Sì, perchè due regioni importanti come Piemonte e Lazio, passano per qualche migliaio di voti alla destra dopo uno snervante testa a testa in attesa che si sbloccasse il risultato. La prima, il Piemonte, ben governata da una giunta di centro-sinistra guidata da Mercedes Bresso, cede il passo all'avanzata trionfale del carroccio nel Nord con l'aiuto determinante delle 5 stelle di Beppe Grillo; la seconda, il Lazio, dopo lo scandalo Marrazzo di cui la destra si avvale e la strumentalizzazione dell'esclusione della lista PDL, concede la vittoria ad una Renata, quasi incredula, sulla meglio attrezzata Emma (qui l'aiutino è venuto anche dalla presa di posizione davvero ingiustificata della CEI).
Certo, se il risultato definitivo avesse mantenuto al centro-sinistra le due importanti regioni in bilico, il PDL avrebbe avuto poco di cui vantarsi. In ogni caso, a cantare vittoria, e a ragione, è la Lega Nord che ormai detiene il controllo assoluto delle ricche e popolose regioni dell'arco alpino, escluse Liguria e Trentino Alto Adige, estendendo la sua influenza in tutta l'area del centro-nord. Un vento del Nord soffierà sempre più forte sulla politica italiana e c'è da giurare che Bossi e i suoi, da qui in avanti, detteranno l'agenda di governo e faranno sentire la loro forza su una destra guidata da una leadership indebolita. Non per nulla, a risultati non ancora acquisiti, il leader del Carroccio ha dichiarato che "Il PdL è l'unico partito che è riuscito a resistere allo tsunami della Lega" - ma anche "Io sono l'arbitro della situazione".
Vedremo, dunque, quali riforme verranno messe in cantiere per il triennio restante, se quelle imposte dalla Lega o quelle che stanno a cuore a Berlusconi. Forse andremo verso una diarchia difficile da conciliare e gestire.
Ma il dato che emerge prepotente da questo turno elettorale è l'aumento significativo dell'astensionismo (di 40,8 milioni di potenziali elettori, circa 26 milioni hanno votato, 14 milioni non si sono presentati alle urne). Se a questo dato si aggiunge il numero delle schede bianche e nulle, appare chiaro che il risultato di queste votazioni è stato determinato da circa il 60/100 degli aventi diritto al voto. Il dato mostra con evidenza che la fascia dei delusi dalle forze politiche in campo e degli insofferenti della malapolitica è in costante aumento e diventa il maggiore non-partito nazionale; un dato questo confermato anche dal risultato importante conseguito dal Movimento 5 stelle, capitanato da Beppe Grillo, che ottiene un successo insperato in Piemonte e in Emilia Romagna.
C'è di che riflettere per le forze del centro-sinistra che devono cambiare marcia, personale e progetti se vogliono attrezzarsi contro lo "tsunami"; ma anche il cosiddetto popolo della libertà deve capire dove vuole andare, con chi e per fare cosa. All'UDC occorre fare scelte meno opportunistiche e strumentali se vuole avere ancora un ruolo nella politica italiana.
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