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23 marzo 2010

L'UOMO DI STATO, L'UOMO DI POPOLO, L'UOMO DI DIO



Qualcuno, da qualche parte nel mondo, lo dice sempre meglio che qui da noi. Qualcuno che sa cosa vuol dire essere classe dirigente di un paese e che per il bene comune è pronto a sacrificare anche pezzi consistenti del suo potere. 
Ieri lo ha detto Obama, parlando ai deputati democratici prima dello storico voto sulla sanità. "Solo ogni tanto, ognuno di noi ha l’occasione di vendicare tutte le speranze che aveva nutrito su se stesso e sul nostro Paese, di mantenere tutte quelle promesse fatte in centinaia di comizi o guardando negli occhi un elettore. Questo è uno di quei momenti. Forse pagheremo un prezzo, ma come diceva Lincoln "non sono costretto a vincere, sono costretto a fare la cosa giusta".
Obama, Lincoln e la cosa giusta su Libertà e Giustizia.
Lo ha fatto a costo di pagare un prezzo elettorale altissimo. Siamo agli antipodi del calcolo, della personale convenienza. Un gesto, secondo Ignazio Marino, che può farlo perdere fra due anni e vincere fra duecento. Per dare a trentadue milioni di persone in più l'assistenza sanitaria ci sarà una tassa sui redditi più alti che scontenta i potenti. Ma come diceva Lincoln "non sono costretto a vincere, sono costretto a fare la cosa giusta" ripete Obama.
Obama’s Remarks on House Health Bill Passage
E noi diciamo: Auguri Presidente, la scelta di fare la cosa giusta, costi quel che costi, fa di te un uomo pubblico, proiettato verso altre conquiste civili e sociali e destinato ad avere un posto importante nella storia del tuo paese e del mondo!

Anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi si congratula con Obama "La riforma della Sanità approvata questa notte grazie alla ferma volontà e alla nobile decisione del Presidente Obama, rappresenta un successo della democrazia e il valore di una politica che mantiene gli impegni assunti con gli elettori. Si tratta di una forte testimonianza anche per noi che lavoriamo per un progresso e un ampliamento della libertà che non lasci nessuno ai margini della società. Complimenti di cuore al Presidente Obama e al Parlamento Americano".
La sua risposta politica è: promessa elettorale di vincere il cancro nei prossimi tre anni, accompagnata da una drastica riduzione dei finanziamenti pubblici alla ricerca e dai tagli alla sanità pubblica.
Anche Obama presto si congratulerà con Berlusconi, quando questi saprà, con una decisione epocale, distinguere fra i suoi privati interessi e il ruolo pubblico di capo del governo di tutti gli italiani; ad esempio, rendendo esecutiva la sentenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea del 31 gennaio 2008 che boccia Rete 4 a favore di Europa 7. Quando ridarà alla parola "libertà" presente nel nome stesso del suo partito il suo autentico significato che non può essere "arbitrio del più forte"; ad esempio, togliendo il bavaglio ai programmi TV "scomodi" e riabilitandoli per il ruolo che svolgono nel panorama della libera informazione.

In relazione alla vicenda dei casi di pedofilia nella Chiesa e alla pubblica ma tardiva presa di posizione della Santa Sede, Berlusconi esprime "a Benedetto XVI tutto l'affetto, la vicinanza e la solidarietà che ha verso di lui il nostro popolo. La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana".
Anche Benedetto XVI presto si congratulerà con Berlusconi e lo accoglierà fra le sue braccia paterne, quando lo stesso, contrito e col capo coperto di cenere, riuscirà a fare pubblicamente ammenda per le pubbliche colpe e  per i peccati privati.
Leggi: L’immondo travestito da agnellodi Paolo Farinella, prete

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