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19 marzo 2011

Il governo è nel caos

All'indomani della giornata dedicata al 150° dell'Unità d'Italia, il governo galleggia nella situazione solita, particolarmente aggravata dagli eventi recenti . 
Dopo avere cercato ogni via di fuga dai fischi e dalle contestazioni che lo inseguivano ovunque durante le celebrazioni, il premier si ritrova in un bel pastrocchio:
  • i responsabili che scalpitano per lo stallo nell'assegnazione dei posti di governo; 
  • la decisione (presa a sua insaputa?) di fornire basi, supporto e uomini agli alleati, finalmente decisi a fermare la carneficina dell'amico Gheddafi sul suo popolo; 
  • la Lega che si tira fuori e vota contro il voltafaccia dell'Italia nei confronti del socio di Tripoli
  • il cambio di rotta sul nucleare dopo il disastro giapponese; 
  • le prese di posizione di importanti esponenti della magistratura nei confronti della riforma costituzionale presentata dal guardasigilli.
Sulla riforma della giustizia, l'ultima stoccata arriva da Giuseppe Cascini, segretario dell'ANM: La maggioranza non ha la legittimazione storica, politica, culturale e anche morale per affrontare la riforma.

Sulla crisi libica il ministro Frattini il 21 Febbraio 2011 a Bruxelles affermava: L’Unione Europea non deve interferire nei processi in corso in Libia e più in generale in tutta la regione, deve limitarsi ad incoraggiarli. E ancora: L'Europa non deve esportare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il processo democratico, ma non dobbiamo dire: questo è il nostro modello europeo, prendetelo. Non sarebbe rispettoso dell'indipendenza del popolo, della sua ownership.

Il ministro della Difesa La Russa ieri: L'Italia potrebbe partecipare ai raid. Sono sette le basi aeree che l'Italia può mettere a disposizione in relazione alla situazione in Libia. Le basi sono Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria.
Sempre ieri il ministro Frattini: L'Italia parteciperà attivamente all'attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Libia garantendo l'uso delle basi e non solo. E ancora: Condividiamo pienamente e abbiamo apprezzato questa risoluzione. La partecipazione attiva dell'Italia alla risoluzione dell'Onu serve anche a marcare l'assoluta lealtà dell'Italia alla prospettiva atlantica e dell'Unione europea. 

Non va dimenticato che i rapporti bilaterali con la Libia di Gheddafi sono sanciti dal trattato fraterno tra Italia e Libia, mai denunciato, mai cancellato, che all’art. 4, comma 2 recita: L’Italia non userà né permetterà l’uso del proprio territorio in qualsiasi atto ostile contro la Libia.

Sul nucleare, queste le posizioni della ministra dell'ambiente Prestigiacomo monitorate nell'arco di poche ore:
1. Il programma nucleare italiano va avanti, siamo fiduciosi sulla costruzione di centrali modernissime. La decisione tedesca di moratoria? presa sulla spinta emotiva ed elettorale, bisogna evitare di fare allarmismi.
2. È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate.

È pensabile che questo premier e il suo governo abbiano l'autorevolezza, anche solo politica, (lasciamo stare la legittimazione storica, culturale e morale) per far fronte ad una tale situazione delicata e complessa? 

Noi da un bel pezzo pensiamo di NO. 
Anche loro dovranno convincersene. Meglio prima che dopo!

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