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24 settembre 2009

I PONTI DI OBAMA

all'assemblea generale dell'ONU

Un discorso di grande respiro, quello pronunciato a braccio da Obama all'assemblea generale dell'ONU. Un discorso che avrebbe potuto apparire il sermone di un predicatore ispirato se non conoscessimo la sua concretezza e pragmaticità nel proporre e sostenere con convinzione le grandi riforme con le quali ha aggredito nel suo paese la grave crisi: nuove regole rigorose per l'economia e la finanza, sanità  pubblica e interventi mirati a sotenere le fasce più deboli della popolazione, rispetto per la persona umana con la chiusura di Guantanamo; una politica estera di distensione e di confronto multilaterale che avvia il ritiro dall'Iraq e rinuncia allo scudo spaziale contro la Russia, dopo la grande abbuffata degli interventi unilaterali e preventivi di Bush.
I temi dominanti, oltre a quello irrinunciabile della difesa dell'ambiente, quello della pace nel mondo, della solidarietà con i paesi del terzo mondo e in via di sviluppo, della sicurezza e della difesa dal terrorismo internazionale ancora attivo. Una svolta radicale rispetto alla politica estera del suo predecessore che sembra ormai remota nel tempo e nello spazio. "Abbiamo un futuro comune - sostiene Obama - è giunto il momento che il mondo si muova in una nuova direzione, basata su interessi condivisi e rispetto reciproco". E ancora: "E' ora che ognuno di noi si prenda le proprie responsabilità per affrontare le sfide insieme. La democrazia non può essere imposta dall'esterno" con la forza delle armi ma accorre sostenere lo sforzo di quei paesi che la realizzano sostenendo il loro percorso nel rispetto delle loro tradizioni e culture. Fattivo e determinato il passaggio dedicato alla difesa dell'ambiente che va sostenuta con una politica energetica globale rinnovata, ricorrendo alle fonti energetiche pulite e rinnovabili. Dopo aver riconosciuto le gravi responsabilità degli USA riguardo all'inquinamento e allo spreco energetico, segue l'impegno e l'invito a favorire l'utilizzo di fonti alternative e a ridurre significativamente l'emissione di CO2 nell'atmosfera.
Altro tema affrontato quello del sostegno e della solidarietà con i paesi poveri e contro la corruzione di alcuni dei loro leaders.
Lontano, dunque, anni-luce dagli attacchi unilaterali di Bush e dalla dottrina dell' "intervento militare preventivo" attuato in quegli anni.
Forte l'invito a coinvolgere in questa visione globale, apparentemente rivoluzionaria ma per noi soltanto razionale e lungimirante, le popolazioni del pianeta perchè il cambiamento possibile riguarda tutti, deve essere impegno di questa generazione di uomini che devono saper guardare al futuro dell'umanità e alle generazioni che verranno. Più volte ha parlato di "ponti" da mettere fra Nord e Sud, fra Est ed Ovest, per superare definitivamente la corsa allo sfruttamento dissennato delle risorse del pianeta e il falso tema dello scontro di civiltà; ponti per unire e non barriere che dividono.

P.S.: Anche il nostro leader sembrava seguire in cuffia l'intervento. Chissà, forse pensava alla sorte dell'amico Bush irrimediabilmente surclassato da una visione straordinariamente nuova e condivisibile riguardo al futuro del mondo, forse pensava a ciò che resterà di sè dopo la sua fine politica in un paese che ha tenacemente contribuito a dividere in fazioni contrapposte, forse pensava al ponte sullo stretto (il suo sogno di gloria) o forse pensava alla finanziaria del suo ministro del tesoro che non contiene alcunchè per le fasce più deboli della popolazione italiana mentre si appresta a consentire, con una piccola commissione del 5%, il rientro dei capitali dall'estero dei "soliti noti" estinguendo per loro ogni forma di reato connesso.
Non possiamo sapere con certezza a cosa pensasse ma sicuramente misurava la distanza abissale tra i suoi interventi pieni di astio, rancore e minacce nei confronti dei suoi avversari politici e di quanti si frappongono alla sua "luminosa ascesa" e le idee sensate, positive, di grande spessore che camminano sulle gambe "abbronzate" di un afro-americano che la prima potenza mondiale ha scelto come suo leader. Tuttavia nel suo intervento ha mostrato di essere stato stregato dal progetto di Obama, che ha apprezzato, al punto di sostenere che gli ha tolto le parole di bocca, rinunciando a ripeterne i concetti che ha detto di condividere.

5 commenti:

  1. maurizio24.9.09

    Hai fatto centro.
    Cosa dici, proponiamo un master per i nostri pseudo politici?
    O forse sono talmente zucconi e coglioni che non servirebbe a nulla.
    Tutti a scuola da Obama.
    Sarebbe la nostra salvezza.
    Ma l'impressionante è che riesce ad andare d'accordo con tutti, se non tutti adesso fra non molto, se non lo fanno fuori.
    E' un uomo troppo UOMO.
    Ciao Vito.
    Un saluto caro a tutti gli amici di questo blog.
    Maurizio

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  2. Grazie Maurizio per il "centro". Va d'accordo con tutti, non credo; ma nulla si può obiettare al suo progetto. Anche il "nostro" ha dovuto sostenere di condividerlo pienamente, a parole. Mentre all'Onu Berlusconi fa un discorso centrato sull'importanza dell'ambiente, Bruxelles svela la vera politica dell'esecutivo in fatto di clima: l'Europa ha infatti respinto la richiesta del governo italiano di rivedere i limiti delle emissioni di Co2.
    Che Obama sia un grande che resterà nella storia non v'è dubbio; ma non ho capito perchè dovrebbero farlo fuori!
    Un abbraccio e seguimi, mi raccomando!

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  3. maurizio27.9.09

    Perchè i grandi e i profondamente onesti danno sempre fastidio.
    La storia insegna.
    Mi auguro proprio di sbagliare. Ci mancherebbe solo questo.
    Ciao.
    Maurizio

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  4. Pasto Baritato5.10.09

    Certo, i ponti di Obama sono quelli che lui fa crollare con i droni al confine fra Pakistan e Afghanistan a suon di bombe, ammazzando centinaia di civili, come ha fatto e continua a fare dal gennaio 2009. Al 30 settembre 2009 di attacchi in Pakistan se ne contavano 41, ha già battuto il record di Bush che nel 2008 ne mise a segno 36. L’ultimo ha fatto “solo” 8 morti, pochi in confronto al macello afghano di inizio maggio, sui 150 allora. Ecco la cronologia delle sue imprese http://www.longwarjournal.org/archives/2009/09/us_aircraft_strike_i.php
    Pure il Messia nero si serve di private contractors x le sue operazioni “di pace”, come è spiegato qui sotto
    http://www.nytimes.com/2009/08/21/us/21intel.html?_r=1&hp
    Il vostro Obama è un criminale di guerra proprio come Bush. Però è di moda e qualcuno vorrebbe pure assegnargli il Nobel per la Pace, per farci ridere un po’.
    Inoltre Obama è al guinzaglio di finanzieri e banchieri di Wall Street, cui ha regalato montagne di $ dei contribuenti americani. Adesso i nodi vengono al pettine, la finta ripresa economica drogata dal denaro a basso costo mostra il vero volto, la bolla azionaria si è riformata come era facilissimo prevedere, il carry trade http://it.wikipedia.org/wiki/Carry_trade è ritornato alla grande. Lui e il suo amichetto Geithner non sanno come uscirne, forse continueranno il bailout a favore degli amici e degli amici degli amici.
    Lui però occupa tutte le televisioni ( vi ricorda qualcuno qui in Italia ?) per guadagnarsi un facile applauso ” sparando” sui managers avidi e vendendo canestri di parole vuote. Un bel populista, non c’è che dire.
    Anche dal lato delle libertà civili le cose non vanno meglio
    http://www.giornalettismo.com/archives/37383/la-censura-arriva-negli-usa/
    dice Obama:
    «Sono molto preoccupato per il tipo di informazione che circola nella blogosfera – spiega – dove si trova ogni sorta di informazioni e opinioni senza che vengano verificate, con il risultato di portare gli uni a gridare contro gli altri, rendendo più difficile la comprensione reciproca»
    Ossia: “Non mi piace quelo che dite, quindi troverò un modo per tapparvi la bocca, alla faccia della Corte Suprema”.
    Come se poi non bastasse,ecco il “Newspaper Revitalization Act”: sussidi ai giornali in crisi. Immaginiamo la maniera in cui tali sussidi verranno accordati: come in Italia, ossia agli amici degli amici.
    Interessante l’esercizio descritto da Random Bits:

    http://crescente.blogspot.com/2009/09/ora-aspetto-lalzata-di-scudi-della.html

    sostituire “Berlusconi” con Obama e immaginare la cagnara da sinistra, confrontandola con l’assordante silenzio dalle redazioni nostrane ( quasi tutte).

    P.S. Non vorrei interrompere l’idillio e strappare il santino di Obama l’onesto (ce ne vuole per definire onesto uno cresciuto politicamente in un ambientino come Chicago – fate ciao con la manina a Blagojevic- ma tant’é) , ma Guantanamo è ancora aperta e funzionante.
    La guerra continua, sauditi e iraniani gli ridono in faccia, le chiacchiere di Mr. Oblablama non incantano più, neppure i membri del CIO.

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  5. Pasto Baritato6.10.09

    un fascio di luce sulla demagogia da quattro soldi del Presidentissimo Obama

    parla il prof. Zingales

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/banchieri-nuovi-untori/2110588/18

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