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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

04 maggio 2009

Oggi non riesco a commentare nulla ...

Le notizie superano e contraddicono ogni aspettativa: il premier sembra in grado di volgere a proprio vantaggio gli infortuni personali, familiari e politici; nei sondaggi la sua formazione sembra in crescita raccogliendo voti da lavoratori e disoccupati; il PD è dato a metà rispetto al PDL; le veline tagliate dalla lista del PDL recriminano contro Veronica e chiedono risarcimenti; la pupa teme di aver provocato un danno irreparabile al povero papi; presto vedremo sondaggi mirati con la stragrande maggioranza degli italiani schierati dalla parte dell'imperatore e contro le pretese della moglie che "entra a gamba tesa" nella campagna elettorale del dominus.

Riporto da Tecniche del venditore di successo, di Umberto Eco (La Repubblica 2003) - "Il venditore non si preoccupa che voi sentiate l’insieme del suo discorso come coerente, gli interessa che, tra quanto dice, di colpo vi possa interessare un tema, sa che reagirete alla sollecitazione che vi può toccare e che, una volta che vi sarete fissati su  quella, avrete dimenticato le altre. Quindi il venditore usa tutti gli argomenti, a catena e a mitraglia, incurante delle contraddizioni in cui può incorrere". E ancora "La tecnica di vendita di Berlusconi è evidentemente di tal genere (vi aumento le pensioni e vi diminuisco le tasse) ma infinitamente più complessa. Egli deve vendere consenso, ma non parla a tu per tu coi propri clienti, come Mendella. Deve fare i conti con l’opinione pubblica anche straniera e con i media (che non sono ancora tutti suoi), e ha scoperto il modo di volgere le critiche di questi soggetti a proprio favore. Pertanto deve fare promesse che, buone, cattive o neutre che appaiano ai suoi sostenitori, si presentino agli occhi dei critici come una provocazione. E deve produrre una provocazione al giorno, tanto meglio se inconcepibile e inaccettabile. Questo gli consente di occupare le prime pagine e le notizie di apertura dei media e di essere sempre al centro dell’attenzione".

Quale migliore opportunità di questi ultimi infortuni pubblici e privati, da manipolare a proprio vantaggio?

"Se non si stesse parlando del Presidente del Consiglio parrebbe di descrivere le vicende di qualche personaggio della commedia all’italiana, interpretato da Ugo Tognazzi o da Renzo Montagnani, con la canzone La notte che son partito, cantata da Jimmy Fontana a far da sottofondo musicale, come nell’edizione cinematografica de Il magnifico cornuto del 1964 diretto da Antonio Pietrangeli, sempre per rimanere in tema". Da "Berlusconi, malattia senza vaccino della nostra democrazia" di Giuseppe D’Urso, giovane insegnante precario da Catania, città in equilibrio finanziario molto precario.

Vedi anche L'allarme di Umberto Eco: dal futurismo e dal fascismo in poi l'Italia è sempre stata un laboratorio

Oggi, dunque, vorrei limitarmi a proporre ai miei lettori l'ascolto attento di questo bel brano di Lucio Dalla, datato ma profetico. (Lo so che lo conoscete, ma asoltatene attentamente il testo e riflettete). La musica e le immagini, poi, aiutano a prendere le distanze dalla disgustosa contingenza.


03 maggio 2009

Italia, ultima in Europa per libertà di stampa

Non ci meravigli che l'Italia, unico paese dell'Europa occidentale, sia stata declassata tra i paesi "parzialmente liberi" nel rapporto sulla libertà di stampa di Freedom House.
E non reagiamo sostenendo che anche loro sono "comunisti". Il declassamento dell'Italia, nel rapporto annuale della grande agenzia americana, non è effetto di un pregiudizio antiberlusconiano ma del mancato rispetto di alcuni parametri oggettivi che valgono per tutte le nazioni. Tra questi il libero esercizio del diritto di cronaca, il rispetto del segreto professionale, la libertà di satira e la rigorosa separazione tra la politica e la gestione diretta dei media.

L'Italia ha subito una retrocessione tra i paesi semi liberi perché il presidente del consiglio, già proprietario di un impero mediatico, esercita un diretto controllo anche sulla Rai. Da noi tutto questo è ormai considerato normale, nei paesi di lunga tradizione liberale e democratica, invece, questa anomalia è considerata una degenerazione grave ed un rischio per le istituzioni democratiche.
I Paesi più liberi dell'Europa Occidentale riguardo alla libertà di stampa sono, a giudizio di Freedom House, l'Islanda, la Finlandia e la Norvegia, la Danimarca e la Svezia (ai primi posti anche nella classifica mondiale). L'Italia è ultima in Europa, dopo la Grecia, e 62° nel mondo.

Freedom House riconosce che, in generale, in Italia "la libertà di parola e di stampa sono costituzionalmente garantite e generalmente rispettate, nonostante la concentrazione della proprietà dei media". Il punto dolente, a giudizio dell'organizzazione, rimane proprio questo, "la concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto agli standard europei".

Assistiamo giornalmente, infatti, all'uso politico e strumentale del terremoto in Abruzzo, alla gestione privatistica del servizio pubblico, alla violazione sistematica di tutte le norme che riguardano la comunicazione politica.

01 maggio 2009

Ringrazio i lettori che hanno partecipato ai miei sondaggi

















Risultato sondaggio:

Ponte sullo stretto opera prioritaria?


3


Rilancia economia 3


No 18


Altre sono priorità 24


Non so 1

Voti fino a ora: 39

Sondaggio chiuso

Poteva essere indicata più di una opzione.


Su 39 votanti, favorevoli al ponte perchè rilamcia l'economia 3 + 3 = 6

contrari perchè altre sono priorità 18 + 24 = 42

incerti 1 = 1

Dai risultati si evince che tra i miei lettori, 39 hanno partecipato al sondaggio e quelli favorevoli al ponte risultano essere da 3 a 6 massimo, i contrari da un minimo di 32 a 35.

Questo dato, anche se insignificante sul piano statistico, dimostra che c'è ancora gente che non ha portato il cervello all'ammasso.


Risultato sondaggio:

I canali TV che preferisci


RAI1 3


RAI2 1


RAI3 11


CANALE5 2


RETE4 2


ITALIA1 0


LA7 10


SKY 5


ALTRO 2

Voti fino a ora: 21

Sondaggio chiuso

Poteva essere indicata più di una opzione.


Dai risultati si evince che tra i miei lettori, 21 hanno partecipato al sondaggio e su 36 preferenze espresse, 27(11+10)sono andate a RAI3 e LA7, 15 (3+1+11)ai canali RAI, solo 4 (2+2+0) ai canali Mediaset.

Questo dato, anche se insignificante sul piano statistico, dimostra che c'è ancora gente che non ha portato il cervello all'ammasso. Spero e credo che le 2 preferenze accordate a Rete4 non siano andate al TG di Fede ma, piuttosto, a qualche buon film che quella rete trasmette, anche se condito con eccessivi spazi alla pubblicità.


Risultato Sondaggio:

I contenuti TV che preferisci


Approfondimento 10


Cinema 7


Documentario 11


Informazione 12


Intrattenimento 2


Musica 2


Teatro 3


Altro 2

Voti fino a ora: 21

Sondaggio chiuso

Poteva essere indicata più di una opzione.


Dai risultati si evince che tra i miei lettori, 21 hanno partecipato al sondaggio e su 49 preferenze espresse, 33 (10+11+12) sono andate a approfondimento, documentario, informazione. (Confrontando col sondaggio precedente, è lecito presumere che questi voti vadano in gran parte ai TG e ai programmi di approfondimento di RAI3 3 LA7); 12 (7+2+3)sono andate a cinema, musica, teatro; solo 2 a intrattenimento (si può presumere che qua ci sia anche il TG di Fede?)

Questo dato, anche se insignificante sul piano statistico, dimostra che c'è ancora gente che non ha portato il cervello all'ammasso.


Risultato Sondaggio:

Berlusconi vuole cambiare “le regole”

per consentire “percorsi più brevi”

e “decisioni più rapide”.

Sei d'accordo?


13


No 15


Porterebbe alla dittatura 22


Ridurrebbe i controlli 3


Faccia quello che vuole 0

Voti fino a ora: 53

Sondaggio chiuso

Dai risultati si evince che tra i miei lettori, 53 hanno partecipato al sondaggio e su 53 preferenze espresse, 40(15+22+3) esprimono contrarietà (22 porterebbe alla dittatura, 3 ridurrebbe i controlli), 13/53 sono favorevoli.

Questo dato, anche se insignificante sul piano statistico, dimostra che c'è ancora gente che non ha portato il cervello all'ammasso.

30 aprile 2009

BUON 1° MAGGIO A TUTTI I LAVORATORI

MA ANCHE ALLE FAMIGLIE DI COLORO CHE IL 1° MAGGIO NON LO POSSONO PIÙ FESTEGGIARE



























Per non dimenticare la lotta dei lavoratori e la lunga marcia, mai conclusa, per il riconoscimento dei loro diritti








Per non dimenticare il disastro della Thissen e tutti i morti sul lavoro














Per non dimenticare i terremotati d'Abruzzo










Ahi serva Italia!

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

I versi di Dante rappresentano ancora, in modo efficacissimo, la situazione dell'Italia del nostro tempo.

Ritengo che non abbiamo ancora toccato il fondo se è vero che tante ragazzine italiane e tante loro mamme (e nonne?) invidiano la povera Noemi per il suo rapporto privilegiato(?) con l'attempato satiro italiota.

Ritengo che Montanelli, quando parlava di vaccino, purtroppo si sbagliava, quantomeno nei tempi della reazione, perchè il morbo impazza ed è già pandemia. Sarà più facile e veloce trovare un vaccino efficace all'influenza suina che a questa peste bubbonica che sta cambiando i connotati al paese, alterandone il DNA e rendendoci ridicoli al resto del mondo.

Comprendo la reazione della signora Veronica che è la persona più credibile, tra noi, nel togliere il velo dell'ipocrisia mostrandoci la realtà vera, quella che i media tendono ad occultare e i "servi" a mistificare.

Oppure aveva ragione Dante e nulla è cambiato da allora, e siamo quelli di sempre, "mutatis mutandis" in peggio?

29 aprile 2009

Quo usque tandem, Silvi, abutere patientia nostra?

Quando la spudoratezza, congiunta a tanta arroganza e megalomania, va al potere, può succedere che:
  • un giovane docente che aveva annunciato ai suoi colleghi durante una cena "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro" con un ritardo di 13 anni rispetto alla previsione diventi la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi. Qua c'è quanto pensano di lui i pubblici dipendenti.
  • una Gelmini qualsiasi, che si sposta da Brescia a Reggio Calabria per diventare avvocato, diventi ministro alla P.I. (+ Ricerca e Università) e sieda al posto occupato in altre epoche, ormai remote, da Antonio Segni, Gaetano Martino, Franco. M. Malfatti, Franca Falcucci, Tullio De Mauro; e andando più indietro, Franceso de Sanctis, Michele Coppino, Pasquale Villari, Vittorio E. Orlando, Benedetto Croce. Ecco chi è la Gelmini e come diventò avvocato.
  • una tal Mara Carfagna diventi ministro alle pari opportunità. Ecco come la vedono le donne e cosa pensa di lei Filippo Facci, giornalista d'area.
  • un giovane avvocato, seppur brillante, Angelino Alfano, diventi ministro guardasigilli e sieda al posto occupato in altre epoche, ormai remote, da Aldo Moro, Giuliano Vassalli, Virginio Rognoni, Giovanni M. Flick; e andando più indietro, Giuseppe Zanardelli, Emanuele Gianturco, Vittorio E. Orlando. Il suo primo provvedimento è stato Il lodo Alfano che Gerardo Ambrosio commenta con l'editoriale la legge non è più uguale per tutti,
  • una donna, moglie e madre definisca "Ciarpame senza pudore" l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. Ma, incauta, si sarebbe fatta ingannare dalla stampa di sinistra. Appare chiaro che, dopo le anticipazioni dei media, non ultima quella di FareFuturo, la Fondazione di Fini, tenteranno di correre ai ripari, per dire poi che erano tutte invenzioni della stampa di sinistra le candidature di veline, conigliette e letteronze. Può darsi che convinceranno ancora chi non ha bisogno di essere convinto, ma solo di credere.
Quo usque tandem, Silvi, abutere patientia nostra?
Molti di noi hanno già colmo il sacco! Ma si sa, solo quando la maggioranza delle donne e degli uomini di questo bel paese avranno intravisto una via d'uscita all'attuale sconcezza e avranno detto "stop", allora forse cominceremo a respirare un'aria meno malsana che non è solo questione di eleganza esteriore o di profumi e capelli posticci. O no?

Candidature europee del PDL: "Ciarpame senza pudore" per Veronica Lario

Durissima la dichiarazione della signora Veronica Lario in Berlusconi al riguardo dell'uso spudorato e indecente che il potere, meglio il PDL, meglio ancora suo marito fa della donna. "Ciarpame senza pudore" - con queste parole Veronica Lario bolla l'uso delle candidature delle giovani e fresche veline nel PDL. E tiene a prendere le distanze dalla sconcezza precisando "che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire" La Signora prosegue come un fiume in piena "Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti".
A proposito, poi, della notizia secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni, la signora Lario ha lanciato la stoccata finale "La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato".

Sarebbe interessante sapere come voteranno la Signora Veronica Lario in Berlusconi e i suoi figli alle prossime europee!

Tu che ne pensi?

28 aprile 2009

Abruzzo: la realtà e la spettacolarizzazione della realtà


Una foto al giorno per non dimenticare!












Anch'io sono convinto, come Di Pietro e come tanti cittadini di buon senso, che gli Aquilani non abbiano bisogno della parata del G8. La passerella di politici, capi di stato, funzionari, portaborse, giornalisti; l'apparato dei servizi di sicurezza, gli elicotteri e gli altri mezzi di comunicazione che faranno la spola fra L'Aquila e Roma; la realizzazione e gestione degli spazi per l'evento ecc., intralceranno necessariamente tutte le attività della ricostruzione. Senza dire, poi, dell'impatto fra i terremotati nelle loro tende e i capi di stato e di governo con tutto il loro entourage che vedranno, come in una riserva indiana, la popolazione che attende ben altro dallo Stato.
Non si può continuare a strumentalizzare il terremoto e la sofferenza di persone in carne ed ossa a fini di bassa speculazione politico-elettorale.

Il post-terremoto non si affronta attraverso il carrozzone dei media e degli eventi-spettacolo ma con la disponibilità ad ascoltare la popolazione colpita e a far sì che sia essa artefice del proprio futuro, con una seria programmazione degli interventi, con finanziamenti adeguati per la ricostruzione, con un controllo capillare sull'uso dei fondi e sulla realizzazione delle opere; con una politica, infine, d'intervento serio che metta in sicurezza, non solo in Abruzzo, gli edifici adibiti a pubblico servizio, e con finanziamenti ad hoc perchè lo stesso facciano i privati.
Certo, questa sarebbe una modalità operativa meno visibile ma di gran lunga più concreta; i suoi effetti si vedrebbero non nell'immediato ma nel medio-lungo periodo; sarebbe il contrario di quello che una politica della propaganda e dell'immagine sta offrendo all'Abruzzo, all'Italia e al mondo intero.


P.S.: la cosa, poi, che fa specie è la capacità dei politici nostrani di minimizzare eventi e fenomeni di carattere internazionale con la complicità dei grandi media. Se succede un disastro nel mondo, non si forniscono elementi di valutazione e di giudizio sul fatto, ma l'unica cosa che si cerca di sapere è che non ci siano italiani coinvolti, in modo da mettere il cuore in pace.
L'ultimo caso dell'influenza suina in Messico viene affrontato da noi in modo assai discutibile
:
  • minimizzando la portata dell'infezione;
  • minimizzando sul numero degli ammalati e dei decessi;
  • sostenendo che l'Italia sarebbe al sicuro (come se si trovassse in una campana di vetro);
  • garantendo la disponibilità di una scorta sufficiente di farmaci antivirali (che in realtà al momento non sono disponibili).
Vedi Perché l'influenza suina è più pericolosa della mucca pazza e dell'aviaria in Il vaso di Pandora

26 aprile 2009

Uno, nessuno, centomila ... i travestimenti di Silvio

"Come sopportare in me questo estraneo? Questo estraneo che ero io stesso per me? Come non vederlo? Come non conoscerlo? Come restare per sempre condannato a portarmelo con me, in me, alla vista degli altri e fuori intanto dalla mia?" da Uno, nessuno e centomila, di Luigi Pirandello.
Pirandello riprende in questo romanzo i temi della formazione dell’identità, del conflitto tra essere e apparire, della maschera sociale, della prigione delle convenzioni sociali in cui l’uomo è costretto, con la sua ineguagliata spigliatezza, con lo svago e l’umorismo caratteristici di tutta la sua produzione letteraria alla cui base vi sono una acutezza intellettuale e una minuziosità dell’analisi interiore a dir poco geniali.







I tanti travestimenti di Silvietto nostro, fino all'ultimo in ordine di tempo, quello con il foulard del partigiano, ci forniscono una capacità trasformistica che può andare bene in un attore di teatro ma che è inopportuna e scopertamente opportunistica in un capo di governo "per la contraddizion che nol consente"
"ch'assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi"
Dante, Inferno, XXVII, 118-120


L'immagine più verosimile del nostro premier per me rimane quella che ci fornisce Ezio Mauro su La Repubblica, nell'art. del 17 giugno 2008 "Il vero volto del Cavaliere" e quella che appare nell'Unità di oggi "Difetto di serietà" di Concita De Gregorio.

NEL mezzo della luna di miele che la maggioranza degli italiani credeva di vivere con il nuovo governo, la vera natura del berlusconismo emerge prepotente, uguale a se stessa, dominata da uno stato personale di necessità e da un'emergenza privata che spazzano via in un pomeriggio ogni camuffamento istituzionale e ogni travestimento da uomo di Stato del Cavaliere. No. Berlusconi resta Berlusconi, pronto a deformare lo Stato di diritto per salvaguardia personale, a limitare la libertà di stampa per sfuggire alla pubblicazione di dialoghi telefonici imbarazzanti, a colpire il diritto dell'opinione pubblica a essere informata sulle grandi inchieste e sui reati commessi, pur di fermare le indagini della magistratura. (continua)

Esprimi il tuo parere con un commento.

25 aprile 2009

Per non dimenticare!

Enzo Biagi: "C'è sempre qualcosa a cui resistere"
La vita ricomincia a 86 anni, con una puntata dal titolo, volendo, autobiografico, "Resistenza e resistenze", un saluto commosso ma ironico, "c'è stato un inconveniente tecnico, l'intervallo è durato cinque anni". Sembra ieri, anche lo studio è piccolo e bianco come quello di Il fatto, la sua ultima volta in tv. Enzo Biagi riparte così con RT - Rotocalco televisivo, debutto domenicale e poi otto puntate il lunedì alle 23.15.

La Festa della Liberazione e le resistenze esemplari della gente comune, "perché la Resistenza non è mai finita, anche oggi c'è sempre da resistere a qualcosa": questo il tema scelto dal giornalista per il suo rientro televisivo, con un occhio agli ascolti e l'animo del cronista, "mi preoccupo di cercare di dire una verità in più di quelle che si dicono, e questo esaurisce la mia parte".


Ci sono le storie: gli operai di Bollate che sono riusciti a rilevare la loro fabbrica dismessa, i "nuovi poveri" che occupano le case a Roma. E un lungo omaggio ai giornalisti morti al fronte, che fosse guerra o terrorismo: Cutuli e Fava, Alpi e Impastato, Casalegno e Baldoni, Alfano e Ciriello. C'è Paolo Rossi, "il signor Rossi" alle prese con i conflitti di un condominio-Paese, dietro i quali si intravedono Aldo Moro e Piazza Fontana, Ustica, Bologna, Calvi e Sindona.
Un rientro salutato con grande favore da più parti. L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, parla di "un giorno di festa per il giornalismo libero" e accoglie Biagi con un "bentornato, maestro". Un auspicio dalla Federazione nazionale della stampa italiana: il rientro del giornalista deve rappresentare "il ripristino della normalità di un sistema dell'informazione radiotv, non solo pubblica, che tuteli i principi del pluralismo", "il potere politico, tutto, impari a rispettare sempre la libertà d'espressione".
Da: La repubblica 22 aprile 2007

Ora e Sempre Resistenza!

LO AVRAI CAMERATA KESSELRING

IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI

MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRÀ A DECIDERLO TOCCA A NOI

NON COI SASSI AFFUMICATI

DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO

NON COLLA TERRA DEI CIMITERI

DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI

RIPOSANO IN SERENITÀ

NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE

CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO

NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI

CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI

PIÚ DURO D'OGNI MACIGNO

SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO

GIURATO FRA UOMINI LIBERI

CHE VOLONTARI S'ADUNARONO

PER DIGNITÀ NON PER ODIO

DECISI A RISCATTARE

LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE

AI NOSTRI POSTI CI TROVERAI

MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO

POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO

CHE SI CHIAMA

ORA E SEMPRE RESISTENZA!


Questa poesia, nella narrativa dell'epopea Partigiana tra le più celebri, è di Piero Calamandrei, ci consegna a noi per tramandarla ai nostri figli, la definizione piú chiara ed esatta della Resistenza: ``... Patto giurato fra uomini liberi che volontari s'adunarono, per dignità non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo''. Questo è anche il nostro augurio, affinchè i giovani sappiano e ricordino in futuro per i caduti di ieri e per coloro che oggi non si arrendono all'incalzante opera di revisione della storia!


24 aprile 2009

Grazie Presidente Napolitano ....

per le parole nette e chiare pronunciate due giorni fa al Teatro Regio di Torino, in occasione della "Biennale della Democrazia" ricordando a tutti noi e a qualcun altro che:
  • "la Costituzione repubblicana non è una specie di residuato bellico come da qualche parte si verrebbe talvolta fare intendere";
  • le sue "fondamenta poggiano sui valori maturati nell’opposizione al fascismo, nella Resistenza";
  • "i valori dell’antifascismo e della Resistenza non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto, sprigionarono sempre impulsi positivi e propositivi, e poterono perciò tradursi, con la Costituzione, in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all’antifascismo e alla Resistenza. Perciò il 25 aprile non è festa di una parte sola;
  • "la Costituzione non è una semplice carta dei valori (...) Ma i suoi ideatori mirarono a farne un corpo coerente di principi e norme che avessero, senza eccezione alcuna, “un valore giuridico come direttiva e precetto al legislatore e criterio di interpretazione per il giudice”";
  • "la nostra come ogni altra Costituzione democratica è legge fondamentale, architrave dell’ordinamento giuridico e dell’assetto istituzionale. E in quanto tale essa va applicata e rispettata: non una volta per tutte, ma in un processo inesauribile di adesione a nuove realtà, a nuove sensibilità, a nuove sollecitazioni";
  • essa ha in comune con gli altri modelli costituzionali dell'occidente democratico "il senso dei limiti che non possono essere ignorati nemmeno in forza dell’investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa";
  • "tutte le istituzioni di controllo e di garanzia non possono essere viste come elementi frenanti del processo decisionale, ma come presidio legittimo di quella dialettica istituzionale che in definitiva assicura trasparenza, correttezza, tutela dei diritti dei cittadini".
Grazie, per averci ricordato con Norberto Bobbio:
  • "l’esigenza di tenere sempre ben ferma la validità e irrinunciabilità delle “principali istituzioni del liberalismo” come "la garanzia dei diritti di libertà (in primis libertà di pensiero e di stampa), la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze politiche, la rappresentatività del Parlamento, l’indipendenza della magistratura, il principio di legalità";
  • che "tutto ciò non costituisce un bagaglio obsoleto, sacrificabile – esplicitamente o di fatto – sull’altare della governabilità, in funzione di “decisioni rapide, perentorie e definitive” da parte dei poteri pubblici"; che "non si può ricorrere a semplificazioni di sistema e a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare";
Grazie per aver caldeggiato "un rilancio, davvero indispensabile, del senso civico, della dedizione all’interesse generale, della partecipazione diffusa a forme di vita sociale e di attività politica, uno scatto culturale e morale, una mobilitazione collettiva, di cui l’Italia in momenti critici anche molto duri si è mostrata capace".

Grazie ancora per avere ieri ricordato all'Ossario di Forno di Coazze che occorre cellebrare il 25 Aprile "senza svalutare e diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l'esperienza partigiana il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire dignità, indipendenza e libertà all'Italia", con "la consapevolezza e l'impegno a conservare i valori della Resistenza che si sono tradotti nella Costituzione repubblicana, che fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico del popolo italiano e perciò non può appartenere a una sola parte della nazione''.

Questi concetti che fino a qualche tempo fa sembravano definitivamente acquisiti e non da mettere in discussione, in quest'epoca opaca hanno bisogno di essere richiamati alla mente e al cuore degli Italiani. Grazie Presidente, per averlo fatto con l'equilibrio che deve avere il Capo dello Stato ma con lo spirito, la determinazione e la passione che contraddistinguono un vero democratico.
Credo che in nome di tali principi i veri democratici presto saranno chiamati ad impegnarsi e a lottare in prima persona avendo presente il sacrificio di quanti offrirono o rischiarono la loro stessa vita per lasciarci in eredità un paese
libero e civile, contro chi questi principi ha continuato a negare e oggi è pronto disinvoltamente ad appropriarsene.
Leggi La Resistenza non è di tutti, di Giampaolo Carbonetto.

22 aprile 2009

Esceth Ekos e Paolo Ravasin: figli di un altro dio?

Proprio negli stessi giorni in cui i 140 disperati della Pinar approdano a Porto Empedocle, dopo aver lasciato a Lampedusa il cadavere di Esceth Ekos, 18 anni, nigeriana con in grembo il corpicino del suo bimbo mai nato, rinchiuso in un sacco di plastica bianco, si ripropone in Italia il tema dell'incostituzionalità della legge sul testamento biologico approvata al Senato che, nelle prossime settimane, approderà alla Camera. Torna a parlare Paolo Ravasin, 49 anni, da 10 anni malato di sclerosi laterale amiotrofica e oggi completamente paralizzato. Ravasin affida a un nuovo videomessaggio lungo 12 minuti il suo grido, non di disperazione ma carico di speranza umana e civile, per dire no al progetto sul testamento biologico approvato al Senato.



L'accostamento fra le due notizie, che può apparire arbitrario, non lo è affatto. Per il nostro "popolo della libertà" "una ragazzina che aveva attraversato il mare per cercare un futuro ed una vita migliore, per lei e per il suo nascituro, può morire annegata durante la traversata del Canale di Sicilia" senza commuovere nessuno, mentre Paolo Ravasin e tutti quelli che chiedono di poter disporre dell'unica libertà loro rimasta, quella di poter decidere sulla loro morte, devono essere artificialmente alimentati contro la loro volontà. Spiega Ravasin, "se è vero che l'articolo 32 della Costituzione impedisce di sottoporre un individuo a un trattamento sanitario contro la sua volontà, e se è vero, come è sancito dall'Oms, che alimentazione e idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti, allora è anche vero che questa legge che non consente a me, pienamente capace di intendere e di volere, di rifiutare tali trattamenti, è manifestamente incostituzionale".

Paolo Ravasin, costretto ad una non-vita artificiale e Esceth Ekos, morta annegata (per insipienza?), sono aspetti apparentemente contraddittori di uno stesso problema: l'incapacità di questo cosiddetto "popolo della libertà" di riconoscere e rispettare i diritti della persona umana. In proposito la Costituzione italiana, all'art. 2 recita: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale (vedi anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e La Convenzione ONU sui lavoratori migranti) e all'art. 32 "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Per concludere, Esceth Ekos e Paolo Ravasin devono subire le pene dell'inferno perchè figli di un altro dio?

Quelli come noi che si appellano alla Costituzione della Repubblica e alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani farebbero bene a lasciare in Yutube il loro testamento biologico scaricandone il testo dalla Fondazione Veronesi, prima che la nuova porcata diventi legge a tutti gli effetti, con la benedizione di Santa Romana Chiesa.
Io lo farò molto presto.

Sul testamento biologico e sul caso Englaro vedi anche:
Quanta violenza sul povero corpo di Eluana!
Sepolta finalmente la povera Eluana
Del testamento biologico e dei "sepolcri imbiancati"

21 aprile 2009

Indro Montanelli e Rita Levi-Montalcini, nel loro centenario ci dicono ancora qualcosa ...

Indro Montanelli e Rita Levi-Montalcini, due Italiani DOC, due campioni nei loro ambiti tanto lontani, due amanti del Vero e della Libertà, sempre poco conformisti e spesso originali. Ambedue nati il 22 aprile 1909, il primo morto il 22 luglio 2001, agli albori del II governo Berlusconi, l'altra ancora vivente, domani compie 100 anni.
Io li accomuno in questa pagina perchè sono esempio altissimo di intrasigenza e dirittura morale. Ambedue incitano gli Italiani, caduti nel pantano di questa epoca opaca, a sollevare la schiena, a riaprire gli occhi, a riacquistare l' orgoglio dell'appartenenza ad un paese libero, democratico e civile.
Una stampa asservita e una TV prona al volere di un piccolo imbonitore hanno tolto alla maggioranza degli italiani la capacità critica e di giudizio, hanno obnubilato le menti, hanno ridotto la capacità di reazione.
Forse, chissà, ispirandoci a questi due grandi Italiani, che hanno onorato il nostro paese con la loro opera e con l'esempio, potremo tornare davanti allo specchio della nostra coscienza senza provare un forte senso di nausea. Chissà!

RITA LEVI MONTALCINI: 100 ANNI ottimamente spesi

"A 100 anni sono ancora profondamente ottimista. E penso che anche i periodi difficili, e ne ho avuti, possano portare grande progresso. La mia vita è stata un continuo sviluppo. Sono grata di essere ancora qui. Di essere ancora viva"
“Ho sposato i libri: se mi chiedessero di barattare la mia vita con un matrimonio o dei figli, direi di no” “Dormo tre ore ogni notte e faccio un pasto leggero al giorno”


Nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina insieme al biochimico statunitense Stanley Cohen. Nella motivazione del Premio si legge: "La scoperta del NGF all'inizio degli anni Cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo".
Il Nerve growth factor (NGF), Fattore di crescita dei nervi, è una proteina segnale coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso nei vertebrati. Indirizza e regola la crescita degli assoni, tramite meccanismi di segnalazione cellulare.




La Prof.ssa Rita Levi Montalcini è da sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società. Nel 1992 ha istituito, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l'obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.
Particolarmente sensibile ai temi della difesa dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, nel 1998 ha fondato la sezione italiana di Green Cross International, ong riconosciuta dalle Nazioni Unite e presieduta da Mikhail Gorbaciov. Significativo l'impegno sulla prevenzione e sulle conseguenze ambientali e sociali delle guerre e dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali, con particolare riferimento alla protezione e all'accesso alle risorse idriche.

Secondo un'indagine svolta, in occasione dell'8 marzo, dal giornale online Quinews.it su 500 donne italiane, di cui il 50 per cento universitarie, Rita Levi Montalcini, Maria Montessori e Oriana Fallaci sono le tre donne più importanti del secolo. Al primo posto, con il 35 per cento delle preferenze, Rita Levi Montalcini, la scienziata che domani compie 100 anni. È ricordata come Premio Nobel per la Medicina e come senatrice a vita. Piace per la sua intelligenza, il suo essere donna semplice, non presuntuosa e per nulla saccente. Il suo impegno umanitario è la cosa che più viene apprezzata dalla intervistate.

Il 14 aprile 2008, la senatrice a vita, 99enne e con problemi alla vista, ha dovuto attendere in piedi mezz'ora prima di votare, per colpa della maleducazione di quattro elettori che si sono rifiutati di farla passare avanti. "Faccia la fila come gli altri", ha risposto un cinquantenne. E così un'altra signora, e poi un altro e un'altra ancora. Allertato dagli scrutatori, a quel punto è intervenuto il presidente di seggio: "Senatrice, se vuole la facciamo passare avanti". Una gentilezza quasi scontata, che si concede normalmente alle donne in gravidanza, ai disabili, agli anziani. A quel punto però è stato il carattere della Montalcini a prendere il sopravvento: "Grazie presidente, preferisco restare in fila come gli altri. Pazienza". Una scrutatrice le ha quindi offerto una seggiola: "Almeno si sieda, prego". Ma la senatrice ha rifiutato anche quella: "No, grazie davvero. Preferisco restare in piedi".
Questo è il frutto della violenta, vergognosa campagna di discredito portata avanti con insistenza da alcuni esponenti politici del centrodestra e da alcuni quotidiani d'area contro la senatrice a vita che, con altri senatori benemeriti, ha sostenuto nella scorsa legislatura il governo Prodi.

Grazie Rita, per quello che sei e che fai.
Gli italiani, quelli di loro che sono ancora capaci di usare il cervello, onorano i tuoi 100 anni e ti augurano di continuare a svolgere ancora a lungo il tuo impegno scientifico, sociale e politico.

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