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23 maggio 2011

L'Italia s'è desta?

Sono in fase di rientro da un giro per l'Italia, che mi ha messo in contatto con un'umanità senz'altro migliore della poltica che ci rappresenta. A Malcesine, la bella cittadina sul lago di Garda, meta turistica di grande fascino, ho avuto la ventura di incontrare l'arte di Luciano Bonacini, il fotografo che rimodella con la sua macchina fotografica il corpo femminile nella cura specialissima del piccolo dettaglio e nel gioco di luci ed ombre che ne mettono in risalto i tratti più delicati. 
A Merano ho subito l'incanto di una cittadina luminosa, a misura di essere vivente, immersa nel verde, nei colori dei suoi fiori e nella gioia di vivere dei suoi abitanti. 
 
 Ciò che mi ha particolarmente colpito, però, è stata l'inattesa opportunità di partecipare alla prima  giornata di Poiesis nel piccolo centro storico di Fabriano. La cittadina medioevale, curate le ferite del terremoto del 1997, vive ogni anno la tre giorni di Poiesis da un'idea di Francesca Merloni, giovane rampollo di una famiglia di industriali che ha trovato nell'arte e nella poesia la sua migliore espressione. Quest'anno il festival è stato dedicato al 150° dell'Unità. Peciò mi è stato possibile ascoltare Giuliano Amato parlare con acume e intelligenza di identità nazionale italiana, non di tipo etnico ma culturale; seguire la performance affabulatoria, appassionata e insieme ironica, di Alessandro Bergonzoni che conquista a cominciare dal titolo, W l’Italia se è desta; ascoltare l’inedito duetto Toni Servillo-Massimo Cacciari, impegnati in una lettura filosofico-teatrale dedicata ai Patroni d’Italia, San Francesco, Giotto e Dante (un passato di cultura e spiritualità italiana che stride fortemente con il buio di questi nostri anni in cui siamo immersi); e poi ascoltare, sul fronte dell'attualità, don Ciotti, fondatore di Libera, che invita ad avere coraggio nel denunciare l'ingiustizia e l'egoismo, che spinge alla responsabilità per costruire un mondo più giusto e umano, che mostra tutta la sua rabbia di prete nel mondo condannando l'indifferenza di fronte ad un'umanità reietta e offesa e dichiarando di avere come riferimento nella sua azione il Vangelo e la Costituzione.
Tutto questo riconcilia con la vita, con il nostro passato, con la nostra identità più profonda,  umana e culturale, mentre una destra sconfitta, battuta nella sua gretta prospettiva politica, si avvia all'ultimo scontro nei ballottaggi con un atteggiamento corrivo e  violento, volto a sovvertire la volontà di cambiamento chiaramente espressa dagli elettori nel primo turno. Come tanti milioni di connazionali, mi auguro che la maggioranza dei milanesi, anche domenica prossima, premi la proposta gentile di Pisapia resistendo all'ultimo tentativo di carpirne il voto attraverso la vergognosa offerta di condoni.
Passando da Roma, ho potuto ammirare la città eterna in una splendida, luminosa domenica di maggio. Le sue bellezze artistiche e monumentali resistono ancora, per fortuna, agli assalti sconsiderati dei nuovi barbari e sembrano testimoniare ancora la possibilità del riscatto. 
Per Napoli e per il suo futuro mantengo i miei dubbi e le mie incertezze: la bella capitale del sud, oppressa da cumuli di spazzatura ma soprattutto dalla cappa criminale in cui affoga, senza vere prospettive di rinascita e sviluppo, dovrà affidarsi al coraggio di De Magistris per un ultimo tentativo (ancora possibile?) di cambiamento.
So soltanto che domani attraverserò le sue strade per raggiungere il porto ed imbarcarmi, e mi vengono i brividi!

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