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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
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14 giugno 2010

IL CAFONACCIO NOSTRANO IN VERSIONE INTERNAZIONALE

Mentre il Paese va a rotoli, stremato dalla crisi e dalla malapolitica; mentre gli operai della vinyls di Porto Marghera, in cassintegrazione come quelli di porto Torres e Ravenna, piantano croci in Piazza San Marco per manifestare la morte del lavoro nel territorio; mentre continua la protesta  degli operai da 110 giorni sull'isola dell'Asinara; mentre docenti e genitori salgono su un cavalcavia, tutti in reggiseno e slip con cartelli che formano la scritta Gelmini = la 'Squola' in mutande, lui, in visita ufficiale in Bulgaria per inaugurare una statua equestre di Garibaldi (chissà come mai non si sia fatto accompagnare da un manipolo di leghisti padani al posto dello Sgarbi nazionale!) fa il ganzo in modo assai pacchiano prima con il suo omologo "Caro Boris, sto finanziando in Italia una ricerca per aumentare l'età media. Ti annuncio che io e te vivremo fino a 120 anni, che ne dici? Capisci Boris, sono costretto a restare in campo, perché in Italia altri leader non ne vedo. Nell'opposizione sono deboli e divisi tra di loro. Io non ho alternative, né in casa né fuori. E sì che mi piacerebbe farmi da parte, visto che ho una villa splendida ad Antigua e una barca alle Bahamas e sono 8 anni che non me le posso godere".

"Sai Boris, ho la fila di donne che mi vogliono sposare e si capisce: ho la grana, non sono scemo e sono ancora giovane. Ma non mi arrendo!"
Poi ad una procace ballerina che allieta i commensali con danze locali "Signorina non si deve preoccupare, sono di nuovo single".
Anche in piazza, terminata la cerimonia, ad una graziosa ragazza che gli si era avvicinata chiedendogli una fotografia, non aveva resistito, sussurrandole all'orecchio: "Sei una fata... peccato soltanto una foto".

Meno male che madre natura non gli ha dato le doti di un Adone lasciandogli il cruccio di essere un 'tappo' ma per sua fortuna gli rimangono i dané e tanto basta. Forse ha ragione chi ha scritto quei versi "se quella notte, per divin consiglio," attribuiti a Benigni che circolano in fb e nei blog.
Come fanno gli Italiani a sopportarlo ancora?

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