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04 gennaio 2013

La Campana di marmo di Calarasanu a Menfi nel 45° del terremoto

da: Marmo e barrique, storie di cultura e di amicizia tra Timisoara e la Sicilia  di Gianluca Testa  
Avvenimenti, anche tragici, possono, a volte, generare delle situazioni che li illuminano con un’altra luce, dove ombre e lati più bui soccombono al cospetto di alcuni particolari che per la loro normalità possono apparire, a volte, eccezionali. 

È una questione d’interpretazione e, perché no, di pathos, che permette ai particolari di prendere vita propria e di diventare unici. È quello che è accaduto durante un viaggio con alcuni amici romeni, di Timisoara, nella primavera del 2012. Tra due amici imprenditori, un altro amico, uno scultore di fama, eclettico e sincero, amante del buon vino e delle scarpe di classe, Stefan Calarasanu. Forse era stato proprio il particolare delle scarpe ad attrarmi a Stefan, o forse è stato il suo essere squisitamente, profondamente artista a trascinarmi nel vortice della sua emozione quando, nel nostro primo viaggio in Sicilia, terra delle mie radici materne, assorto dal tragico fascino delle rovine del sisma del lontanissimo ’68 della Valle del Belice, mi disse che avrebbe voluto, con tutto il cuore, lasciare una sua testimonianza in quel lontano paese siciliano, Menfi. C’è sempre una motivazione che spinge noi uomini a scegliere ed a decidere ed io, come tutti, ho le mie. 
L’idea mi è piaciuta moltissimo e, dopo aver acquistato un blocco di puro marmo ad agosto a Custonaci, ventre di moltissime opere, anche di ellenica memoria, e dopo aver preso accordi con il Sindaco ed alcuni consiglieri del Comune di Menfi, lo scorso settembre, l’amico Stefan atterrava a Palermo per iniziare la sua opera. 
Commovente l’aiuto e la genuina curiosità di molti concittadini che, tra un sorriso ed un discorso, hanno partecipato con la loro forza coinvolgente al lavoro di Stefan. Ad essere sincero, senza quei sorrisi, senza quelle curiosità sinceramente spontanee, non sarei riuscito ad aiutare Stefan. Tra la polvere del marmo, il caldo di un’estate in discesa, la sua opera, concedetemi di dire la nostra opera, prendeva forma. Il parallelepipedo di marmo bianco, prelevato dalle cave di Custonaci, in poco più di due settimane si stava trasformando in un pensiero solido di un uomo impressionato dalle macerie, vecchie di quarant’anni, del terremoto del Belice. Lui, artista contemporaneo, amico di un figlio di quella terra assolata trapiantato, prima nel nord Italia e, poi, regalato alle cure di una Nazione carica di contraddizioni e di veri talenti. 
La piazza principale di Menfi accoglierà l’opera di Stefan, così che molti, tantissimi menfitani potranno ricordare e dire che hanno conosciuto quel simpatico artista romeno che parlava una lingua tutta sua, che di italiano aveva molto poco, ma che, incredibilmente, si lasciava capire. Un po’ come i simboli che Stefan regala alle sue opere, tutte le sue opere. Simboli che non significano nulla e che dicono tutto del suo essere, di quello che fuoriesce dalla sua voglia di esprimersi, dalla sua voglia di esprimere l’arte che gli cresce dentro. Così come nelle sue campane, così come nei suoi stivali, alcuni giganteschi, possenti, talmente veri da rendere percepibile quel calore che ne rimane all’interno dopo che sono stati indossati.  
Caro Gianluca, non so se ti ricordi di me. Ma tra le persone che hai incontrato e conosciuto a Menfi negli anni terribili del post-terremoto c'ero anch'io. Spesso raggiungevo te e tuo fratello nella casa che abitavate di fronte alla Chiesa del Collegio e andavamo in giro per quella Via della Vittoria, voi ragazzini ed io studente universitario più cresciutello. Ricordo la vostra grande curiosità e precisione, rasentante talvolta la pignoleria; doti non comuni in ragazzi della vostra età. Sono profondamente commosso per il legame che mantieni con Menfi, dove nel 45° anniversario del sisma verrà posata la campana di marmo, opera dello scultore rumeno Stefan Calarasanu, tuo amico e adesso amico di tutti noi. L'iniziativa ti fa onore e, assieme a Stefan, ti ascriverà tra i menfitani degni di memoria. Giorno 15 Gennaio ci sarò anch'io a Menfi, con tanta voglia di rivederti. Grazie Gianluca! 


Marmo e barrique, storie di cultura e di amicizia tra Timisoara e la Sicilia 
in Orizzzonti Culturali Italo-Romeni 
Leggi anche dal mio blog: Valle del Belice '68 - Per non dimenticare 

05 giugno 2012

Terremoto: ricominciare, nonostante tutto

Ho la netta sensazione che i terremotati dell'Emilia non solo sapranno risollevarsi e ripartire, ma daranno addirittura la scossa a un Paese tramortito tra la crisi dell'euro e la bancarotta della politica. 

Ripartiranno utilizzando al meglio le energie che fanno leva sull' ottimismo della volontà. 
Ci mostreranno - come già stanno facendo - che è sempre valido il detto: aiutati che Dio ti aiuta! 

I tanti episodi di cui siamo venuti a conoscenza, di gente che, invece di abbattersi e deprimersi di fronte alla catostrofe naturale, reagisce positivamente impegnando tutte le forze per rovesciarla, fanno ben sperare. 

La vita, nonostante - Massimo Gramellini 
Fonte: La Stampa 

02 giugno 2012

Il terremoto e il carattere emiliano

Il terremoto in Emilia mi ha consentito di riconoscere e apprezzare le grandi qualità di un popolo tenace e generoso. 
Gli abitanti di Mirandola, Cavezzo, Sant'Agostino, Finale Emilia, Bondeno e di tutti gli altri centri che non cito, vinto lo shock del duplice attacco, hanno affrontato il dramma come una sfida, una prova di resistenza. Hanno pensato subito a come far ripartire le attività produttive, ancor prima delle case. 
Allo Stato e alla comunità nazionale non chiedono nient'altro che l'aiuto solidale per rimettersi in piedi e poi fare da soli, come sanno fare, con la loro capacità operosa.

Anche a non volerlo, ho dovuto ripensare al terremoto del Belice di 44 anni fa. Il dramma è stato uguale ma diverse le reazioni. Quanto spreco di denaro mal gestito, allora! E quante persone impegnate, per anni, a fare del sisma uno strumento di sopravvivenza se non di vero arricchimento. Nel Belice furono soprattutto le povere abitazioni in conci di tufo a seppellire gli oltre 300 morti. Allora Belice divenne sinonimo di cattiva amministrazione, inefficienza e ruberie a danno della povera gente. In Emilia, viceversa, sono collassati soprattutto i capannoni industriali colpendo un'economia ricca e avanzata e seppellendo operai e imprenditori, tornati al lavoro dopo le prime scosse. 

In ambedue i casi, branchi di sciacalli (mai la trasposizione di nomi dal mondo animale al comportamento umano è stata più azzeccata, anche se va detto che in natura gli sciacalli fanno solo il loro mestiere) hanno razziato a man bassa quanto hanno potuto. Fenomeni di miserabile, selvaggia rapacità messi in ombra, per fortuna, da straordinari atti di coraggio, solidarietà e abnegazione.

In questo grave momento di crisi, il colpo di schiena degli Emiliani può rappresentare la spinta perché l'Italia tutta trovi la forza di risollevarsi e l'occasione per avviare la messa in sicurezza, non più procrastinabile, del territorio nazionale. 

Per evidenziare il carattere emiliano, mi piace riportare la testimonianza di un'insegnante della provincia di Ferrara e il commento di Corrado Augias
Caro Augias, sono una prof d’inglese in una piccola e deliziosa scuola media della provincia di Ferrara (Comacchio), dopo la prima scossa non ho mai sentito così forte il peso della responsabilità che il mio adorato mestiere comporta. Sì, insegnare bene, certo; formare dei cittadini, va bene, questo l’ho sempre vissuto: 25 giovani vite che maneggiano parole e zainetti più grandi di loro. Ma quando la nostra scuola ha cominciato a tremare e ho visto la mia classe atterrita e ho gridato "Sotto i banchi" e subito dopo "Tutti fuori! Ordinatamente!" ho sentito l’adrenalina fermare il respiro e allo stesso tempo quel senso di protezione atavico che li avrei presi in braccio uno per uno con la forza dell’incredibile Hulk. Nel campo aperto consolarsi è stato più facile ma altrettanto impegnativo; molti piangevano perché per un’ora non abbiamo saputo che cosa fosse successo ai parenti, alle case, i cellulari non prendevano e io continuavo a ripetermi "stai calma, sorridi e stai calma". Alle volte certi ministri ci hanno fatto sentire inutili appendici di una lavagna multimediale, poi succede una tragedia così. (lettera firmata) 
Un terremoto, come una guerra, è fatto anche di questi gesti che non è esagerato definire epici: pensare agli altri, tenere i nervi a posto, fare le mosse giuste, ordinatamente. Sono certo che in Emilia gesti così sono stati numerosi. Credo che molti, me compreso, abbiano sentito in modo particolare il dolore per questa sciagura. L’Emilia non è una regione come le altre, quel "Bel pezzo dell’Emilia" come la chiamò (2004) il nostro amico rimpianto Edmondo Berselli, è un concentrato di tutto ciò che ci piace in questo paese: ideali durevoli, un realismo temperato dalla fantasia, la passione per il lavoro ben fatto che non esclude il divertimento, le battute, anche quelle grasse, una religiosità alla don Peppone, lontanissima dalle perfide astuzie vaticanesche. Una terra di confine tra la cordialità mediterranea e l’efficienza settentrionale che non conosce gli eccessi di altre zone del paese, una terra la cui generosità comincia dalla sua cucina e finisce nella bonomia di quelle cadenze dialettali che richiamano da sole il buonumore. Anche il famoso comunismo emiliano, quando c’era, era di questa pasta, sapeva di agnolotti e di lambrusco e poi di cooperative certo; ma le cooperative non servivano solo ai finanziamenti politici, davano già nel nome il senso di quella orizzontalità dei rapporti che hanno lasciato ammirati i sociologi come Robert Putnam ("La tradizione civica nelle regioni italiane", 1993) e fatto delle sue scuole elementari un modello da studiare nel mondo. C’è un’altra caratteristica negli emiliani, la tenacia. Ne daranno prova anche adesso, ci possiamo scommettere. Corrado Augias 

22 maggio 2012

La terra trema, le bombe esplodono e la politica gioca a rimpiattino

A Brindisi, il tentativo di inseguire la pista del folle crolla miseramente e appare sempre più chiaro che può essersi trattato di un attentato terroristico di matrice mafiosa. 

Nei ballottaggi Beppe Grillo fa il boom a Parma con il sostegno del PDL, a Palermo Leoluca Orlando dà uno schiaffo sonoro ad un PD inquinato e ad un centrosinistra in cerca d'autore; a Genova ce la fa Doria. 

Il terremoto in Emilia ci mostra la capacità di reagire e darsi da fare di una popolazione coraggiosa e solidale.


Il risultato importante del PD, che fa cantare vittoria all'accoppiata Bersani - Bindi, è il frutto indiretto e malato della débâcle in casa PDL. 
Un PDL che non tralascerà occasione per trascinare nella sua rovina il rivale più forte, come ha fatto a Parma riversando i propri voti sul grillino Pizzarotti. 

Se vuole che il suo partito sopravviva alla tempesta perfetta che si annuncia, Bersani prenda le distanze dalla strategia rovinosa che la destra allo sbando sta cercando di attuare. Non consideri un riparo il rimanere all'ombra del governo Monti, intercetti e interpreti le ineludibili richieste che provengono dai giovani, dai lavoratori, dai pensionati, dalle imprese, non tiri a campare nella convinzione che la disfatta non lo tocchi, si faccia alfiere - se ci riesce - del cambiamento possibile senza salti nel buio, snellisca gli apparati che appesantiscono il partito e proponga con vigore quelle riforme realizzabili nei pochi mesi che restano alla fine della legislatura, legge elettorale in primis. Non partecipi al gioco al massacro avviato da una destra sconsiderata e ferita che vive ancora all'ombra del padre-padrone ormai k.o., proponga un progetto credibile e costruisca le intese necessarie per avviare una fase nuova. 

Se ha stoffa tessa la tela: il tempo del BLA BLA BLA è ormai scaduto! 

06 aprile 2011

L'Aquila a due anni dal terremoto (in 3 video e 4 foto)

A due anni dal terremoto che ha distrutto l'Aquila, rimane vivo solo il ricordo di una propaganda becera e di certi affari loschi. 

Le macerie sono ancora presenti e bloccano la ricostruzione. Berlusconi ha firmato solo adesso un'ordinanza per togliere i detriti, mettendo a disposizione 20 milioni di euro di fondi pubblici e l'uso dell'esercito. Le stime ufficiali parlano di quasi 3 milioni di metri cubi.

L'Aquila, due anni dopo le macerie sono sempre lì


Un caffè nel mio giardino - di Angelo De Nicola 

Ma a Forum non si era detto che era stato ricostruito tutto? Le bugie hanno le gambe molto corte...

L'AQUILA COLPITA

Un giro nel centro della città dell'Aquila fatto qualche mese fa da Roberto Paolucci, pittore aquilano. Una fotografia dello stato di salute del centro dell'Aquila a due anni dal terremoto, una passeggiata in luoghi spesso difficilmente accessibili e raramente mostrati.

Leggi anche:
L'URLO DELL'AQUILA A UN ANNO DAL SISMA
TUTTO SI TIENE! Ma gli Italiani usciranno dalla minorità?

12 marzo 2011

Terremoto geologico e tsunami politico

Oggi dovremmo riflettere sugli effetti devastanti del terremoto in Giappone che, anche a causa del catastrofico tsunami ha prodotto oltre mille vittime e messo fuori controllo una centrale nucleare. 
Stiamo parlando del Paese che ha fatto della previsione e prevenzione dei terremoti e della messa in opera di sistemi avanzatissimi di protezione civile una priorità assoluta. In mancanza di tali interventi, il terremoto di ieri, per la potenza distruttiva che ha sprigionato, verrebbe ricordato come una delle più gravi catastrofi della storia.

Dovremmo pensare a dimostrare concreta e fattiva solidarietà a quel Paese colpito dall'immane disastro. 
Dovremmo riflettere sulla situazione di profondo degrado in cui la speculazione edilizia e il mancato rispetto delle norme urbanistiche hanno lasciato tante nostre zone a rischio.
Dovremmo considerare e farci carico delle enormi difficoltà in cui procede la ricostruzione dell'Aquila e il risanamento del suo territorio.

Siamo, invece, costretti, a partecipare in massa alle grandi manifestazioni che oggi hanno luogo in molte città italiane per richiedere quello che in una nazione civile e democratica dovrebbe darsi per acquisito: 
  1. il rispetto e la salvaguardia della Costituzione che il governo e la sua maggioranza parlamentare vorrebbero smantellare al fine di rendere più agevole ad un'oligarchia corrotta la permanenza al potere; 
  2. la difesa della scuola pubblica, unico strumento di crescita per le nuove generazioni e baluardo di emancipazione civile e democratica; 
  3. il sostegno agli organismi di ricerca e alle istituzioni culturali atraverso le quali passa il processo di sviluppo della socierà e del Paese; 
  4. la difesa della magistratura e della legge che una casta corrotta vorrebbe annientare; 
  5. il riordino del sistema dell'informazione perché torni ad essere al servizio del cittadino e non più asservito al potere.

I nostri governanti farebbero bene a riflettere sullo tsunami che i popoli in rivolta hanno prodotto in tutta l'area del Maghreb. 
Tirare troppo la corda, sottovalutare e fingere di non vedere le richieste pressanti e urgenti che giungono dai cittadini può rappesentare un errore imperdonabile e fatale per un potere politico che si ritenga legittimato dal popolo.

06 aprile 2010

L'URLO DE L'AQUILA A UN ANNO DAL SISMA

... in foto e in video.
A un anno dal terremoto, la città de L'Aquila si stringe attorno ai propri cari per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009.
Nel capoluogo abruzzese, a partire dalle ore 22, i cittadini sono scesi per strada con fiaccolate partite da quattro quartieri della città e convergenti in piazza Duomo. Qui, alle 3:32, ora della disastrosa scossa, sono stati letti i nomi di tutte le vittime. Poi la messa nella basilica di Collemaggio.
In questo giorno di lutto e dolore anche la rete si è attivata a sostegno della popolazione abruzzese.
Nelle prime ore della mattina, infatti, erano già oltre 20.000 le adesioni al gruppo di Facebook "Una candela per L'Aquila" che invitava tutti ad accendere la luce di una stanza della propria casa  in ricordo delle vittime.
Sono innumerevoli i gruppi nati sul social network a sostegno della popolazione. La piazza virtuale, sin da quel 6 aprile, si è stretta attorno agli abruzzesi, ed è proprio da Facebook che è partita l'idea di scendere in piazza con carriole e chiavi, per riaprire la città. L'iniziativa è stata promossa dagli organizzatori del gruppo "Quelli che a L'Aquila alle 3:32 non ridevano" nato all'indomani della pubblicazione delle intercettazioni di due imprenditori che durante la tragedia pensavano agli affari che avrebbero concluso grazie agli appalti per la ricostruzione. Tra le iniziative in Rete, anche il monumento virtuale per le vittime del sisma.                                            

Le immagini sotto mostrano alcuni scorci della città, dai quali si può rilevare che tutto è rimasto come la notte di un anno fa. 

Un anno fa il terremoto, L'Aquila ricorda le sue vittime


25.000 fiaccole sfilano in silenzio nella notte di L'Aquila


Il Presidio della Memoria - L'Aquila, 6 marzo 2010

12 febbraio 2010

TUTTO SI TIENE! Ma gli Italiani usciranno dalla minorità?

"I talk show, e in particolare quelli della sinistra, hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento che hanno i cittadini italiani della classe politica". Così il premier commenta la decisione della Viglilanza RAI di mettere il bavaglio alle trasmissioni di approfondimento nel mese che precede le elezioni regionali. "Pollai" ha definito questi contenitori (quello di Vespa escluso, lì può andare a fare il 'gallo' senza confondere la sua nobile voce con quelle di gallinelle chioccianti). Per il premier, dunque, sono i talk show (certi talk show) a fare scadere l'apprezzamento dei cittadini per la politica. Come se i cittadini, "gallinelle spennacchiate", non abbiano occhi per vedere lo scempio che una classe politica sciagurata e degenere sta facendo della cosa pubblica, per quanti sforzi faccia una certa stampa(?) e una certa TV(?)  al fine di nascondere la realtà con giochi di prestigio e illusionismi incredibili.
Adesso esplode la cupola di Bertolaso e degli imprenditori a lui vicini che operavano al di fuori di ogni controllo.
"Cricca di banditi" la definisce il gip di Firenze nell'Ordinanza con cui dispone l'arresto di 4 di loro e avvia l'indagine su parecchie decine di funzionari, tecnici, imprenditori rampanti.
Il sistema scoppia grazie ad una serie di intercettazioni (ancora la legge che ridimensiona questo strumento in uso agli inquirenti non è in vigore) sugli impianti della Maddalena che dovevano ospitare il G8, poi frettolosamente abbandonati per trasferire l'evento a L'Aquila, divenuta, in seguito al terremoto, più degna cornice per ospitare i Grandi del mondo. La truffa
E che fa il premier? Non intende prendere atto delle verità raccapriccianti che vanno affiorando; attacca i giudici che, a suo dire, devono vergognarsi; impone a Bertolaso di ritirare le dimissioni che aveva presentato mentre gli confeziona, in risarcimento del richiamo per la brutta gaffe ad Haiti, un ministero su misura; contemporaneamente la sua maggioranza si appresta a votare in parlamento, come se niente fosse, la legge che privatizza la Protezione civile in Spa garantendo superpoteri e immunità al suo capo.

LA RABBIA DELL'ABRUZZO: «Sono sciacalli. Noi a scavare sulle macerie loro a sfregarsi le mani»
Il presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane commenta le risate la notte del sisma di chi intravedeva già i guadagni della ricostruzione


Il metodo si chiama così in memoria di Augusto che più di 2000 anni fa già sosteneva che: «il valore della pianificazione diminuisce con l'aumentare della complessità degli eventi». Proprio con questo spirito nasce il Metodo Augustus sulla semplicità e flessibilità.

"Metodo Augustus" della Protezione Civile


Protezione Civile SpA – Fabio Morabito



Dunque, sono alcuni programmi di approfondimento a fare 'abbassare il livello di apprezzamento dei cittadini italiani nei confronti della classe politica'? O sono i comportamenti e le scelte dei politici quando vengono scoperchiati i loro altarini?

La Protezione SPA, il legittimo impedimento, la legge sulle intercettazioni, il lodo Alfano, il processo breve, (l'elenco potrebbe continuare per pagine intere) servono ai cittadini in nome dei quali ad ogni piè sospinto ci dicono di governare? O servono a chi vuole gestire la cosa pubblica come fosse di pertinenza privata, libero da ogni regola e controllo per fare ciò che gli aggrada, con il ritornello ormai nauseante del 'governo del fare'?  Fare cosa?

Il paese è al collasso, la nave affonda e loro, imperterriti, ballano sulle macerie che hanno prodotto!


19 gennaio 2010

HAITI: STERMINATA CATASTROFE!

Le parole e le immagini 
non sono bastevoli 
a mostrare il dramma 
di milioni di persone e di un paese, 
devastati in pochi attimi  
dalla  furia 'innaturale' del sisma.


Da Port-au-Prince la cronaca di Alberto Flores d'Arcais, inviato di Repubblica
I bambini senza nome di Haiti





Forse i versi ci aiutano a capire


Da Racconti e poesie di Costantino Posa






HAITI, sto male

Pendii di lunghe attese che la mente percorre a cercare quel che ero.

Mani che invocano tra polveri e lamenti.

Corpi stesi senza voglia. Occhi che non vedono.

La terra trema. La terra vendica. La terra ordina.

Ed io ancora in balia delle tante ilusioni, non mi basta più neanche morire.

Mi chiedo, perchè prima? I miei malumori. I miei capricci. I miei rancori.

Ora che non ho più, come posso ritrovarli?

Ora che non sogno più, solo affamato, ferito, svuotato, come posso più sperare.

La mia vita di mancanze, ora non ho neanche quelle.

Ora sono a terra, mi guardo intorno, la terra trema e si lamenta,

non riesco più ad immaginare come sarà il mio domani.

Se ci sarà per me un domani!

Dal blog di Phlox

Furia assassina 
dolore sconfinato
mondo finito

natura si ribella
grida, urli e lacrime!

Disperazione
di color rosso sangue
boccioli stinti.

Fiori recisi morti
all'alba nuova vita!


Dal blog di Annalisa Fracasso

Avevo due fratelli e una sorella, 
non li rivedrò

avevo una madre
non rivedrò più nemmeno quella

avevo un padre
ma non lo vedevo spesso
se chiedevo
'dov’è adesso?’
per mare, mi dicevano
ora mi cercherà
non c’era quando questo é successo

Ho bevuto latte di cocco
e respirato vento di scirocco
avevo collane di conchiglie
e il mio piccolo mondo pieno di meraviglie
ma la Tua casa è più bella della mia
non lasciarmi andare via!

Ero troppo piccolo per conoscere la paura
quando sei arrivato a riprendermi
Semplicemente
Ti ho dato la mano
E mi hai preso con Te

Credo che avrei preferito continuare a giocare
con la spuma del mare
credo anche che avrei voluto imparare ad amare
Ma non ho avuto paura quando mi sei venuto a chiamare

Promettimi solo
Che anche qui
Io crescerò
E che tutti coloro che amo
Un giorno rivedrò

La Tua casa è più bella della mia
Non lasciarmi andare via!


TERREMOTO AD HAITI – COME AIUTARE
CROCE ROSSA
Numero verde: 800.166.666
Donazione online: Causale “ Pro emergenza Haiti “ www.cri.it
Bonifico bancario: causale “ Pro emergenza Haiti” IBAN IT66 C0100503 3820 0000 0218020
SMS 48540 donazione 2 Euro da “WIND” e “3”
UCODEP
Ucodep, l'associazione italiana della coalizione internazionale di Oxfam, presente in 20 paesi del mondo, lancia una sottoscrizione.
Si può donare attraverso il sito http://www.ucodep.org/ con carta di credito o telefonando al numero verde 800.99.13.99,
in alternativa il c/c postale 14301527 intestato a Ucodep, con causale Emergenza Haiti
PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE ONU
Posta : c/c 61559688 intestato a: Comitato Italiano per il PAM
IBAN IT45TO76 0103 200 0000 6155 9688
Banca: c/c 6250156783/83 Banca Intesa ag. 4848
ABI 03069 CAB 05196
IBAN IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383
Donazioni online: http://www.wfp.org/it
CARITAS ITALIANA:
C/C POSTALE N. 347013 - Causale: "Emergenza terremoto Haiti"
Oppure tramite bonifico:
UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
MEDICI SENZA FRONTIERE
Con carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
Con bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
CC postale 87486007, intestato a Medici senza Frontiere inlus, causale: Terremoto Haiti
UNICEF
Donazioni online: www.unicef.it/haiti
Con c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’
Con carta di credito online su questo sito oppure chiamando il Numero Verde UNICEF 800 745 000
Con c/c bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051
PROGETTO MONDO MLAL
Per chi volesse parteciparre alla ricostruzione di Haiti versamenti su: Banca Popolare Etica IBAN IT 07 J 05018 12101 000000511320
ONG AGIRE
Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze (Onlus)
Network che riunisce 11 Organizzazioni Non Governative Italiane ed Internazionali
Sms: Una donazione di 2 euro inviando un sms al 48541 da cellulari Tim o Vadafone o chiamando da rete fissa Telecom. Numerazione attiva da oggi fino al 31 gennaio 2010.
Oppure:
Donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870
Posta: cc postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti.
Banca: cc BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti.
Donazioni online: www.agire.it
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20158 Milano via legnone 4
cell +39 3357101896 tel.+39 026749881
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causale: "G-aiuti umanitari Haiti"
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25 dicembre 2009

L'ITALIA DI BERLUSCONI VISTA DALLA TV PUBBLICA AUSTRIACA (ORF)

Non era ancora avvenuto il lancio del souvenir del Duomo di Milano

Diktatur des Lächelns - Italien unter Berlusconi / La dittatura del sorriso - L'Italia sotto Berlusconi è un documentario andato in onda sulla televisione pubblica austriaca (ORF) che parla di Berlusconi e del suo insanabile conflitto. Un resoconto di come vanno veramente le cose in Italia, partendo dal controverso G8 di Genova 2001, passando per il G8 2009 situato nell'epicentro di un terremoto. Si parla di ronde e delle scelte in conflitto tra loro di questo governo. Di potere mediatico e di illegalità diffusa in questa Italia che sembra andare alla deriva. Il paese di programmi Culi e Tette e di Puttane pagate dai politici.
Si parla di tutto ciò che in Italia non sentiremo mai. E, temo, questo documentario in Italia non andrà in Onda.
I sottotitoli sono stati realizzati da Susanne Streif (limonare) in collaborazione con Giogclip. Per attivare i sottotitoli clicca sulla freccia a destra del player video, quindi sul simbolo "sottotitoli".









28 aprile 2009

Abruzzo: la realtà e la spettacolarizzazione della realtà


Una foto al giorno per non dimenticare!












Anch'io sono convinto, come Di Pietro e come tanti cittadini di buon senso, che gli Aquilani non abbiano bisogno della parata del G8. La passerella di politici, capi di stato, funzionari, portaborse, giornalisti; l'apparato dei servizi di sicurezza, gli elicotteri e gli altri mezzi di comunicazione che faranno la spola fra L'Aquila e Roma; la realizzazione e gestione degli spazi per l'evento ecc., intralceranno necessariamente tutte le attività della ricostruzione. Senza dire, poi, dell'impatto fra i terremotati nelle loro tende e i capi di stato e di governo con tutto il loro entourage che vedranno, come in una riserva indiana, la popolazione che attende ben altro dallo Stato.
Non si può continuare a strumentalizzare il terremoto e la sofferenza di persone in carne ed ossa a fini di bassa speculazione politico-elettorale.

Il post-terremoto non si affronta attraverso il carrozzone dei media e degli eventi-spettacolo ma con la disponibilità ad ascoltare la popolazione colpita e a far sì che sia essa artefice del proprio futuro, con una seria programmazione degli interventi, con finanziamenti adeguati per la ricostruzione, con un controllo capillare sull'uso dei fondi e sulla realizzazione delle opere; con una politica, infine, d'intervento serio che metta in sicurezza, non solo in Abruzzo, gli edifici adibiti a pubblico servizio, e con finanziamenti ad hoc perchè lo stesso facciano i privati.
Certo, questa sarebbe una modalità operativa meno visibile ma di gran lunga più concreta; i suoi effetti si vedrebbero non nell'immediato ma nel medio-lungo periodo; sarebbe il contrario di quello che una politica della propaganda e dell'immagine sta offrendo all'Abruzzo, all'Italia e al mondo intero.


P.S.: la cosa, poi, che fa specie è la capacità dei politici nostrani di minimizzare eventi e fenomeni di carattere internazionale con la complicità dei grandi media. Se succede un disastro nel mondo, non si forniscono elementi di valutazione e di giudizio sul fatto, ma l'unica cosa che si cerca di sapere è che non ci siano italiani coinvolti, in modo da mettere il cuore in pace.
L'ultimo caso dell'influenza suina in Messico viene affrontato da noi in modo assai discutibile
:
  • minimizzando la portata dell'infezione;
  • minimizzando sul numero degli ammalati e dei decessi;
  • sostenendo che l'Italia sarebbe al sicuro (come se si trovassse in una campana di vetro);
  • garantendo la disponibilità di una scorta sufficiente di farmaci antivirali (che in realtà al momento non sono disponibili).
Vedi Perché l'influenza suina è più pericolosa della mucca pazza e dell'aviaria in Il vaso di Pandora

16 aprile 2009

"Si devono rifiutare gli aiuti dall'estero?"



Una foto al giorno per non dimenticare!











"Si devono rifiutare gli aiuti dall'estero?"

2 (9%)

no 18 (85%)

dipende 1 (4%)

non so 0 (0%)

Voti fino a ora: 21
Sondaggio chiuso

Sono contento che il sondaggio abbia dato questo risultato chiaro.
Il Premier sosteneva orgogliosamente che siamo autosufficienti, non abbiamo bisogno, forse perchè non ama vedere gente fuori controllo che viene ad impicciarsi dei "fatti nostri" - lo ha detto anche ai politici dell'opposizione di evitare le passerelle, che devono essere riservate a lui e ai suoi ministri.
Per 18/21 dei miei lettori che hanno votato, nel caso di una calamità come il terremoto in Abruzzo, gli aiuti che arrivano da fuori sono sempre graditi.
Solo due hanno espresso parere nettamente contrario, mentre uno distinguerebbe (sulla provenienza o sul tipo d'aiuto?).

15 aprile 2009

CRISI - TERREMOTO - SALARI E COMPENSI VIP

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Una foto al giorno per non dimenticare!











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Nell'Omelia pronunciata durante la celebrazione del Venerdì Santo, l'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha ricordato "il vuoto e lo smarrimento per gli innumerevoli lutti che affliggono oggi le nostre comunità, la nostra città, l'umanità intera". Lutti e sofferenze che "continuano negli occhi e nel cuore del popolo d'Abruzzo che oggi piange seppellendo i propri morti e porta le ferite per la distruzione dei luoghi della vita quotidiana, della propria memoria, della possibilità di un futuro sereno". Il lutto e la sofferenza per la morte di Cristo, prosegue Tettamanzi, "rivivono in famiglie provate dalla precarietà della condizione economica a causa della crisi; nel senso di impotenza, di fallimento, di inutilità di chi ha perso il lavoro pur essendone abile e capace"

Cifre e dati da tenere sotto controllo

Circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1000.
Se il salario medio mensile netto di un lavoratore dipendente è di 1280 euro, quello di una donna è inferiore di quasi il diciotto per cento.

I manager incassano milioni di euro, quanto un operaio guadagnerebbe in secoli anche se, grazie a una norma Draghi che impone la comunicazione di questi compensi, quest'anno si assiste a qualche ridimensionamento di stipendi, bonus, stock options. Da quando il presidente Usa Obama ha rimbrottato i manager Aig per non aver rinunciato ai loro bonus, dopo aver intascato i soldi del salvataggio pubblico, da quando il presidente francese Sarkozy ha pensato di imporre il tetto, è sulle ultimi voci che va ad appuntarsi l’attenzione, sulla parte variabile dello stipendio.

Con la crisi, dunque, anche i top manager piangono, così:

1 ROBERTO TUNIOLI
vp e a.d. Datalogic 8.265.000
2 LUCA MAJOCCHI
a.d. Seat Pg 7.958.000
3 ENRICO PARAZZINI
d.g. Telecom Italia 7.173.000
4 GIANLUIGI GABETTI
c Ifi, p Ifil 6.672.000
5 STEFANO CAO
ex d.g. Eni divisione E&P 6.119.000
6 GIOVANNI CASTELLUCCI
a.d. e d.g. Atlantia vp Impregilo 5.853.264
7 PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI
p e a.d. Finmeccanica 5.551.000
8 UGO RUFFOLO a.d. e d.g. Alleanza 5.354.000
9 PIETRO GIORDANO vp Erg 5.090.465
10MASSIMO CASTELLI
d.g. Telecom Italia, d.g. Seat Pg 4.984.785
11 PIETROMODIANO
d.g. vicario Intesa Sanpaolo 4.945.000
12 GIAMPIERO PESENTI
p e a.d. Italmobiliare, p Italcementi
e altre nel gruppo 4.563.970
13MARCO TRONCHETTI PROVERA
p Pirelli & C., p Pirelli Re e altre 4.390.000
14 VALERIO BATTISTA a.d. Prysmian 4.153.520
15 FRANCESCO CALTAGIRONE JR
p. Cementir Holding 4.142.000
16 RODOLFO DANIELLI d.g. Italcementi 4.134.800
17 UMBERTO QUADRINO a.d. Edison 3.854.000
18 FEDELE CONFAONIERI p Mediaset 3.526.825
19MARCO BENEDETTO
a.d. Gruppo L'Espresso 3.464.000
20 ANTOINE BERNHEIM
p Generali, c Mediobanca 3.441.508
21 SERGIO MARCHIONNE a.d. Fiat 3.418.600
22 LUCA CORDERO DIMONTEZEMOLO
p Fiat e Ferrari 3.328.200
23 CESARE GERONZI p cds Mediobanca 3.250.000
24 FULVIO CONTI a.d e d.g. Enel 3.236.308
25 CLAUDE TENDIL
c Generali e p Generali France 3.207.287
26 RENATO PAGLIARO
p cdg Mediobanca, c Rcs 3.207.000
27 NEREO DACCI a.d. Banco di Desio 3.197.494
28 PAOLO SCARONI
a.d. e d.g. Eni, c. Generali 3.188.487
29 ALBERTO NAGEL a.d. Mediobanca 3.150.000
30 ALESSANDRO PROFUMO
a.d. Unicredit 3.048.000
31 GIULIANO ADREANI a.d. Mediaset 3.027.019
32 STEFANO PARISI a.d. e d.g. Fastweb 2.833.500
33 CARLO SALVATORI a.d. Unipol 2.760.000
34MAURIZIO COSTA
vp e a.d. Mondadori, c Amplifon 2.720.400
35 ALCIDE ROSINA p Premuda 2.674.000
36 GIOVANNI PERISSINOTTO a.d. e d.g. Generali,
cdg Intesa Sanpaolo, c Pirelli & C. 2.654.344
37 SERGIO BALBINOT a.d. e d.g. Generali 2.599.792
38 MASSIMO MORATTI
a.d. Saras, c Pirelli & C. 2.586.000
39 VITTORIO TABACCHI p. Safilo 2.579.000
40 ANTONIO CAMPO DALL’ORTO
a.d. Telecom Italia Media 2.556.000
41 GIANMARCO MORATTI p Saras 2.536.000
42 FABIO TACCIARIA
d.g. Gruppo Editoriale L'Espresso 2.474.308
43 GIULIANO ZUCCOLI
pcdg A2A, pEdison, c. Credito Valtellinese 2.449.735
44 CARLO PURI NEGRI
vp Pirelli re, vp Pirelli & C. 2.448.000
45 GUIDO DE VIVO d.g. Mittel 2.423.000
46 FRANCESCO TRAPANI a.d. Bulgari 2.400.000
47 MASSIMO DI CARLO
c e vdg Mediobanca 2.250.000
48 FRANCESCO SAVERIO VINCI
c e vdg Mediobanca 2.250.000
49 JEAN-CLAUDE BLANC
a.d. e d.g. Fc Juventus 2.210.000
50 GIOVANNI BATTISTA MAZZUCCHELLI
a.d. Cattolica 2.184.000
51 MAURIZIO CEREDA
c e vdg Mediobanca, c Ansaldo Sts 2.181.500
52 GIORGIO ZAPPA d.g. Finmeccanica 2.169.000
53 CORRADO PASSERA
a.d. e d.g. Intesa Sanpaolo, c Rcs 2.019.000
54 ALESSANDRO GARRONE a.d. Erg 1.947.000
55 CARLO PESENTI c e d.g. Italmobiliare, a.d.
Italcementi e altre nel gruppo, c Rcs 1.941.900
56 ROBERTO COLANINNO
p Immsi, p e a.d. Piaggio 1.930.000
57 GIAMPIERO AULETTA ARMENISE
a.d. Ubi Banca 1.905.227
58 GABRIELE GALATERI DI GENOLA p Telecom
Italia, vp Rcs, vp Generali, c Italmobiliare 1.848.238
59 ALBERTO RUBEGNI a.d. Impregilo 1.830.211
60 MAURO MORETTI POLEGATO p Geox 1.800.000
61 FRANCO BERNABÈ a.d. Telecom Italia 1.778.000
62 ANDREA RIFFESERMONTI p e a.d. Monrif, vp
a.d. e d.g. Poligrafici Editoriale 1.765.970
63 MARIO CILIBERTO c. Cementir Holding 1.711.000
64 LUCIANO BENETTON p Benetton 1.600.000
65 CARLO BAREL DI SANT’ALBANO
a.d. Ifil 1.569.000
66 DOMENICO DISPENZA
d.g. Eni divisione G&P 1.566.000
67 GIOVANNI BAZOLI p cds Intesa Sanpaolo, p
Mittel, c Alleanza, cds Ubi banca 1.559.000
68 STEFANO ROSINA a.d. Premuda 1.527.833
69 GIANMARIO TONDATO DA ROUS
a.d. Autogrill 1.522.000
70 CLAUDIO GOTTARDI a.d. Safilo 1.512.600
71 PIETRO GIULIANI p Azimut Holdind 1.490.000
72 PIER SILVIO BERLUSCONI
v.p. Mediaset, c Mondadori 1.462.896
73 PIETRO FRANCO TALI p. Saipem 1.443.000
74 GIOVANNI DE CENSI
p. Credito Valtellinese, c. Edison 1.441.000
75 ALBERTO BOMBASSEI
p. Bombassei, c. Pirelli&C., c. Italcementi 1.424.000
76 GIANMARIA GROS-PIETRO
p Atlantia, c Edison, c Fiat c Seat Pg 1.417.000
77 ANTONIO VIGNI d.g. Banca Mps 1.406.264
78MIRO FIORDI d.g. Credito Valtellinese 1.400.000
79 PAOLO PANDOZY
a.d. e d.g. Engineering 1.354.951
80 ENRICO SALZA p cdg Intesa Sanpaolo 1.350.000
81 SERGIO DE LUCA a.d. Ansaldo Sts 1.341.902
82 DANIEL JOHNWINTELER
c Ifil, a.d. Alpitour 1.319.000
83 ALBINOMAJORE
a.d. Il Messaggero, c. Caltagirone, Caltagirone Editore
e Vianini Lavori 1.319.000
84 EDOARDO GARRONE
p Erg, c Pininfarina 1.313.000
85 ALBERTO MOCCHI d.g. Banco di Desio 1.302.988
86 PIERMARIO MOTTA
d.g. Banca Generali 1.294.454
87 LUIGI CLEMENTI p I Grandi Viaggi 1.290.000
88 GIOVANNI RECORDATI
p e a.d. Recordati 1.282.001
89 ANGELO MORATTI vp Saras 1.271.670
90 GIOVANNI CAVALLINI p Interpump 1.258.000
91 FRANCESCO MICHELI
d.g. Intesa Sanpaolo 1.250.000
92 FRANCO MOSCETTI a.d. Amplifon 1.240.000
93 YVES RENÉ NANOT
c esecutivo Italcementi 1.231.900
94 RAFFAELE AGRUSTI
d.g. Generali, c. Rcs, c. Premuda 1.229.692
95 MARCO GIORDANI
c e direttore finanziario Mediaset 1.223.819
96 STEFANO SINCINI d.g. Tod’s 1.195.000
97 GIOVANNI FERRARIO d.g. Italcementi 1.162.000
98 GEROLAMO CACCIA DOMINIONI
a.d. Benetton 1.162.000
99 MARCO FIORI a.d. D’Amico shipping 1.695.000
100 PIER FRANCESCO FACCHINI
c Prysmian 1.156.250

dati tratti da www.ires.it, www.bancaditalia.it e pibblicati su L'Unità e su Il Sole 24ore

11 aprile 2009

Ecco i veri sciacalli all'opera!

Le due persone che erano state soprese con 80.000 euro in tasca sono state rilasciate per non aver commesso alcun crimine.
I quattro rumeni arrestati con addosso preziosi e mille euro in contanti, processati ieri per direttissima, sono stati assolti con tante scuse, su richiesta dello stesso pm.
Non erano sciacalli.



Meno male che anche in situazioni d'emergenza la giustizia qualche volta funziona!


Finora si è assistito solo a questa forma di sciacallaggio:



Incredibile! Ma vadano a fare un altro mestiere!

10 aprile 2009

Venerdì Santo - Venerdì nero per gli Aquilani e per l'Italia

Crudele la coincidenza che accomuna la passione e la morte di Cristo, determinata da un potere politico-religioso sordo e cieco, a quella degli abitanti delle città-fantasma d’Abruzzo.
"Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno" sono le parole che ancora riecheggeranno nell’hangar della Scuola Ispettori della Guardia di Finanza in cui si raccoglieranno le vittime dell'immane tragedia. Quelle rasserenate nella quiete della morte, 278 tra bambini, ragazzi, donne e uomini, strappati alla vita da quegli interminabili 20 secondi; le altre rimaste per piangere e ricordare.
Ci sarà, come al solito, la grande sfilata dei politici e dei rappresentanti delle istituzioni; il cordoglio più o meno sincero di quanti avrebbero dovuto per tempo vedere e sentire ma erano distratti da altre faccende; l'invito a guardare avanti, a ricostruire conservando nella memoria chi non c’è più; la promessa, troppe volte sentita per risultare credibile, che tutto sarà fatto per ricreare le condizioni di vita che in pochi attimi sono state distrutte e per evitare che tragedie simili si ripetano.
Ci sarà anche il capo dello Stato, che arriverà nel modo sobrio che lo contraddistingue, per portare agli sfollati senza più casa, senza più nulla, la sua personale, commossa partecipazione e quella di tutto il paese.

Non ci sarà, credo, da parte dei responsabili nella gestione della Cosa pubblica a tutti i livelli, il riconoscimento degli errori commessi e l'impegno solenne a voltare pagina, ad assumere in ogni loro atto criteri di responsabilità, di efficienza, di rispetto delle norme e di rispondenza del loro operato ai bisogni e alle attese dei cittadini.
Temo, pertanto, che di questi funerali ne vedremo purtroppo ancora. Vorrei solo sbagliarmi.

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