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23 giugno 2011

La barca alla deriva riuscirà a galleggiare fino alla primavera del 2013?

Bossi chede l'uscita dall'impegno militare in Libia e l'allontanamento dei profughi, la riduzione delle tasse e i ministeri al Nord; il Presidente Napolitano è determinato a far rispettare gli impegni internazionali con l'ONU e con le potenze europee; il ministro delle Finanze vuole mantenere fede all'impegno con l'Europa per il rientro dal debito entro il 2014, un impegno gravoso di finanza pubblica che non consente l'alleggerimento delle imposte; tutta l'opposizione e una parte della maggioranza, capeggiata da Alemanno e Polverini, fanno pernacchie ai ministeri al Nord con cui la Lega intende camuffare i suoi fallimenti.
I risultati delle amministrative e dei referendum hanno dimostrato platealmente la distanza esistente tra il paese reale e chi lo governa. Berlusconi continua a parlare da 17 anni di riforme, non attuate in tempi di vacche grasse, meno che mai realizzabili oggi, con questi chiari di luna e con una maggioranza raccogliticcia in parlamento, oltretutto dilaniata da profonde divergenze politiche, risultato di interessi diversificati e difficilmente componibili. L'unico collante che li tiene ancora assieme è quello del controllo del potere attraverso l'attività di consorterie che gestiscono affari più o meno loschi e speculazioni all'ombra delle istituzioni.
Gli Italiani, invece, in questa primavera appassionante, hanno voltato decisamente pagina e attendono di potere assestare, prima possibile, il colpo finale al governo del fare, che ha saputo fare soltanto chiacchiere per gli allocchi e salvaguardia di interessi privati e settoriali.
E tuttavia, nella situazione allarmante, sia sul piano sociale che su quello economico, intendono galleggiare fino al 2013, incuranti delle condizioni disastrose in cui lasceranno  il Paese. Se avessero un briciolo di senso di responsabilità, uscirebbero dalla torre che cade in pezzi e proporrebbero un governo di salute pubblica nell'interesse dell'Italia;  o, in alternativa, porterebbero alle elezioni anticipate lasciando al popolo sovrano di decidere del suo futuro.
Ma da gente che ha occupato le istituzioni, spinta esclusivamente da privatissimi interessi, non ci si può aspettare un tale soprassalto di dignità e generosità. Tireranno a campare finché la barca non affonda.
 
Deve essere in un cul de sac per ricercare un faccia a faccia con Di Pietro, il leader dell'opposizione senza se e senza ma! 
Sarebbe interessante sapere cosa si siano detti!

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