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05 dicembre 2011

No Mister Monti, così non va!

La manovra è dura da sopportare, specialmente per i soliti noti. Colpisce la casa, la pensione, i consumi, i depositi, ma non prevede alcunché per aggredire seriamente l'evasione fiscale e la corruzione né interventi decisivi sui grandi patrimoni, sui privilegi goduti dalla Chiesa e dalle caste, sugli stipendi dei grandi manager e dei boiardi di Stato, sulle buonuscite milionarie, sugli arricchimenti prodotti dalle attività finanziarie. 

Non intendo, in questa sede, analizzare la portata dei singoli provvedimenti - i giornali di oggi ne offrono puntuale descrizione. Quello che mi preme rilevare è la commozione fino alle lacrime della ministra del Lavoro, Elsa Fornero, che non è riuscita a pronunciare, durante la conferenza stampa di ieri sera, la parola sacrificio a proposito del blocco dell’indicizzazione degli assegni di pensione. E la capisco la Signora Fornero, quel congelamento non è parte strutturale della sua riforma ma un modo di fare cassa e una palese ingiustizia rispetto a quanti si vedono decurtata la pensione di quel piccolo, parziale adeguamento al costo della vita, con calcolo, per di più, posticipato. Di fatto rappresenta un'estorsione sensibile sull'assegno pensionistico che per le pensioni da 1000, 1500 euro mensili è calcolabile in circa 400 euro all'anno. Ancora più spudorata l'ingiustizia se rapportata alle pressioni provenienti dai berluscones che hanno evitato il ritocco delle aliquote irpef dal 43% al 46% sui redditi superiori ai 75 mila euro. 
Non parli allora, professor Monti, di equità. Dica, piuttosto, che - come a scuola - chi ha qualche santo in paradiso riesce meglio a cavarsela. E mi raccomando, non faccia più piangere la ministra Fornerio che, da donna, è particolarmente sensibile. 



Vengo da lontano ma so dove andare: Lettera al Presidente del Consiglio

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