Dopo più di venti anni dalla sua prima comparsa in politica, il Cavaliere torna fresco e splendente sul suo cavallo bianco, scortato da due
sorridenti palafrenieri mentre il suo giovane emulo, il povero Matteo, è
costretto a chiedere aiuto senza più veti ai tanti compagni che pensava di
avere rottamato.
Certo che il destino talvolta è strano! Chi avrebbe
scommesso, dopo l’esito deludente dei suoi precedenti governi, dopo tutto
quello che si è detto e scritto sulle sue malefatte pubbliche e private, che
l’uomo di Arcore potesse tornare alla ribalta della scena politica alla
veneranda età di ottantun anni?
Chi avrebbe mai pensato che la parabola del giovane
rottamatore di Rignano si potesse concludere tanto repentinamente?
Tant’è! Berlusconi torna al centro della vita politica
riproponendo il solito tridente con al centro i suoi soliti aficionados
forzitalioti, supportati al Nord dalla solita Lega, gestione riveduta e
corretta di Salvini, al Centro-Sud dagli eredi di AN, decodificata e
reinterpretata nell’aggiornamento Meloni.
Il ritornello è sempre quello: meno tasse, meno Stato,
grandi opere, tipo Ponte sullo Stretto. Nemico da abbattere non più i comunisti,
ormai fuori gioco, ma il pauperismo predicato dai 5 stelle, la loro
incompetenza amministrativa e di governo.
Ma non voglio parlare di lui (questo
blog ne ha raccontato fatti e misfatti fino alla caduta nel novembre 2011).
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFoqelhNFu7LW9YviAGGt2XPQT4WqlGqfyKQrzDupSh4lbfk0oF45MlmkX2ypGU1VISObyJ5w2xeY2llBGsPzMocJgx5EG4o9YQBklaYHU2RKX-WqEKIhR91GNpM36wzA-mA5d/s320/07renzi.jpg)
Ma il momento clou del suo declino lo segnò l’esito del
referendum costituzionale del 4 Dicembre scorso e, successivamente, la parziale
bocciatura da parte della Consulta della riforma elettorale che avrebbe dovuto
essere il coronamento dell’opera. Sul Referendum si buttò sconsideratamente,
lancia in resta - qui si fa l’Italia o si muore - usando tutti i mezzi, più o
meno leciti, per quel SI che lo avrebbe incoronato dominus dell’Italia per
parecchi decenni. Ma l’aggregarsi contro il suo PD di tutte le forze
parlamentari, di tanti costituzionalisti critici sulla riforma, di un’opinione
pubblica timorosa e preoccupata per lo stravolgimento della Carta operato
attraverso una riforma fatta passare con voto di fiducia, ne decretarono il
fallimento per 60% a 40%.
Lui si dimise da Presidente del Consiglio passando la mano
al fidato Gentiloni, mantenendo quasi per intero la rappresentanza PD in
Consiglio, compresa la Responsabile delle riforme passata ad altro incarico, e
tenendo per sé la Segreteria del Partito. Lo stile diverso del nuovo premier
durante l’anno in corso ha fornito a quest’ultimo riconoscimenti e stima
creando preoccupazione nel Segretario che sentiva minacciata la sua leadership. Il
conflitto maggiore c’è stato all'atto del rinnovo della carica al Governatore
della Banca d’Italia e in occasione del voto sulla nuova, pessima riforma
elettorale, sulla quale il governo ha dovuto imporre la questione di fiducia.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXKZZJRNYY_IyGxZeFa6JiuyLhS5UGcyLpDdg2gbFIwzVVOOfsBPU5RAwp3ZsqK1atv5Jjw2ULSPimFD0PuLF6lL8Bno17JguXp05ZFH7r9stozSnyk_O4srfeVPFEexyin-CC/s320/golpe-turchia-erdogan-1.jpg)
Ma il risultato elettorale in Sicilia mostra come il
tridente della destra riunita vinca a man bassa, il Movimento 5 stelle, pur con
ottima performance, debba accontentarsi di un piazzamento d’onore mentre il
cosiddetto centro-sinistra esca spaccato e con le ossa rotte.
Davanti a tanta debacle, consapevoli solo ora degli effetti
disastrosi per le prossime politiche della legge costituzionale appena
approvata, i piddini cercano di correre ai ripari, pronti a reimbarcare i
transfughi senza condizioni e senza veti. A me sembra veramente troppo tardi.
E’ ora che nasca dal basso una sinistra credibile che recuperi i suoi valori
originali, che non pensi a giochi tattici per le prossime elezioni ma si
impegni a rappresentare in tutte le sedi i problemi, i sogni e le speranze di
un popolo di sinistra alla diaspora. Mi auguro che questa sinistra, ormai fuori dal
Pd, riscopra la propria anima unitaria e torni ad essere credibile.
Allo stato attuale, siccome il PD di Renzi sembra coincidere
sempre più con il suo giglio magico con qualche fogliolina di contorno, c'è da
prevedere che la prossima consultazione elettorale vedrà in campo, in uno
scontro epocale, il vecchio che più vecchio non si può, già sperimentato per
troppi anni al governo del paese, e il nuovo che ha dato solo prove marginali.
Sembra difficile stabilire chi vincerà, ancora più difficile
capire chi andrà a governare questo Paese martoriato e tragicamente senza
futuro.
Ecco la risposta da sinistra ad un Pd che sente di essere
giunto al terminale
Tutto questo agitarsi nel Pd per costruire una coalizione
con la sinistra, solo ora, quando si rende palese la loro futura sconfitta è
davvero penoso. Sono passati cinque lunghi anni in cui in tutti i modi abbiamo
chiesto al governo di fare qualcosa di utile per i più deboli, per i precari,
per l’ambiente di questo nostro paese. La risposta era sempre la stessa: va
tutto bene così. Emendamenti sempre bocciati, proposte di legge ignorate,
insulti quotidiani.
E ora che quasi nulla, in così tanto tempo, è stato fatto
per la nostra gente; e ora che così tanto è stato fatto per assicurazioni,
banche, grandi poteri economici, secondo loro noi dovremmo fare una coalizione
per salvare i loro seggi nei collegi. Siamo quasi all'offesa, nel senso che si offende
l’intelligenza della sinistra e degli elettori.
Al Ministro Orlando che dice che senza un’alleanza a
sinistra il Pd perderebbe la sua missione, vorrei poter dire che quella
missione non è solo già smarrita, ma è completamente fallita. È fallita con
questi dieci anni di crisi, in cui il Pd si è progressivamente sempre più
spostato dalla parte di interessi diversi da quelli del bene comune.
Ora game over. Noi giochiamo un’altra partita e con un’altra
missione, ricostruire una sinistra popolare per riconquistare quei diritti e
quelle libertà negati da un mercato senza regole, senza i quali, come si vede,
l’Italia diventa ogni giorno un paese peggiore.
Elisabetta Piccolotti
Perché la Sinistra deve stare ferma un giro