ...
LA CANZONE DI MARIASTELLA (un mistero italiano)

e con questo video pungente della canzone TANTO PAGA PAPI di Janet de Nardis, censurata dal Festival di Sanremo. Sembrerebbe una notiziola senza alcuna importanza, ma invito tutti a rifletterci meglio. Immaginate questo motivetto che si insinua nella testa dei telespettatori, che suona e risuona nel cervelletto di milioni di italiani amanti delle TV.
La verità è che il Re non vuole essere colpito in quello che è allo stesso tempo il suo punto di forza e di debolezza: l’effimera immagine mediatica. La notizia, tabù nei media nostrani, la troviamo solo nel Paìs
Tanto Paga Papi

Tanto Paga Papi | Video musicali MySpace


La filastrocca a rima baciata recita: ”il debito che sale, la droga che fa male, il fumo che ti uccide, il monopolio ride, la scuola l'abbandono, le tette come dono, e senza un parrucchiere, lo sai potrei morire... le leggi io le frego, non credo più allo Stato, Governo e opposizione, la banda in coalizione, veline in parlamento, il popolo è contento...”. Espressioni usate tutti i giorni che però a Sanremo non possono entrare perché tutto questo è in contrasto con il regolamento della manifestazione.
In realtà sembrerebbe che il problema sia l'uso del vezzeggiativo "papi".
“Il nome Papi è dunque diventato un tabù” - ironizza Janet, autrice del testo - “eppure si tratta solamente di contenuti ironici sulla scia di quella satira politica che non dovrebbe fare male a nessuno. Tanto paga Papi l'ho scritta davanti alla tv utilizzando gli stessi argomenti, i medesimi luoghi comuni, gli stessi spot che vengono trattati ogni giorno dalla stampa e dalla televisione, senza censura”.

17 febbraio 2010

QUANDO 1/2 ORA DI TV AIUTA A CAPIRE: BRAVA LILLI!

A chi è sfuggito, Lunedì scorso, il numero di 8 1/2 "COMANDANO I CORROTTI?", ospite il giudice Piercamillo Davigo, consiglio di vederne il video e valutarlo con serenità.

Sempre bella, accattivante ed efficace nel suo ruolo di brava padrona di casa la Gruber, piuttosto tendenziose e caute le domande di Massimo Franco, spesso impacciato davanti ad un interlocutore pronto e diretto come il giudice Davigo che va al sodo senza inutili giri di parole.

Al tentativo apparentemente bipartisan di Massimo Franco che invita le due parti (politica e magistratura) a trovare un punto d'incontro per superare il conflitto in atto, arriva la stoccata finale di Davigo che sostiene la conflittualità fisiologica tra i poteri nello stato di diritto, con l'esempio sui diritti di libertà "I diritti di libertà sono stati conferiti per parlar male di chi ha il potere, perchè per parlarne bene c'erano già i cortigiani".

Come si vede che il giornalista del Corriere si trova in difficoltà di fronte ad un giudice sicuro di quel che dice e non disposto a concedere nulla, nulla ad un sistema politico che ha deciso di scegliere come bersaglio, più o meno diretto, i giudici che fanno con competenza il loro mestiere nel rispetto della legge e senza farsi intimidire!

16 febbraio 2010

PONTE SULLO STRETTO: PER COLLEGARE 2 REGIONI IN UNA SOLA FRANA?

Dopo l'ennesima frana a San Fratello nel Messinese (Il comune alle pendici dei Nebrodi  è ormai un paese fantasma. La massa di terreno sta scendendo a valle trascinando via i pali della luce e gli abitanti sono stati evacuati); dopo quella impressionante ripresa dal vivo a Maierato (VV) dove frana un costone di montagna (A causa del maltempo la montagna è crollata minacciando il paese sottostante. Molti abitanti sono stati evacuati), torna alla ribalta, perpotente, il tema del dissesto idrogeologico che interessa gran parte dei comuni calabresi e una parte consistente delle province di Palermo e Messina.





Un governo serio, in grado di guardare ai problemi reali e di entrare in sintonia con i cittadini, predisporrebbe immediatamente un vasto piano di risanamento di quelle aree e una normativa rigorosa, capace di evitare per il futuro un uso tanto dissennato del territorio.

Il cosiddetto governo del fare, viceversa, in perfetta sintonia soltanto con il mondo degli affari e della speculazione, progetta il Ponte sullo stretto per collegare due regioni in frana perenne.
Non oso immaginare cosa pensino, in proposito, gli abitanti di quelle aree devastate e con quale atteggiamento vedranno ergersi i piloni del ponte sospeso sulle loro teste; neanche le riflessioni degli italiani sensati, alle prese con gli effetti della crisi e alla luce dello scandalo della Protezione civile.

La costruzione  del Ponte, tuttavia, sarà avviata, naturalmente a spese di tutti gli italiani, con i criteri già abbondantemente collaudati dalla Protezione civile (Spa ?), costerà il doppio o più di quanto preventivato e ingrasserà i soliti noti. Assisteremo alle passerelle del premier ad ogni stato d'avanzamento dell'opera mentre le aree collegate continueranno a franare in un perenne sfacelo. 
Sarà un bel vedere!

SPROFONDA LA PROTEZIONE CIVILE E SALE IL SENSO DI VOMITO

Mentre va a picco il vertice di quella Protezione civile che è stata presentata e vissuta per anni come la struttura italiana d'eccellenza, avanza la poltiglia viscosa portata alla luce dalle intercettazioni dei ROS sui lavori per il G8 alla Maddalena.
Quello che viene fuori dalle intercettazioni tra ladri autorizzati, mafiosi, cricche di banditi e avvoltoi, che hanno agito protetti da quella mirabile cupola, supera ogni più fervida fantasia e lascia frastornati: una serie impressionante di ruberie, di favoritismi in famiglia, di sistemi per far lievitare i costi, di donne trattate come bustarelle ecc.
E i cittadini assistono inebetiti all'osceno spettacolo di un regime senza opposizione, in un Paese in cui le speranze di un possibile riscatto vengono riposte ormai soltanto nelle manifestazioni del popolo viola e nell'impegno coraggioso di pochi magistrati e di una sparuta schiera di giornalisti. Alle persone oneste viene davvero voglia di dedicarsi ad altro, di distrarsi nel gossip profuso a piene mani da una TV di regime che sembra costruita ad hoc per far pensare ad altro.
Il senso di vomito ha ormai invaso anche gli ambienti più protetti perchè la fogna è a cielo aperto e non sembra agevole ridurne il fetore.

Lo scandalo della Protezione civile è l'ultimo frutto marcio di una concezione della politica e del potere che ha la sua punta di diamante in Berlusconi, l'uomo del fare che detesta ogni regola e controllo. La Protezione civile, nella gestione Bertolaso costruita a sua immagine, è il suo fiore all'occhiello.
Di lui nel marzo del 2001, intervistato da Enzo Biagi nel "Fatto", Indro Montanelli diceva: "Mi auguro che vinca perché l'uomo con le promesse sappiamo benissimo quale forza trascinante possieda. Mantenerle però è un'altra cosa. Si può tingere le proprie sconfitte dei colori più vivaci, più seducenti, più belli ma le sconfitte vengono fuori e lui va incontro a delle grosse sconfitte. Bisogna vederlo al potere, sono convinto che governerà senza quadrate legioni, con molta corruzione. Berlusconi è una di quelle malattie che si curano con il vaccino. E per guarire da Berlusconi ci vuole una bella dose di vaccino Berlusconi".
Il quotidiano francese "Libération" disegna un ritratto amaro dell'Italia che si imbarbarisce ai tempi del Cavaliere. Tra xenofobia, chiusure, arretratezze, leggi ad personam e TV che spadroneggiano. Ecco "l'anomalia rappresentata da Berlusconi - il fatto che concentri in sé il potere politico e mediatico, che utilizzi il Parlamento come un'azienda destinata a fabbricare leggi che lo salvino dai tribunali, che vomiti insulti sulla magistratura, che critichi continuamente la Costituzione, che riduca la politica a un cumulo di barzellette e dichiarazioni istrioniche, che porti con sé il peso dei suoi scandali sessuali".

Sembra come se un destino crudele si fosse abbattuto inopinatamente (ma non è così) sulle nostre vite: la prima parte della profezia montanelliana si sta verificando sotto i nostri occhi ma il vaccino ancora non funziona. Occorre adesso vedere se le dosi da ingoiare saranno da cavallo e se saremo in grado di sopportarle o se, piuttosto, non produrranno un'infezione letale.

14 febbraio 2010

SPECIALE 14.02.2010: SAN VALENTINO + CARNEVALE

Non capita spesso che le due ricorrenze coincidano nella stessa giornata. Quest'anno gli innamorati e i buontemponi provano a mandare al diavolo, contemporaneamente, i cattivi pensieri in una sbornia doppia, mai tanto opportuna. Vero è che la situazione generale non è delle migliori ma noi, persone normali, forse siamo in grado di festeggiare la doppia ricorrenza, considerato che per noi capita una volta nell'anno. 
Non avranno invece molto da festeggiare quelli che "ogni giorno è carnevale" e quegli altri (o sono sempre gli stessi?) delle escort e delle mega-feste in villa o negli sport village: per loro questo è un giorno come un altro, forse con qualche grattacapo in più, finchè gli dura la pacchia.


CARNEVALE, festa orgiastica in cui frenetica scorre l’energia, ma anche festa mortifera, durante la quale, al riparo della maschera, può accadere ogni cosa, si può commettere ogni peccato, consumare ogni passione. Festa in cui i confini - di sesso, di ceto, di morale - si assottigliano, sfumando l’uno nell’altro, e permettono l’erompere del caos nel flusso ordinato del tempo. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi, in particolare quello del mascheramento. Benchè facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche che, ad esempio nelle dionisiache greche e nei saturnali romani, erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento degli obblighi sociali e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza.
Etimologicamente dal latino "carnem levare", popolarmente tradotto "carne-vale" o "carnasciale", anticamente indicava il banchetto di abolizione della carne che si teneva subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Nell’interpretazione di Florens Christian Rang, è il 'car navale', il carro che trascina il tempo lungo lo zodiaco e lo scandisce, ma anche la nave dei folli dei cortei e delle pitture medievali. Ma per Rang è anche il segno della libertà che l’uomo cerca di prendersi nei confronti di Dio: la libertà dello scherno, della blasfemia. In questo gioco d’inversioni, però, la risata beffarda si rovescia ancora una volta, e il riso, nota Cacciari, "è già anche risus paschalis, riso gioioso di rinascita". Oscillando tra l’Ombra (l’inverno, le vittime dilaniate dalle Baccanti, il pericolo annidato nel buio) e l’alba della rinascita pasquale, il carnevale, festa per eccellenza degli opposti, si muove tra perdizione e redenzione, tra Dio e Diavolo-Arlecchino. 
'Carnilivari' (nel dialetto siciliano) dall'espressione latina carnem-levare che dal mercoledì delle ceneri fa iniziare la quaresima. Il carnevale in Sicilia affonda le proprie radici nella paura della morte. Bruciare il martedì grasso un "RE Carnalivari" (ossia un fantoccio o un condannato a morte) voleva dire dare alle fiamme i peccati dell’annata ed espiarli. Le stesse maschere avevano funzione propiziatoria e si credeva che quelle che girovagavano per piazze e vicoli nei giorni del carnevale non fossero solo umane. Si confondevano piuttosto con ombre e fantasmi venuti su dalle cavità della terra per indicare ai semi la strada da seguire onde trasformarsi in messe. Ancor oggi la fine del carnevale coincide spesso con l’equinozio di primavera quando la terra si prepara alla nuova stagione di frutti. In molti paesini siciliani resta la tradizione di bruciare un re cannalivari che l’ultimo giorno si sfarina per aria tra lapilli incandescenti.
Il Carnevale di Sciacca è fra le manifestazioni più conosciute che vengono allestite in occasione del carnevale. A parlare per primo di esso fu, nel 1889, Giuseppe Pitrè che ne fece cenno nella sua opera "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane". Ma le origini del carnevale di Sciacca, risalgono ad un periodo molto più antico, forse ai saturnali romani o, con più probabilità, al 1616 quando il viceré Ossuna stabilì che l'ultimo giorno di festa tutti dovevano mettersi in maschera. Le prime manifestazioni sono ricordate come una festa popolare, in cui venivano consumate salsicce, cannoli e molto vino; ed il popolo si riversava per le strade, travestito in vari modi. Successivamente furono fatti sfilare i primi carri addobbati alla meglio, che portavano i mascherati sulle sedie in giro per le viuzze della città. Attualmente il Carnevale inizia il Giovedì Grasso con la consegna simbolica delle chiavi della città al re del Carnevale, Peppe Nappa, personaggio adattato dai saccensi a maschera locale che apre e chiude la festa. Termina il Martedì grasso quando il Carro di Peppe Nappa viene bruciato in piazza. La partenza del corteo dei carri, con in testa il carro di Peppe Nappa, avviene dalla Piazza Friscia. Da quel momento il carro di Peppe Nappa inizia a distribuire vino e salsicce preparate sulla brace per tutta la durata del carnevale. Per le strade del centro storico, intanto, è un susseguirsi di carri, preceduti da gruppi folcloristici che si esibiscono in balli e canti e concludono l'esibizione sul grande palcoscenico allestito per l'occasione in Piazza Scandaliato.
Per motivi straordinari ed imprevedibili, la 110/ma edizione del Carnevale di Sciacca non si svolge quest'anno alla data naturale. Per lavori di messa in sicurezza di un’area del centro storico, la manifestazione con la tradizionale sfilata dei carri allegorici è stata rinviata e si terrà dal 14 al 16 Maggio.
In passato, oltre ad essere la festa della trasgressione, dell’illiceità, rappresentava anche il superamento dell’atavica fame. Sulla tavola trasbordavano i maccheroni, i 'ziti' con ragù di maiale, la pasta al forno, le polpette, per concludere il pasto con la tradizionale pignolata. Un dolce a forma di pigna, composto da palline di pasta fritte nello strutto e poi assemblate in mucchietti ricoperti con glassa di cioccolato ed al limone, oppure ricoperti di miele e decorati con diavolina.
SAN VALENTINO, tradizionale festa degli innamorati, favorisce gli incontri amorosi, l'erotismo, la riappacificazione nella coppia e la manifestazione amorosa. Novello Eros, Valentino, il santo vescovo di Terni (Interamna Nahars, ca. 176 – Roma, 273) è stato un martire cristiano. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, è considerato patrono degli innamorati e della città di Terni. 
Convertito al cristianesimo ed ordinato vescovo da San Feliciano di Foligno nel 197, pare che San Valentino patì il martirio anche per aver unito in matrimonio una giovane credente cristiana e un legionario romano di religione pagana. Valentino contravvenne a quella che era la regola del tempo, ossia l’impossibilità di conciliare religioni diverse. Sono molte le leggende, entrate a far parte della cultura popolare, su episodi riguardanti la vita di Valentino da Interamna.
Una leggenda narra che Valentino, graziato ed affidato ad una nobile famiglia, avrebbe compiuto il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere, Asterius: quando stava per essere decapitato, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino… Un’altra narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione di questa leggenda narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell’espressione 'piccioncini'. La festa venne istituita un paio di secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i lupercalia dedicati al dio Luperco) una ispirata al messaggio d’amore diffuso dall’opera di San Valentino. Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo.

Oggi è festa pagana per eccellenza in cui è di rito lo scambio dei regali fra partners e d'obbligo una prestazione sessuale eccellente. Per San Valentino, infatti, nascono nuovi amori, se ne consolidano e vivificano di esistenti ma altri vanno in frantumi.




Chissà cosa produrranno quest'anno le due ricorrenze coincidenti nello stesso giorno?!
 (Ho utilizzato materiale tratto dal blog Letteratitudine di Massimo Maugeri e da Wikipedia )

12 febbraio 2010

TUTTO SI TIENE! Ma gli Italiani usciranno dalla minorità?

"I talk show, e in particolare quelli della sinistra, hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento che hanno i cittadini italiani della classe politica". Così il premier commenta la decisione della Viglilanza RAI di mettere il bavaglio alle trasmissioni di approfondimento nel mese che precede le elezioni regionali. "Pollai" ha definito questi contenitori (quello di Vespa escluso, lì può andare a fare il 'gallo' senza confondere la sua nobile voce con quelle di gallinelle chioccianti). Per il premier, dunque, sono i talk show (certi talk show) a fare scadere l'apprezzamento dei cittadini per la politica. Come se i cittadini, "gallinelle spennacchiate", non abbiano occhi per vedere lo scempio che una classe politica sciagurata e degenere sta facendo della cosa pubblica, per quanti sforzi faccia una certa stampa(?) e una certa TV(?)  al fine di nascondere la realtà con giochi di prestigio e illusionismi incredibili.
Adesso esplode la cupola di Bertolaso e degli imprenditori a lui vicini che operavano al di fuori di ogni controllo.
"Cricca di banditi" la definisce il gip di Firenze nell'Ordinanza con cui dispone l'arresto di 4 di loro e avvia l'indagine su parecchie decine di funzionari, tecnici, imprenditori rampanti.
Il sistema scoppia grazie ad una serie di intercettazioni (ancora la legge che ridimensiona questo strumento in uso agli inquirenti non è in vigore) sugli impianti della Maddalena che dovevano ospitare il G8, poi frettolosamente abbandonati per trasferire l'evento a L'Aquila, divenuta, in seguito al terremoto, più degna cornice per ospitare i Grandi del mondo. La truffa
E che fa il premier? Non intende prendere atto delle verità raccapriccianti che vanno affiorando; attacca i giudici che, a suo dire, devono vergognarsi; impone a Bertolaso di ritirare le dimissioni che aveva presentato mentre gli confeziona, in risarcimento del richiamo per la brutta gaffe ad Haiti, un ministero su misura; contemporaneamente la sua maggioranza si appresta a votare in parlamento, come se niente fosse, la legge che privatizza la Protezione civile in Spa garantendo superpoteri e immunità al suo capo.

LA RABBIA DELL'ABRUZZO: «Sono sciacalli. Noi a scavare sulle macerie loro a sfregarsi le mani»
Il presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane commenta le risate la notte del sisma di chi intravedeva già i guadagni della ricostruzione


Il metodo si chiama così in memoria di Augusto che più di 2000 anni fa già sosteneva che: «il valore della pianificazione diminuisce con l'aumentare della complessità degli eventi». Proprio con questo spirito nasce il Metodo Augustus sulla semplicità e flessibilità.

"Metodo Augustus" della Protezione Civile


Protezione Civile SpA – Fabio Morabito



Dunque, sono alcuni programmi di approfondimento a fare 'abbassare il livello di apprezzamento dei cittadini italiani nei confronti della classe politica'? O sono i comportamenti e le scelte dei politici quando vengono scoperchiati i loro altarini?

La Protezione SPA, il legittimo impedimento, la legge sulle intercettazioni, il lodo Alfano, il processo breve, (l'elenco potrebbe continuare per pagine intere) servono ai cittadini in nome dei quali ad ogni piè sospinto ci dicono di governare? O servono a chi vuole gestire la cosa pubblica come fosse di pertinenza privata, libero da ogni regola e controllo per fare ciò che gli aggrada, con il ritornello ormai nauseante del 'governo del fare'?  Fare cosa?

Il paese è al collasso, la nave affonda e loro, imperterriti, ballano sulle macerie che hanno prodotto!


10 febbraio 2010

HO VISTO AVATAR MA...

Nel mio post AVATAR +/- ROSARNO tento una relazione impossibile fra i fatti di Rosarno e le anticipazioni sul film che, poi, tutti siamo andati a vedere. 
Relativamente al film, scrivevo "A detta di qualcuno che lo ha visto, è un film solo di effetti speciali. Effetti meravigliosi che ormai tendono ad occultare la realtà sotto i nostri occhi, visto che viviamo solo di quelli!"
Poi commentavo "La relazione tra i due fatti sembra inesistente ma vi si può cogliere una terribile, stridente contraddizione: la realtà dei rapporti fra essere umani in carne ed ossa, sempre più degradata e mortificata fino alla barbarie, e la ricerca dell'evasione in un mondo virtuale dove soltanto sembra possano allignare i buoni sentimenti".

Per soddisfare il desiderio di Annalisa voglio aggiungere le seguenti considerazioni. Premetto che sono di gusti piuttosto conservatori e non amo particolarmente il cinema (preferisco leggere un buon libro) e del cinema non mi attraggono le pellicole di fantascienza ma preferisco il realismo. Quanto premesso può bastare per compromettere il mio giudizio su Avatar che, naturalmente, non è positivo.

Rispetto a quella anticipazione, il mio giudizio non cambia di molto: se togli la visione 3D, la “performance capture”, gli effetti speciali insomma, ti rimane ben poca cosa. La trama è povera e scontata come l'adesione alla difesa dell’ambiente e alla salvaguardia dell'energia; come la condanna del tentativo di conquista di un territorio vergine per l'accaparramento delle fonti energetiche. Per non parlare dell'eccessiva insistenza sulle scene di guerra e devastazione che potevano esserci, in parte, risparmiate.  
La sceneggiatura, pur accreditando alcune forti sensibilità contemporanee, non regge il confronto con un'opera qualsiasi di Verne, Salgari o Asimov: una narrazione semplice, condita di buoni sentimenti, supportata da un ricco budget e da un uso esperto degli effetti speciali.

Costato 237 milioni di dollari, ne ha già incassati circa due miliardi e mezzo. Non c'è che dire, il battage ha funzionato ma gli spettatori escono dalle sale contenti e soddisfatti per la loro facile adesione al mondo dei buoni.

09 febbraio 2010

OLTRE 1000 MORTI SUL LAVORO OGNI ANNO: vergogna tutta italiana

Approfitto della “Proposta di legge di Istituzione del Giorno della memoria delle vittime sul lavoro e altre disposizioni per l'informazione sui problemi della Sicurezza sul lavoro" (sarà presentata presso la Camera dei Deputati nella conferenza stampa organizzata da Articolo21 e dalla Carovana per il Lavoro Sicuro, mercoledì 10 febbraio 2010 alle ore 13.00) per tornare su di un tema scottante cui avevo già dedicato almeno un post nel dicembre del 2008:  Morti sul Lavoro - Pagina nera per l'Italia

I nostri primati in Europa sono purtroppo tutti negativi, spesso scandalosamente negativi, come quello del Paese col maggior numero d’incidenti mortali sul lavoro. Mille funerali, mille dolori inestinguibili e l'incapacità complessiva del Paese di uscire dal tunnel delle morti causate da lavoro. Paola Agnello Modica, segretaria confederale Cgil con responsabilità su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, indica le cause: “precarietà, lavoro nero, forte e deregolato utilizzo di lavoratori migranti, sistema di appalti basato quasi sempre sul prezzo più basso e quasi mai sulla qualità, manutenzioni insufficienti, scarsa attenzione alla salute e all'antinfortunistica considerati, in fondo, costi superflui".

I lavoratori hanno bisogno soprattutto che si torni a parlare del lavoro come valore primario della Società, di superare l'emarginazione culturale a cui sono stati sottoposti in questi anni. I lavoratori morti non sono solo numeri statistici per un bilancio di fine anno, ma persone in carne ossa, con identità, famiglie, vite importanti, uniche e irrepitibili. Vite spezzate, a volte dalla fatalità, ma più spesso dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Questi blog aggiornano l'elenco delle vittime del lavoro:
IL SACRARIO VIRTUALE DEI CADUTI SUL LAVORO
MORTI SUL LAVORO

1328 morti ogni anno, la media dei caduti sul lavoro tra il 2003 e il 2005; 1280 nel 2006, 1140 nel 2008.
Gli infortuni mortali sul lavoro nel 2009 si attestino intorno a 1100; considerata la crisi economica che ha ridotto l'attività lavorativa, non c'è da stare allegri. Sono numeri indegni di un paese civile!

Le morti sui luoghi di lavoro non sono incidenti: dipendono dall' avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla
sicurezza e dal disprezzo per la vita, la vita degli operai, naturalmente, degli edili, dei braccianti; la vita precaria di chi per tirare avanti è magari costretto a lavorare otto, dieci ore di seguito su di una impalcatura, senza protezioni di sorta o di chi deve manovrare macchine con i sistemi di sicurezza disattivati, per aumentare la produttività.
Dipendono anche dall'incapacità o connivenza di chi dovrebbe approvare leggi più stringenti. e farle rispettare: lo stato.

Un governo e una maggioranza occupati a tempo pieno a scrivere ed approvare leggi che evitino al premier di farsi processare; ministri e parlamentari tuttora intenti a voler dimostrare, anche dopo le sentenze della magistratura, che la morte di Eluana è stato un omicidio, come possono trovare il tempo per intervenire con normative adeguate al fine di ridurre la mortalità sul lavoro?
Sono quelli che, mentre vogliono tenere  artificialmente in vita persone da anni in coma irreversibile lasciando disperate e sole le famiglie coinvolte in tanti casi disperati, non riescono a realizzare quella rete di servizi esterni, prevista dalla legge Basaglia, per provvedere all'assistenza delle persone affette da disturbi mentali.
LEGGE 180
Andare oltre la 180
E i morti sul lavoro?

A proposito testamento biologico e Caso Eluana, vedi anche:
Quanta violenza sul povero corpo di Eluana!
Del testamento biologico e dei "sepolcri imbiancati"

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