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11 febbraio 2011

Giuliano Ferrara, il 'perdonatore' dei reati trasformati in peccati

Adesso, mentre perdona i peccati di Berlusconi e gli offre l'ultima bottiglia che gli è rimasta, dice che le donne che scendono in piazza sono represse, non sono libere e attacca i moralisti che vogliono abbattere Berlusconi per qualche peccatuccio di dozzina!


Ma non è quello che raccoglieva le bottiglie d'acqua per Eluana?
Ma non è quello che voleva vietare alle donne la Ru486?








Ma non è quello che era favorevole alla moratoria sulla ricerca con le staminali embrionali?
Ma non è quello d’accordo con il Vaticano che sosteneva che la morte cerebrale non è una condizione sufficiente per stabilire il decesso?
Ma lui non è quello che era pappa e ciccia con i Teocon americani favorevoli alla guerra e contrari ai matrimoni gay?




Ferrara al TG1: Il circo mediatico giudiziario guida le inchieste



Sappia Ferrara che ai cittadini non importa nulla dei peccati del suo caimano (saranno, caso mai, un problema per i credenti) che affronterà con il suo confessore e con il suo Dio.
Ai cittadini interessa piuttosto quello che ha fatto o non ha fatto come politico; ai giudici, invece, se ha commesso o no reati. 


Questo non è neopuritanesimo ipocrita, è senso civico. Moralismo sfacciatamente opportunistico e a senso unico è quello di Ferrara che, a ben vedere, avrebbe potuto avere un ruolo importante nel film profetico di Moretti.
Noi, comunque, che non siamo atei devoti, domenica 13 saremo al fianco delle nostre donne, in tutte le piazze di tutte le città italiane, per rivendicare il diritto di vivere in un Paese civile e normale; e ci piccamo di rappresentare anche quei concittadini che, frastornati dalla potenza di fuoco messa in campo dal caimano ferito e impazzito, rimarranno a casa e non saranno di certo con lui a Milano ad ascoltare le sue infamanti provocazioni sui giudici, sulla stampa, sulle donne e contro quello che chiama neopuritanesimo ipocrita.




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