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01 marzo 2010

INTERVISTA VOLANTE A VITO BONO, SINDACO DI SCIACCA

Questa mattina ho incontrato per Via Cappuccini il Dottor Vito Bono, Sindaco democratico di Sciacca. Come ha sempre fatto, va a piedi da casa fino all'edicola Coco per prendere i giornali e si ferma a parlare con tutti, come un qualsiasi cittadino. Gli ho chiesto un'intervista volante per il mio blog sui problemi della città e sulle difficoltà che incontra chi l'amministra. Si è dimostrato disponibile e ne è nato questo confronto che riporto liberamente.
Alla domanda - "Quali sono le difficoltà che un sindaco proveniente dal mondo delle professioni incontra nell'amministrare una città come Sciacca? - mi ha risposto che chiunque si trovi a fare questa esperienza vive le stesse difficoltà: la burocrazia che fa marcire i problemi, la scarsa collaborazione dei dipendenti comunali, il bilancio in deficit che non consente neanche l'ordinaria amministrazione. Se per qualsiasi intervento, anche per la potatura degli alberi un sindaco è costretto a ricorrere alle conoscenze personali, ad affittare il cestello necessario per l'intervento, si capisce come sia difficile programmare interventi straordinari per far fronte alle frane, per rispondere alla crisi dell'agricoltura, della pesca ecc.
Poi gli ho chiesto come si spiega che cittadine turistiche del centro-nord conservano ancora il loro decoro e garantiscono servizi efficienti. Mi ha risposto che qui, noi, siamo come una famiglia oberata dai debiti, che alla fine del mese non riesce a far quadrare il bilancio, neanche a far fronte alle spese di prima necessità. "I cittadini dovrebbero capire in quale situazione d'emergenza ci troviamo ad operare". Inoltre i parlamentari, a causa dell'attuale legge ellettorale (da cambiare al più presto) hanno abbandonato ogni rapporto con le comunità che dovrebbero rappresentare perchè sanno che la loro elezione discende dall'alto.
Alla domanda se la Regione potrebbe intervenire concretamente per affrontare i problemi straordinari quali le frane, il degrado di alcuni quartieri, la viabilità, mi ha risposto che "sono più indebitati di noi".
Dalle sue parole traspare un profondo scetticismo e alla mia domande se si ricandiderebbe alla fine di questo mandato, mi ha risposto che ogni buon cittadino prova a fare qualcosa per il comune in cui vive, lui questa esperienza la sta facendo e a otto mesi dal suo insediamento è in grado di dire che alle attuali condizioni non riproporrebbe più la sua candidatura.
Poi con amarezza aggiunge che i sindaci, in un Paese in grave disfacimento, sono rimasti l'ultimo baluardo inerme in trincea, alla difesa di uno Stato che fa acqua da tutte le parti e sono con le mani legate. 
Giunti in prossimità di casa sua mi rendo conto che adesso inizia la sua giornata di lavoro al servizio della città e lo saluto - "Auguri Signor Sindaco e grazie per la sua grande disponibilità e per essere rimasto la persona semplice e affabile di sempre".

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