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21 marzo 2009

Il ministro e i guerriglieri

Un ministro che definisce 'guerriglieri' gli studenti che manifestano pacificamente, o non sa cosa dice (ed è grave) o usa una provocazione pericolosa (ed è gravissimo). Se poi, correggendosi, aggiunge che 'non sono degni di essere definiti guerriglieri' allora appare evidente l'istigazione alla lotta dura, alla guerriglia armata, in modo che possa attuarsi l'auspicio espresso da un ex-presidente della Repubblica che non mi va di nominare (dovrei dire Kossiga?).
Il ministro in questione (neanche lui mi va di nominare, dovrei dire .... .......) farebbe bene a contare fino a dieci prima di profferir verbo e a valutare bene gli effetti che possono produrre le parole evocatorie, pronunciate in modo sconsiderato.
Ma il consiglio vale anche per qualcun altro che suole parlare in libertà.

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