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18 febbraio 2011

Rosy Bindi, il nome giusto per Palazzo Chigi

Penso che i giochi al massacro dentro il PD saranno in grado di bruciarla, come succede dentro quel partito quando urge scegliere, e scegliere bene.

La candidatura di Rosy Bindi, lanciata da un Vendola disposto a rinunciare alle primarie, benedetta da Romano Prodi, con l'aria di saggiare il terreno, produce uno choc positivo più fuori che ai vertici del partito.

Nell'attuale fase politica, Famiglia Cristiana vede positivamente una donna a Palazzo Chigi e Rosy Bindi, a parere di molti osservatori, ha tutte le carte in regola per aspirarvi.


Da cattolica autentica ma attenta alle urgenze laiche di una società in evoluzione, potrebbe raccogliere attorno a sè un ampio consenso nell'ambito vasto del centro sinistra e tra tante giovani donne e uomini,  lontani dalla politica e schifati dall'andazzo attuale. 
Vive l'impegno politico con spirito di servizio e grande passione. Ha militato nella vecchia DC ma è stata convinta sostenitrice dell'Ulivo e poi fervente promotrice della nascita del Partito Democratico come casa comune in grado di accogliere le diverse anime riformiste dello schieramento di centro-sinistra. 
Con Romano Prodi è stata ministro della sanità e per la famiglia. Oggi è vicepresidente della Camera dei deputati. 
Conduce una vita sobria, quasi austera, e riesce a tenere testa ad un Berlusconi che la offende perché non rappresenta il suo ideale di donna supina ma la teme per la coerenza e la passione autentica.

Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente! Alla battutaccia cafona di Berlusconi al telefono di Porta a Porta, la Bindi senza scomporsi ha replicato asciutta: non sono una donna a sua disposizione e ritengo molto gravi le sue affermazioni.

Se fosse lei la candidata in campo contro questa destra becera e volgare rappresentata da Berlusconi, non nascondo che la voterei senza esitazioni.

Una donna a Palazzo Chigi

La Bindi candidata premier piace anche a Romano Prodi

Rosy Bindi candidata premier

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