Informazioni personali

La mia foto
Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

03 febbraio 2011

DAL TG1 QUESTA PSEUDO INTERVISTA

... in cui non si capisce chi è più inattendibile, se l'intervistato o l'intervistatore.

Si tratta della RAI, servizio pubblico pagato con i soldi degli Italiani. 

Si provi a immaginare quali domande avrebbe posto al capo del governo nell'attuale congiuntura politica e sociale un vero giornalista di un qualsiasi canale di una libera TV. 
A propisito del debito pubblico gli avrebbe garbatamente fatto notare che dal 1980 al 1992 si susseguirono i premier Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, Goria, De Mita, Andreotti, Amato: 6 Dc, 2 Psi, 1 Pri, nessun comunista (il Pci era all’opposizione). È grazie a loro se, in quei 12 anni, il debito pubblico passò dal 60 al 118% del Pil. Consociativismo? L’aumento più vertiginoso si registrò nei quattro anni di Craxi (1983-'87: da 456 a 890.000 miliardi di lire). Di cui B. era amico, finanziatore ed elettore. E chi erano i consiglieri economici di Craxi negli anni in cui il debito raddoppiava? Tremonti, Siniscalco, Brunetta e Sacconi. B. li ha promossi tutti e quattro ministri. (Leggi Travaglio sul Fatto di oggi.)

Queste e altre verità un giornalista degno di tale qualifica avrebbe fatto notare al presidente del consiglio, sceso in campo 17 anni fa con l'intento dichiarato di ammodernare il Paese, che in tale lasso di tempo è stato al governo per oltre dieci anni e ripete ancora gli stessi concetti con le stesse parole, attribuendo agli altri, ai mulini a vento, la responsabilità politica di quanto non ha saputo fare.

Un commento su Youtube: se questa è un'intervista e non un video messaggio interpolato Berlusconi è un uomo sincero ed onesto, che vuole il bene del popolo.



I fatti
Articolo 41 della Costituzione:
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Domande
Perchè non ci dice cosa faceva lui negli anni del "cosiddetto consociativismo"? Quali politici sosteneva e perché?
Come lo vuole modificare l'art. 41 della Costituzione?

Vediamo, potrebbe essere modificato così:
L'iniziativa economica privata è libera e svincolata da ogni condizionamento.
Essa può svolgersi amche in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini speculativi di singoli, gruppi associati, apparati (leggi: cricche). 
Per chi non avesse capito, si potrebbe aggiungere il seguente codicillo:
Gli idioti, volendo, potranno continuare a rispettare il precedente dettame che non verrà sanzionato.


Chi ha proposto l'imposta patrimoniale? Quando? Di cosa parla?

Il reddito delle famiglie italiane, dice l’Istat, è diminuito in un anno del 2,7 per cento.
Il 10 per cento delle famiglie detiene in Italia il 50 per cento della ricchezza.
Si calcola che gli evasori fiscali sottraggano allo Stato (dunque anche a quelle famiglie che perdono reddito) 50 miliardi di euro.
Le rendite finanziarie sono tassate al 12,5 per cento. Chi non dirige le aziende ma ci lavora vede il suo reddito tassato del triplo.

La propaganda, adesso
In questa memorabile “intervista” al Tg1 (esempio di domanda neutra: crede che il partito della patrimoniale proponga la vecchia ricetta che punta sulla scorciatoia della pressione fiscale?)
Silvio B. ha annunciato all’Italia che il prodotto interno lordo crescerà in 5 anni del 3/4 per cento.
Farà così: cambierà la Costituzione che ci “inchioda a una mentalità statalista” e non consentirà “l’esproprio”. Quale esproprio?
“La gigantesca imposta sugli immobili” che tassa la casa, il bene di tutti gli italiani. Quale tassa sulla casa? Susanna Camusso propone di tassare i redditi superiori a 800 mila euro. Il dibattito è su una tassa che gravi su chi ha moltissimo, una patrimoniale di solidarietà che riequilibri la posizione di chi evade e chi non lo fa (perché non può, i dipendenti, o non vuole, gli onesti) fra chi campa di profitti azionari e chi di lavoro. Sarebbe questo l’esproprio? Il giornalista del Tg1, strano, non l’ha chiesto. (Leggi Esproprio proletario su l'Unità di oggi)

Non vi sembra comprensibile e motivata la fuga da un TG che è diventato strumento di volgare propaganda, peggio dell'Istituto Luce durante il regime fascista?



P.S.: Come fa un capo di governo, nella condizione critica in cui si trova sia sul piano politico sia sul piano personale, a proporre la madifica dell'articolo 41 della Costituzione nell'intento dichiarato di affrontare la crisi economica?


1. Non è quell'articolo che impedisce di affrontare i gravi problemi socio-economici del Paese. Ci vorrebbe uno straccio di politica industriale e interventi per lo snellimento dell'apparato burocratico, per l'occupazione, per i giovani.
2. Ma già il solo fatto di proporre la modifica dell'art. 41 dimostra, di per sè, che non c'è alcuna voglia di affrontare i veri nodi che impantanano il paese in una situazione bloccata. 


L'art. 138 della costituzione, infatti, recita: Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Assemblee regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.


Appare chiaro, dunque, che si tratta del solito diversivo per gli allocchi. E non occorre essere buoni giornalisti per accorgersene. Basta solo avere un po' di buonsenso e aver ascoltato, negli anni, le balle spaziali dell’uomo che si definisce del fare e che, da politico ha fatto solo chiacchiere ben confezionate per gli Italiani e affari per sè.

Nessun commento:

Posta un commento

Stai per lasciare un commento? Lo leggerò volentieri ma ti chiedo per correttezza di firmarlo. In caso contrario sarò costretto a cestinarlo.
Ti ringrazio, Victor

Il miglior motore di ricerca