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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

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30 dicembre 2016

RLM - 40 anni fa. Una grande avventura al servizio della città



Il 28 Dicembre 2016, per iniziativa di Sino Quartararo e con il patrocinio della Pro Loco di Menfi, nell'Auditorium dell'Istituzione Culturale Federico II si è tenuta la rievocazione di Radio Libera Menfi, a quarantanni dalla sua fondazione col titolo 40 anni fa. Una grande avventura al servizio della città. L'evento, curato nei dettagli dall'impeccabile Gioacchino Mistretta e presentato dalla giovane Rosy  Abruzzo, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e assai interessato. I vari collaboratori dell'emittente sono stati invitati sul palco a dare la loro testimonianza mentre sullo schermo scorrevano documenti interessanti, ormai storici, relativi a diverse fasi e rubriche curate da RLM. La serata è stata allietata grazie alla riproposizione di brani musicali in voga all'epoca, eseguiti magistralmente da Sino Quartararo e Leo Marchese. E' stata una bellissima manifestazione, assai partecipata, che ha avuto il merito di riportarci piacevolmente indietro di alcuni decenni. Ma RLM non deve rimanere solo un memoriale, potrebbe in qualche modo risorgere dalle sue ceneri. Pensiamoci! 


Era il 15 ottobre 1976 quando iniziarono le prove sperimentali di RADIO LIBERA MENFI sulla frequenza 98,200 mhz. L’idea di aprire la radio fu di alcuni giovani che s’interessavano di musica già da un bel po’ di tempo: Sino Quartararo, Saverio Piccione, Baldassare Bivona, Pippo Graffeo, Rosario Callaci, Giuseppe Gagliano. Poi si sono aggiunti: Bilello Francesco, Liborio Ferraro e Marco Bursi. Radio Libera Menfi ha rappresentato un momento importante per Menfi, la libertà, la trasgressione e la capacità del mondo giovanile del post ’68 d’interpretare la realtà di quel momento storico. Punto di forza della radio era l'interattività con gli ascoltatori che vennero coinvolti direttamente dando loro la possibilità di intervenire nel corso dei programmi apportando opinioni e commenti, oppure di scegliere brani musicali di loro gradimento; vengono cosi impostati programmi dedicati a varie fasce di utenza centrando la programmazione su vari argomenti (culturali, storici, rubriche varie, cabaret e musicali (Rock, musica italiana, folklore locale etc.) o sociali (politica in primis).
Quelli furono anni stupendi, di spensieratezza, d’entusiasmo e di straordinaria professionalità per quei ragazzi meravigliosi e per tutti i componenti la radio.
Il loro unico interesse è stato quello di garantire un servizio sociale a tutta la collettività convinti, com'erano, che il mezzo radiofonico era un bene comune che poteva essere utilizzato da tutti: famiglie, commercianti, liberi professionisti o semplici cittadini. Li sosteneva solo il loro grande entusiasmo e l’infinita voglia di fare, tipica dei giovani di quel tempo che, ahimè, raramente si riscontra nei giovani d’oggi.
Da un post su FB di Sino Quartararo

A me è stato dato il compito di rievocare sinteticamente la figura di Nino Ardizzone e la rubrica "Lignati siciliani" che andava in onda la domenica mattina. E l'ho fatto, all'incirca,così: 
"Cu pigghia lu turcu è so" era l'espressione con cui Nino Ardizzone soleva stigmatizzare il comportamento di quanti, in un contesto di illegalità diffusa, si appropriano di tutto ciò che capiti loro per le mani infischiandosi dei diritti altrui. A quel punto inarcava il sopracciglio in modo interrogativo e atteggiando il viso ad una smorfia faceva presagire una scarica di altre espressioni colorite. Il suo eloquio era pungente e, spesso, sarcastico. Con lui ogni domenica mattina intrattenevo i radiascoltatori su temi di carattere sociale e sulle disfunzioni che gli stessi denunciavano tramite telefono. 
La radio svolse allora un importante servizio sociale, contribuendo alla ricostruzione della vita comunitaria in un comune in parte disintegrato dagli effetti del sisma. I danni provocati dal terremoto e quelli successivi prodotti dagli uomini sono stati un altro argomento di discussione nella rubrica domenicale. "E ci nni vosiru trantuluna pi ghittari 'n terra lu campanaru di l'assiccursu!" Altra immagine di Nino che insieme a me criticava fortemente l'opera di demolizione di edifici che avrebbero potuto essere restaurati. Ma all'epoca in un centro rurale come il nostro risultò più agevole demolire e attendere la successiva ricostruzione.
Per quanto mi riguarda, la mia collaborazione con RLM rimase concentrata soprattutto negli anni 1980-83, il periodo in cui rientrai a Menfi avendo ottenuto l'incarico d'insegnamento c/o la sezione staccata di Menfi del Liceo Scientifico. Avevo la metà degli anni che mi ritrovo ora e furono per me anni molto densi e attivi perché curai con i miei studenti la messa in scena di alcune opere teatrali con discreto successo mentre riempivo le mattinate domenicali conducendo assieme al compianto Nino Ardizzone la rubrica di lagnanze in cui si denunciavano i disservizi, gli scandali, i ritardi delle amministrazioni relativamente alla ricostruzione post-terremoto ecc. Indimenticabile la battaglia condotta per la collocazione dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti. In quel periodo, spesso, venivano trasmessi in tempo reale i consigli comunali, motivo per cui i consiglieri e gli amministratori dovevano stare attenti a quello che dicevano. Furono anni di impegno civile e di lotta al fine di realizzare un cambiamento considerato possibile. Ricordo certi dibattiti e confronti con esponenti politici locali, condotti nella sede della radio. Spesso i partecipanti volevano concordare gli argomenti ma quando le risposte viravano verso il consueto politichese era giocoforza riportarli alla concretezza della realtà.
A riascoltarmi, mi ha fatto impressione più della vivacità argomentativa, che non mi è mai mancata, la velocità nell'esposizione; da anni parlo più lentamente riflettendo di più su ciò che dico.


07 marzo 2016

Uno sguardo retrospettivo alle Terme di Sciacca

Quando penso agli esiti fallimentari del nostro Statuto per l'Autonomia, al disastro amministrativo del Governo della nostra regione, mi viene alla mente quel detto denso di tanta autoironia secondo cui proprio i siciliani sono arrivati a dire che "Dio creò la Sicilia in sei giorni, donandole tutte le cose più belle, il cielo più azzurro, i paesaggi più meravigliosi, i frutti più gustosi, gli alberi più profumati, i pesci più saporiti, i fiori più splendidi, la montagna più straordinaria, ma il settimo giorno, seccato per aver dato vita ad un nuovo Eden, creò noi, i Siciliani". 


 (A' megghiu parola è chidda ca non si dici)


La vicenda delle Terme di Sciacca è emblematica dello stato dell'arte in questo territorio destinato all'autoconsunzione. 

Per farsene un'idea non voglio usare altre parole e consiglio, perciò, al paziente lettore di aprire uno alla volta i seguenti link e leggerli. Si convincerà che non è facile ma - con tanta tenacia e pazienza - si può riuscire a portare alla bancarotta un territorio prosciugandone le risorse e annichilendone le aspirazioni.  

LE TERME DI SCIACCA

Terme di Sciacca S.p.a

Chiusura per le Terme di Sciacca  Nei privati l'ultima speranza

La Sicilia che cola a picco: chiudono le Terme di Sciacca

Il lusso (sprecato) del centro termale di Sciacca dove tutti possono entrare (tranne i turisti)

Buttanissima Sciacca

27 agosto 2014

SEMPLICEMENTE VERGOGNOSO !!!


Da oltre un anno, a seguito di incidenti mortali accaduti per la precarietà delle barriere di protezione, sul viadotto Carabollace, nei pressi di Sciacca, si circola ancora a senso unico alternato! 




Va precisato che si tratta della SS 115, la Sud Occidentale Sicula, che collega Siracusa con Trapani passando per Ragusa e Agrigento.
Assolutamente vergognoso il protrarsi dell'interruzione, considerato che si tratta dell'unica arteria di collegamento per i comuni meridionali della Sicilia. Oltre a smaltire il traffico merci e persone tra province, la strada è percorsa da mezzi di pronto intervento come ambulanze, vigili del fuoco, polizia. Si può, dunque, immaginare il disservizio e i gravi rischi che si corrono. 

Io stesso ho dovuto attendere, più volte, oltre mezz'ora sotto il sole cocente il mio turno per passare. In quale altra zona d'Italia sarebbe immaginabile tutto questo? 

Trattandosi di una zona a forte vocazione turistica, immagino la faccia di quei turisti che l'estate scorsa si sono trovati ad attraversare il Carabollace che, capitati per avventura anche quest'anno in Sicilia, si ritrovino nella medesima condizione. 
Ma per la messa in sicurezza del viadotto, lungo meno di 500 metri, ammesso che i lavori comincino a breve, sono previsti altri 240 giorni, si fa per dire. 
Il turista che tornerà in zona l'anno prossimo, si fa sempre per dire, potrebbe trovare ancora il senso unico alternato. 

Politici e amministratori dei territori interessati mettano da parte i piccoli o grandi personali interessi e si attivino per questo e altri problemi di ordine generale che quotidianamente ci affliggono. 

19 gennaio 2013

La Scuola e il Carnevale

Ricevo da un lettore attento ai casi di Sciacca e volentieri pubblico perché condivido, anche se parzialmente, le sue preoccupazioni.  

Cosa vuoi che sia, la scuola. Tutti arrabbiati, adesso. Tutti contro il carnevale.   Francesco Ciaccio 

Uno dopo l’altro, a rotazione, i diversi Consiglieri e le altre autorità saccensi alzano la voce contro il carnevale. Beh, cosa si può dire, meglio tardi che mai! Io, da comune cittadino l’aveva detto già ben prima. Avevo detto che spendere quelle cifre folli, tolte, ma potrei dire scippate, alla gente comune con salassi quali Imu, Tares e roba varia per fare un carnevale, era assolutamente deprecabile. Avevo detto perfino che la storia della tassa di soggiorno era un trucchetto per trovare un po’ di fondi da destinare, in qualche modo, anche al carnevale. Cosa dire, ci siamo salvati per un pelo dal dissesto finanziario e a cosa pensiamo subito dopo, immediatamente a un carnevale. Oh, bisognava pure festeggiare l’evento e quindi quale miglior modo se non fare il Carnevale? Io non so se, come dice il Sindaco, alla fine ciò non peserà più di tanto sul bilancio del Comune, resta il fatto che si farà perché è stato promesso in campagna elettorale e quindi bisogna farlo, costi quel che costi. E dopo, che ci hanno chiesto di fare le formichine, rinunciando a questo e a quello e magari dopo essere riusciti a convincere tutti in famiglia a fare a meno di qualcosa perché pagare quella tassa era giusto poiché, da responsabili cittadini, bisognava salvare la città dal dissesto finanziario, in un attimo da formiche diventiamo cicale e brindiamo al carnevale. Adesso, però che tutti, seppure in ritardo, hanno scoperto che forse spendere soldi per una festa fuori stagione non è ragionevole, adesso io mi aspetto che si parli anche del fatto che fare un Carnevale nel periodo in cui ci si avvia alla chiusura dell’anno scolastico sia assolutamente fuori luogo. 
Per cui, rivolgo a tutti un accorato appello: affinché quelle formichine già trasformate in cicale non finiscano per divenire finanche dei poveri ciuchi, che quella festa, se proprio si deve, si faccia in un periodo diverso, ad esempio d’estate e poiché si parla da sempre di destagionalizzare il turismo, perché no, si faccia a Settembre, proprio prima che cominci la scuola. Ma aggiungo una riflessione, se intendi rivolgere una proposta del genere alla città intera, a chi penseresti di chiedere sostegno? Di certo, io credo, a tutti gli insegnanti e ai Presidi, in particolare. E invece no, ti sbagli. Per il Preside del Liceo Classico, la scuola che per eccellenza è la roccaforte della cultura cittadina, le cose non stanno proprio così. 
Come ogni anno, infatti, tra pochi giorni le scuole chiuderanno per festeggiare il Patrono, ma non un solo giorno, come avviene ovunque in Italia, bensì due e questo, dopo aver chiuso già dodici giorni per le elezioni regionali e le festività di tutti i santi e dopo che, fra breve, assisteremo, ancora una volta, alla solita chiusura per le elezioni nazionali. Non bastasse ciò, bisogna aggiungere al già ricco programma pasquale, l’inevitabile precetto, doveroso certamente per uno Stato che si dice laico, la festa (?) (non so cosa ci sia da festeggiare) della Autonomia Siciliana e infine il periodo carnevalesco o come dicono toscanamente gli sciacchitani “carnascialesco”, il quale si presume non richiederà un impegno limitato ai soli due giorni previsti da calendario, bensì a tutto il periodo di preparazione; praticamente, scuola già finita. Facendo una rapida e approssimativa somma, per l’appunto, oltre un mese e più di vacanze da aggiungere a quelle già previste dal calendario, tanto che si rischia di mettere seriamente a rischio il minimo dei 200 giorni effettivi richiesti, cioè di giorni di lezione effettivamente svolti, per la validità dell’anno scolastico. Ma cosa vuoi che sia per la formazione culturale dei ragazzi tutto questo? In effetti, se perfino il Preside di una scuola come il Classico, scuola che una volta era sinonimo di dedizione, impegno e ancor più di cultura, arriva ad affermare che fare il carnevale è più importante di andare a scuola, a questo punto, capisco tutto il resto. Capisco perché nessun insegnante e dirigente scolastico ha mai provato ad alzare la voce o meglio a prendere carta e penna per denunciare ciò di cui si è detto e che potrebbe estendersi fino alla discutibile e deprecabile abitudine del ritiro anticipato dalle lezioni a fine Maggio in uso da tempi memorabili oramai a Sciacca. Capisco anche che, se si dice, come ha detto il Preside, che la città per guardare al futuro deve puntare su manifestazioni come il carnevale più che sulla cultura, non ci si può poi preoccupare banalmente dei pochi giorni persi. Capisco infine che una città che non trova in queste dichiarazioni nulla per cui valga la pena di indignarsi, inevitabilmente è una città che non ha un futuro. 
Concludo questa mia preghiera nonché questo mio accorato appello, invitando tutti i cittadini a far proprie le parole di Nelson Mandela, uomo e premio Nobel della cui saggezza credo nessuno possa in alcun modo dubitare, il quale affermava: L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo. 

Carnevale di Sciacca, Di Paola incontra Battiato: Non voglio sprecare fondi comunali 
Incontro con i carristi per fissare la data dell’edizione 2013 del Carnevale di Sciacca 

04 gennaio 2013

La Campana di marmo di Calarasanu a Menfi nel 45° del terremoto

da: Marmo e barrique, storie di cultura e di amicizia tra Timisoara e la Sicilia  di Gianluca Testa  
Avvenimenti, anche tragici, possono, a volte, generare delle situazioni che li illuminano con un’altra luce, dove ombre e lati più bui soccombono al cospetto di alcuni particolari che per la loro normalità possono apparire, a volte, eccezionali. 

È una questione d’interpretazione e, perché no, di pathos, che permette ai particolari di prendere vita propria e di diventare unici. È quello che è accaduto durante un viaggio con alcuni amici romeni, di Timisoara, nella primavera del 2012. Tra due amici imprenditori, un altro amico, uno scultore di fama, eclettico e sincero, amante del buon vino e delle scarpe di classe, Stefan Calarasanu. Forse era stato proprio il particolare delle scarpe ad attrarmi a Stefan, o forse è stato il suo essere squisitamente, profondamente artista a trascinarmi nel vortice della sua emozione quando, nel nostro primo viaggio in Sicilia, terra delle mie radici materne, assorto dal tragico fascino delle rovine del sisma del lontanissimo ’68 della Valle del Belice, mi disse che avrebbe voluto, con tutto il cuore, lasciare una sua testimonianza in quel lontano paese siciliano, Menfi. C’è sempre una motivazione che spinge noi uomini a scegliere ed a decidere ed io, come tutti, ho le mie. 
L’idea mi è piaciuta moltissimo e, dopo aver acquistato un blocco di puro marmo ad agosto a Custonaci, ventre di moltissime opere, anche di ellenica memoria, e dopo aver preso accordi con il Sindaco ed alcuni consiglieri del Comune di Menfi, lo scorso settembre, l’amico Stefan atterrava a Palermo per iniziare la sua opera. 
Commovente l’aiuto e la genuina curiosità di molti concittadini che, tra un sorriso ed un discorso, hanno partecipato con la loro forza coinvolgente al lavoro di Stefan. Ad essere sincero, senza quei sorrisi, senza quelle curiosità sinceramente spontanee, non sarei riuscito ad aiutare Stefan. Tra la polvere del marmo, il caldo di un’estate in discesa, la sua opera, concedetemi di dire la nostra opera, prendeva forma. Il parallelepipedo di marmo bianco, prelevato dalle cave di Custonaci, in poco più di due settimane si stava trasformando in un pensiero solido di un uomo impressionato dalle macerie, vecchie di quarant’anni, del terremoto del Belice. Lui, artista contemporaneo, amico di un figlio di quella terra assolata trapiantato, prima nel nord Italia e, poi, regalato alle cure di una Nazione carica di contraddizioni e di veri talenti. 
La piazza principale di Menfi accoglierà l’opera di Stefan, così che molti, tantissimi menfitani potranno ricordare e dire che hanno conosciuto quel simpatico artista romeno che parlava una lingua tutta sua, che di italiano aveva molto poco, ma che, incredibilmente, si lasciava capire. Un po’ come i simboli che Stefan regala alle sue opere, tutte le sue opere. Simboli che non significano nulla e che dicono tutto del suo essere, di quello che fuoriesce dalla sua voglia di esprimersi, dalla sua voglia di esprimere l’arte che gli cresce dentro. Così come nelle sue campane, così come nei suoi stivali, alcuni giganteschi, possenti, talmente veri da rendere percepibile quel calore che ne rimane all’interno dopo che sono stati indossati.  
Caro Gianluca, non so se ti ricordi di me. Ma tra le persone che hai incontrato e conosciuto a Menfi negli anni terribili del post-terremoto c'ero anch'io. Spesso raggiungevo te e tuo fratello nella casa che abitavate di fronte alla Chiesa del Collegio e andavamo in giro per quella Via della Vittoria, voi ragazzini ed io studente universitario più cresciutello. Ricordo la vostra grande curiosità e precisione, rasentante talvolta la pignoleria; doti non comuni in ragazzi della vostra età. Sono profondamente commosso per il legame che mantieni con Menfi, dove nel 45° anniversario del sisma verrà posata la campana di marmo, opera dello scultore rumeno Stefan Calarasanu, tuo amico e adesso amico di tutti noi. L'iniziativa ti fa onore e, assieme a Stefan, ti ascriverà tra i menfitani degni di memoria. Giorno 15 Gennaio ci sarò anch'io a Menfi, con tanta voglia di rivederti. Grazie Gianluca! 


Marmo e barrique, storie di cultura e di amicizia tra Timisoara e la Sicilia 
in Orizzzonti Culturali Italo-Romeni 
Leggi anche dal mio blog: Valle del Belice '68 - Per non dimenticare 

11 luglio 2012

Per Giovanni ed Emanuela

Il sole non spunterà più per loro, 
non faranno più progetti per il futuro 
né per il dolce frutto dell'amore 
che avevano concepito. 
Uno schianto improvviso, fatale, 
ha dilaniato i loro corpi, 
fermato per sempre il loro respiro 
nell'ultimo abbraccio straziante, 
fra le lamiere contorte, 
lungo la Fondovalle Palermo - Sciacca 
che percorrevano nell'ora più calda 
di un luglio infuocato. 

Io non li conoscevo di persona 
ma la loro sventura mi ha turbato 
come ha sconvolto quanti li conoscevano e stimavano. 
Penso allo strazio dei genitori e familiari 
e a quanto sarà difficile per loro trovare conforto. 



Non si può morire a trent'anni, 
ad un anno dalle nozze, 
assieme ad una creatura 
che chiude gli occhi alla vita 
ancor prima di vedere la luce. 

Non è giusto! Non è umano! 



Neanche a credere che Dio 
non turba mai la gioia dei suoi figli, 
se non per prepararne loro una più certa e più grande. 

06 maggio 2012

Oggi e domani Sciacca va al voto


... con 370 candidati al Consiglio Comunale in appoggio a 5 candidati a Sindaco, distribuiti in 13 tra liste civiche, liste di partito e raggruppamenti per 30 posti di consiglieri. Fino a poche settimane addietro, la percentuale dei cittadini orientati a disertare le urne era elevatissima perché Sciacca vive da troppo tempo in uno stato penoso di abbandono. Oggi questo numero sembra scemare, considarato il fatto che tanti sono stati inseriti in lista allo scopo di racimolare voti tra parenti, amici, colleghi di lavoro. Tra i candidati a sindaco troviamo qualche vecchio politicante riciclato, qualche personalità locale che da sempre ha avuto le mani in pasta o ex candidato trombato in cerca di rivincita, alcuni professionisti che appaiono per la prima volta ma senza grandi possibilità. L'unica novità di rilievo sembra rappresentata dai giovani della lista 5 stelle che hanno mostrato voglia di impegnarsi, capacità di rottura con i riti logori della vecchia politica e desiderio di cambiamento. 

La città, intanto, langue. Non voglio parlare della crisi economica, dello stato drammatico delle attività commerciali, dell'agricoltura, della marineria. Non faccio cenno alla condizione di tante strade, più simili a mulattiere. Con le foto che seguono, scattate ieri, intendo mostrare in quali condizioni di dissesto si trova Sciacca alla vigilia del voto. 


Questa è la piazzetta S. Vito come si presenta a chi si muove per Via Licata. I lavori di sistemazione sono finiti da mesi ma lo spazio è ancora transennato e non fruibile. 


Questa è una buca apertasi da poco in Via Pietro Gerardi ma non sappiamo quando verrà chiusa. Qualche buontempone ha applicato sulla transenna un cartone con la scritta "ESPRIMETE IL VOSTRO DESIDERIO". 


Questa è una delle tante aiuole in Via Cappuccini. Potrebbe essere piena di fiori, potrebbe anche essere vuota ma pulita; è piena di erbacce che attendono di diventare fieno. 


Cassonetti in bella vista all'ingresso della città, per fortuna svuotati. 


Ecco l'uscita Ovest della città, dove le transenne da parecchi mesi indicano che la strada suburbana che collega con le contrade Capo San Marco e Foggia risulta impraticabile. 

Perché gli abitanti di Sciacca dovrebbero sperare che cambi qualcosa? 
Perché il turista dovrebbe scegliere Sciacca come luogo di soggiorno e non andare altrove? 


Attendo qualche risposta.


Leggi anche La città di Sciacca merita di più? 

30 aprile 2012

BEPPE GRILLO IN PIAZZA SCANDALIATO A SCIACCA




Così si presentava ieri sera Piazza Scandaliato a Sciacca, come nelle grandi occasioni quale la festa della Madonna del Soccorso il 15 agosto o l'ultima sera del carnevale. Migliaia di persone, gruppi familiari, giovani, pensionati, uomini e donne di tutte le età e condizioni sociali sono accorsi in piazza per ascoltare il comizio di Beppe Grillo che veniva a presentare il suo movimento e la lista dei candidati a Sciacca per la prossima tornata delle amministrative. 

In attesa del comico prestato alla politica, che veniva da Palermo dove si era esibito nel tardo pomeriggio, la gente mostrava curiosità ed interesse. Gli spezzoni dei discorsi che ho potuto raccogliere parlavano di euro, di crisi della politica, di tasse, di corruzione, di necessità di una svolta. Quello che faceva meraviglia era la quantità di gente assiepata e l'uniformità e condivisione delle parole d'ordine. Quando Beppe Grillo è salito sul palco, si è fatto un silenzio quasi religioso e le provocazioni dell'ex comico, ormai note ma pienamente motivate, sono state punteggiate da applausi scroscianti. 


Quella di ieri sera è stata finora l'unica grande manifestazione di piazza in questo scorcio di campagna elettorale per l'elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale. Presumo che nei pochi giorni che restano ormai al voto, i big dello sfascio continueranno a demonizzare Grillo come campione dell'antipolitica e a raccogliere i loro adepti al chiuso, i candidati continueranno a distribuire i loro santini per strada mentre la popolazione si chiederà più di prima se e per chi votare. 


I ragazzi della lista Cinque Stelle mostrano, comunque, di essere estranei al sistema e di avere tutte le carte in regola per dire la loro in Consiglio Comunale. Male che vada, non riusciranno ad attuare il loro programma ma non potranno produrre il danno di decenni di amministrazioni inconcludenti che sono riuscite a portare la città di Sciacca nello stato in cui oggi si trova. 

21 aprile 2012

La città di Sciacca merita di più?

Tre anni fa, l'11 maggio 2009, alla viglilia delle Elezioni Amministrative del 6-7 giugno che avrebbero confermato Sindaco al primo turno il Dottor Vito Bono, pubblicavo il seguente post La città di Sciacca merita di più che anche il sito L'ALTRASCIACCA aveva condiviso con vero entusiasmo. 

Oggi, senza voler entrare nelle motivazioni che hanno portato alla crisi, alle dimissioni del Sindaco e alle elezioni anticipate, a due settimane dalle prossime Amministrative del 6-7 Maggio, rileggendo il post di cui sopra, mi sono accorto che le condizioni della città appaiono - se possibile - peggiorate, e che gli argomenti in esso trattati sono tutti ancora validi.  
Per questa ragione mi accingo a rieditarli chiedendomi perché e, soprattutto, per chi i cittadini di Sciacca dovrebbero andare a votare. 

Dotata da madre natura di una posizione geografica incantevole, protetta a Nord dalle estreme propaggini dei monti Sicani, Sciacca si affaccia ad anfiteatro sul Canale di Sicilia. La storia antica e travagliata l'ha fornita di splendide chiese e dimore patrizie, oggi in grave degrado; di una cinta muraria assai compromessa a causa di dissennati interventi urbanistici e di edilizia selvaggia. La città è servita da un porto peschereccio e da una marineria che sopravvive e opera in grande difficoltà; possiede un centro storico di notevole bellezza che, con adeguati interventi, potrebbe mettere in luce le sue importanti vestigia. Il suo tracciato viario, d'impianto medievale, è soffocato dall'attuale, caotico traffico automobilistico ma, attraverso un'adeguata bonifica, potrebbe soddisfare un movimento di piccoli mezzi pubblici di trasporto urbano, di bici, motocicli, sempre che ampi e comodi parcheggi vengano costruiti nelle aree periferiche; è dotata, inoltre, di una consistente ricettività turistico-alberghiera e di uno stabilimento termale con impianti, attrezzature e personale adeguati, ma in perenne crisi finanziaria. 
Ha tutto quello che serve, insomma, ad assicurarle uno sviluppo economico, basato principalmente sul turismo, e farne una ridente cittadina termale.  

Cosa le manca? 
A parere mio, e di molti altri concittadini, le è mancata una sana gestione della cosa pubblica, l'impegno in politica di persone creative, capaci di programmare il futuro partendo dall'esistente, per trasformarlo nel medio-lungo periodo.  
Tra gli interventi da realizzare, immagino:  
  • un sano recupero del centro storico (strade, plazzi, chiese ecc.); 
  • una bonifica dei quartieri storici (Marina, S. Michele); 
  • la realizzazione di parchi, giardini e parcheggi nelle zone periferiche e l'introduzione di un agile servizio di bus-navetta tra le periferie e il centro storico; 
  • il recupero della bella scalinata che collega la piazza Scandaliato al porto;
  • il rilancio delle terme e il completamento del teatro Samonà;
  • il rifacimento e completamento del sistema idrico e fognario e di depurazione;
  • un forte sostegno all'iniziativa privata nei settori della pesca, agricoltura, turismo e servizi. 
Per fare quanto sopra, occorre che amministratori seri e di grande spessore abbiano la visione di una città proiettata nel futuro e la voglia di coinvolgere la comunità cittadina in un grande progetto di cambiamento. In vista della campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione civica si assiste, invece, al solito balletto di nomi, alle solite schermaglie fra "vecchi arnesi" della politica politicante, che sono tra i maggiori responsabili dell'attuale oblìo.  

Penso che la maggioranza dei cittadini, profondamente delusi e nauseati della gestione che si è fatta della città, chieda a chi si candida al difficile compito di amministratore, queste poche cose: 
  • un programma serio, concreto e fattibile di sviluppo;
  • una chiara visione d'insieme dei problemi da affrontare;
  • la scelta di collaboratori onesti e competenti;
  • la capacità di gestire la cosa pubblica con la responsabilità e l'equilibrio del buon padre di famiglia;
  • la totale autonomia d'azione, per non sottostare a ricatti e condizionamenti da parte di chi vuole avere sempre le mani in pasta;
  • l'ambizione di volere operare guardando al bene comune e non al piccolo o grande tornaconto personale, di bottega, di partito o fazione. 

So bene che questi concetti suoneranno fastidiosi e risibili alle orecchie di quei mestieranti della politica che spesso nel degrado e nell'impoverimento della loro comunità fanno affari e s'ingrassano, ma sappiano che questo è il pensiero più diffuso fra i cittadini e, insieme, la ragione dell'allontanamento dalla vita politica di tante persone per bene. 

* L'introduzione storico-paesaggistica è stata scritta a vantaggio di quanti la città non la conoscono, ma anche di quei concittadini che spesso se ne dimenticano! 


Ps: valeva tre anni fa e ancor di più vale oggi! 

15 febbraio 2012

A Sciacca anche il Carnevale fa default

La 112° edizione del Carnevale di Sciacca è sfumata miseramente: il bilancio del Comune è in profondo rosso, il sindaco Bono si è dimesso e in primavera si andrà ad elezioni anticipate.  Anche Peppe Nappa ha dato forfait e non oso immaginare il disappunto di tutta la popolazione saccense che intorno al Carnevale da sempre ha costruito il proprio sogno di riscatto.  

Maestranze, carristi, parolieri, musicisti, coreografi - per non parlare dei negozianti - quest'anno sono rimasti profondamente delusi e amareggiati. 

Io penso, però, che questa défaillance sia da considerarsi un episodio eccezionale, che vada vissuta come un anno sabbatico per ripensare tutta l'organizzazione e la gestione, anche finanziaria, dell'importante manifestazione popolare. 
Il Carnevale di Sciacca non può morire ma non può sopravvivere come un evento fine a se stesso.  Va ripensato sicuramente in relazione ad un vero progetto di sviluppo della città di Sciacca, di rilancio delle sue notevoli potenzialità e risorse, in primis il turismo.  



A Febbraio niente carnevale a Sciacca 
I SOLDI PER IL CARNEVALE DI SCIACCA 2012? 
FACCIAMOCELI DARE DALLA REGIONE!
La storia del Carnevale di Sciacca 


Ps: C'è da augurarsi che i cittadini di Sciacca vengano messi nelle condizioni di eleggere, nella prossima tornata amministrativa, un Sindaco e una compagine consiliare sinceramente votati al rilancio socio-economico della città e delle sue infrastrutture. 
Relativamente al malumore dei commercianti per i mancati profitti, no comment. Fino a quando rivendicheranno il passaggio delle automobili private davanti alle loro vetrine, senza capire che debbono alzare le barricate per chiedere che il centro storico diventi isola pedonale, con parcheggi e bus-navette opportunamente predisposti, non meritano considerazione alcuna.  

24 ottobre 2010

Attività commerciali e traffico nella Via Licata di Sciacca

In concomitanza con i lavori di riqualificazione urbana del sistema delle Piazze lungo Via Giuseppe Licata, il tratto di strada che va dalla Chiazza a Porta Palermo risulta temporaneamente chiuso al traffico veicolare.
Mi è capitato in questi giorni di andare a piedi per quel tratto di strada e ho notato piacevolmente che era affollato di pedoni. Ci si poteva, finalmente, soffermare davanti alle vetrine dei negozi senza l'incubo di essere investiti da autoveicoli in transito. Per non parlare dell'assenza di smog e della possibilità di respirare a pieni polmoni. 
In poche parole, non mi sembrava di essere in quel budello di Via Licata che tutti conosciamo, ma lungo il corso di Cefalù.
Dico questo per ricordare all'Amministrazione Comunale, ai commercianti della zona e ai cittadini tutti che, una volta riqualificata quell'area, occorrerà interdire la Via Licata al traffico veicolare privato (fatta eccezione per i mezzi di servizio) predisponendo un servizio di bus navetta per favorire l'accesso a quanti non possano raggiungerla a piedi. Mi sembra questo il modo più idoneo per completarne la riqualificazione e promuoverne l'attività commerciale.
Spero che anche gli esercenti interessati se ne rendano presto conto.

31 agosto 2010

ESTATE 2010 A SECCAGRANDE


Per la prima volta, da quando vi trascorro i mesi estivi, Seccagrande mi è apparsa come una bella località balneare e non un agglomerato di case sul mare. Va dato merito alla nuova amministrazione comunale, guidata dal giovane Carmelo Pace, di aver avviato il cambiamento.
Non voglio entrare nelle polemiche che hanno accompagnato la candidatura e l'elezione del Sindaco. Voglio rilevare però, per inciso, che è stata sgradevolmente strumentale la presentazione di una seconda candidatura di servizio al fine di consentire a Pace la sicura elezione ma politicamente più grave e incomprensibile mi è sembrata la mancata presentazione da parte del centro-sinistra di una candidatura e di una formazione che avrebbe, comunque, assicurato se non la vittoria almeno la costituzione di un'opposizione in consiglio comunale, oltre al mantenimento nella cittadina di un raggruppamento politico irrinunciabile. Tant'è: Pace è il nuovo sindaco e il centro-sinistra a Ribera si è volatilizzato.

Ma torniamo a Seccagrande. A poche settimane dall'insediamento della nuova giunta, la borgata marina ha cominciato ad offrire un aspetto notevolmente migliorato. La spiaggia sin dall'inizio di giugno ha visto i primi interventi di sistemazione e pulizia. Quotidianamente i cestini vengono svuotati invogliando i bagnanti ad utilizzarli; il marciapiedi sul lungomare viene regolarmente spazzato mentre i mezzi della Sogeir e quelli del Comune puliscono le strade principali e le irrorano. Le siepi di oleandri che separano le due carreggiate del lungomare sono state sfrondate e ripulite con cura mentre sono state ripristinate le lampade e i fanali dell'illuminazione pubblica. Sono stati programmati spettacoli d'intrattenimento sia nello spazio pubblico che nei locali che si sono dotati di ombrelloni uguali, del colore delle arance, prodotto principe dell'agricoltura riberese. Interessanti e molto apprezzati i mercatini del lunedì che hanno consentito l'acquisto di frutta, ortaggi freschi ecc. direttamente dal produttore. Soddisfacenti le serate fieristiche con espositori provenienti anche da altre province, che hanno fatto apprezzare la chiusura al traffico del lungomare. 

E mi fermo qui per sottolineare come ci voglia poco per rendere accogliente una località di villeggiatura e piacevole il soggiorno di turisti e residenti. 
Un meritato grazie, dunque, all'Amministrazione Pace. Siamo certamente assai lontani dagli anni in cui le barche si distribuivano su tutto il litorale e le giostre venivano montate nell'area balneabile ma molto ancora rimane da fare ed è augurabile che la nuova amministrazione se ne faccia carico attraverso un piano articolato di rivalutazione della borgata. 
Per fare degli esempi concreti, occorrerebbe che venissero smantellati i campetti da gioco - improvvidamente allocati al margine della strada di accesso alla borgata priva di marciapiedi e in prossimità di una curva chiusa - che rappresentano un grave pericolo per ragazzi e passanti, oltre a produrre disagio agli abitanti e villeggianti della zona. Al posto dei campetti, delle aiuole circostanti incolte e dell'attuale parcheggio si potrebbe realizzare un grande parcheggio attrezzato e a pagamento in modo da ridurre al minimo il traffico automobilistico sul lungomare. Si potrebbe operare per promuovere la progettazione e costruzione  di un porto-canale in prossimità della foce del Magazzolo per accogliere in sicurezza le numerose barche, attualmente parcheggiate precariamente lungo un tratto del litorale. Occorrerebbe realizzare uno spazio idoneo per la fruizione degli spettacoli d'intrattenimento, senza intasare le corsie del lungomare. Sarebbe opportuno che nei mesi estivi Polizia urbana e Carabinieri vigilassero sulla borgata facendo rispettare il Codice della strada e non solo; che un'ambulanza stazionasse nell'area per garantire interventi d'emergenza; che il servizio di nettezza urbana venisse assicurato anche nelle aree più periferiche.
Queste sono soltanto alcune idee, espresse nella convinzione che l'attuale amministrazione e il Sindaco Carmelo Pace vorranno accoglierle per fare di Seccagrande un luogo sempre più apprezzato di soggiorno e villeggiatura. 



p.s.: qualora il sindaco e i suoi collaboratori volessero partecipare ad altri spettacoli canori, tipo karaoke, farebbero bene a prendere qualche lezione di canto.

03 maggio 2010

I MOSTRI MARINI DI SIRACUSA

A considerare le mostruosità operate in Ortigia, si direbbe che i Siracusani, nostri contemporanei,  non amino il mare, a differenza dei loro antenati greci che del mare e sul mare vivevano rispettandone gli equilibri.

La prima grande opera che ha precluso la vista del mare per un lungo tratto è stata la realizzazione del Parcheggio Talete sul Lungomare di Levante. Non che Ortigia non avesse bisogno di vaste aree di parcheggio ma quella è stata una scelta sconsiderata, molto di più lo è la gratuità del servizio e la mancata custodia della struttura con il conseguente irreversibile degrado.

Il 1° Maggio scorso (due giorni fa), giunto a Siracusa di ritorno da una gita nella penisola sorrentina, sono rimasto profondamente turbato dall'impatto con la muraglia di manufatti cementizi che preclude la vista del Porto Grande da Piazza Marina. Una situazione davvero sconcia e oscena, si chiama "INTERVENTI DI RIQUALIFICA FUNZIONALE DELLE BANCHINE DEL PORTO GRANDE DI SIRACUSA (Consegna lavori 23.05.2008 - Scadenza 8.11.2010). Ma i lavori sono fermi, i blocchi sono rimasti lungo la banchina del porto, la piazza versa in un totale degrado perchè i manufatti realizzati con cemento depotenziato non sono utilizzabili alla bisogna e risultano sottoposti a sequestro da parte della Procura della Repubblica.
Nell'articolo del 31 Agosto 2009 su SIRACUSANEWS "Lavori Porto Grande Siracusa: Entro Febbraio 2010 Il Mare Tornerà A Splendere" si legge "A chi, passeggiando nei dintorni del Foro Italico, non viene una certa malinconia nel vedere la Marina di Siracusa letteralmente “murata” da più di un anno? Sembra quasi un’immagine sbiadita tra i ricordi dei siracusani più nostalgici, quella azzurra distesa di mare, in una cornice paesaggistica tra le più belle del Mediterraneo. Trascorsa la seconda estate senza la possibilità di godere della storica Marina aretusea, dove il "passìo" di una volta ha lasciato la scena ad un mortorio quasi inevitabile, si cerca di capire quanto resta ancora da aspettare per vedere risplendere un panorama rimasto congelato nella memoria dei suoi ammiratori".
C'è da augurarsi che i responsabili di tanto scempio paghino e che i Siracusani e non solo loro possano presto tornare a godere della vista di un panorama unico e incomparabile, denso di memorie storiche e di richiami mitici. Ma, dati i tempi che corrono, non c'è molto da sperare: i reati saranno presto prescritti e i responsabili 'premiati'!

Per onestà devo anche dire che la città, nel suo complesso, appare più curata e pulita rispetto a qualche anno fa, con una viabilità migliorata e strade, piazze e interi quartieri bonificati. 

Ma come non notare, giungendo in Piazza Archimede, cuore pulsante di Ortigia, il degrado incredibile del più antico e austero edificio ornato, si fa per dire, di  ciuffi d'erba che crescono rigogliosi fra gli interstizi dei blocchi di pietra del suo prospetto?

21 aprile 2010

BREVE VACANZA: Costiera amalfitana e Penisola sorrentina

Informo gli amici di FB e del mio blog che dal prossimo 24 Aprile al 1 Maggio mi concederò una breve vacanza, anche da loro, per visitare uno dei più begli angoli della nostra Italia: la Costiera amalfitana e la Penisola sorrentina.

Quella che intendo visitare è, per dirla con Saviano, la parte più ridente di "una terra merav­igliosa e purtroppo dev­as­tata, la cui bellezza però con­tinua a darmi forza per sognare la pos­si­bil­ità di una Italia diversa", una zona che amo molto e che merita tutta la nostra attenzione. 
Il mio blog e la mia pagina FB, pertanto, nel suddetto periodo non saranno aggiornati puntualmente. Prometto, comunque, che l'attività riprenderà regolarmente a partire dal 2 Maggio prossimo con un resoconto video-foto sull'esperienza turistica che mi accingo a realizzare. Spero che i miei lettori continueranno ad entrare  nelle mie pagine e che mi perdonino questa breve interruzione.

Approfitto per mandare un caro saluto ai miei 121 amici di FB, ai 90 fan di Le mie idee, alle migliaia di visitatori del mio blog. A presto, Victor.

P.S.:  Prego chi avesse suggerimenti da darmi su attrattive paesaggistiche, architettoniche, culturali, culinarie, ecc., della zona

16 aprile 2010

SCIACCA - CARNEVALE DI PRIMAVERA ... ?

La 110 Edizione del Carnevale di Sciacca, con la tradizionale sfilata dei carri allegorici, avrà luogo inusitatamente nel cuore della stagione primaverile, dal 14 al 16 Maggio. 
Si attende in città una massiccia presenza di visitatori che, dato il bel tempo e le giornate lunghe, avranno modo di partecipare alla gioiosa manifestazione e di scoprire gli angoli più caratteristici di Sciacca e la cucina prelibata a base di pesce del suo mare. 
Tutto è pronto per questa edizione straordinaria che sembra destinata ad avviare alla grande la stagione turistica estiva.



Si è fatto attendere ... ma sta arrivando!

Carnevale di Sciacca: 110 anni di storia



11 aprile 2010

TORNA A SCIACCA COLBAC DAY

PROVE IN MARE: 
SABATO 8 E DOMENICA 9 MAGGIO 2010

Dopo il successo riscosso nell'edizione '09, ritorna il COLBAC DAY, una due giorni dedicata alle prove in mare dei battelli 5.80 e 7.20
L'evento avrà luogo Sabato 8 e Domenica 9 Maggio, nel Porto turistico di Sciacca, presso il CIRCOLO NAUTICO "IL CORALLO".
Testimonial della manifestazione sarà Domenico Giardina, Campione Mondiale Endurance Gruppo B, Categoria Boat Production.

Colbac Marine presenta i suoi ultimi modelli di imbarcazioni e battelli pneumatici da diporto.
Al Porto turistico di Sciacca, presso il Circolo nautico "Il Corallo", anche tu potrai provare in mare il modello che più ti piace: il 580 comfort - Elegant o il 720 Comfort - Elegant

Io personalmente sono affascinato da questo 5.80 elegant full-optional che presto sarà mio. Rispetto al modello standard la cura dei paricolari e delle finiture è straordinaria.
In tutta la linea, comunque, il rapporto qualità - prezzo è veramente imbattibile. Vieni anche tu e te ne renderai conto di persona. 




Da provare anche questo 7,20 con motore da 250 hp. Sfreccia sull'onda al pari di una saetta con una tenuta del mare incredibile!








Colbac Marine è un'azienda gestita da veri appassionati del mare e della nautica che amano curare il loro prodotto sin nei dettagli più minuti. Per questa ragione si sono assicurati un'importante nicchia  di mercato in un settore alquanto difficile ed esigente. 
Vieni a conoscere anche loro e se non sei un appassionato, lo diventerai per forza. 
Ti aspettiamo!



Per maggiori informazioni: 
Colbac Marine - C/da Donna Vanna - 92016 Ribera (AG)
e-mail:
colbac2004@libero.it
Tel/Fax: 0925543558 - 0925543648 
Cell: 3275848770

05 marzo 2010

UN BLOG CHE CHIUDE - UNA VOCE CHE SI SPEGNE

Caro Massimo, non ti conosco personalmente ma come esponente della CGIL a Sciacca e in provincia di Agrigento. Dal tuo blog traspira fortissimo il tuo amore per la città natale, per le persone che nel tempo l'hanno onorata con la loro opera, per quanti non ci sono più e che tu ricordi con immutato affetto. Il tuo blog mi ha permesso di rivisitare momenti, situazioni e personaggi, anche ambigui, di Sciacca e non solo. L'ho trovato, però, sempre animato dal desiderio di contribuire a migliorare la situazione socio-economica di questa città che ha tutte le condizioni naturali e infrastrutturali per diventare un polo turistico notevole, solo che ci fossero gli uomini capaci di farla decollare. Sciacca è la città in cui vivo, che anche a me sta molto a cuore da quando ci ho frequentato il Liceo Fazello, ci sono tornato come insegnante e da otto anni ci risiedo. Anch'io, come te, nutro il sogno di vederla presto in grado di risolvere i suoi annosi problemi.

Per questo ti consiglio di soprassedere sulla decisione di chiudere il tuo blog: cambia ritmo nella pubblicazione dei post, non inseguire necessariamente i fatti del giorno, proponi spunti di riflessione, ma non chiudere. Non fare della tua una voce che si spegne. Le nostre "voci nel deserto" hanno ancora qualche buona ragione per esserci nella babele insopportabile di un'informazione telecomandata, e qualche orecchio attento che le ascolta.

01 marzo 2010

INTERVISTA VOLANTE A VITO BONO, SINDACO DI SCIACCA

Questa mattina ho incontrato per Via Cappuccini il Dottor Vito Bono, Sindaco democratico di Sciacca. Come ha sempre fatto, va a piedi da casa fino all'edicola Coco per prendere i giornali e si ferma a parlare con tutti, come un qualsiasi cittadino. Gli ho chiesto un'intervista volante per il mio blog sui problemi della città e sulle difficoltà che incontra chi l'amministra. Si è dimostrato disponibile e ne è nato questo confronto che riporto liberamente.
Alla domanda - "Quali sono le difficoltà che un sindaco proveniente dal mondo delle professioni incontra nell'amministrare una città come Sciacca? - mi ha risposto che chiunque si trovi a fare questa esperienza vive le stesse difficoltà: la burocrazia che fa marcire i problemi, la scarsa collaborazione dei dipendenti comunali, il bilancio in deficit che non consente neanche l'ordinaria amministrazione. Se per qualsiasi intervento, anche per la potatura degli alberi un sindaco è costretto a ricorrere alle conoscenze personali, ad affittare il cestello necessario per l'intervento, si capisce come sia difficile programmare interventi straordinari per far fronte alle frane, per rispondere alla crisi dell'agricoltura, della pesca ecc.
Poi gli ho chiesto come si spiega che cittadine turistiche del centro-nord conservano ancora il loro decoro e garantiscono servizi efficienti. Mi ha risposto che qui, noi, siamo come una famiglia oberata dai debiti, che alla fine del mese non riesce a far quadrare il bilancio, neanche a far fronte alle spese di prima necessità. "I cittadini dovrebbero capire in quale situazione d'emergenza ci troviamo ad operare". Inoltre i parlamentari, a causa dell'attuale legge ellettorale (da cambiare al più presto) hanno abbandonato ogni rapporto con le comunità che dovrebbero rappresentare perchè sanno che la loro elezione discende dall'alto.
Alla domanda se la Regione potrebbe intervenire concretamente per affrontare i problemi straordinari quali le frane, il degrado di alcuni quartieri, la viabilità, mi ha risposto che "sono più indebitati di noi".
Dalle sue parole traspare un profondo scetticismo e alla mia domande se si ricandiderebbe alla fine di questo mandato, mi ha risposto che ogni buon cittadino prova a fare qualcosa per il comune in cui vive, lui questa esperienza la sta facendo e a otto mesi dal suo insediamento è in grado di dire che alle attuali condizioni non riproporrebbe più la sua candidatura.
Poi con amarezza aggiunge che i sindaci, in un Paese in grave disfacimento, sono rimasti l'ultimo baluardo inerme in trincea, alla difesa di uno Stato che fa acqua da tutte le parti e sono con le mani legate. 
Giunti in prossimità di casa sua mi rendo conto che adesso inizia la sua giornata di lavoro al servizio della città e lo saluto - "Auguri Signor Sindaco e grazie per la sua grande disponibilità e per essere rimasto la persona semplice e affabile di sempre".

16 febbraio 2010

PONTE SULLO STRETTO: PER COLLEGARE 2 REGIONI IN UNA SOLA FRANA?

Dopo l'ennesima frana a San Fratello nel Messinese (Il comune alle pendici dei Nebrodi  è ormai un paese fantasma. La massa di terreno sta scendendo a valle trascinando via i pali della luce e gli abitanti sono stati evacuati); dopo quella impressionante ripresa dal vivo a Maierato (VV) dove frana un costone di montagna (A causa del maltempo la montagna è crollata minacciando il paese sottostante. Molti abitanti sono stati evacuati), torna alla ribalta, perpotente, il tema del dissesto idrogeologico che interessa gran parte dei comuni calabresi e una parte consistente delle province di Palermo e Messina.





Un governo serio, in grado di guardare ai problemi reali e di entrare in sintonia con i cittadini, predisporrebbe immediatamente un vasto piano di risanamento di quelle aree e una normativa rigorosa, capace di evitare per il futuro un uso tanto dissennato del territorio.

Il cosiddetto governo del fare, viceversa, in perfetta sintonia soltanto con il mondo degli affari e della speculazione, progetta il Ponte sullo stretto per collegare due regioni in frana perenne.
Non oso immaginare cosa pensino, in proposito, gli abitanti di quelle aree devastate e con quale atteggiamento vedranno ergersi i piloni del ponte sospeso sulle loro teste; neanche le riflessioni degli italiani sensati, alle prese con gli effetti della crisi e alla luce dello scandalo della Protezione civile.

La costruzione  del Ponte, tuttavia, sarà avviata, naturalmente a spese di tutti gli italiani, con i criteri già abbondantemente collaudati dalla Protezione civile (Spa ?), costerà il doppio o più di quanto preventivato e ingrasserà i soliti noti. Assisteremo alle passerelle del premier ad ogni stato d'avanzamento dell'opera mentre le aree collegate continueranno a franare in un perenne sfacelo. 
Sarà un bel vedere!

16 ottobre 2009

I progetti vacui qualche volta ritornano. Perchè? A vantaggio di chi?


Sull'inutile azzardo del ponte sullo stretto è stato detto tutto, proprio tutto; sulla necessità urgente di destinare somme rilevanti per le infrastrutture carenti in Sicilia e in Calabria (e non solo) è stato detto altrettanto. Eppure il governo è pronto a varare l'opera faraonica che completerà il dissesto di quelle aree martoriate, rappresenterà un tributo esoso alla megalomania dell'uomo solo al comando, foraggerà l'imprenditoria mafiosa in attesa smaniosa della posa della prima pietra, fagociterà un mare di denaro pubblico e privato che potrebbe essere finalizzato a opere non più procrastinabili nel Mezzogiorno d'Italia. Molte, infatti, sono le aree del Sud che hanno visto sorgere incredibili cattedrali nel deserto senza una seria valutazione della loro  utilità, con costi esorbitanti rispetto alle cifre iniziali, con scarse o nulle ricadute economiche sul territorio interessato, per consentire che passi sotto silenzio la più inutile e folle tra queste.



La Sicilia è una grande isola ed è bene che resti tale, migliorandene però i collegamenti marittimi con la terra ferma. Per rispondere al premier che sostiene l'utilità del ponte al fine di "rendere la Sicilia italiana al 100/100", vorrei ricordare che la Sicilia non ha bisogno del ponte per essere e sentirsi italiana. La sua italianità risale a tempi remoti. Non volendo ricordare il suo forte legame con l'antica Roma, richiamo soltanto l'attiva partecipazione dell'isola alla lotta risorgimentale per l'unificazione del Paese, quella che qualche lombardo-veneto a lui tanto vicino ha in animo di buttare alle ortiche.

Capisco che la mia opinione può apparire noiosamente ripetitiva, ma mi ripeto volentieri perchè lorsignori capiscano bene che la Sicilia, la Calabria e le altre regioni del Sud considerano velleitario e fuorviante il progetto per la costruzione del ponte sullo stretto in quanto hanno bisogno urgente di ben altro:
  • costruzione e manutenzione di strade, ferrovie, porti ed aeroporti;
  • costruzione e manutenzione di scuole, ospedali e altri servizi di pubblica utilità;
  • opere di risanamento paesaggistico e ambientale e loro manutenzione;
  • impegno serio e fattivo nella lotta alla mafia e forte sostegno alle imprese che operano e producono nella legalità.

Sono certo che i Siciliani e i Calabresi che amano veramente la loro terra e vogliono essere artefici del loro destino, non si faranno passare il ponte sulla testa assecondando le mire velleitarie di un capopopolo screditato e in declino irreversibile. Sono certo che sapranno fare muro contro un'opera improvvida e proporranno, quantomeno, un referendum in proposito.

Leggi anche: Siamo sicuri che il Ponte sullo Stretto sia una priorità?

Ponte sullo stretto. Ne vale la pena?

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