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27 giugno 2010

NON CE L'HO CON ALDO BRANCHER ...

Io non ce l'ho con Aldo Brancher (poco furbo l'ha definito Bossi, Aldo Longobardo, Eugenio Scalfari nell'editoriale di oggi) che all'indomani del giuramento nelle mani del capo dello Stato ha invocato immantinente il legittimo impedimento per non presentarsi dai giudici che lo processano per appropriazione indebita, accampando la scusa di dover organizzare il suo nuovo ministero; ce l'ho invece con chi gli ha detto: ghe pensi mi, Aldo. Adesso comando io, lo sai no? Ti costruisco un ministero ad hoc, così potrai evitare il processo utilizzando la legge che ho voluto per me ma vale anche per gli altri membri del governo.
Il poveretto ha preso alla lettera il discorso e toh, ha creduto bene di fare quella dichiarazione provocando la dura reazione di Napolitano, il risentimento dei leghisti, la presa di distanza di parte del PDL, l'attacco durissimo dell'opposizione, lo sconcerto dell'opinione pubblica e della stampa, il silenzio assoluto dello sponsor per il quale - in missione al G8 tra i grandi della terra - si è trattato di una piccola cosa, di una bagatella tutta italiana.



Così è fatto l'uomo cui la maggioranza degli italiani ha affidato le sorti del Paese: si muove come un elefante in una cristalleria e tratta uomini e cose come merce a sua mercé!

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