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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com
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07 marzo 2016

Uno sguardo retrospettivo alle Terme di Sciacca

Quando penso agli esiti fallimentari del nostro Statuto per l'Autonomia, al disastro amministrativo del Governo della nostra regione, mi viene alla mente quel detto denso di tanta autoironia secondo cui proprio i siciliani sono arrivati a dire che "Dio creò la Sicilia in sei giorni, donandole tutte le cose più belle, il cielo più azzurro, i paesaggi più meravigliosi, i frutti più gustosi, gli alberi più profumati, i pesci più saporiti, i fiori più splendidi, la montagna più straordinaria, ma il settimo giorno, seccato per aver dato vita ad un nuovo Eden, creò noi, i Siciliani". 


 (A' megghiu parola è chidda ca non si dici)


La vicenda delle Terme di Sciacca è emblematica dello stato dell'arte in questo territorio destinato all'autoconsunzione. 

Per farsene un'idea non voglio usare altre parole e consiglio, perciò, al paziente lettore di aprire uno alla volta i seguenti link e leggerli. Si convincerà che non è facile ma - con tanta tenacia e pazienza - si può riuscire a portare alla bancarotta un territorio prosciugandone le risorse e annichilendone le aspirazioni.  

LE TERME DI SCIACCA

Terme di Sciacca S.p.a

Chiusura per le Terme di Sciacca  Nei privati l'ultima speranza

La Sicilia che cola a picco: chiudono le Terme di Sciacca

Il lusso (sprecato) del centro termale di Sciacca dove tutti possono entrare (tranne i turisti)

Buttanissima Sciacca

08 gennaio 2015

Inizia la caccia all'extracomunitario?

Dopo l'orribile carneficina di stampo terroristico-islamista che ieri ha sconvolto la Francia, l'Europa e il mondo intero, riprende con vigore, anche da noi, l'indecente e sconsiderata caccia all'extracomunitario in quanto tale, a prescindere da ciò che fa e da come vive. 

Come antidoto a questa denigratoria campagna sempre attiva, consiglio la lettura di Ghetto Economy curato da Antonello Mangano, che ci documenta in modo dettagliato sulle condizioni di vita e di lavoro di decine di migliaia di migranti sfruttati, ricattati e violentati, manodopera a basso costo nelle regioni del profondo sud e in alcune aree del nord industrializzato. 


Dalla quarta di Copertina:
Le serre del doppio sfruttamento, sessuale e lavorativo. Le braccianti rumene e la loro dignità violata. I ghetti di Stato e le baraccopoli africane ai margini dei campi. I semi che diventano sterili. Le multinazionali e le società finanziarie. Ma anche tonnellate di succo d’arancia tagliate con sostanze chimiche. 
Sono solo alcuni orrori nascosti dietro l’etichetta del supermercato. Dagli aranceti di Rosarno alle vigne del Piemonte, un’economia arcaica e tecnologica, schiavista e finanziaria produce arance, vino, pomodoro. Il cibo che arriva sulle nostre tavole.
Durante un viaggio sorprendente raccontiamo un incubo che ci appare lontano e legato ai migranti. Ma che sta diventando il nostro futuro. 

Un consiglio spassionato e non richiesto al premier Renzi

Dopo la norma salva-Berlusconi, approvata dal Consiglio dei ministri la notte di Natale - che potrebbe di fatto graziare l’ex Cavaliere condannato dalla Cassazione - e la successiva istanza dei suoi legali intesa ad ottenerne la liberazione anticipata per buona condotta: Il progetto rieducativo si è arricchito dello svolgimento dei lavori di pubblica utilità (…) da cui ha accolto con entusiasmo uno spunto di riflessione sulla condizione degli anziani, -
invece di arrampicarsi sugli specchi con l'esito sgradevole che ne consegue e costringere il poveretto a chiedere una riduzione di pena, perché il premier Renzi non compie un atto di forza decisivo candidando l'ex premier ed ex cavaliere al Quirinale per i grandi meriti conseguiti come imprenditore e politico?
Consideri che si tratta del miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, prima, cioè, che lui stesso gli soffiasse il podio con la strabiliante attività messa in campo.

Pensi Renzi all'esito che ne conseguirebbe: 
- metterebbe finalmente fuori gioco quell'opposizione interna, vera spina nel fianco che rallenta e indebolisce il suo slancio vitale;
- otterrebbe applausi sperticati e riconoscimenti fastosi dal partito e dal mondo degli affari orbitante attorno all'ex cavaliere;
- assicurerebbe al patto del nazareno una durata almeno settennale con la prospettiva di cambiare definitivamente i rapporti di forza nel Paese e di fare le grandiose riforme da entrambi auspicate e volute.

Dico questo perché sono convinto che sarebbe la mossa azzeccata e vincente, in grado di garantire al premier lunga vita politica e l'ambito riconoscimento di grande statista.

Faccia come il Duce che si assunse la responsabilità politica, morale e storica del delitto Matteotti, tacitando così l'opposizione e la fronda nascente nel suo stesso partito e dando vita alla fase autoritaria del regime.

Forza Renzi, che ce la fai!

28 dicembre 2013

Boicotta Mediaset...!

Berlusconi chiede agli Italiani di boicottare il discorso di Capodanno del Presidente Napolitano. Per la sola ragione che non gli ha concesso ancora la Grazia, motu proprio

Ce ne sono errori che il Presidente ha fatto e suoi comportamenti non condivisibili ma per quanto riguarda la Grazia al pregiudicato e plurinquisito, il suo comportamento è stato impeccabile. 

L'unica cosa che gli Italiani devono imparare a fare è boicottare integralmente le reti Mediaset e i giornali posseduti dal grande imbonitore

04 maggio 2013

Questo blog si sospende ...!


Questo blog ha seguito passo passo lo sfacelo prodotto nella politica, nella società, nell'economia e nel costume dalla presenza di Berlusconi e del suo partito personale nella vita pubblica. 

Adesso si sospende, fino a quando non potrà annunciare con gioia che l'insopportabile anomalia sia stata definitivamente cancellata. A presto! 

24 febbraio 2013

Anche con il tuo voto può ripartire il Futuro. Pensaci!

Mentre don Luigi Ciotti e decine di migliaia di cittadini con Libera e Gruppo Abele sostengono la campagna SENZA CORRUZIONE RIPARTE IL FUTURO che ha già raccolto oltre 148mila firme, dobbiamo assistere, ancora una volta, alla violazione del silenzio elettorale in perfetto stile mafioso da parte della protervia fatta persona. Che afferma, con estrema sfrontatezza, che la magistratura è una mafia, più pericolosa della mafia siciliana





Mi auguro che con il voto di oggi e domani possiamo liberarci da questo cancro pericoloso che da vent'anni inquina il nostro Paese facendoci vergognare, talvolta, di essere italiani. Il cancro pericoloso cui mi riferisco non è solo la mafia ma i politici che la supportano in tutti i modi. 
Eccone un campione! 


Riparte il Futuro
Libera
Gruppo Abele

31 gennaio 2013

Anche Berlusconi ha fatto cose buone!

Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di un leader, Mussolini, che, per tanti altri versi, invece, aveva fatto bene. (Sivio Berlusconi nel Giorno della Memoria) 



Anche di lui si può dire che ha fatto cose buone, a parte le leggi ad personam, il tempo sottratto al governo per curare le olgettine, i rapporti personali con i peggiori soggetti italiani e stranieri, il parlamento trasformato in puttanaio ecc, ecc. 

24 gennaio 2013

Vecchie e nuove povertà


Ho letto questo servizio di cui riprendo l'introduzione, curato da Concita De Gregorio nelle pagine R2 in la Repubblica di oggi. E mi chiedo se la colpa delle stato comatoso in cui siamo sprofondati è tutta e soltanto della speculazione finanziaria internazionale o dei mercati senza volto e senza nome. 
Se i politici, i tecnici e i banchieri che hanno sgovernato il Paese e la sua economia non abbiano qualche conto da dare, qualche mea culpa da fare, qualche via d'uscita da indicare. 


Così siamo diventati poveri - Concita De Gregorio in R2 de la Repubblica 












I numeri non rendono l’idea. Siamo assuefatti, bombardati. Non li tratteniamo neppure il tempo necessario perché si traducano in un pensiero. Sono le storie che parlano. Quelle sì, quelle somigliano tutte a qualcosa che sappiamo. La commessa del super, il fornaio dove vai a comprare le rosette, il ragazzo che ha l’età di tuo figlio, il padre di mezza età, la madre. Questa è l’Italia, questi siamo noi. Narcotizzati da una campagna elettorale che discute di pensioni e di tasse, di esodati e di aliquote: un mondo politico che parla, provando a farsi votare, a chi il lavoro ce l’ha o ce l’ha avuto. Ma quasi la metà del paese non ha lavoro, lavora al nero, ha redditi sotto i mille euro. La media delle famiglie italiane guadagna meno di ventimila euro l’anno, dicono i dati ministeriali, con buona pace delle discussioni sulla patrimoniale per chi ha redditi sopra il milione o il milione e mezzo. C’è differenza fra ventimila e un milione, una differenza così grande che genera, in chi non trova ascolto, rabbia, ostilità, fragilità, disillusione. Siamo tornati poveri, dicono i dati Istat. Più di otto milioni di italiani, una famiglia su dieci spende circa mille euro a testa al mese, la cifra sotto la quale l’Istat stabilisce la soglia di povertà relativa. Indietro di 27 anni. Ma nemmeno questo rende l’idea perché ormai sono anni che separarsi è diventato un lusso da ricchi, che il ceto medio è scivolato verso l’indigenza, che i padri che pagano gli alimenti dormono in macchine e vanno a mangiare alla Caritas. La novità, oggi, come queste sei semplicissime storie raccontano, è che nell’indifferenza diffusa comprare a metà prezzo il pane di ieri, fare la spesa al super di carne in scadenza e quindi in saldo, nascondere la laurea per trovare un lavoro da 800 euro o laurearsi per poi servire ai tavoli di un pub, al nero, è diventato assolutamente normale. Tutto intorno è così. L’ascensore sociale non è solo fermo, guasto, bloccato dal malaffare e dal malgoverno. Torna indietro. Non sale: scende. I figli hanno un destino peggiore dei padri, il giovane laureato in Legge, figlio di operai del Sud, ha vergogna a dire che non sa che farsene del suo titolo, non sa come spiegarlo ai genitori. Non va avanti, non può tornare indietro. È il lavoro che manca. È l’unica cosa di cui parlare, la sola di cui una campagna elettorale dovrebbe occuparsi: offrire un progetto per restituire lavoro al Paese. Senza libertà materiale non c’è libertà politica né democrazia. Il resto sono chiacchiere. Quasi la metà del paese non ha un impiego, lavora in nero o ha redditi sotto i mille euro. Questa è l’Italia dove, nell’indifferenza generale, il ceto medio è scivolato nell’indigenza, tornando indietro di 27 anni. 

19 gennaio 2013

LISTE ELETTORALI E GARANTISMO BECERO


Immagino che l'esclusione dalle liste elettorali di alcuni impresentabili (Crisafulli e Papania in Sicilia, Caputo in Campania) renda onore al PD che può presentarsi agli elettori con una faccia più pulita. 
C'è da augurarsi che i voti che quel partito perderà in seguito alle esclusioni di personaggi indagati, condannati o in attesa di giudizio - ma assai quotati elettoralmente nei territori di riferimento - venga compensato abbondantemente con quelli conquistati nella società civile, fra i cittadini onesti. 


Questi sono problemi che non si porranno in casa PDL dove i Dell'Utri, i Cosentino, gli Scajola e compagnia cantante rappresentano fiori all'occhiello di quel garantismo becero che vuole il personale di quel partito sempre presentabile fino all'ultimo grado di giudizio. Buona compagnia per il padrone di casa, già condannato a 4 anni in 1° grado e con tre procedimenti penali in corso. 
COMPLIMENTI E AUGURI!  

15 dicembre 2012

La Costituzione, le leggi 'ad personam', il Governo del Paese

Su Deliberazione dell'Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947, il 27 dello stesso mese il Capo provvisorio dello Stato promulgava la Costituzione della Repubblica italiana che entrava in vigore il 1° gennaio 1948.  

Siamo quasi al 65° anniversario della Costituzione più bella e progressiva del Mondo e c'è qualcuno che, dopo averla sfregiata pesantemente, si propone con ostinazione incrollabile di farla definitivamente a pezzi.    

E non voglio parlare di lui e di cosa si propone; l'ho già fatto abbastanza. Ma quando riascolto questa scandalosa dichiarazione dell'on. Violante alla Camera, rabbrividisco e la rabbia mi assale. Come hanno potuto tradire in questo modo la Costituzione e il loro stesso mandato, e consentire tutto quello che è ancora sotto i nostri occhi? 





Per questa ragione trovo legittima e profondamente motivata la lettera di Antonio Ingroia all'on. Bersani, alla quale rinvio su Micromega, augurandomi che ottenga una seria e puntuale risposta. 


Abrogare le leggi del privilegio. Introdurre il reato di ostruzione alla giustizia. Premiare l'economia della legalità. Confiscare i patrimoni illeciti. Solo così l'Italia potrà liberarsi da cricche, caste e mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato?. (Antonio Ingroia) 

La Costituzione Italiana sul sito della Presidenza della Repubblica
Alleanza per la Costituzione di Sandra Bonsanti

23 novembre 2012

Quando finirà questa vergogna?

Ma chi sono questi parlamentari della Repubblica? 

Chi li ha selezionati per quell'incarico di prestigio? 


Non hanno più pudore come io non ho più parole da spendere e mi servo dell’AMACA di Michele Serra su la Repubblica di oggi per dire tutto il mio schifo! 

Forse sperano ancora, i bastardi, che il vecchio padrone non si dimentichi di loro nel giorno del giudizio! 



Nonostante, negli ultimi anni, ci si sia abituati a tutto, si fatica a credere che davvero un gruppo di senatori del Pdl abbia tentato, anzi stia tentando di introdurre un quarto grado di giudizio pur di impedire o almeno ritardare l'esecuzione della sentenza sul Lodo Mondadori. Per quanta faccia tosta e pelo sullo stomaco questi signori abbiano già messo in campo, qui siamo all'ennesimo salto di qualità: il partito de “processo breve”, che per anni ha battuto la grancassa per accorciare i tempi lunghi della giustizia italiana, ora quei tempi vorrebbe stiracchiarli quel tanto che basta per rimettere in tasca al loro padrone mezzo miliardo di euro. Non viene data spiegazione al voltafaccia, né è ritenuto necessario darne alcuna: parla oramai l'evidenza. Volevano accorciare i tempi dei processi quando i processi a Berlusconi erano ancora in corso, per poterli annullare; vogliono allungare i tempi dei processi ora che le sentenze (sfavorevoli) sono state emesse, per poterle invalidare o procrastinare. Di buono c'è che non sentono neppure più il bisogno di giustificarsi raccontando palle sulla “giustizia giusta” e altri inconoscibili scrupoli etico-politici. Ben oltre la faccia tosta, c'è la palmare contentezza di fare apertamente il gioco sporco. Al fischio finale, faranno il gesto dell'ombrello al pubblico.

Il Pdl ci riprova sull’ammazza sentenze 

29 settembre 2012

La corruzione fatta persona ?

La lettera di Lavitola, ritrovata nel computer sequestrato all’imprenditore Carmelo Pintabona (l’italo-argentino usato come messaggero per raggiungere l’ex premier) a margine dell'inchiesta sulla presunta, tentata estorsione ai danni di Berlusconi, è uno spaccato straordinario che dimostra con quali mezzi e con l'utilizzo di quali personaggi il leader del Popolo della Libertà sia riuscito a costruire e mantenere il suo potere personale, in più occasioni traballante. E come abbia confezionato le sue vendette private nei confronti di chi abbia tentato di opporsi al suo strapotere nella gestione del partito. 

La lettera (i magistrati ne riscontreranno l'autenticità e se e come sia pervenuta al destinatario) riesce anche a fare aprire gli occhi a quanti non hanno finora voluto vedere quanto da tempo appariva lampante. Che l'Uomo della Provvidenza era soltanto un grande corruttore (parola di Fini) che, approfittando di un'ingentissima disponibilità di denaro, ha comprato tutto ciò che ha potuto, cose, persone, voti, giornali e giornalisti, tv e programmi progettati al fine di esaltarne le gesta, amplificarne le false verità e demolire gli avversari. 
Fino a portare il Paese nello stato in cui si trova attraverso un ventennale esercizio delle più turpi pratiche corruttive che hanno corredato il suo improbabile cursus honorum.

E pensare che sarebbe bastato, agli albori della sua discesa in campo, che fosse dichiarato ineleggibile e non legittimato a governare il Paese perché titolare di concessioni governative relative al suo impero mediatico! 

P.S.: sarà solo un caso che il PDL - il famoso partito degli onesti di alfaniana memoria - si mostri refrattario a votare la legge anticorruzione proposta dal governo? 

La lettera di Lavitola (tutta da leggere) 

Sig. Presidente, La prego di scusarmi se con la consuetudine che Lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza. (...) Le dico francamente, non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli, o come spero, di un giusto e normale gioco delle parti. Comunque, leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso, motivo per il quale Lei non mia avrebbe più parlato, mi ha fatto molto male (...) . Io sono un uomo d'onore, e voglio continuare ad esserlo. (…) Lei, subito dopo la formazione del Governo, in questa Legislatura, con Verdini e Ghedini presenti, mi disse che era in debito con me e che Lei era uso essere almeno alla pari. Era in debito per aver io "comprato" De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua V etere, da dove erano arrivate le pressione per il vergognoso arresto della moglie, e assieme a Ferruccio Saro e al povero Comincioli "lavorato" Dini. Ciò dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi. Ciò in viaggio verso Reggio Calabria in aereo, per una manifestazione di De Gregorio, presente Valentino. Anche allora mi indagò Piscitelli, senza risultato, motivo per il quale Ghedini ammise che non era opportuna la mia candidatura. Non candidò neppure Sica (salvo poi premiarlo, con i risultati noti), io nonostante la mia delusione, mi adoperai a che il Sica non impazzisse. Lei mi ha promesso: - Più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); - Di mandarmi al Parlamento Europeo (alle percedenti pressi da solo 54.000 preferenze); - Di entrare nel cda della Rai; - Che il primo incarico importante che si fosse presentato, sarebbe stato per me (inizio 2010); - Di collocare la Ioannuci nel cda ENI; - Di nominare Pozzessere, almeno direttore generale di Finmeccanica. Mi ha concesso: - La Ioannuci nel cda delle Poste (aveva promesso di darle anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non ò stato mantenuto); - Il commissario delle dighe (ruolo inventato da me con Masi). Ho ottenuto da Lei anche: - Che Forza Italia concedesse all'Avanti! un finanziamento di 400.000 euro nel 2008, altro non era che il rimborso di soldi che Lei mi aveva autorizzato a dare a De Gregorio nel 2007 (se ne occuparono Ghedini e Crimi); 400/500.000 euro (non ricordo) di rimborso spese per la "Casa di Montecarlo", dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000 euro. Martinelli ha contribuito con 150.000, oltre che con il volo privato da Panama a Rotna (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di di Santa Lucia (circa 300.000 euro).

Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò). - Lei ha regalato a Martinelli, 100. 000 euro (forse meno) di diritti televisivi. Quanto sopra solo quale sintetico promemoria, degli ultimi tempi. Andando agli inizi: - Io e non Chiara Moroni spaccai il piccolo PSI, quando lei non candidò Martelli e De Michelis. Lei mi telefono personalmente per candidarmi, e non lo fece, per il veto di De Michelis e Martelli (sic!) . - Il povero Bettino, si sentiva preso in giro. (...) Dissi a Craxi che Lei aveva risanato il giornale, ed era vero Lui però era certo che avevo ricevuto i 6 miliardi di lire da lui richiesti. Lei ha creato, dato potere, ricchezza e fama a tanti. Difeso a spada tratta Verdini, Brancher, Dell'Utri, Previti, Bertolaso, Ciarrapico, Cuffaro e Romano da accuse ben più infamanti che le mie. Vediamo quali sono le abberanti accuse a me mosse. (...) Nello specifico: - Tarantini e Montecarlo non serve che mi dilunghi; - P4, per averLe insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno contribuito a salvare Bertolaso (glielo puo chiedere), ci ha coperti nell'indagine sull'acquisto dei Senatori, ha datto una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha elliminato alcune foto che La vedevano ritrato assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra, per la vicenda rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero). Eravamo in grande debito, e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai Servizzi, per guadagnare 2000 euro in più al mese. (...) Non c'è nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abandonato e senza vie di uscita; - Finmeccanica: A Panama come Lei sa, non avevo bisogno di corrompere nessuno, in Brasile non si è concretizzato nulla (non ho alcuna preoccupazione); - l'Avanti!: Realmente ho prodotto false fatture, per ottenere i 2.5 milioni di euro annui appena sufficienti per il gionale (...). Non è mia intenzione rinfacciarLe nulla, ma Lei mi diede la Sua parola che avremmo visto assieme Letta e Ghedini per riepilogare quanto da me fatto e quanto fosse ingiusta la loro avversione nei miei confronti. (...) Non voglio impietosirLa e francamente credo di non averne bisogno per ottenere il Suo aiuto. È necessario però, farLe presente che circa 4 mesi di latitanza e quanto riportato dalla stampa, sono stati sufficenti a: - bruciare anni di lavoro; - mettere in crisi la mia famiglia; - Farmi rompere con la mia storica fidanzata (8 anni ed un figlio); - Bruciare l'ambizione di fare politica e la mia immagine in società. Il tutto, solo per Tarantini (...). La prego di aver chiaro che si trata dell'escussione di un credito morale che sono convinto di avere. (...) Ho bisogno che: - Si trovi lavoro almeno ad alcuni di quelli (19) che lo hanno perso con l'Avanti! Si tratta di: - Mia moglie (3/4.000 euro/mese) giornalista; - Mia sorella: Laureata in psico pedagogia (2/3. 000 euro/mese); - Il mio ex autista, 2 ragionere, 1 giornalista. - Si restituiscano ad Angelo Capriotti (è in contatto con Suo fratello) 500.000$, da lui spesi a vuoto a Panama, dei quali mi ritiene forse anche giustamente responsabile (me ne interessai su pressione di Suo fratello e di Valentino). - Si paghi una società cinese (900.000 dollari),che mi ha fornito e sta contnuando a farlo, i servizi necessari alla definizione del piano di sfruttamento della mia concessione di taglio in Amazzonia, che ho in gran parte venduta, come Le dissi; -Si paghi lo studio di avvocati che si occuperà dell'arbitrato (mi hanno fatto un preventivo di circa 5.000.000,00 euro), per non perdere il saldo di 230 milioni di euro (dei 260 stipulati), che si è reso necessario,essendo stato io inadempiente per non aver potuto firmare, entro il termine concordato la voltura del piano e della concessione esecutiva di taglio e rimboschimento.
Il clamore della vicenda giudizziaria sta determinando un comprensibile, ma odioso ostracismo nei miei confronti. Nessuno vuole firmare nulla che mi riguarda e Purtroppo il presidente Lula (che si sta confermando un vero amico) non conta già quasi più nulla. (…) La prego di non "mollarmi", sarei rovinato.
Come procedere: Per lo studio legale e la società cinese, la prego di farmi sapere a chi fatturare (...); Per Capriotti, l'unico contatto ragionevole è tramite Suo fratello (al quale dice di essere molto legato) o Valentino, che lo conosce. La prego di farlo contattare al più presto, è inaffidabile ed avendo perduto a suo avviso l'affare della sua vita (le carceri a Panama), perchè io non me ne sono voluto interessare è pericoloso. (…) Tranne che le assunzione (per le quali La prego impegnarsi al massimo, ci tengo moltissimo e francamente non mi sembra possa rappresentare per Lei un grosso problema), si tratterebbe di un prestito. Assieme alla somma prima elencata (900.000$ + 500.000$ + 5.000.000 euro), ovviamente Le restituirò anche i 255.500 euro (residuo dei 500.000 affidatimi per Tarantini). Sarò in grado di restituirLe la somma con uno o più trasferimenti giustificabili da fatture o in varie trance da 500.000 euro in contanti in Italia o dove Lei vorrà. (…) Le ho fatto pervenire questa lettera sigilata, tramite Caselli, che essendo un parlamentare che va e viene dal Sud America, non desta sospetti e non è perquisibile. (…). Ne approfitto per augurarLe un Natale sereno (capisco che tra problemi, famiglia e fidanzate non sarà semplice, neppure per Lei, ma glielo auguro sinceramente) e un Nuovo Anno molto migliore di quello agli sgoccioli. Dopo i casini devono arrivare soddisfazioni proporzionali.
Rio de Janeiro, 13 dicembre 2011.

24 settembre 2012

Immagina, puoi!

Ovvero, la sfilata delle facce di m.

Immagino, sì! Immagino che fino a quando fioriranno nei partiti personaggi come Lusi, Belsito, Fiorito, Minetti; finché ci sarà qualcuno che, prestando la sua faccia, pronuncerà cinque sillabe in uno spot pubblicitario quadagnando milioni, non ci sarà speranza di futuro per milioni di persone normali in carne e ossa che si dedicano, o vogliono dedicarsi, con coerenza, ad un lavoro normale o alla Politica con la P maiuscola. 





01 giugno 2012

Se veniste a sapere che un cataclisma di potenza inaudita...

Se venite a sapere che un meteorite distruggerà la terra entro un mese, e non rimarrà nessuna forma di vita, continuereste a scrivere il racconto, il romanzo, o soltanto il diario personale a cui state lavorando? 

Questa la domanda che pone Roberto Cotroneo durante i suoi corsi di scrittura, riportata nella Lezione 1 del suo Manuale di scrittura creativa per principianti

A siffatta domanda risponderei, naturalmente, di no. Con la consapevolezza della fine imminente di tutto, non potrei continuare a riempire, come se niente fosse, le pagine del mio racconto o i fogli del mio diario personale. Non solo perché non avrei più la possibilità di essere letto da altri ma perché quell'impegno risulterebbe vacuo anche per me. Mi dedicherei, piuttosto, a prepararmi alla fine per renderla meno traumatica possibile, e mi riconcilierei con l'umanità dolente in un mondo destinato ad una prospettiva di morte ineluttabile. 

Potrei rispondere con le stesse parole che mi suggerisce l'autore in altre sue opere: 
Io ero diventato un uomo che non aveva più lettere da scrivere, libri da leggere, amici da incontrare. Guardavo le case e cercavo di spiare quello che c'era dentro, il buio oltre i vetri, le luci deboli; convinto che il tempo fosse solo una modalità dello spazio, e il passato qualcosa che sta un poco più in là, in fondo a quel corridoio. (da "L'età perfetta", Rizzoli) 
Come si potevano perdere le parole che correvano per il mondo, e con le parole perdere intere vite, intere storie che nessuno avrebbe potuto ricostruire uguali? (da "Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome", Mondadori)

Una domanda simile porrei a questi parlamentari (e ai loro sodali), eletti in un'altra era geologica, rappresentanti di un popolo che solo a sentirli parlare e a vederne le sagome prova nausea e sconcerto; che si muovono con qualche sicurezza solo dentro la fortezza destinata a crollare: se veniste a sapere che un cataclisma di potenza inaudita distruggerà le vostre incrollabili certezze e i vostri consolidati privilegi nell'arco di pochi mesi, continuereste a comportarvi come se niente fosse? O rivedreste radicalmente le vostre posizioni, fino a decidere di uscire di scena anzitempo e acquattarvi negli anfratti più nascosti di una caverna aspra e inaccessibile? 

30 maggio 2012

Monti e il Calcio da sospendere

Non sono stato particolarmente tenero con Monti, con il suo governo e con le scelte di politica economica che hanno finito per colpire a morte il ceto medio, i lavoratori e i pensionati del nostro Paese, ma la sua uscita sul mondo del calcio, i suoi scandali e malefatte la condivido in pieno. 


Quello del Calcio, infatti, è diventato un mondo in cui circola troppo denaro, alimentando la facile illusione di poterne fare a palate senza ritegno. Risulta, perciò, assai diseducativo per i più giovani che lo percepiscono non come palestra di vita e di crescita personale ma come mezzo per il raggiungimento della notorietà e di enormi guadagni, mai bastevoli. 

La frase del Presidente del Consiglio ha fatto inferocire tifosi, club e dirigenze che avrebbero poco da obiettare se considerassero responsabilmente lo spettacolo indegno e vergognoso offerto da alcuni anni a questa parte, da calciopoli al calcio-scommesse.  Ne riproduco, pertanto, la parte più significativa per un'attenta riflessione. 

Bisogna riflettere e valutare se non gioverebbe per due-tre anni una totale sospensione di questo gioco. È particolarmente triste e fa rabbrividire quando il mondo dello sport, che dovrebbe esprimere i valori più alti, si rivela un concentrato di fattori deprecabili. In questi anni abbiamo assistito a fenomeni indegni. 

19 aprile 2012

MINIMALIA PETENDA al Governo dei Tecnici e alla classe politica

(Ricevo e volentieri pubblico) 

A MONTI CHE DICE: 
"L'EUROPA CI CHIEDE DI AUMENTARE L'ETÀ DELLA PENSIONE PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO FANNO", 





NOI CHIEDIAMO: 





  • DI ARRESTARE TUTTI I POLITICI CORROTTI; DI ALLONTANARE DAI PUBBLICI UFFICI TUTTI QUELLI CONDANNATI IN VIA DEFINITIVA PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO FANNO, O SI DIMETTONO DA SOLI PER EVITARE IMBARAZZANTI FIGURE. 
  • DI DIMEZZARE IL NUMERO DI PARLAMENTARI, PERCHÉ IN EUROPA NESSUN PAESE HA COSÌ TANTI POLITICI. 
  • DI ELIMINARE I POLITICI DELLE PROVINCIE PERCHÈ CI SONO GIÀ QUELLI DELLE REGIONI, DA 40 ANNI !
  • DI DIMINUIRE IN MODO DRASTICO GLI STIPENDI ED I PRIVILEGI A DEPUTATI E SENATORI, PERCHÉ IN EUROPA NESSUNO GUADAGNA COME LORO.
  • DI POTER ESERCITARE IL “MESTIERE” DI POLITICO AL MASSIMO PER DUE LEGISLATURE, COME IN EUROPA TUTTI FANNO. 
  • DI METTERE UN TETTO MASSIMO ALL’IMPORTO DELLE PENSIONI EROGATE DALLO STATO (ANCHE RETROATTIVAMENTE) MAX 5.000,00 EURO AL MESE PER CHIUNQUE, POLITICI E NON, POICHÉ IN EUROPA NESSUNO PERCEPISCE 15/20/30.000,00 EURO AL MESE DI PENSIONE COME AVVIENE IN ITALIA. 
  • DI FAR PAGARE I MEDICINALI, LE VISITE SPECIALISTICHE E LE CURE MEDICHE, AI FAMILIARI DEI POLITICI, POICHÉ IN EUROPA NESSUN FAMILIARE DI POLITICO NE USUFRUISCE, COME AVVIENE INVECE IN ITALIA DOVE, CON LA SCUSA DELL’IMMAGINE, VENGONO ADDIRITTURA MESSI A CARICO DELLO STATO ANCHE GLI INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA, LE CURE BALNEOTERMALI ED ELIOTERAPICHE DEI FAMILIARI DEI NOSTRI POLITICI !! 
INOLTRE, CARI MINISTRI, NON CI PARAGONATE ALLA GERMANIA DOVE:
  • NON SI PAGANO LE AUTOSTRADE; 
  • I LIBRI DI TESTO PER LE SCUOLE SONO A CARICO DELLO STATO SINO AL 18° ANNO D’ETÀ; 
  • IL 90 % DEGLI ASILI NIDO SONO AZIENDALI E GRATUITI E NON TI CHIEDONO 400/450 EURO, COME GLI ASILI STATALI ITALIANI !! 
MENTRE, IN FRANCIA: 
  • LE DONNE POSSONO EVITARE DI ANDARE A LAVORARE PART-TIME PER RACIMOLARE QUALCHE SOLDO INDISPENSABILE IN FAMIGLIA E PERCEPISCONO DALLO STATO UN ASSEGNO DI 500,00 EURO AL MESE, COME CASALINGHE, PIU’ ALTRI BONUS IN BASE AL NUMERO DI FIGLI.
  • NON SI PAGANO LE ACCISE SUI CARBURANTI PER LE CAMPAGNE DI NAPOLEONE, MENTRE NOI LE PAGHIAMO ANCORA PER LA GUERRA D’ABISSINIA.
AI NOSTRI POLITICI CHIEDIAMO: 
  • CHE LA SMETTANO DI OFFENDERE LA NOSTRA INTELLIGENZA; IL POPOLO ITALIANO CHIUDE UN OCCHIO, A VOLTE DUE; UN ORECCHIO E PURE L’ALTRO MA, LA CORDA CHE STATE TIRANDO DA TROPPO TEMPO, SI STA SPEZZANDO. 

CHI SEMINA VENTO, RACCOGLIE …..TEMPESTA !!!

17 aprile 2012

ABC vogliono i soldi del finanziamento pubblico

ma con la faccia di tolla che si ritrovano, li chiamano ancora rimborsi elettorali!  

Prima escono di scena questi leaders di altrettanti cosiddetti partiti e meglio è. 

Prima smantellano i loro apparati sanguisuga e prima il Paese riprende a respirare. 

Prima ci riportano al voto e prima gli daremo la lezione che si meritano. 

Gli Italiani hanno ormai le tasche vuote e loro vogliono continuare a fare il pieno con un'indecenza inaudita. 



ANDATEVENE e portate all'inferno con voi l'uomo e la banda che avete allevato per quasi un ventennio! 


15 aprile 2012

Per quelli che lasciati soli non ce la fanno più

I politici che fanno ammuina riguardo alle decisioni che da tempo avrebbero dovuto prendere per ridurre i loro privilegi, le amministrazioni pubbliche che si ostinano a procrastinare i tempi dei pagamenti delle commesse, i banchieri che hanno dimenticato la loro primaria funzione di servizio, gli evasori incalliti che credono di scaricare impunemente sulle spalle dei cittadini onesti la loro turpe e vile scelta di prendere senza dare, tengano a mente i nomi del seguente, lugubre elenco, destinato inesorabilmente ad allungarsi, cerchino di immaginare la disperazione delle famiglie rimaste sul lastrico e provino il sentimento della vergogna, se ci riescono. 
Suicidi, una strage silenziosa - Imprenditori che non riescono a riscuotere i propri crediti e professionisti sommersi dai debiti. Ma negli ultimi mesi il numero di lavoratori che si sono tolti la vita è in rapida crescita. Ecco una breve scheda per ricordare le loro storie 
  • 13 aprile 2012. Sesto Fiorentino (Firenze). Giuliano V, ex manager di 42 anni, si è ucciso lanciandosi sotto un treno merci. Quattro mesi fa aveva perso il suo impiego in una azienda del settore del marmo in Garfagnana. Caduto in depressione, aveva provato ad avviare una nuova attività, ma senza fortuna.  
  • 12 aprile 2012. Altivole (Treviso). Paolo Tonin, 53 anni, imprenditore agricolo, si è impiccato nella sua azienda. Secondo i familiari, il suicidio è da collegare alla difficile situazione economica in cui versava l'impresa. 
  • 9 aprile 2012. Valtiberina (Arezzo). Imprenditore di 27 anni, titolare di una ditta occupata nel taglio di alberi. Si è ucciso nel bosco, collegando il gas di scarico all'abitacolo dell'auto. Familiari e compaesani raccontano che era ossessionato dai debiti, e che aveva appena ricevuto una cartella fiscale per circa 50.000 euro. 
  • 5 aprile 2012. Savona. Vittorio Galasso, artigiano edile di 52 anni. Si è impiccato nell'appartamento che stava ristrutturando. Secondo gli amici, l'uomo non ce la faceva più a tirare avanti per la scarsità di lavoro e per i debiti. Lascia la moglie e due figli, di 15 e 17 anni. 
  • 3 aprile 2012. Roma. Mario Frasacco, imprenditore di 59 anni. La sua impresa di progettazione e costruzione con profilati di alluminio era in fallimento, e gli operai in cassa integrazione. Si è ucciso con una fucilata nella sua azienda. Il corpo è stato ritrovato la mattina dopo dal figlio ventenne. 
  • 2 aprile 2012. Roma. Pasqualino Clotilde, artigiano di 57 anni. L'uomo si è impiccato nel suo negozio di cornici. Un biglietto spiegava il motivo del gesto: "problemi economici insormontabili". Il giorno prima, la moglie aveva iniziato a lavorare in una ditta di pulizie per aiutarlo a pagare i debiti. 
  • 23 Marzo 2012. Cepagatti (Pescara). E.F, imprenditore di 44 anni, si è impiccato perché disperato per le condizioni economiche della sua azienda. E' stato trovato senza vita dai dipendenti della sua ditta di infissi.  
  • 21 Marzo 2012. Scorrano (Lecce). Antonio Maggio, artigiano di 29 anni, si è impiccato dopo aver perso il lavoro in una cava, con cui contribuiva al sostentamento della madre rimasta vedova. Pochi giorni prima di perdere il lavoro, alla famiglia era stato notificato il pagamento della tassa sui rifiuti. 
  • 21 Marzo 2012. Belluno. Giampietro Benvegnù, imprenditore edile, si suicida dopo aver subito il fermo amministrativo dell'auto per guida senza patente. La sua azienda, già in difficoltà, avrebbe avuto difficoltà ad accedere ad appalti avendo il suo titolare la fedina pedale inquinata dalla denuncia. 
  • 9 Marzo 2012. Ginosa Marina (Taranto). Vincenzo Di Tinco, commerciante di 60 anni, si è impiccato dopo essersi visto rifiutato un fido dalla sua banca. L'uomo era proprietario di un negozio di abbigliamento e non ha ottenuto un prestito da 1.300 euro nonostante 40 anni di attività. 
  • 9 Marzo 2012. Noventa di Piave (Venezia). Un falegname di 60 anni si è tolto la vita a causa dei ritardi nei pagamenti dei suoi clienti. Il suo corpo è stato trovato da un collaboratore nel capannone dell'azienda. 
  • 26 febbraio 2012. Firenze. Un imprenditore di 64 anni è stato trovato impiccato nel capannone della sua azienda in un comune vicino Firenze. Il gesto sarebbe motivato dalle difficoltà economiche contratte dalla ditta. 
  • 15 febbraio 2012. Paternò (Catania). Il proprietario di una ditta specializzata in macchine per l'agricoltura si è impiccato nel magazzino di sua proprietà. L'uomo, 57 anni, aveva contratto numerosi debiti per la sua azienda. 
  • 11 gennaio 2012. Montebelluna (Treviso). Franco Nardi, proprietario di un distributore di benzina, si è impiccato nello sgabuzzino dell'impianto. L'uomo di 47 anni si è trovato schiacciato dai debiti della sua impresa, che provava a vendere da circa un anno, e da una situazione sentimentale difficile. 
  • 3 gennaio 2012. Milano. Giancarlo Chiodini, elettricista di 64 anni, si è sparato alla testa nel furgoncino parcheggiato davanti alla sede della sua ditta. L'uomo aveva dedicato la vita al lavoro, ma negli ultimi tempi tra commesse sparite e ritardi nei pagamenti la preoccupazione per la crisi era diventata un'ossessione. 
  • 3 gennaio 2012. Trani. Antonio Losciale, proprietario di un negozio di climatizzatori, si è impiccato nel deposito del suo locale. L'uomo, 49 anni e padre di famiglia, sarebbe stato travolto dai debiti e dalle pressioni degli strozzini a cui si era affidato. 
  • 2 gennaio 2012. Montecchio Maggiore (Vicenza). Antonio Tamiozzo, imprenditore edile, si è tolto la vita nella sua azienda. L'uomo aveva 54 anni e una ditta con più di trenta dipendenti, i cui conti dalle prime indagini sono apparsi in regola, ma secondo i familiari la situazione del mercato aveva angosciato l'imprenditore negli ultimi tempi. 
  • 2 gennaio 2012. Catania. Roberto Manganaro, proprietario di tre concessionarie, si è impiccato in casa. L'imprenditore aveva 47 anni, aveva da poco dovuto licenziare una sua dipendente per motivi economici e presto avrebbe dovuto fare lo stesso con un altro impiegato. 
  • 30 dicembre 2011. Longarone (Belluno). Giovanni Schiavinato, imprenditore di 71 anni, si è gettato in un fiume. Proprietario di una ditta di stampi a iniezione per scarponi e suole, la sua impresa era sbarcata in Cina ma era fallita nel 2005. Il giorno del ritrovamento del suo cadavere è combaciato con la messa all'asta della sua casa per il recupero crediti da parte di Equitalia. 
  • 29 dicembre 2011. Capodarsego (Padova). R.S., proprietario di una ditta individuale di pitture edili, si è impiccato ad una grondaia. In un biglietto lasciato ai familiari ha parlato di una "situazione insostenibile", legata a una serie di crediti non riscossi per dei lavori già fatti. 
  • 12 dicembre 2011. Vigonza (Padova). Giovanni Schiavon, imprenditore edile, si è sparato alla testa. L'uomo aveva 59 anni, due figli ed era titolare da 25 anni di una ditta edile. All'origine del gesto la decisione delle banche che gli avevano chiesto di restituire i prestiti, nonostante un credito di 200 mila euro nei confronti degli enti pubblici. Schiavon aveva dovuto mettere in cassa integrazione sette operai.  
  • 12 dicembre 2011. Spresiano (Treviso). Una donna, ex proprietaria di due ristoranti, si è gettata sotto le rotaie del treno. L'imprenditrice di 43 anni aveva appena accompagnato i tre figli a scuola. Il gesto, secondo le testimonianze, sarebbe riconducibile a ragioni economiche. 
  • 26 novembre 2011. Borgoricco (Padova). Giancarlo Perin, imprenditore edile, si è impiccato a una gru della sua ditta. L'uomo aveva 52 anni e due figli. All'origine del gesto, secondo un bigliettino lasciato dallo stesso Perin, la situazione di crisi e la preoccupazione di non poter garantire un futuro alla famiglia. Fonte: l'Espresso 

«Sono suicidi di Stato»
Suicidi di Stato 


Questa, invece, è vergogna di Stato

04 aprile 2012

A SUA O A NOSTRA INSAPUTA ?

... si sono spolpati l'Italia con fauci fameliche e non sono ancora satolli! 
Ma chiamano anti-politica la reazione sdegnata dei cittadini. 
Io dico che se loro sono  la politica, ben venga allora l'anti-politica! 

A Bossi hanno ristrutturato la casa a sua insaputa, adesso vuole denunciare chi si è permesso tanto. 


Anche Rutelli lamenta attività illegali dell'ex tesoriere Lusi a sua insaputa


Proprio come successe a Scaiola cui hanno acquistato la casa al Colosseo e non se n'era accorto! 





Ma come fanno ad avere la faccia di bronzo per aggrapparsi agli specchi in questo modo becero?! 

Abbiano il coraggio, invece, di uscire di scena al più presto! 

Il Paese non tollera più loro e l'espressione a mia insaputa




Oggi non si può fare a meno di leggere l'Amaca di Michele Serra 

Più che alla disonestà vera e propria, gli scandali della Lega fanno pensare alla disperata precarietà strutturale di un partito inventato da un fanfarone di paese, finto medico, cantante fallito, che per oltre vent'anni è riuscito ad abbindolare un popolo evidentemente abbindolabile. Tutto, nella storia leghista, è improvvisato e cialtrone, a partire da quel logo fantasma, “Padania”, che non ha alcuna attinenza con storia e geografia e pare sortito da un partita notturna a Risiko annaffiata da troppo alcol. Proseguendo con il ridicolo crak del credito padano, l'inverosimile carriera politica del povero Trota, il cerchio magico con le fattucchiere e le badanti, l'università dell'Insubria, gli amiconi illetterati messi alla Rai per puro sfregio, i finti ministeri a Monza, gli elmi cornuti, gli affaroni in Tanzania... 
È quasi prodigioso che con ingredienti così poveri la grande simulazione di Bossi abbia potuto reggere così a lungo. È come se un “Amici miei” di basso rango fosse arrivato a governare un Paese. Poi i giudici, non per colpa loro, arrivano sempre dopo. Dopo che milioni di italiani l'hanno bevuta, ci hanno creduto, si sono tappati occhi e orecchie per non sentire e non vedere. 

29 marzo 2012

Siamo alle comiche! Meglio le vignette e un video!


Non si capisce perché anche i premier sobri, quando stanno all'estero qualche giorno, perdono l'understatement style e, come presi da una incontenibile euforia, si lanciano in esternazioni incredibili! 
Fantastico quando lo fanno in lingua inglese! Forse pensano che in Italia non li si capisca affatto. 

Credevamo che la sindrome di cui sopra fosse appannaggio solo del Caimano ma dobbiamo constatare che anche il sobrio Monti ci casca, eccome! 



Poi c'è quella testa di c...o dell'Emilio che se ne va in Svizzera a chiudere in bellezza la carriera portandosi in valigia i milioni della buonuscita (?). Ma - sensazionale! - la banca non li accetta costringendolo a tornare con la valigia. Ce n'è quanto basta per una commedia all'italiana: Il leccalecca con la valigia.


















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