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23 marzo 2012

Cosa possiamo aspettarci da un governo di sconosciuti e da un parlamento di nominati?

Siamo in presenza di un governo di illustri sconosciuti, giunto al potere per chiamata, sostenuto da un parlamento di nominati che gli ha dato carta bianca per realizzare quelle riforme non utili al Paese, che la finanza internazionale gli chiede per saldare i propri conti. Quella finanza internazionale che ha creato la bolla spaventosa nella quale ha invischiato le democrazie di mezzo mondo. 

Siamo in presenza di un governo che non sa e non vuole considerare le reali condizioni in cui vive la maggior parte degli italiani sempre più appesantita dal carovita, dai debiti, dai mutui, dalle bollette, dalle tasse, dalla disoccupazione, dal lavoro precario mal remunerato ecc. 

Siamo in presenza di un governo che, consapevole del fatto che il 10% della popolazione detiene circa il 50% della ricchezza del paese, si ostina a tartassare il rimanente 90% estendendo la fascia di povertà diffusa con l'aumento sconsiderato della forbice fra ricchi e poveri. 

Siamo in presenza di un governo che non riesce ad operare seriamente contro l'evasione, la corruzione, la criminalità organizzata ponendosi come obiettivo primario quello di estirpare definitivamente le male piante.



Non sarebbe l'ora di chiedere a questi signori di tornare alle loro attività professionali ben remunerate e di lasciare libero il campo? 

Non sarebbe l'ora di chiedere con l'energia necessaria a questo parlamento di disporre una decente legge elettorale che ci porti prima possibile alle elezioni? Prima che sia troppo tardi! 

Non sarebbe l'ora di chiedere all'attuale presidente della Repubblica, anch'egli eletto da un parlamento di nominati, di farsi corretto interprete della Costituzione favorendo il normale e legale superamento dell'attuale anomalia, ridando ai cittadini il diritto inalienabile di scegliere i propri rappresentanti e di indicare le eventuali coalizioni di governo? 

L'attuale situazione non può durare ancora a lungo e la corda si potrebbe spezzare in malo modo! 

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