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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

26 settembre 2011

Come uscire dal baratro

Con il crollo di Berlusconi, anche se pilotato, andranno al macero tutto il suo establishment, le  bande e le cricche che lo hanno sostenuto e, prevedibilmente, le vecchie burocrazie dei partiti che, pur stando all'opposizione, sono vissute alla sua ombra sorreggendolo.
L'uomo politico è finito assieme al suo sogno diventato ormai un incubo per la stragrande maggioranza degli italiani. Il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni, che solo tre anni fa aveva conquistato - con la legge elettorale bastarda ancora in vigore - una maggioranza straripante in Parlamento, chiude ignominiosamente la sua ventennale occupazione della cosa pubblica con tre frasi emblematiche: "Non mi dimetto, se mi vogliono sfiduciare lo facciano con un voto in Parlamento", "A tempo perso faccio il primo ministro" e "Poi ce le prestiamo, la patonza deve girare". E tutto questo mentre i mercati attaccano violentemente l'Italia, la borsa va a picco, lo spread distrugge - come in una tela di Penelope - i provvedimenti lacrrime e sangue che le manovre a ciclo continuo vanno approntando.

Basta! Non si parli più di lui e degli Scilipoti che lo sorreggono. Il crollo è già avvenuto, prima che in Parlamento, nel Paese. Manca soltanto che venga certificato in modo chiaro e definitivo.
Occorre, invece, pensare subito al dopo, quando sarà sotto gli occhi di tutti la profondità del guasto prodotto in questi anni di mancanza di progettualità, di assenza di politica economica ed industriale, di forsennato e rampante assalto allo Stato e alle sue Istituzioni. Occorre pensare da subito alle persone nuove, pulite, oneste e rispettose delle leggi e del sistema democratico che potranno operare con tutte le loro forze per farci uscire dalle macerie e avviare la ricostruzione politica, sociale e morale di un Paese portato sull'orlo della bancarotta e diventato zimbello del mondo. Occorre pensare ad un programma di risanamento largamente condiviso e ad una squadra di personalità capaci, competenti e moralmente inappuntabili che si mettano al servizio di un compito immane e meritorio. Anche nel Paese devastato dal berlusconismo non mancano tali personalità ma occorre individuarle, portarle in campo e convincerle a provarci. L'Italia merita di tornare ad essere nel consesso mondiale una nazione degna di fiducia e rispetto come negli anni migliori della sua Storia. Occorre che tutti ci disponiamo ad accettare i sacrifici che ci verranno imposti perché si possa uscire dal baratro in cui ci hanno portati, come dopo una lunga guerra durata troppi anni.

19 settembre 2011

Lui non molla! Capito? - Perché dovrebbe? Lo giudicherà la Storia.

Quando in una sola persona si concentra una miscela insana di volgare, illimitato narcisismo, la mancanza assoluta di senso morale e del limite, un potere immenso su cose e persone, una disponibilità economica pressoché illimitata, allora si produce il mostro che ci governa e che può affermare che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi e a tempo perso faccio il primo ministro.

Il resto del mondo lo ha già mollato da un pezzo, la maggioranza degli Italiani ha fatto altrettanto. E lui stesso volentieri - credo - se ne andrebbe se non ci fosse in Parlamento e fuori una masnada di Scilipoti che non riesce a fare a meno di lui e che pratica su di lui un accanimento terapeutico per tenerlo in piedi. Dovrebbero essere le persone decenti, ancora presenti nella sua compagine, e lo stesso Capo dello Stato a metterlo con le spalle al muro per una transizione veloce e pacifica in nome dell'Italia, della sana politica, del futuro del suo stesso partito e delle sue aziende.
Ne saranno capaci prima che il fango, assieme a lui, sommerga l'intero Paese?

“Nessun erotismo né passione, solo perversione" di Wanda Marra

Nessun erotismo, nessuna arte della seduzione, nessuna passione. Nel sesso quest’uomo cerca piuttosto la prova della sua esistenza”. Dunque, “il vero luogo del bunga bunga non è il letto, ma il sacrario, il mausoleo cimiteriale dove si prepara illusoriamente un posto nell’eternità”.
Massimo Recalcati, psicanalista lacaniano così legge la figura (e la patologia) di Berlusconi, anche alla luce delle ultime vicende emerse dalle intercettazioni. Un crescendo angosciante di ossessione sessuale, che viene prima di ogni altra cosa, che copre ogni realtà (“Sono uno che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato... a me l'unica cosa che mi possono dire è che scopo”, diceva B. in una telefonata a Lavitola). Una “schiavitù” compulsiva e inesorabile che altro non è che “un potente rimedio nei confronti della sua angoscia della morte”. “Perversione” la definisce tecnicamente Recalcati. Che spiega: “La prestanza fallica del proprio corpo è l’unico suo vero tarlo”. E dunque, non stupisce che arrivi a dire “faccio il premier a tempo perso”:
“Come potrebbe dedicarsi, se non a tempo perso, ad altro? – spiega lo psicanalista – Magari ad assicurare un’immagine dignitosa delle istituzioni e una guida al governo del nostro paese... Meglio fare “girare la patonza” (testuale in un’altra intercettazione, ndr), l’amuleto che lo protegge dalla morte, assicurandogli di essere ancora vivo”. Recalcati usa le stesse parole del premier citando “la moltiplicazione affannosa dei corpi”, “la ricerca incestuosa (‘ho due bambine’) e vampiresca della loro giovinezza (‘a 29 anni è già vecchietta’), la verifica ossessionata della propria resistenza fallica (‘me ne sono fatte otto’), per spiegare un punto centrale: “Il godimento perverso di S.B .” non dà in realtà “alcuna soddisfazione”, ma esige “la sua ripetizione compulsiva”.
Per questo, lo psicanalista mette in relazione “il rituale del bunga-bunga” con “il sacrario monumentale che S.B. ha edificato nella sua villa di Arcore”. Con un’immagine forte: “Una specie di viagra di marmo che dovrebbe permettere all’uomo, mortale come tutti, di erigersi come un fallo gigante nell’eternità”. Insomma, il sesso non è altro che un tentativo disperato di esorcizzare la morte: “Tutta la tragica e farsesca verità del bunga bunga” dunque è “in quest’esorcismo dello spettro della morte”, come “nel rifiuto del tempo che passa”.
Altro che il tanto sbandierato “amore per le donne” che dovrebbe creare invidia e ammirazione.
Dietro questo, infatti, “si nasconde un uso psicofarmacologico e non erotico dei corpi femminili”. Per questo, come avviene frequentemente in questi casi clinici, spiega Recalcati “gli fa perdere la testa esponendolo ai comportamenti più autolesivi, rendendolo, per esempio, vittima di ricattatori senza scrupolo”. Dunque, nessuna gioia, nessuna vitalità. Solo l’angoscia “che trasuda da questo corpo anziano”: “Il vero padrone non è lui, ma è, come per tutti, la morte”.

L’abbuffata primordiale del berlusconismo - di Pino Corrias

A differenza dei molti che se ne sentono nauseati, penso che questo travolgente romanzo telefonico, questa sgrammaticata versione del “Pasto nudo”, sia il più istruttivo, il più completo, il più penetrante ritratto di quella schiuma sociale che ci assedia da una quindicina d’anni: il berlusconismo. Che si è diffuso esercitando una sua primordiale attrazione in ogni strato sociale, dai milioni di giovani analfabeti coltivati, tatuati e avvelenati dalla diseducazione tv, fino agli squali d’alta finanza, le dinastie di boiardi di Stato o di impresa. Capace in ogni luogo identitario – come il posto di lavoro, l’Outlet, il bar, il partito politico, il clan familiare – di inglobare i peggiori difetti per trasformarli, come una carta assorbente che smacchia, in uno sfacciato catalogo di qualità correnti, astuzie, persino giocoso antidoto alla noia del moralismo.
Il quale è sempre un ostacolo antiquato al traguardo dell'indiscriminata equivalenza etica, la sola matematica ammessa dal berlusconismo. Che sempre persegue il reciproco vantaggio e insieme il reciproco ricatto, come deve essere tra i complici che si accordano per spartirsi il prossimo affare e scannare la prossima patonza.

Al telefono il Caimano rivela ciò che non riesce a reprimere di sé, la sua essenza:
  • “La Arcuri ha fatto la figura da troia, una figura da prostituta di strada”
  • “Poi ce le prestiamo, la patonza deve girare”
  • “Per favore non pigliamole alte, perché noi non siamo alti”
  • “Le ragazze hanno l'idea di essere di fronte a uomini che possono decidere il loro destino”
  • “Voglio passare il tempo con le mie bambine”
  • “A tempo perso faccio il primo ministro”
  • “Erano undici, me ne sono fatto solo otto perché non potevo fare di più”
  • “Sono contento della mia resistenza”
  • “Ti ho dato dei colpi pazzeschi, ho mantenuto un ritmo colossale”
  • “A 29 anni si inizia a essere vecchiette”
Nocciolina sulla torta: il Terrypensiero

12 settembre 2011

E non se ne va! Lo spread vola, la borsa crolla e lui resta là!

... ma il Paese affonda!
Glielo dicono prudentemente Confalonieri e Letta, gli amici di sempre, quelli che gli avevano sconsigliato caldamente la discesa in politica; glielo fa capire il Capo dello Stato, che un suo passo indietro servirebbe a creare nel Paese e in Parlamento un clima di pacificazione e di ripartenza; lo dichiarano espressamente personalità del suo partito come Polverini, Alemanno, Formigoni, Pisanu, Pera, che così non si può più andare avanti.
Le sue dimissioni libererebbero, anche nel suo partito, energie nuove in grado di dare una svolta positiva alla politica italiana e nuove prospettive al PDL.
Lo dichiarano fuori dai denti i leghisti Zaia e Tosi che sentono il loro popolo scalpitante come non mai. Per non parlare della Confindustria - un tempo quinta colonna dei governi di centro-destra - che oggi gli chiede di trarre le conseguenze. Per non parlare dei sindacati, finalmente uniti nel valutare la manovra inigua e inadeguato il governo.
E che dire di tutte le opposizioni parlamentari che, un giorno sì e l'altro pure, gli chiedono di sgomberare il campo? E dei giovani, della società civile, delle donne che annunciano un autunno caldo di rivendicazioni con manifestazioni di piazza ad oltranza?
Per chiudere con lo slogan che ha accompagnato il Papa nella sua visita alla Fincantieri di Ancona, che recita: Lavoro e Dignità.
Lui, imperterrito, non fa una piega e dichiara che la manovra non sarà cambiata e andrà bene perché è stata scritta così come l'ha chiesto la Bce; assicura - per l'ennesima volta - che il governo resisterà fino al 2013; salta l'incontro fissato con i magistrati di Napoli che avrebbero dovuto ascoltarlo in relazione all'indagine su Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola, inventandosi un viaggio a Strasburgo e a Bruxelles per parlare della manovra.

Ci s'accampa davanti, e passa il tempo a distribuire soldi perché cali il silenzio su verità che lo riguardano. Non qualche soldo, ma tanti e sfacciati. Sfacciati perché la stessa persona dice che verseremo «lacrime e sangue», per riparare una crisi che per anni ha occultato, non sentendosene responsabile. Mentre noi faticosamente contiamo quello che pagheremo, lui sta lì, in un narcisistico altrove, e dice che i soldi li elargisce a persone bisognose, disperate, a lui care: i coniugi Tarantini, Lele Mora, Marcello dell'Utri, e parecchi altri. 
Da L’altrove del narcisista di Barbara Spinelli 



Cosa attende allora? 
La rivolta popolare ad personam!?

11 settembre 2011

Cosa possiamo augurarci?

Che la BCE, l'Europa e la Germania continuino ad evitarci il baratro acquistando i nostri titoli di Stato spazzatura e salvando dalla bancarotta il nostro Paese e, con esso, il peggior governo della Repubblica che ci ha fatto sprofondare nella merda?
O che la BCE, l'Europa e la Germania ci mollino al nostro destino facendo esplodere le gravi responsabilità di un potere politico che ha fatto di tutto tranne che governare il Paese e gestire la crisi?

A costo di apparire anti-italiano ritengo che nessuno possa liberarci dal destino che liberamente ci siamo scelti. E che dobbiamo toccare il fondo più nero perché con le nostre forze possiamo ricostruire una politica, un'economia, una società che abbiamo consentito ad un nano di m.,,, di portare alla paralisi!

Perché vero nemico dell'Italia si è dimostrato lui, che a conclusione di tutte le sue malefatte ha definito il Paese che governa da 8 anni, paese di merda; lui che da gran liberale e amante della democrazia e della libertà, ha avuto e mantiene frequentazioni intime in Italia con personaggi di specchiate virtù quali Dell'Utri, Previti, Bisignani, Mora, Tarantini, Lavitola; e all'estero ha annoverato, anche come amici personali, governanti come Gheddafi, Mubarak, Ben Ali che le rivolte popolari si sono incaricate di spazzar via con il loro carico di corruttele e di ferocia. Gli rimane solo Putin che attualmente non naviga in buone acque neanche lui.
Lui che ha trasformato in bordelli non solo le sue residenze private ma anche le sedi istituzionali e che si regge pervicacemente al potere su una maggioranza parlamentare costituita da ominicchi che, senza di lui, sarebbero nessuno. 

Se avesse onore e dignità, rispetto per l'Italia e senso dello Stato, si sarebbe fatto da parte da tempo consentendo al Paese di risollevarsi.
Ma a lui manca anche il senso del ridicolo e martedì prossimo, per evitare di incontrare i giudici di Napoli che vogliono sentirlo come testimone nell'indagine contro Tarantini e altri, si è inventato un impegno al vertice europeo dove rappresenterà gli interessi dell'Italia. I giudici gli hanno augurato buon viaggio, certi che al ritorno non potrà evitare l'incontro.

10 settembre 2011

IN CHE MANI SIAMO !?

Su Repubblica di ieri campeggia il bel commento dal titolo Prigioniero di se stesso di Curzio Maltese. Ne riprendo l'incipit e la chiusa: Al culmine di una crisi che rischia di travolgere nell'ordine l'Italia, l'euro, l'Europa e il mondo, il capo del governo trascorre ore di intenso lavoro, chiuso in una stanza con l'avvocato Ghedini, per studiare un decreto ainti-intercettazioni - L'ossessione del premier, in un mondo in fiamme, è salvare quella briciola di apparenza che lo circonda. Per farlo deve censurare se stesso, bruciare le frasi dette e le cose fatte. Il Berlusconi pubblico è atterrito dal Berlusconi privato, e noi da entrambi.
 
Il tragico clown trema all'idea che le intercettazioni Tarantini-escort diventino di dominio pubblico, perciò vuole correre ai ripari. Non si accorge che ormai si tratta di coprire il sole con un setaccio.

Una citazione merita la squallida barzelletta raccontata dal ministro Sacconi in chiave anti-CGIL al convegno  dei giovani PDL. C'è un convento del '600 in cui entrano dei briganti che violentano tutte le suore, tranne una. Il Sant'Uffizio la interroga: Come mai solo lei non è stata violentata? - Perchè io ho detto di no.
 
Lo specioso ministro è riuscito, in un colpo solo, ad offendere tutte le suore, tutte le donne, tanti uomini e, involontariamente, quegli stessi sindacati che dicono sempre di sì, accettando di partecipare all'orgia governativa.



Un solo, ultimo, richiamo alla crassa ignoranza del trota, il delfino in pectore del senatur. Oltre al giro ciclistico della Padania, il giovane rampollo ha inventato un verbo: prosèguere. Giustamente: da proseguo, non proseguire, ma prosèguere.



Ne prendiamo atto e cercheremo di aggiornarci! Poveri noi!

07 settembre 2011

L'ultima volgarità di un premier sputtanato in tutto il mondo

Tutti noi, che siamo stati sempre critici dello stile di vita e di governo del sultano di Arcore, abbiamo avuto un conato di vomito quando abbiamo letto l'espressione dallo stesso usata in privato con uno dei suoi servitori a pagamento per definire l'Italia. La stessa sensazione abbiamo provato quando ha definito - allora pubblicamente -  'coglioni' e 'senza cervello' quanti non lo amano e non lo votano. 

Questa volta, però, ha superato ogni limite se definisce quella che era l'Italia che amava, per cui era sceso in politica dedicandole tutte le sue cure, Paese di m....! E questo dopo averne fatto il suo cesso per 17 lunghi anni!
La riflessione che ho trovato nel blog di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano - e che di seguito riporto - non mostra alcuna reticenza nel descrivere il livello di degrado raggiunto da un personaggio che la storia si incaricherà di collocare fra i peggiori esponenti che l'Italia abbia espresso nella sua millenaria vicenda storico-politica. Degrado che lo stesso ha saputo magistralmente trasmettere all'intero Paese. 

Paese di m.? Per forza, c’è B.  di Massimo Fini 
“L’Italia è un Paese di merda”. Capisco che il presidente della Repubblica, che pur ogni giorno ci rompe i timpani con la retorica dell’Unità d’Italia, abbia le mani legate perché quell’espressione Berlusconi l’ha usata in una conversazione privata, peraltro con uno di quegli avanzi di galera di cui il premier italiano ama circondarsi. Capisco, per gli stessi motivi, il silenzio del presidente della Camera e del Parlamento oltre che la dovuta inerzia della Magistratura.
Ma mi aspettavo un sussulto, un soprassalto di dignità da parte degli italiani, che a differenza delle cariche istituzionali non hanno obblighi di forma. Non per un malinteso senso di orgoglio nazionale, ma perché quella frase, privata o meno, offende tutti noi, uomini e donne, singolarmente presi, dandoci dei ‘pezzi di merda’. 
Mi aspettavo quindi che gli italiani scendessero in strada, non per il solito e inutile sciopero politico alla Camusso, ma per dirigersi, con bastoni, con randelli, con mazze da baseball, con forconi verso la villa di Arcore o Palazzo Grazioli o qualsiasi altro bordello abitato dall’energumeno per cercare di sfondare i cordoni di polizia e l’esercito di guardie private da cui è difeso, e dirgli il fatto suo. Invece la cosa è passata come se nulla fosse. Encefalogramma piatto. A parte un articolo sul Fatto del solito Travaglio, che ha trattato l’argomento, se così vogliamo chiamarlo, con la consueta, magistrale ironia. Ma non è più il tempo dell’ironia, che depotenzia la gravità dei fatti.
Sono 17 anni che costui delegittima, di volta in volta, impunemente tutte le Istituzioni dello Stato: il presidente della Repubblica, il presidente della Camera, la magistratura ordinaria, la Corte costituzionale, la Cassazione, la magistratura civile, la Corte dei conti, il Tar, il governo (quando non c’è lui), il Parlamento (quando non ne ha il controllo) e adesso, in blocco, il popolo italiano.
Sono 17 anni che costui insulta tutti impunemente: “Pm eversivi”, “Pm sovversivi”, “Pm peggio della criminalità”, “i magistrati milanesi come la mafia”, “magistratura metastasi”, “magistratura cancro della società”, “i giudici sono antropologicamente dei pazzi”, “l’opposizione è criminale”, “i giornali sono criminali”. E non è che un florilegio minimo di un repertorio che va avanti da 17 anni. Fino a quando tollereremo che questo mitomane schizoide, questa faccia di bronzo, questa faccia di palta, questo corruttore di magistrati (nessuno crederà, sul serio, che Previti abbia pagato in nome proprio il giudice Metta perché ‘aggiustasse’ il Lodo Mondadori a favore della Fininvest), corruttore di testimoni (Mills), corruttore della Guardia di Finanza, concussore della polizia (caso Ruby), creatore di colossali ‘fondi neri’, campione, attraverso decine di società ‘offshore’, di quell’evasione fiscale che oggi dice di voler combattere (proprio lui che incitò gli italiani a ‘eludere’ le tasse)? 
Democraticamente non c’è difesa quando esiste una maggioranza parlamentare che, in spregio a ogni principio di uguaglianza, sforna a raffica leggi ‘ad personam’ ed è persino disposta ad avallare la tesi che la marocchina Ruby fosse creduta nipote del presidente egiziano Mubarak. E se oggi “l’Italia è un Paese di merda” è perché abbiamo permesso a questo inqualificabile individuo, con la complicità dei suoi sgherri e ‘servi liberi’, di cacarci sopra per 17 anni.

06 settembre 2011

Lo Sciopero Generale coinvolge una Cittadinanza esausta ma non annientata


Quella di oggi è la prima manifestazione nazionale indetta dalla CGIL contro una manovra inadeguata e iniqua, che scarica il costo della crisi sui più deboli (dipendenti pubblici, lavoratori, famiglie, pensionati) salvaguardando i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. 

Un governo ottuso e irresponsabile, oltre che arrogante, sembra non voler cogliere i gravi rischi di uno scontro sociale già in atto.



Molte altre manifestazioni seguiranno fino a quando questa classe dirigente indegna e incapace non sarà messa spalle a muro di fronte alle proprie gravi responsabilità dalla protesta popolare.

Manovra: Camusso, un governo che si regge sui privilegi non riesce a tagliare i costi della politica
Sciopero generale: le manifestazioni in programma il 6 settembre
Il Paese da salvare

04 settembre 2011

Onovevole Ministvo Tvemonti, mi ascolti!

Alcuni milioni di italiani avebbevo avuto un gvan bisogno di alleggevive le tasche che già scoppiano! Se si fosse vivolto a quelli - Lei li conosce bene - avebbevo potuto essevgliene gvati!
Ievi, al convegno delle Acli a Castelgandolfo, Lei ha mostvato di condivideve il cavtello con la scvitta "Anche i ricchi paghino". Puvtvoppo, signor Ministvo, Lei è famoso come il fiscalista che ha saputo tvovave nelle pieghe delle leggi i mavchingegni idonei per consentive ai suoi clienti di aggivave onovevolmente il fisco. Per queste sue stvaordinavie doti è diventato ministvo del Tesovo nei govevni Bevlusconi, il pvemiev che ha più volte sostenuto che pagave oltre il 30% di imposte allo Stato è movalmente inaccettabile giustificando, così, ogni fovma di evasione ed elusione.


Lei, signor Ministvo, si è distinto per avev infavcito il più alto numevo di condoni e sanatovie, fino all'ultimo che ha consentito il rientvo e la vipulituva del denavo spovco povtato all'estevo con una tassa vidicola del 5% e pvoteggendo l'anonimato degli evasovi. Anche il pvemiev le deve molto; adesso a Lei che vuole metteve in cavceve gli evasovi, ingvato non viconosce i suoi meviti.
Onovevole Ministvo, ovmai il Suo pvofilo è chiavo e definito ma se, per ventuva, dovesse capitavLe di reggeve il ministevo che tanti guai Le sta pvocuvando - magavi con una compagine politica divevsa - si ricovdi di quegli Italiani che pagano le tasse, che ossevvano la Legge, che non hanno più le tasche dove potev metteve le mani. Si vicovdi di quelli dalle cui tasche il pizzo è stato tvattenuto fuvtivamente pvima che si costituisse il veddito, di quelli che non ricevevanno più i servizi che avevano già pagato con le imposte. Si vicovdi di lovo e, oltve alla tvacciabilità dei movimenti di denavo, pvoponga una legge che consenta a tutti di scavicave almeno una pavte dell'IVA pagata, in modo da rendeve conveniente pev tutti - anche senza i contvolli della finanza - richiedeve la fattuva o lo scontvino fiscale.



Solo i fuvbi e i pvofittatovi finova hanno motivo di vingvaziavLa. 
Vovvebbevo potevlo fave anche i fessi e le pevsone dabbene! Gvazie!

03 settembre 2011

La manovra bastarda del governo infoiato nel 'Paese di merda'

Le ferie sono finite, siamo ormai a settembre, a 20 giorni dal mio ultimo post di agosto intitolato Il cuore gli gronda sangue e quasi ad un mese da quello intitolato Chi pagherà i costi di questa crisi? E la manovra è ancora in alto mare. I rimaneggiamenti che ha subito in queste settimane hanno dell'incredibile. Se non fosse una cosa drammaticamente seria, sarebbe una barzelletta tutta da ridere. 
I giornali hanno faticato enormemente nel dare conto quotidianamente del balletto delle cifre e dei provvedimenti continuamente rivisti e modificati. L'unica cosa che sembra stare a cuore a questo governo e alla sua maggioranza è di salvaguardare - a saldi invariati - gli interessi dei ricchi e dei potenti, degli amici e degli amici degli amici, scaricando i costi della crisi sui lavoratori, sulle famiglie, sui pensionati, sui servizi che gli enti locali saranno costretti a tagliare.
Dopo 17 anni dalla sua discesa in campo, quello che era il Paese che amo per il premier è diventato un Paese di merda. La vignetta di ElleKappa su Repubblica commenta magistralmente la volgare uscita di Berlusconi.
Nella confusione generale c'è da augurarsi che sia lo sciopero generale, indetto dalla CGIL, a dire qualche parola di verità e a fischiare la fine della partita per un governo inconsistente e, perciò, estremamente pericoloso.

Vadano a casa presto, subito! 
Ci evitino, per carità, la protesta generalizzata di massa e un nuovo e probabile lancio di monetine.
Abbiano pietà di un Paese che hanno portato nella fogna!

15 agosto 2011

Il cuore gli gronda sangue ...

... ma il suo è sangue di coccodrillo o, se vuoi, di caimano perché i grandi patrimoni come il suo non vengono toccati dalla manovra lacrime e sangue.

A confortarci rimangono solo i manifesti, gli annunci mai realizzati, i sogni che un grande imbonitore sostenuto dalle grancasse di regime ha regalato agli Italiani creduloni. 

VERGOGNA!




























Adesso ci dice che il cuore gli gronda sangue! 
A noi no, perché ci ha già svenati!

11 agosto 2011

Chi pagherà i costi di questa crisi? Quelli che hanno pagato sempre!

Non sono un economista ma so far di conti. Un governo e una maggioranza che, in una fase acuta di una crisi a lungo negata, mostrano di avere a cuore la salvaguardia dei grandi patrimoni, la difesa delle rendite spesso parassitarie, la protezione dei privilegi di casta, sono un governo e una maggioranza di m....

Anni fa chiedevo ad un odontoiatra con tre studi ben avviati in tre centri urbani limitrofi, perché fosse intenzionato a lasciare il lavoro per darsi alla politica. Mi rispose che lo faceva per arricchirsi presto senza lavorare. Adesso è alla quarta legislatura e se non è tornato al suo lavoro significa che la funzione di parlamentare è di gran lunga più redditizia dell'attività precedente, anche se non si considera ancora soddisfatto.

Per uscire dalla crisi e avviare il risanamento del debito pubblico, non si può pensare di smantellare le protezioni dello stato sociale. Significherebbe dissanguare e portare sul lastrico milioni di famiglie. Occorre, invece, allargare le protezioni a tanti lavoratori precari e disoccupati che ne sono esclusi prendendo il denaro là dove si trova in abbondanza: nei grandi patrimoni, a cominciare da quello del presidente-imprenditore, nelle rendite parassitarie, smantellando i privilegi di casta, riformando il sistema della rappresentanza politica a tutti i livelli, colpendo seriamente l'evasione, la corruzione e i patrimoni mafiosi, vendendo parte del patrimonio immobiliare pubblico, specie se scarsamente qualificato e sfruttato.
Un governo serio e responsabile approfitterebbe della crisi per avviare in questo modo il risanamento e favorire lo sviluppo e la crescita investendo parte delle risorse nella messa in opera di interventi infrastrutturali per la salvaguardia dell'ambiente, del territorio, delle ricchezze monumentali, nei servizi, nella scuola, nella ricerca.
Sembra logico e urgente ciò che dico a tutte le persone di buon senso ma non sono le scelte che potremo attenderci da questo governo. Lì ci sono fior di economisti che hanno intravisto nei tagli al sistema assistenziale e pensionistico gli strumenti per risolvere il problema accrescendo gli squilibri e aumentando il conflitto sociale. 

AUGURI - CONTINUATE A GIOCARE COL FUOCO!
IL PAESE VI GUARDA E SI APPRESTA A PRESENTARVI IL CONTO

06 agosto 2011

La politica va in vacanza ... e il Paese già respira

Ma ci pensate ... la fortuna! Per un mese non vedremo le loro facce insopportabili; non sentiremo le loro parole invadenti e stonate; non assisteremo ai loro osceni teatrini. Nel bel mezzo della tempesta finanziaria vanno in vacanza e per i cittadini è come una tisana, una boccata d'ossigeno, un refrigerio. 

Non vedere e non sentire per 4 settimane Brunetta, Cicchitto, Gasparri, Quagliariello, Capezzone, Bossi, Reguzzoni e compagnia cantante; non assistere alle comparsate del loro burattinaio e delle sue belle, elevate a rappresentanti del popolo, sarà una vera fortuna, una manna che ci inonda solo una volta all'anno. 

A dire il vero, non ci mancheranno molto neanche gli esponenti dell'opposizione parlamentare che non riescono a cantare in coro.
Solo Tremonti - peccato! - rimarrà chiuso nel suo ufficio per punizione: dovrà rivedere i conti e farli coincidere con quelli del committente. Lavoro immane e improbo!

Chissà che anche la borsa e i mercati non traggano qualche giovamento dalle loro ferie! 
Ce lo auguriamo di vero cuore.

02 agosto 2011

Il Paese in una morsa micidiale: tra gli attacchi della speculazione finanziaria e l'estrema debolezza della politica

L'Italia sta vivendo una fase veramente drammatica, tra una classe politica impallata - che non riesce a prendere decisioni efficaci e radicali sul piano economico, dell'equità e dello sviluppo - e gli attacchi della speculazione finanziaria che manifesta una sfiducia crescente riguardo alle capacità del nostro Paese di produrre una vera svolta verso il risanamento economico e aprire una nuova fase virtuosa coinvolgendo nei sacrifici necessari tutti i cittadini, ciascuno in relazione alle proprie possibilità e condizioni. 

Dopo averci raccontato per troppo tempo che la crisi è passata, che stiamo meglio degli altri, che i nostri conti sono in ordine, che l'economia italiana tiene, solo adesso, dinnanzi ai rovesci della borsa, alla fuga dei capitali, all'aumento dello spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, la maggioranza al governo si accorge che balliamo sul Titanic che sta affondando.
Nessuno di loro sembra disposto a riconoscere le proprie responsabilità scaricandole comodamente sugli altri: la Lega sul PDL, Berlusconi su Tremonti, l'opposizione sulla maggioranza e sul governo, Scilipoti su Di Pietro e così via. 

Neanche il PD, a dire il vero, è in buona salute: dopo aver predicato bene contro questa destra irresponsabile e arruffona capeggiata da Berlusconi, si trova gravemente impelagato nella vicenda delle mazzete miliardarie di Penati, suo esponente di spicco a Milano, e in tanti altri piccoli episodi inqualificabili di malapolitica.

Il Paese è allibito e non vede via d'uscita in tempi brevi da una situazione di pericolosissimo stallo: una maggioranza arroccata, capace soltanto di far passare in parlamento le vergognose leggi che servono urgentemente al premier per sfuggire ai suoi processi, e un'opposizione che, vissuta per anni all'ombra dell'anomalia berlusconiana, non ha saputo rinnovarsi per rappresentare agli occhi degli Italiani la vera alternativa.

Non si capisce ormai cosa si possa sperare, quale sia il male minore, a quale santo votarsi. Personalmente sono convinto che l'uscita di scena di questo governo, che ci ha portati allo stato in cui siamo, potrebbe creare le condizioni per rasserenare le acque e favorire una presa di coscienza di maggioranza e opposizione sui gravi rischi che corre il Paese, per produrre finalmente quei pochi provvedimenti urgenti che possano avviare il cambio di rotta ormai improcastinabile, o la discontinuità, come dicono le parti sociali.

Ma questo non succederà pacificamente. Soltanto se il Titanic tocca il fondo e il Paese trova ancora la forza di ribellarsi al malgoverno e alla malapolitica dilagante, dopo un perido di commissariamento da parte di un governo tecnico guidato da un uomo fuori dai giochi di Palazzo, indicato dal Presidente, si potrà tornare a votare in un clima diverso.
Ma a quel punto l'Italia sarà ancora un Paese avanzato, libero e democratico?

Domani, intanto, il premier in parlamento dirà che tutto va bene madama la marchesa? E che la crisi percepita è solo virtuale, prodotta dai nemici dell'Italia: la stampa di sinistra, l'opposizione irresponsabile, la speculazione internazionale e, magari, i giudici rossi? 

Possibile! Ma sarebbe il colpo di grazia inferto ad Paese ormai in ginocchio!

01 agosto 2011

Perché anch'io voglio ricordare Giuseppe D'Avanzo

Ezio Mauro ne parla come di un punto di riferimento, Michele Serra racconta il suo coraggio che non lo faceva arretrare davanti a niente e nessuno, per Eugenio Scalfari è stato l'editorialista più lucido di quanto è accaduto in questo Paese negli ultimi vent'anni.
A noi, assetati di verità e giustizia, che nelle pagine di Repubblica abbiamo cercato la sua firma, mancheranno le sue analisi documentate nel dettaglio, la sua profondità di giudizio, le sue denunce civili, la sua critica tagliente e appassionata, la sua scrittura raffinata e precisa.

Se n'è andato prematuramente un giornalista dalla schiena dritta come pochi e si comprende perché accade nel silenzio di tanti pennivendoli e di altrettanti dipendenti di un potere politico volgare e corrotto che intende dare la linea a giornali e TV per diffondere la propria pseudo verità fatta di arroganti bugie, di vergognose mistificazioni, di aggressioni biliose e violente.
Si capisce perché gli esponenti di questa maggioranza e della stampa ad essa vicina non soffrano per tanta perdita.

Noi che dalle pagine firmate D'Avanzo su Repubblica abbiamo potuto conoscere tanti risvolti di altrettante verità scabrose al limite dell'incredibile, ci auguriamo che i suoi articoli, incheste e approfondimenti vengano adeguatamente collezionati, raccolti e ristampati anche per quanti non hanno avuto la fortuna di leggerlo in prima battuta.

Addio Giuseppe, uomo vero prima che giornalista autentico!

31 luglio 2011

Lampedusa d'estate: il rito delle vacanze copre il dramma dei migranti

A Lampedusa in questi mesi di piena estate si fronteggiano due mondi: quello del turismo - che occupa tutta la scena - e quello dei migranti, in ombra nello sfondo. Le Tv e i giornali di quest'ultimo non parlano più e, dunque, è come se non esistesse.
L'isola mostra il suo volto migliore, leggero e tranquillizzante. Ma a pochi passi dalle spiaggette affollate, dai ristorantini che servono pesce fresco, dai localini che accolgono i più giovani nelle loro lunghe nottate, dalle scogliere sulle quali si frangono le onde spumeggianti del mare di un azzurro che cangia verso il verde smeraldo, continua il dramma degli arrivi di barconi alla deriva, dell'isolamento dei poveri cristi in padiglioni che con un eufemismo intollerabile vengono detti centri di accoglienza, dei trasferimenti in Italia, dei rimpatri nei paesi d'origine.
Per non contare la percentuale di loro che il mare, per altri ambita meta di vacanza, ingoia inesorabilmente quasi come prezzo da pagare dai più fortunati.

I due mondi si percepiscono ma non si incontrano, non si confrontano. Rimangono opportunamente separati ed estranei per non turbare la tranquillità di quanti hanno scelto l'isola come meta delle vacanze e vengono a spendervi i loro soldi. 

A Lampedusa d'estate gli opposti si toccano ma non si incontrano: qui si vede soltanto la faccia di un mondo che ha costruito il suo infelice benessere sull'esclusione e l'isolamento dell'altro. 
Dopo i mesi estivi si riprenderà a parlare di loro.

Il servizio L'attrice venuta dal mare, pubblicato su Venerdì di Repubblica di questa settimana, mi ha fatto riflettere molto sulla condizione del mondo che ci fronteggia, separato soltanto da una lingua di mare, e attendo con interesse l'uscita nelle sale del film Terraferma di Crialese.


E tutto questo per la ventura di nascere da una famiglia o da un'altra, 
in un luogo o in un altro, 
nel regno di un Dio piuttosto che di un altro!

28 luglio 2011

Mario Borghezio: la voce della Lega in Europa

Questo brutto razzista nostrano, commentando i deliri del criminale di Oslo, ha detto che il cento per cento delle idee di Breivik sono buone, in qualche caso ottime. Le sue posizioni collimano con quelle dei movimenti che in Europa ormai vincono le elezioni.

Questo brutto provocatore, che quando apre bocca vomita tutto il veleno che tiene in pancia, guida ancora la delegazione leghista al Parlamento europeo, dove rappresenta anche il governo italiano di cui la Lega è parte.

In Europa siamo rappresentati al meglio!
Quale meraviglia se i suoi sodali governano l'Italia e in nome del federalismo trasferiscono al Nord i ministeri del governo centrale e tengono chiuse in prigioni, all'uopo allestite, persone che non hanno commesso alcun reato?





PS: Non è Borghezio che colpisce né le sue idee che condivide con i suoi sodali, ma il fatto che milioni di Italiani diano ancora credito alle loro farneticanti esternazioni e li mantengano alla guida del nostro Paese.

25 luglio 2011

IL TAPPO SULL'ITALIA

Lui ormai è un tappo sull'Italia ma anche sul suo partito. Se ne rendono conto le opposizioni, i più consapevoli degli alleati ed anche i più capaci di pensiero autonomo nel cosiddetto Popolo delle Libertà.

Se ne accorge anche lui e se avesse un briciolo di senso dello Stato e un pizzico di amore per il proprio Paese, si stapperebbe da sè e renderebbe possibile un rinnovamento della compagine di governo con la formazione di nuove alleanze o il ricorso al popolo sovrano attraverso elezioni anticipate. Questo è ciò che farebbe un uomo di Stato e di governo che avesse a cuore le sorti della nazione. Questo è ciò che lui non farà rimanendo aggrappato, come uno Scilipoti qualsiasi, alla barca che affonda. 
Sarebbe bene, allora, che le personalità capaci di autonomia dentro l'alleanza di governo decidessero di sfiduciarlo togliendogli la zattera dei (ir)responsabili e lasciandolo alla deriva prima che ad affondare sia l'Italia. 
Questo è quanto il Paese - che non può più attendere - si aspetta per uscire dalle secche e riprendere la navigazione con una rotta ben definita.

17 luglio 2011

La casta trova ancora la quadra! Usque tandem ...?

Da oggi, con una velocità impressionante, partono i ticket sul pronto soccorso e sulle visite specialistiche, il primo odioso balzello a danno dei poveri cristi! Con la dichiarazione dei redditi del 2012, relativa al 2011, seguiranno i tagli alle detrazioni sulla produzione del reddito, sulla prima casa, sui mutui, sulle spese sanitarie, sui figli a carico e sui minori, asssieme alle sforbiciate all'adeguamento al costo della vita delle pensioni. 
Gli interventi sul costo della politica partiranno, ad andar bene, dalla prossima legislatura.

Tutto questo mentre l'ISTAT ci informa che i poveri in Italia hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 8 milioni, di cui oltre 3 milioni di poveri assoluti. Grazie, ben fatto!

Contemporaneamente scopriamo che Bossi fa marcia indietro riguardo alla richiesta di arresto per l'on. Papa da parte della procura partenopea. Il boss lo avrà convinto che sarebbe pericolosissimo darla vinta ai giudici. Diventerebbe difficile tornare indietro sul caso Milanese e, ancora di più, su quello del ministro Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Bene, bravi, bis!
Ma pericolosissimo per chi? Non di certo per i poveri cristi che, se accusati di più o meno gravi reati, non hanno alcuno strumento per evitare la detenzione preventiva e nessun garantista di governo, di maggioranza o di opposizione che si impegni ad avitarne la carcerazione fino all'esito del processo.
E questo mentre le carceri straripano di poveracci, di immigrati, di imputati in attesa di giudizio e di tanti altri detenuti per piccoli reati. E mentre il numero di suicidi in cella aumenta a dismisura e Pannella per questo è in sciopero della fame da mesi. Splendido, bravi, ben fatto!


Grazie, grazie di tutto, grazie di vero cuore.
L'Italia vi guarda e vi prepara il conto che sarà salato, salatissimo! 
Non dubitate!

Allarme Istat: la povertà aumenta 

11 luglio 2011

Lettera aperta a Silvio Berlusconi con auspicio

 Da' retta a me: paga! Fai il signore per una volta!
   
Non dar retta ai tuoi subalterni devoti che ti stanno affossando. Non buttarla per una volta in caciara. Del resto Mondadori rimane tua, dopo che per vent'anni l'hai illecitamente posseduta. I giudici nel penale generosamente ti hanno dato le attenuanti, consentendoti di accedere alla prescrizione. Ma i danni prodotti, almeno quelli, li vuoi pagare? In prima istanza ti hanno permesso di rinviare il risarcimento previa fideiussione, adesso in appello hanno ridotto significativamente la somma a tuo carico.
Accontentati! Non tirare la corda. Fallo per l'Italia che si trova a vivere la crisi più spaventosa dell'età repubblicana, anche a causa del governo da te presieduto. Fallo per il tuo partito che vuole rinnovarsi e che sotto la guida del tuo Angelino aspira orgogliosamente a diventare il partito degli onesti. Prendila come una compensazione imposta da un vero antitrust, in Italia latitante. Consenti alla giustizia di fare il suo corso, accertando responsabilità ed eventuali reati commessi da uomini del tuo partito come Papa e Milanese. 

Fai un passo indietro e permetti alle persone responsabili (forse ce ne sono ancora) che siedono in parlamento di avviare una politica di salute pubblica per la salvezza di un Paese affacciato al baratro. Lo sai, del resto, che questa opposizione che hai dileggiato e calunniato in tutti i modi, non aspetta altro  che darti una mano - come ha sempre fatto - per tirarti fuori dai guai. 

Libera i tuoi giornali dalle iene che azzannano agli stinchi sostenendo platealmente anche il falso, e fai in modo che diventino normali mezzi d'informazione. Permetti alla RAI di tornare a svolgere il suo ruolo di servizio pubblico, anche nell'interesse dei tuoi canali privati.

Fai in modo che ti si ricordi come il fondatore del più importante gruppo privato operante in Italia nel settore dei media (e non solo) e non come il politico sceso in campo con l'esclusivo scopo di coprire le magagne commesse da imprenditore.
Abbi il coraggio di un bel gesto! Mostra a tutti di che pasta sei fatto. Potrebbe essere l'inizio del riscatto per te e per il Paese.

09 luglio 2011

Quando lo schifo produce senso di nausea e vomito

Non mi farete fare la fine di Boffo! È l'avvertimento del rigoroso ministro dell'economia, quello che dà del cretino al collega durante la presentazione pubblica della manovra, quello che per risanare i conti dello Stato sfila dalle tasche di dipendenti e pensionati i miseri adeguamenti annuali al costo della vita; quello che vive in una casa a Roma di un suo consulente di fiducia che paga per la stessa 8.500 euro al mese (a sua insaputa?), accusato di vendere nomine, prebende, informazioni riservate in cambio di gioielli, viaggi, macchine di lusso e contanti.
L'avvertimento è rivolto all'amico Silvio, padrone del Giornale che, dopo aver fatto fuori il Direttore di Avvenire con accuse infamanti rivelatesi false, oggi esce con il titolo Oggi forse  rapinano il Cav. E chiama rapina il giusto risarcimento per la rapina della Mondadori, quella sì, ai danni della Cir di De Benedetti, perpetrata vent'anni fa grazie anche alla corruzione di giudici. Risarcimento che qualcuno ha cercato di rinviare (a sua insaputa?) inserendo un improvvido codicillo nella manovra finanziaria varata dal governo.

Il Paese è in estrema sofferenza, la speculazione aggredisce la nostra economia a rischio di default per la sfiducia dei mercati internazionali e noi assistiamo increduli e impotenti all'ultimo valzer di una classe politica degenerata, screditata, arruffona e intrigante che rimane fermamente attaccata alla poltrona.
Sappiamo con certezza che sprofonderà nel baratro in un sol colpo e ci auguriamo soltanto che non trascini con sè, nella sua catastrofe, l'intero Paese!

PS: La corte d'appello ha deciso in mattinata che la somma che deve essre versata all'ing. Carlo De Benedetti è di € 560 milioni (190 milioni meno di quella definita in prima istanza) da pagare sull'unghia. Peccato che non abbia funzionato il rinvio spudoratamente inserito nella manovra!

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