Per chi non l'avesse ancora capito: il popolo della libertà è solo una bella invenzione. Mi serviva questa formula per lasciare intendere che, stando con noi, può essere garantita oltre alla mia libertà - cioè fare quello che mi pare - anche quella degli altri, cioè di quanti accettano di impegnarsi a garantire il mio arbitrio.
So bene che i comunisti sono una minoranza sparuta e non più in grado di ferire (si fanno male da soli, fra di loro) ma il loro spauracchio mi torna sempre comodo per convincere i gonzi che, senza di me, arriverebbero a Roma i cosacchi, ad abbeverare i loro cavalli nelle fontane di piazza San Pietro.
E' evidente a tutti che non è la democrazia che mi sta a cuore, nè la libertà, nè il popolo pirla: quello che mi interessa veramente è costruire un sistema a mia misura, immagine e somiglianza, e devo dire che ci sto riuscendo alla grande.
Per molto tempo ho temuto di non farcela: il presidente della repubblica sempre con la Costituzione in mano, a vedere se i miei decreti d'urgenza erano coerenti con quelle norme anacronistiche; non capiva, poveretto, che erano quei precetti che intendevo tenacemente demolire ma dovevo farlo in modo graduale e senza molto allarmare.
L'opposizione mi ha fatto sempre un baffo da quando ho capito che avevano capito qual era il mio progetto:
molti li ho conquistati alla mia causa con la promessa di farli entrare nell'entourage, altri con minacce e ricatti li ho tenuti buoni per evitare il peggio, altri ancora, illusi, pensano che democraticamente e col voto riusciranno ad avere il soppravvento. Più di tutti mi hanno preoccupato questi giudici del c...., che sono quasi riusciti a mandare all'aria il mio piano ripescando nel mio passato di grande imprenditore di successo tutte le violazioni della legge necessarie alla mia affermazione (come se non sapessero che non si costruisce una grande impresa dal nulla, nel rispetto della legge); ma non pensavano, poveretti anche loro, che le leggi le faccio io e il mio parlamento le vota, tiè! Adesso se la vedranno col processo breve, col legittimo impedimento, con la mia legge sulle intercettazioni, con tutti i lodo di questo mondo che sarò in grado di mettere in campo con le firme della premiata ditta Alfano-Chedini.
Per ultimo, hanno tentato lo smacco di escludermi dalla competizione elettorale nelle regioni Lazio e Lombardia, me che sono il capo incontrastato, unico e indiscutibile del popolo della libertà. Non l'avessero mai fatto! Mi hanno dato l'opportunità - consulente la massima carica istituzionale, ma ancora per poco - di scoprire il decreto interpretativo (c'è sempre qualcosa da imparare, lo ammetto) col quale diventa una bazzecola reinterpretare a proprio uso e consumo le leggi che al momento non possono essere modificate. Adesso vedranno come mi servirò di questo incredibile strumento (la bacchetta magica che mi mancava) per reinterpretare - ipso-facto - tutto quanto in questo paese c'è da reiterpretare per decreto. Sarà reinterpretabile quella brutta carta costituzionale? Lo chiederò al mio Ghedini, anzi gli telefono subito! Alfano mi dirà senz'altro di no, lo conosco.
I giornali della sisnistra possono continuare a sbraitare quanto vogliono, le bocche di fuoco in mano mia (TV e giornali) sono sempre in grado di farne scempio, specie dopo che ho chiuso la bocca ad alcuni spaventapasseri della TV di Stato.
A questo punto potrò affermare con forza e senza tema di smentita di essere diventato il capo del partito universale dell'amore.
Adesso sapete tutti da dove vengo e dove sono arrivato!
I giornali della sisnistra possono continuare a sbraitare quanto vogliono, le bocche di fuoco in mano mia (TV e giornali) sono sempre in grado di farne scempio, specie dopo che ho chiuso la bocca ad alcuni spaventapasseri della TV di Stato.
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