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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
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13 marzo 2010

OGNI GIORNO LA SUA PENA. MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?

Quali gravi colpe abbiamo commesso noi, popolo italiano, per dover sopportare, da anni ormai, questo massacro di giustizia e di legalità? Questo insulto continuato alle regole del vivere civile? 

Oggi non trovo le parole, perciò mi affido ad una foto del notro Albertone, ad una scarna nota di Libertà e giustizia "Berlusconi, Minzolini e Innocenzi persino nello Zimbabwe dovrebbero dimettersi" e all'editoriale di Concita De Gregorio su l'Unità "Sgombriamo le macerie", che voglio pubblicare per intero.
Il Tar e l'inchiesta Si è alzato il sipario, la scena ora è evidente a tutti anche ai più refrattari. Per la prima volta dalla caduta del regime fascista l'Italia repubblicana è in piena crisi: viviamo oggi in un regime totalitario che sta cancellando ogni spazio di libertà. La situazione può degenerare ulteriormente con il rischio di tensioni politiche non controllabili.
Le rivelazioni del quotidiano il Fatto sull'indagine di Trani  che, attraverso le intercettazioni telefoniche, svela le pressioni fatte da Silvio Berlusconi per chiudere Annozero, raccontano solo l'ultimo capitolo: il controllo esercitato dal premier sul Tg1 è di puro stampo autoritario. Se le rivelazioni del Fatto saranno confermate in tutta la loro gravità e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e Giancarlo Innocenzi dell'Agicom saranno indagati, persino nello Zimbabwe sarebbero automatiche le loro dimissioni.
Sgombriamo le macerie  di Concita De Gregorio
Sotto indagine Berlusconi e i suoi fidi scudieri Minzolini (Tg1) e Innocenzi (Agcom, organo pubblico di garanzia). Concussione. Per Innocenzi la procura di Trani chiede l'interdizione dai pubblici uffici e, sembra, non solo per lui. E' gente non in condizione di governare il bene comune: sono governati loro dal proprio interesse. La storia è questa, ed ha molto a che vedere con quella che raccontavamo ieri a proposito del progetto P2, punto primo zittire l'informazione. Si incrocia con l'incapacità dell'uomo che oggi incarna quel progetto di distinguere ciò che è suo dal quel che è di tutti. Dunque succede che Silvio Berlusconi non sopporti la libera informazione, di solito quando è libera racconta a suo carico una serie di vergogne. I suoi dipendenti non lo fanno, li stipendia. Alcuni giornali, alcuni giornalisti - dentro e fuori dalla Rai - non ha potuto invece comprarli. Prova dunque a spegnerli. Telefona ad uno dei commissari della Agcom, l'Autorità garante nelle telecomunicazioni, una sorta di arbitro che dovrebbe essere giusto e neutrale. Lo tratta, questo Giancarlo Innocenzi, come il suo maggiordomo. Gli dice che non gli piacciono i programmi di Santoro e Dandini, dunque deve chiuderli: se non è buono a chiuderli è meglio che si dimetta. Deferente Innocenzi, che non ha il potere di chiudere caso mai di accogliere le proteste e giudicarle, propone di fare così: scriverà lui gli esposti contro le trasmissioni sgradite al premier. Lui, l'arbitro. Poi cercherà un politico che le firmi, non sarà difficile trovarne tra i dipendenti in Parlamento. Quindi esaminerà gli esposti da lui stesso scritti e li accoglierà, certo. Santoro per Annozero di esposti in questa stagione ne ha ricevuti 5, solo in tema di giustizia. Ci ha detto, ieri: «L'Agcom deve chiudere». Non è l'unico pezzo di stato ridotto in macerie dal premier-padrone, certamente no. Però è un pezzo importante, come lo sarebbe il tg1 rimasto solo a informare milioni di italiani che non leggono i giornali e che dunque ignorano quasi tutto di ciò che accade. Al telefono Berlusconi chiama Minzolini «direttorissimo». Al Tg1 ce lo ha messo lui. Il direttorissimo gli risponde anticipandogli i suoi editoriali, gli dice «non preoccuparti, ci penso io». Nel frattempo Masi ha chiuso i programmi di approfondimento. Di politica parlano solo Fede e Minzolini: indovinate come. Ieri il Tar ha accolto il ricorso delle tv private contro lo stop al talk show. Vale per la Rai? Certo che no. Vedrete che lunedì la Rai confermerà la decisione di sospenderli, dirà che non estende la decisione del Tar alla tv pubblica.
Oggi in piazza del Popolo Santoro ha detto che non ci sarà. Ci saranno però migliaia e migliaia di persone pronte a sgomberare le macerie che il Ras del partito dell'Amore ci lascia sotto casa ogni giorno. Ciascuno ne porti via un po' con la sua carriola. Ripuliamo il Paese, che è nostro. Occhio ai tranelli: hanno evocato l'attentato, cercheranno l'incidente. Proveranno a rovesciare la frittata, come sempre mentiranno. Spegnete la tv, scendete in strada. Dovremo essere tanti, per una volta uniti. Non è più tempo di giocare a chi è più puro. Mettiamo a tacere chi ci vuole sudditi silenziosi. Siamo tutti quelli che non può comprare. Liberiamoci.
Con un invito finale:
Oggi 13 marzo tutti in piazza a Roma. "Adottiamo un articolo della Costituzione"

2 commenti:

  1. Anonimo20.3.10

    IO L'HO ADOTTATA TUTTA, LA COSTITUZIONE, E PER ME E' UN VANTO

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  2. Bene! Speriamo che lo faccia anche chi ci governa.

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Ti ringrazio, Victor

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