... ma lì c'è già Fede!
Non si capisce perchè l'emerito direttore voglia allontanare i cittadini dal TG della prima rete del servizio pubblico, quello finanziato anche col canone.
Essere nati servi va bene: non si può chiedere a chi lo è per costituzione di emanciparsi ipso facto, specialmente quando il padrone non lesina in generosità!
Ma un po' di decenza, perbacco!
Non si capisce perchè l'emerito direttore voglia allontanare i cittadini dal TG della prima rete del servizio pubblico, quello finanziato anche col canone.
Essere nati servi va bene: non si può chiedere a chi lo è per costituzione di emanciparsi ipso facto, specialmente quando il padrone non lesina in generosità!
Ma un po' di decenza, perbacco!
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"Devo ricordare a Minzolini che il giornalista è il cane da guardia della democrazia, non il cane da guardia del potere. Quello di stasera allunga la serie di esemplari editoriali faziosi" dichiara il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna. "Nessuno dei predecessori di Minzolini è mai entrato così come un elefante in una cristalleria - aggiunge. - "Abbiamo assistito a una brutta pagina di propaganda di governo. Non so neanche se Bertolaso possa essere contento di un'operazione così costruita, servile, di una difesa così a gamba tesa - conclude - altro che par condicio".
"Puntuale come un orologio svizzero, l'editoriale del direttore del Tg1 entra nella campagna elettorale per fare il megafono di palazzo Chigi che vorrebbe limitare le indagini della magistratura e le intercettazioni" commenta Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell'assemblea nazionale del Pd.
Per Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd in Senato "ha dell'incredibile l'uso che Minzolini continua a fare del suo ruolo di direttore della maggiore testata del servizio pubblico. Dal giorno del suo insediamento, gli interventi in video del direttore del Tg1 sono stati dedicati esclusivamente ad attaccare magistratura e stampa, al solo scopo di difendere il governo. Lo stile degli editoriali di Minzolini non è da Tg1, ma da giornale di partito".
"Il nuovo intervento del direttore del Tg1 conferma che la tv pubblica rischia di essere piegata a interessi di parte. Le accuse di Minzolini sono gratuite ed estranee al ruolo di chi dirige una testata del servizio pubblico" dichiarano Giorgio Merlo e Vinicio Peluffo, deputati del Pd, rispettivamente vicepresidente e componente della Vigilanza Rai.
"Se al pari del reato di bancarotta fraudolenta - afferma l'ex senatore ed editore Stefano Passigli - esistesse quello di informazione fraudolenta, l'editoriale di questa sera di Augusto Minzolini sul Tg1 sconterebbe una sicura condanna. Il comportamento del direttore viola tutti i principi e la prassi del servizio pubblico".
"E' assolutamente legittimo che un direttore di un tg faccia un editoriale di tanto in tanto. Quello che è singolare è che ogni editoriale sia fatto a sostegno delle tesi del presidente del Consiglio", dice il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "Al direttore Minzolini non è mai capitato, neanche per sbaglio, di fare un editoriale per cercare di dare voce a persone oscurate e umiliate magari proprio dalle leggi ad personam volute da Berlusconi. Questo - conclude Giulietti - conferma che quella che abitualmente chiamiamo 'rete ammiraglia' è diventata in realtà uno dei tanti fogli di partito del premier".
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