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01 giugno 2010

IL QUAGLIARIELLO CHE RICONOSCE, SVELA E DENUNCIA IL CONFLITTO D'INTERESSI

Oggi è ordinario di Storia dei partiti politici presso la LUISS di Roma, Vicepresidente Vicario dei senatori del Popolo della Libertà e non si perita di dichiarare "Il mio è un percorso tutto interno al liberalismo".
Singolare questo ex radicale che a suo tempo, da dirigente nazionale del partito, promosse le campagne referendarie sull'aborto, il nucleare e la caccia, oltre che la biocard, un testamento biologico in cui il sottoscrittore poteva rifiutare anche l’idratazione forzata; che nel corso di una marcia antinuclearista contro la centrale nucleare di Avetrana, assieme a Francesco Rutelli venne arrestato per essere entrato in una zona off limits.

In occasione della seduta al Senato dopo la morte di Eluana Englaro il suo liberalismo si espresse così:


Ieri, invece, commentando con la pacatezza che lo contraddistingue le dichiarazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che da Santa Margherita ligure aveva criticato il ddl intercettazioni esprimendo forti dubbi su alcune sue parti e sottolienando la necessità di un approfondimanto sulle norme da parte del Parlamento, ha scoperto, svelato e denunciato che "Il problema è estremamente serio dal punto di vista istituzionale, cioè quello di essere il presidente della Camera e leader di una minoranza. Fini ha le armi anche istituzionali per evitare questo inconveniente e per mettere rimedio a questo conflitto di interessi".
L'esimio liberale, ordinario di Storia dei partiti politici, ci fa sapere che l'on Fini, nel tentativo di ridurre gli effetti più deleteri della legge-bavaglio, si fa capo-fazione e dimentica il suo alto ruolo di presidente della Camera.

Bravo senatore Quagliariello! Gli italiani tutti appreazzano la sua scrupolosa considerazione dei ruoli istituzionali, nel rispetto dei quali lei e i suoi affini impegnano le giornate in attività defatiganti nel supremo interesse della comunità nazionale. Però gli stessi italiani potrebbero chiederle:
- come fa a non vedere il gigantesco conflitto d'interessi del capo supremo del suo partito nel ruolo di presidente del Consiglio che ad oggi detiene ancora, ad interim, il Ministero dello Sviluppo Economico lasciato dal buon Scajola?
- da studioso di fenomeni politici potrebbe indicare loro qualche altro Paese del mondo libero e democratico in cui esista una così vistosa anomalia e un parlamento così deprivato di autonomia e ripiegato alla volontà del capo?

Dimenticavo, lei potrà obiettare, sempre con la solita pacatezza che La contraddistingue, che il popolo sovrano l'ha investito del potere di cui gode conoscendone la condizione personale e fiducioso nel fatto che mai avrebbe potuto approfitarne nel proprio personale interesse.

Buon lavoro, sen. Quagliariello! Io voglio chiudere questa riflessione con un pensiero di Norberto Bobbio, un pensatore che per i Suoi trascorsi politici e per gli interessi culturali e professionali che Lei cura non le apparirà estraneo o obsoleto.  
Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità. La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme. (Norberto Bobbio)

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