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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

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30 novembre 2008

Bossi junior non ce la fa: bocciato per la terza volta all'esame di maturità - Corriere della Sera


Bossi junior non ce la fa: bocciato per la terza volta all'esame di maturità
Era la ripetizione della prova già fallita in luglio. Il figlio del Senatùr non si è presentato di persona a vedere i risultati
VARESE - Neanche al terzo tentativo Renzo Bossi è riuscito a superare l'esame di maturità. Il secondogenito del leader leghista ha ottenuto 'esito negativo' anche alla prova orale-bis.
La bocciatura, seguita alla ripetizione dell'esame che ebbe già esito negativo in luglio, è stata formalizzata nell'albo del Collegio Arcivescovile Bentivoglio di Tradate (Varase) dove Bossi junior venerdì mattina aveva ripetuto da privatista la parte orale della maturità. L'interessato non si è presentato di persona a guardare il tabellone (che peraltro conteneva solo il suo nome). A quanto pare la scuola ha avvisato telefonicamente la famiglia."

Poveretto! La Commissione si è riunita straordinariamente solo per lui, sotto il controllo occhiuto di un ispettore ministeriale mandato direttamente dalla Gelmini, ma non ce l'ha fatta: è riuscito a farsi bocciare di nuovo! Verrebbe da pensare che la scuola è uguale per tutti, anche per i figli dei potenti.
No comment.
P.S.: Mi chiedo solo quanto è costata questa prova di forza del senatur con la "scuola ladrona"!

29 novembre 2008

Berlusconi ai ministri: «Non andate ospiti in tv da Maurizio Crozza»


Una voce "sfuggita" dal Consiglio dei ministri racconta che Berlusconi ha lanciato un nuovo editto contro i conduttori televisivi: non più dai microfoni durante le conferenze stampa (come quando dalla Bulgaria attaccò Biagi, Santoro e Luttazzi), ma niente meno che nelle sale di Palazzo Chigi.
Secondo Berlusconi - a quanto riporta l'agenzia di stampa AdnKronos - i politici che vanno da Crozza hanno pochissimo tempo per rispondere, ma chi fa la trasmissione ha almeno una settimana per studiare delle domande che possono mettere in difficoltà... Che è esattamente quello che dovrebbe fare un buon giornalista: prepararsi coscienziosamente. Qui, invece, si tratta addirittura di una trasmissione e di domande satiriche, che spesso non vogliono neppure risposta.
Crozza ha replicato a stretto giro di posta: ha ringraziato il premier «per aver pensato a me, nonostante tutti gli impegni che ha». E invitato Silvio Berlusconi alla puntata del suo programma del 7 dicembre, assicurando che gli darà una settimana di tempo per «pensare alle risposte». «Ringrazio il presidente del Consiglio che nonostante tutte le cose importanti che ha da fare trova sempre un minuto per me, è davvero carino», premette Crozza. Che subito dopo aggiunge: «In ogni caso non voglio sfuggire al dibattito, riconosco che è vero: io preparo le domande con anticipo e un povero ministro deve rispondere al volo. Gli verremo incontro: domenica prossima, in diretta, farò qualche domanda a Berlusconi, e lui avrà una settimana per pensare alle risposte. Lo aspettiamo dunque in diretta la domenica successiva, 7 dicembre, ultima puntata di Crozza Italia Live. Venga, Presidente!».

La terza volta di Bossi jr alla maturità

Il figlio del leader leghista scherza: «Una tesina in fisica, niente politica»

TRADATE (VARESE)
Ha ripetuto stamani l’esame orale di maturità scientifica, Renzo Bossi, figlio del segretario federale della Lega Nord e ministro delle Riforme. Al Collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, nel Varesotto, Bossi junior è tornato, da privatista, dopo la bocciatura all’esame lo scorso mese di luglio (la seconda per lui) e il conseguente ricorso della famiglia al Tar. Non è tuttavia servita la pronuncia del Tribunale amministrativo per ripetere la prova, perchè la commissione esaminatrice è stata riconvocata nel frattempo alla presenza di un ispettore del ministro dell’Istruzione e ha deciso di far ripetere l’orale al ragazzo, che aveva contestato di essere stato interrogato la scorsa volta su parti del programma che non erano state affrontate nel corso dell’anno scolastico.
L’esito dell’interrogazione ripetuta stamani, lontano da curiosi e riflettori, non si saprà oggi, ma probabilmente a partire da domani. Renzo Bossi si è presentato comunque rilassato al collegio Bentivoglio. Nessun familiare stretto con lui, il secondogenito del leader leghista è stato accompagnato da alcuni amici. L’esame è iniziato con un pò di ritardo per via della neve che ha reso difficoltoso l’accesso alla scuola. Al termine, Bossi junior ha anche scherzato: «Questa volta ho portato una tesina in fisica, niente politica», ricordando che a luglio il testo che aveva preparato era su Carlo Cattaneo e il federalismo.

Non voglio commentare il fatto che il figlio del boss abbia potuto ripetere la prova orale dopo la seconda bocciatura, su un argomento diverso da quello presentato in prima istanza (si provi ad immaginare a quanti altri maturandi sarebbe possibile!), ma la bocciatura, attraverso l'esame del figlio, dell'uso strumentale e di parte che Bossi e la Lega fanno del pensiero di Carlo Cattaneo. In verità, a differenza dei "lumbard", l'obiettivo principale del programma del grande storico ed economista milanese era la fondazione di tante repubbliche da unire in una Federazione. Non era favorevole, a differenza di Mazzini, ad una repubblica unitaria; temeva che l'accentramento avrebbe sacrificato l'autonomia dei comuni, delle regioni e delle zone più povere, soprattutto il Mezzogiorno. Il raggiungimento di una vera libertà e di una reale indipendenza era possibile, per Cattaneo, solo attraverso l'educazione delle masse lavoratrici e l'eliminazione delle grandi ingiustizie sociali, delle troppo marcate differenze tra ricchi e poveri. Al problema politico Cattaneo abbinava anche la questione sociale.
A chi lo legge in modo obiettivo, quella di Carlo Cattaneo appare una visione politica illuminata, liberale e progressista; utopistica, se si vuole, per i suoi tempi, ma ben lontana dalle pratiche opportunistiche e strumentali della Lega di potere al governo!

28 novembre 2008

Bersani: «Servono interventi, non bonus e social card»


Non va bene che il governo chieda all'opposizione di collaborare quando ormai sulle misure anti-crisi ha già deciso gli interventi. È il ministro dell'Economia nel governo ombra del Pd, Pierluigi Bersani, a replicare alla sollecitazione arrivata oggi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Non ci siamo. Qua e là - risponde Bersani in una nota - sbuca qualcosa delle nostre proposte ma siamo molto al di sotto delle esigenze. Dopo tre decreti e una finanziaria sui quali abbiamo inutilmente avanzato proposte, suona davvero curioso che a giochi fatti Berlusconi ci chieda collaborazione». «Per le famiglie e per il lavoro - sostiene l'esponente del Pd - ci voglio interventi strutturali e non bonus o social card. Tra l'altro l'insieme di queste risorse non arriva alla metà di quello che finiremo di spendere per Alitalia. Per le imprese gli interventi sono ben lontani da quelli che qualche ministro aveva incautamente lasciato intravedere. E infine per gli investimenti non succede nulla di concreto e dovremmo nei prossimi mesi appassionarci di nuovo alle procedure».

Ponte sullo stretto. Ne vale la pena?

Alla vigilia della riunione del Cipe emergono nuovi dubbi sull'iter e sulla fattibilità. E i soldi già stanziati potrebbero finire altrove

Ponte: impossibile fare espropri, i tempi si allungano ancora.

Nonostante le garanzie del governo e le speranze di Cuffaro e Lombardo, la Grande Opera non ha ancora un progetto definitivo.

Ponte, impossibile fare espropri i tempi si allungano ancoraREGGIO CALABRIA - Il sogno del Ponte sullo Stretto di Messina passa per la riunione del Cipe in programma domani. E non è solo una questione di soldi. L'amministratore delegato della "Stretto", Pietro Ciucci, ma soprattutto il General Contractor, vincitore dell'appalto per la progettazione e la realizzazione della megaopera, aspettano i finanziamenti necessari per far ripartire l'iter e, ancor di più, garanzie dal Governo affinché questo non venga più bloccato.

Sono un siciliano che pensa, e se i tempi per la realizzazione di questo "mostro" si allungano, non può che farmi piacere. A voler prescindere dall'impatto ambientale, dai rilevantissimi problemi tecnici e dai costi che l'opera comporta, rilevo quanto segue:
  • la Sicilia e la Calabria sono tra le regioni più carenti d'infrastrutture (strade, ferrovie, porti, per non parlare di scuole e ospedali). In epoca di alta velocità i collegamenti ferroviari in Sicilia sono da terzo mondo. La tratta Agrigento-Catania non elettrificata, binario unico (minimo 4 ore di percorrenza) penso sia conosciuta soltanto dal personale viaggiante e di servizio nelle stazioni e da qualche turista non organizzato;
  • la rete stradale interprovinciale e intercomunale che convoglia, oltre a quello locale, tutto il traffico pesante è da ristrutturare totalmente (nella tratta Agrigento-Trapani della statale 115, che ci ostiniamo a definire strada a scorrimento veloce, se capiti dietro una colonna di mezzi pesanti, sei costretto ad andare alla loro velocità, spesso fino a destinazione;
  • la Calabria si trova nella medesima situazione: la SA-RC è un cantiere aperto e non s'intravede la conclusione dell'opera.
  • in tale contesto, il ponte sullo stretto, sempre che sia fattibile, rappresenterebbe un punto di accelerazione del traffico fra la Sicilia e il "continente", insostenibile dalle attuali reti viarie e ferroviarie; insomma un collo di bottiglia rigonfiato.
Di ben altro avrebbe bisogno il nostro Sud e con costi forse più sostenibili. Questo le persone di buon senso lo sanno, solo i politici non vogliono capirlo. Certamente non occorre che vengano progettate opere faraoniche a vantaggio di imprese controllate dalla mafia.

«Il dito di Bossi all'inno di Mameli? Vilipendio ma non da ministro»

La richiesta del Procuratore aggiunto al collegio dei giudici del Tribunale dei ministri

VENEZIA - Il «gestaccio» di Umberto Bossi verso l'inno di Mameli configura l'ipotesi di vilipendio, ma non commesso in veste di ministro. A decidere sul dito medio alzato dal leader del Carroccio nel corso di un comizio il 20 luglio scorso dovrebbe così essere l'autorità giudiziaria di Padova e non il Tribunale dei ministri.

Ormai siamo abituati ai gesti volgari dei leghisti, ma questo è qualcosa di più, è un'offesa grave a tutti coloro che si sentono italiani, a quanti in nome dell'Italia hanno patito e sono morti, a quanti all'estero vivono nel ricordo della terra d'origine. Un gesto simile è intollerabile e va severamente punito, anche se a compierlo è un ministro in carica di bassa lega.

27 novembre 2008

Scuola crollata, migliaia ai funerali di Vito. Assente il governo


Dietro al feretro, a Pianezza, c’era tutta la gente del piccolo comune alle porte di Torino, e insieme a loro tanti studenti provenienti dalla Città e dai paesi limitrofi. In migliaia hanno dato l’ultimo saluto a Vito Scafidi, lo studente di 17 anni ucciso dal crollo del soffitto del liceo Darwin di Rivoli. Una folla commossa, che prima e dopo l’omelia ha tributato al giovane un lungo applauso. Sopra la bara, e accanto alle corone di fiori, maglie, bandiere e sciarpe della Juventus, squadra di cui lo studente era appassionato tifoso, e gli striscioni degli amici e dei compagni di scuola di Vito: «Sarai sempre nei nostri cuori. Non ti dimenticheremo mai».
In chiesa il momento più toccante, durante la lettura di un lunga lettera scritta dalla sorella del giovane, ricordato come «l'angelo custode di tutti gli studenti del mondo, ma anche un martire di chi ristruttura i castelli ma lascia cadere a pezzi case e scuole». Ad attendere la salma, accanto ai familiari e ai parenti di Vito, c’era anche il primo cittadino di Pianezza, Claudio Gagliardi, che per oggi ha proclamato un'intera giornata di lutto cittadino, e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Insomma a Pianezza c’erano proprio tutti: le persone che conoscevano bene Vito e quelle che hanno condiviso con lui i momenti di svago, come i compagni del Bvs, la squadra di calcio dove il ragazzo aveva cominciato a giocare lo scorso settembre. Con loro, davanti alla chiesa, si sono ritrovati tutti i compagni della 4/a G, compresi quelli che portano ancora i segni della tragedia nel fisico, oltre che nell'animo. C'era chi è arrivato su una sedia a rotelle, chi portava il collarino, c'era anche Giuseppe Preziuso, il ragazzo che avrebbe dovuto essere al posto di Vito e che invece era a casa per una tonsillite. Tutti in cerchio, a piangere. Mancava solo Andrea Macrì, che proprio oggi è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durato cinque ore al Cto di Torino, «per stabilizzare», hanno detto i medici, «la colonna vertebrale» rimasta schiacciata sotto i mattoni del soffitto crollato.
Ma a Pianezza c’era anche la gente comune, che Vito non lo aveva mai conosciuto, ma che ha sentito il dovere di partecipare comunque ai funerali, per ricordare il giovane, per stare vicino, in qualche modo, alla sua famiglia e ai suoi amici. Unica presenza non pervenuta, quella del Governo. Assente il ministro dell’Istruzione Gelmini, assente il premier Berlusconi, assenti persino i rappresentati e i portavoce dell’Esecutivo.
Al posto loro, insieme al gonfalone della presidenza della Repubblica, soltanto una corona di fiori con su scritto: presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come si può giustificare l'assenza di un rappresentante del Governo? La Ministra Gelmini era ancora impegnata nei tagli? Il Presidente del Consiglio studiava i colori per la Social Card? Il Brunetta, cercava ancora i suoi fannulloni? Anche se risulta comprensibile che nessuno di loro abbia voluto metterci la faccia, è incredibile che non siano riusciti a trovare un sottosegretario presentabile!

Vladimir Luxuria e l'Isola dei "famosi"


«La mia Isola di tolleranza che ha cambiato (un po’) l’Italia»
Vladimir Luxuria sta mangiando la sua prima pastasciutta dopo tre mesi. È un’Italia un po’ diversa quella che ha lasciato e quella che lunedì l’ha incoronata regina dell’Isola dei famosi: la prima transgender ad entrare in Parlamento, e la prima a vincere un reality televisivo di fronte a milioni di telespettatori, viene festeggiata a Foggia, sua città natale, viene festeggiata al Pigneto, il quartiere romano dove abita, viene festeggiata in tutte le televisioni del Bel Paese. È popolare, Vladimir (sette milioni e passa di Audience, roba da partita della Nazionale), è amata: in un modo o nell’altro, l’Italia delle Carfagne, delle Binetti e del Vaticano ha visto infrangersi qualche barriera in più. (da L'Unità)

A me sembra il prodotto malato di una società "corrotta". Per una volta potrei essere d'accordo con la Binetti e con il Vaticano, non con la Carfagna che appartiene di diritto al mondo di cui sopra.

26 novembre 2008

Quattro settimane a Natale


Faccio i miei più sentiti auguri ai miei amici e parenti, ma specialmente a tutte quelle persone, e sono tante, che avranno difficoltà in questo Natale 2008 a mettere qualcosa sotto l'albero.
Molto difficile, invece, è fare gli auguri a quanti, e non sono pochi, hanno contribuito a creare l'attuale situazione politico-finanziaria.
Un augurio specialissimo va a Barack Obama, neo-eletto Presidente degli U.S.A. che sembra seriamente intenzionato a rovesciare la demenziale politica del suo predecessore: buon lavoro.

25 novembre 2008

BERLUSCONI E IL CONFLITTO D'INTERESSI


BERLUSCONI E IL CONFLITTO D'INTERESSI
"Dire che nell'attività di governo e politica ci sia stato qualche volta un interesse personale, non solo del signor Berlusconi, ma anche di altri membri di Forza Italia, è una vergogna" (14-12-95). "La vecchia classe politica che facendo politica prendeva soldi. Io posso dire che per fare politica ne ho spesi parecchi" (15-12-95). Il primo governo Berlusconi passerà alla storia per due provvedimenti: il
decreto Biondi, che vietava le custodia in carcere per corruzione alla vigilia dell'arresto di Paolo Berlusconi per corruzione; e la legge Tremonti, che ha fruttato alla Mediaset dello stesso Berlusconi (Silvio) sgravi fiscali per 243 miliardi. "Ho dato incarico ai miei manager di avviare le dismissioni delle mie proprietà" (23-3-94). "Ho sempre riconosciuto che c'era un'anomalia da sanare... Sono il primo a proporre una soluzione di separazione drastica tra l'esercizio dei doveri di governo e l'esercizio dei diritti proprietari" (2-8-94). "Le mie aziende o le congelo o le vendo. Voglio assolutamente dividere i miei interessi privati che ho come azionista Fininvest dalla mia attività pubblica che svolgerò nell'interesse di tutti. Credo che quella del blind trust americano sia la soluzione ideale" (11-4-94). "Oggi vi annuncio che ho deciso di vendere le mie aziende, perché credo che qualcuno, quando si prende un impegno e dentro questo impegno ci sono certe condizioni che sono ostative allo svolgimento globale dell'impegno, deve avere anche il coraggio di sacrificarsi... Non sarà facile trovare un compratore, ma andremo in Borsa con la televisione e terrò una quota assolutamente non di maggioranza" (23-11-94). "Da novembre ho dato mandato irrevocabile alla Fininvest di vendere le tv " (18-3-95). "Venderò le tv adimprenditori internazionali" (Il Giornale, 1-4-95). "Il conflitto d'interessi sarà risolto nei primi cento giorni del mio governo" (5-5-2001). Nove anni dopo il suo primo governo e due anni dopo l'avvio del secondo, Berlusconi non ha risolto il conflitto d'interessi né tantomeno ha ceduto alcuna delle sue aziende. Anzi, il 21 dicembre 2001, comunica agli italiani che "il conflitto d'interessi esiste solo nel senso che le mie aziende ci hanno rimesso da quando sono entrato in politica al servizio del Paese". E il 7 maggio 2003, ancora più esplicito: "Il conflitto d'interessi è una scusa. Tutti vedono bene che non c'è nessun conflitto d'interessi. Anzi, io non posso fare che cose sfavorevoli al mio gruppo. Non c'è stata una sola decisione assunta da questa maggioranza e da questo governo che abbia portato cose a mio favore. Da quando sono sceso in politica, il mio gruppo ha subìto soltanto danni enormi".

Che gran faccia di C....!

24 novembre 2008

Ricomincio da qui

A proposito della “carineria” su Barack Obama “bello, giovane e abbronzato” espressa da Berlusconi - ex cantante da crociera e affarista miliardario, conosciuto all’estero tanto per le sue gaffes quanto per la sua abbronzatura permanente, il trapianto di capelli e la chirurgia plastica - a ripensarci a freddo si coglie, più che una vena di razzismo, un sentimento piccino d’ invidia malcelata. L’osservazione del settantaduenne magnate dei media nasceva probabilmente da un rispecchiamento insostenibile: lui bello non è, non è più giovane, per provare a stare alla pari con gli altri ha bisogno dei tacchi e di salire sul gradino più alto, per nascondere la pelata ha fatto ricorso al trapianto, con lampade e lifting cerca di dare tono e colore alla sua pelle. Insomma più passa il tempo, più diventa la maschera di se stesso facendo sembrare più autentica l’imitazione della Guzzanti.
Nessuna meraviglia, dunque, se prova un po’ d’invidia per Barack che ha tutto quello che a lui manca!
Penso che quando al telefono gli ha spiegato tutto questo, anche Barack ha capito e, come noi, l’ha compatito.

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