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15 giugno 2010

HO VISTO DRAQUILA

Nel suo film Sabina Guzzanti racconta il malaffare della ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo, il terremoto visto come toccasana ai problemi del Premier e come affare per la Protezione Civile. 
Per Marco Del Giudice "Sabina Guzzanti porta prove al suo punto di vista: e cioè che i ricostruttori abbiano trasformata L'Aquila in Draquila, l'occasione d'oro per abboffarsi, mentre quello di Berlusconi è che sia stata un miracolo. Ho casa a L'Aquila e di miracoloso c'è stata solo l'immediatezza della prima assistenza ai senza tetto, pagata però con ordinanze di emergenza che hanno consentito, insieme alla celerità, ogni genere di porcheria: come le inchieste stanno dimostrando. Anche di queste cose si parla nel documentario-film di Sabina Guzzanti".
"Non meravigliamoci - rincara Federico Orlando - se l'atto d'accusa della Sabina contro le furfanterie di governo venga spacciato per offesa all'Italia. Anzi rallegriamoci, perché l'appello al patriottismo è l'ultima carta dei regimi morenti.

Per Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali, "è un prodotto di propaganda che strumentalizza e trasforma le sofferenze dei cittadini dell'Aquila in uno strumento di lotta politica".

A me il film non ha fatto apprendere molto di più di quanto già sapessi. La mia informazione sui fatti del nostro tempo non si forma sui TG preconfezionati della RAI o sulle bagasciate in onda a porta a porta. Mi ha però fatto intendere, attraverso i nessi e gli agganci presenti nel racconto, come ha funzionato il meccanismo di controllo su un'area che doveva essere preservata da ogni pericolosa infiltrazione, quasi banco di prova per un sistema da mettere in campo in altre occasioni. 
Checchè ne dica Bondi, capo del MinCulPop arcoreano, o ne pensi Berlusconi, è un film da vedere per chi volesse avere sul dopo terremoto all'Aquila un punto di vista diverso e documentato, rispetto alla propaganda di governo strombazzata per mesi sulla TV pubblica e privata.

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