per le parole nette e chiare pronunciate due giorni fa al Teatro Regio di Torino, in occasione della "Biennale della Democrazia" ricordando a tutti noi e a qualcun altro che:
- "la Costituzione repubblicana non è una specie di residuato bellico come da qualche parte si verrebbe talvolta fare intendere";
- le sue "fondamenta poggiano sui valori maturati nell’opposizione al fascismo, nella Resistenza";
- "i valori dell’antifascismo e della Resistenza non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto, sprigionarono sempre impulsi positivi e propositivi, e poterono perciò tradursi, con la Costituzione, in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all’antifascismo e alla Resistenza. Perciò il 25 aprile non è festa di una parte sola;
- "la Costituzione non è una semplice carta dei valori (...) Ma i suoi ideatori mirarono a farne un corpo coerente di principi e norme che avessero, senza eccezione alcuna, “un valore giuridico come direttiva e precetto al legislatore e criterio di interpretazione per il giudice”";
- "la nostra come ogni altra Costituzione democratica è legge fondamentale, architrave dell’ordinamento giuridico e dell’assetto istituzionale. E in quanto tale essa va applicata e rispettata: non una volta per tutte, ma in un processo inesauribile di adesione a nuove realtà, a nuove sensibilità, a nuove sollecitazioni";
- essa ha in comune con gli altri modelli costituzionali dell'occidente democratico "il senso dei limiti che non possono essere ignorati nemmeno in forza dell’investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa";
- "tutte le istituzioni di controllo e di garanzia non possono essere viste come elementi frenanti del processo decisionale, ma come presidio legittimo di quella dialettica istituzionale che in definitiva assicura trasparenza, correttezza, tutela dei diritti dei cittadini".
Grazie, per averci ricordato con Norberto Bobbio:
- "l’esigenza di tenere sempre ben ferma la validità e irrinunciabilità delle “principali istituzioni del liberalismo” come "la garanzia dei diritti di libertà (in primis libertà di pensiero e di stampa), la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze politiche, la rappresentatività del Parlamento, l’indipendenza della magistratura, il principio di legalità";
- che "tutto ciò non costituisce un bagaglio obsoleto, sacrificabile – esplicitamente o di fatto – sull’altare della governabilità, in funzione di “decisioni rapide, perentorie e definitive” da parte dei poteri pubblici"; che "non si può ricorrere a semplificazioni di sistema e a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare";
Grazie per aver caldeggiato "un rilancio, davvero indispensabile, del senso civico, della dedizione all’interesse generale, della partecipazione diffusa a forme di vita sociale e di attività politica, uno scatto culturale e morale, una mobilitazione collettiva, di cui l’Italia in momenti critici anche molto duri si è mostrata capace".
Grazie ancora per avere ieri ricordato all'Ossario di Forno di Coazze che occorre cellebrare il 25 Aprile "senza svalutare e diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l'esperienza partigiana il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire dignità, indipendenza e libertà all'Italia", con "la consapevolezza e l'impegno a conservare i valori della Resistenza che si sono tradotti nella Costituzione repubblicana, che fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico del popolo italiano e perciò non può appartenere a una sola parte della nazione''.
Questi concetti che fino a qualche tempo fa sembravano definitivamente acquisiti e non da mettere in discussione, in quest'epoca opaca hanno bisogno di essere richiamati alla mente e al cuore degli Italiani. Grazie Presidente, per averlo fatto con l'equilibrio che deve avere il Capo dello Stato ma con lo spirito, la determinazione e la passione che contraddistinguono un vero democratico.
Credo che in nome di tali principi i veri democratici presto saranno chiamati ad impegnarsi e a lottare in prima persona avendo presente il sacrificio di quanti offrirono o rischiarono la loro stessa vita per lasciarci in eredità un paese libero e civile, contro chi questi principi ha continuato a negare e oggi è pronto disinvoltamente ad appropriarsene.
Grazie ancora per avere ieri ricordato all'Ossario di Forno di Coazze che occorre cellebrare il 25 Aprile "senza svalutare e diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l'esperienza partigiana il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire dignità, indipendenza e libertà all'Italia", con "la consapevolezza e l'impegno a conservare i valori della Resistenza che si sono tradotti nella Costituzione repubblicana, che fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico del popolo italiano e perciò non può appartenere a una sola parte della nazione''.
Questi concetti che fino a qualche tempo fa sembravano definitivamente acquisiti e non da mettere in discussione, in quest'epoca opaca hanno bisogno di essere richiamati alla mente e al cuore degli Italiani. Grazie Presidente, per averlo fatto con l'equilibrio che deve avere il Capo dello Stato ma con lo spirito, la determinazione e la passione che contraddistinguono un vero democratico.
Credo che in nome di tali principi i veri democratici presto saranno chiamati ad impegnarsi e a lottare in prima persona avendo presente il sacrificio di quanti offrirono o rischiarono la loro stessa vita per lasciarci in eredità un paese libero e civile, contro chi questi principi ha continuato a negare e oggi è pronto disinvoltamente ad appropriarsene.
Leggi La Resistenza non è di tutti, di Giampaolo Carbonetto.
Che uomo!!!
RispondiEliminaE' non solo un SIGNORE,ma esempio serio e limpido di una nazione che ancora esiste.
Maurizio