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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
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02 maggio 2011

Meno male che INTERNET c'è!

... che in tempo reale ci fa entrare in contatto con persone, informazioni, saperi, immagini e suoni, senza intermediazioni e senza censure. 
Non a caso le dittature più odiose, che non tollerano la libera circolazione delle idee, provano in tutti i modi ad imbavagliare il Web.
Meno male che c'è Google, che con il suo motore di ricerca e con tutti gli altri servizi offerti agli utenti, consente di ottenere tutte le informazioni che ci servono e di mettere online le nostre conoscenze; che c'è YouTube che ci aiuta a ricercare e trovare i video che avevavamo perso di vista e tutti i documenti video-sonori che ci permettono di ricostruire momenti importanti della nostra storia politica, artistica  e culturale; che c'è Google Earth che ci spiattella tutti gli angoli di questo nostro mondo, dal nostro quartiere alle più lontane plaghe dell'Australia o dell'America latina; che c'è skype per vedere e parlare gratis con amici, conoscenti e parenti, in ogni landa sperduta del pianeta; che c'è Facebook che ci permette di contattare amici e tanti conoscenti che condividono i nostri interessi, con i quali comunicare idee, opinioni e scambiare informazioni; che c'è Wikipedia, enciclopedia online, collaborativa e gratuita, disponibile in oltre 270 lingue, liberamente editabile e utilizzabile.

So che Internet è il sistema di comunicazione più sfruttato dalle nuove generazioni che con il pc e i videogame sono nati. Ma io sono convinto che al pc e al web dovrebbero avvicinarsi con meno timore e senza pregiudizi anche i miei coetanei, quelli cioè che hanno visto la luce nel dopoguerra o all'inizio di questa nostra età repubblicana. Quelli che come unico mezzo d'informazione e formazione nella loro infanzia hanno avuto la radio in onde medie, neanche in FM, e una scuola povera ma assai autorevole e rispettata come agenzia educativa. Poi nell'adolescenza hanno avuto accesso ad una Tv, anch'essa povera, in bianco e nero, con l'effetto neve che deformava e sfumava le immagini; una Tv che ha avuto il merito di costruire e diffondere una lingua italiana comune, che ha fornito programmi culturali e d'intrattenimento degni di tal nome, che ha permesso l'accesso di larghe masse popolari al teatro  e al cinema d'autore. 
Era la TV in cui un maestro d'altri tempi insegnava a leggere e scrivere a gente del popolo.




Grazie a quella scuola, a quella TV, a quella radio e alle radio libere e popolari tante generazioni, oggi mature e anziane, hanno avuto modo di formarsi opinioni e di diventare persone autonome, capaci di esprimere idee e giudizi critici.

Oggi la TV ha raggiunto livelli di perfezione tecnologica un tempo inimmaginabili, ma è controllata e manipolata da un GF per niente occulto, che l'ha svuotata di contenuti significanti rendendola solo strumento di potere per la formazione del consenso. Basta vedere programmi come il Grande Fratello, Affari tuoi, L'isola dei Famosi per rendersi conto che milioni di teleutenti sono irretiti e trasformati in teleidioti. Per non parlare di programmi d'intrattenimento come Amici di Maria De Filippi o L'Arena di Giletti dove ha ragione chi grida di più sul nulla o sull'ultimo pettegolezzo discettando, per esempio, sul lato B di Filippa Middleton o sulla presunta sciatteria dell'abito da sposa di Kate.
RAI e Mediaset ormai si somigliano fino a confondersi, con lo scopo dichiarato di incitrullire la gente. E si può comprendere perché la scuola, l'impegno serio nello studio e nel lavoro siano diventati noiosi, insulsi e vecchi per tanti giovani che intendono bruciare le tappe utilizzando le nuove (si fa per dire) agenzie formative ed educative. Si può capire, allora, perché si sostenga che gli insegnanti inculcano..., e a loro si preferisca un Lele Mora, un Fabrizio Corona, un Emilio Fede, un concorso per Miss Itralia. Si può capire perché qualche piccola rete come La7 sia occultata e qualche programma serio d'informazione e approfondimento, sopravvissuto tra le pieghe di una TV svuotata di servizi e di valori, venga mal sopportato e disturbato nella sua gestione e programmazione.

Per questo sostengo Meno male che INTERNET c'è e mi piacerebbe che ci fosse anche per i miei coetanei e per i più anziani di me; quelli, cioè, che hanno conosciuto un'altra scuola, un'altra TV, un'altra radio, altre agenzie d'informazione, più povere sicuramente ma più libere e più autentiche. 

Potrà apparire nostalgica la mia posizione ma non lo è.
Sappiate che INTERNET fa paura, come la scuola, a chi vuole continuare a controllare i nostri cervelli e riempirli di nulla. 

Lui è vecchio, i mezzi a sua disposizione sono vecchi!


Se sapremo fare questo salto di qualità e sapremo far funzionare le nostre capacità intellettive, non l'avrà vinta, non ci metterà il bavaglio; la scuola e l'informazione vivranno stagioni migliori e più feconde.

Ciò che mi piace rivedere della programmazione TV di ieri


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