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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
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09 giugno 2010

TU CHIAMALA, SE VUOI, EVERSIONE

Ieri, a proposito della legge-bavaglio, hai detto:
 "La direzione del Pdl ha votato all'unanimità - con una sola astensione, la mia - ed è vincolante per senatori e deputati. La legge come uscirà dal Senato sarà votata alla Camera. Abbiamo proibito la pubblicazione delle intercettazioni sulla stampa e la tv. I giornali potranno dire i fatti, ma non potranno riferire le parole".
 
Vergogna! Hai già deciso tu come voterà la Camera dei deputati sulla legge-vergogna?

"Iniziamo con questa legge che migliora le cose nel lungo cammino per il nostro diritto alla libertà".

Vergogna, la tua libertà volevi dire perchè "La legge riduce a 75 giorni la possibilità di intercettare con possibili proroghe di 48 ore. Prima, il tempo consentito per le intercettazioni era di tre anni. E non era piacevole, se avevi quindici fidanzate, ritrovarti intercettate per un tempo così lungo le telefonate con tutte e quindici". 

Vergogna! Anche se lo dici fra il serio e il faceto, è della tua libertà di fare i cavoli tuoi che parli. E perchè tu lo sappia, delle tue fidanzate ci interessa assai poco, è di quello che fai con la RAI servizio pubblico, pagato anche dai cittadini col canone che ci interessa; è di quello che fanno le tue cricche col denaro pubblico che vogliamo essere informati.

"La sovranità non è più nelle mani del popolo ma nelle mani di alcuni pm che attraverso la Corte costituzionale si fanno abrogare alcune leggi. Il premier "ha pochi poteri". "Se una legge non piace ai pm di magistratura democratica vanno alla Corte costituzionale e se la fanno abrogare".

Vergogna! In un colpo solo hai denigrato la Corte costituzionale nel suo legittimo ruolo di custode e garante della Costituzione e i pm che otterrebbero dalla Corte favori speciali a te negati.

Vergogna, quanto potere vorresti ancora? Hai una maggioranza bulgara sia in Senato che alla Camera ma non sei riuscito a produrre ancora una riforma, che si dice una, utile al Paese. I tuoi deputati e senatori, da te nominati e non eletti dal popolo, hanno il loro futuro politico nelle tue mani e sono proni ad ogni tuo capriccio. La RAI e la sua dirigenza, assoldata ai tuoi voleri, dipende dal tuo cenno.
Vergogna! Dall'alto del tuo colossale conflitto d'interessi, acuito dal ruolo di ministro dello Sviluppo Economico ad interim, hai avuto la spudoratezza di affermare "Se la Rai non cambia, non firmo il contratto di servizio". Anche se la frase è stata smentita dal caro Bonaiuti, sei stato capace di smentire la smentita nell'arco di pochi ore: "Resistiamo, anche se a mettervi nei miei panni, a leggere giornali e guardare Tv pensando di essere Berlusconi, viene la nausea".
Hai ragione questa volta, viene proprio la nausea! Non a vedere la tv o leggere i giornali, ma solo a sentire ciò che dici.

"Ho detto a quelli della Protezione civile di non andare più all'Aquila. Appena vanno in Abruzzo gli saltano addosso, qualcuno con la mente fragile rischia che gli spari in testa" se non sarà tolta di mezzo l'inchiesta per omicidio colposo. 

Vergogna! Non ti accorgi che la tua grave provocazione suona offesa e minaccia alla magistratura aquilana e agli stessi cittadini di quella città martoriata? O vuoi proprio che, prendendoti in parola, qualcuno ci provi ad usare le armi in modo da darti l'occasione di invocare "leggi speciali" in nome della sicurezza?

Ma dove vuoi arrivare, dove pensi ti possa seguire il tuo fantomatico, si fa per dire, popolo della libertà?
Ascolta, l'Italia è una Repubblica democratica rispettata nel consesso delle Nazioni e tu per governarla avresti dovuto dimenticare i modi spicci ai quali sei abituato nella gestione delle tue aziende. Avresti dovuto ricordarti che i cambiamenti e le trasformazioni importanti e durature in uno Stato di diritto si fanno nel rispetto delle regole vigenti e delle istituzioni di controllo e garanzia.
Hai sbagliato su tutta la linea e presto gli Italiani ti presenteranno il conto. Non dubitarne!
Contro il Golpe gli articoli 62 e 67 della Carta
Dopo la gravità delle dichiarazioni del capo del governo, Libertà e Giustizia si rivolge ai singoli parlamentari, deputati e senatori, affinché ribadiscano l'autorità e l'autonomia del proprio ruolo, come previsto dall'articolo 67 della nostra Carta. Essi possono, Costituzione alla mano, chiedere conto a Berlusconi delle sue affermazioni. La procedura è nell'articolo 62 che prevede che un terzo di deputati o di senatori possa chiedere la convocazione straordinaria della Camera di appartenenza, per domandare al Presidente del Consiglio di andare in Parlamento a chiarire il senso e gli obiettivi delle sue più recenti (anche se non nuove) dichiarazioni sul ruolo stesso del Parlamento e su altri organi istituzionali gravemente feriti nella propria autonomia e funzionalità dalle parole pronunciate ormai quasi quotidianamente.
Ascolta il concetto di nuova resistenza rivolto ai giovani da un uomo di altri tempi e di altra tempra morale. (dura solo 1 minuto)


LEGGI:
Colpo di stato a Palazzo Grazioli, di Sandra Bonsanti
Legge Bavaglio, Berlusconi: testo blindato alla Camera
Saviano: ma io disobbedirò
Noi contro la legge, di Umberto Eco

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