"Avete bisogno di me e quindi non mi astengo quando sento il dovere di portare soccorso a chi ha bisogno"
Leggo su un’agenzia una mia frase del tutto inventata e addirittura surreale. "Io non mi candido perché non mi volete", che avrei rivolto oggi ai miei colleghi del Popolo della Libertà. La realtà è l'opposto: sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo alla guida del PDL. La situazione oggi è ben più grave di un anno fa, quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese. Oggi l'Italia è sull’orlo del baratro. L'economia è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito aumenta, il potere d’acquisto crolla, la pressione fiscale a livelli intollerabili. Le famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagare l'Imu. Le imprese chiudono, l'edilizia è crollata, il mercato dell'auto distrutto. Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è possibile andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni che determineranno le scelte che tutti insieme assumeremo nei prossimi giorni. (Silvio Berlusconi)
Questa è la frase pronunciata dal nuovo messia che mi ha finalmente illuminato. Da quando è sceso in campo la prima volta, l'ho sempre osteggiato, criticato, ridicolizzato. Sono stato ottenebrato e confuso dai cattivi giornali e dagli oppositori politici che gli hanno impedito di svolgere tutta intera la sua grande missione salvifica. Adesso, finalmente, vedo la luce e sarò costretto presto a cancellare questo blog che lo ha attaccato immotivatamente.

Lui si offre ancora per noi, fino al sacrificio di sè. Capite la grande generosità dell'uomo? Cogliete l'amaro calice che è costretto a bere, solo per amore?
Provate ad immaginare quanto gli costa se in casa, da me, i manager delle mie aziende sono tutti lì a implorarmi di non ricandidarmi. Ma se non lo faccio è perché sento la responsabilità che il mio Paese non vada nelle mani della sinistra.
Sono sovrumani in lui il senso del dovere, la dedizione e il disinteresse che lo spingono a caricarsi dei problemi nostri per sconfiggere il male e la miseria in cui i suoi e nostri nemici vogliono tenerci.
Qualcuno con disprezzo lo paragona a Vanna Marchi, c'è chi lo considera un matto. Ma quella di essere oltraggiati, traditi e vilipesi è la sorte dei Grandi che hanno speso la vita per il benessere dell'umanità. Pensate a Socrate, a Gesù Cristo, a Gandhi, a Martin Luther King. Lui merita di essere posto tra loro per l'eccellenza e magnificenza della sua opera.
Adesso che ho ricevuto la grazia dell'illuminazione, comincio a capire le motivazioni di quanti lo hanno proposto al premio Nobel. E mi torna alla mente quell'esortazione evangelica che potrebbe stare anche sulla sua bocca appena ritoccata: Lasciate che le pargole vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il mio regno.
Allora torniamo bambini ingenui e affidiamoci senza retropensieri al suo genio divino e alle sue amorevoli cure. Saprà portarci fuori dal baratro perché egli è la luce, la verità, la vita.
Grazie Silvio! Per quello che hai fatto e farai ancora per noi.