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12 ottobre 2009

Intervista immaginaria (ma non tanto) al piccolo Cesare


D. Presidente, vedo che è ancora molto agitato per la decisione della Consulta sul lodo - Alfano? Perchè solo Lei, delle quattro cariche dello Stato, ha reagito in modo così eccessivo?

R. Andiamo con ordine, Lei dice che sono molto agitato ma io posso affermare, senza tema di smentita, che sono fuori di testa. La decisione è stata incomprensibile per me, per i miei avvocati, per i miei ministri e parlamentari. Lei sa che già, in quella famosa cena con due giudici della corte, miei amici, avevamo deciso la linea da seguire. Essi stessi mi avevano consigliato di fare pressione sul comunista Napolitano perchè convincesse i giudici comunisti, suoi amici, a sostenere l'approvazione della legge che potrebbe tornare utile anche a lui. Io questo ho fatto e lui, perfido, mi ha assicurato che avrebbe fatto quanto era nelle sue possibilità. Per questo sono fuori di testa, perchè sono convinto che egli non si sia mosso adeguatamente. 
Perchè reagisco solo io? Ma lo sa lei quanti processi mi scaricheranno addosso da Milano, Palermo, Caltanissetta e chissà da quante altre procure? Dovrò correre di qua e di là col povero Ghedini che non ce la fa più. (L'ha visto com'è ridotto il poveretto? Pelle e ossa, non ha più la forza di parlare! I suoi compiti sono ingrati: deve proporre in parlamento le leggi che mi occorrono per scansare i processi, quelle per punire i giudici che mi ostacolano, poi deve partecipare alle udienze in tribunale per difendermi; deve correre anche da Santoro per dimostrare che io con la mafia non ho alcun rapporto. Dovrò farlo affiancare da una schiera di avvocati - forzitalioti che, per fortuna, non mi mancano - questo non lo scriva, lo metta tra parentesi). Come faccio in queste condizioni a governare il paese? Per fortuna le riforme non si fanno e dimostrerò, con prove alla mano, che non si fanno per colpa dell'opposizione. Ma le leggi ordinarie, meglio i decreti, vanno pensati e scritti. Ogni giorno ne assegno uno ad ogni ministro e l'indomani è pronto per la firma e per l'invio alle camere. Lì ho fatto tanto ricorso al voto di fiducia per snellire l'iter. Ma ha visto sullo scudo fiscale? Poco è mancato che cadesse insieme al mio governo per colpa dei soliti fascisti di Fini. Meno male che l'opposizione ogni tanto mi dà una mano e mi toglie le castagne dal fuoco. Ma al voto di fiducia non posso più ricorrere ad ogni pie' sospinto perchè non mi fido più della mia maggioranza. Qualche volta penso come un incubo che sullo scudo fiscale abbiano solo voluto fare una prova per contare le forze disponibili per abbattermi e che aspettino solo il momento più opportuno per farlo.

Capisce adesso perchè ho regito in quel modo? Devo governare, devo presenziare a tante cerimonie, devo tagliare nastri, devo inaugurare nuove case a L'aquila e, adesso, devo anche presentarmi in tribunale perchè un c. di giudice mi convoca conoscendo perfettamente i miei impegni politici e la mia assoluta innocenza.
Cosa vuole che interessi a Fini del Lodo? Lui aveva solo un procedimento aperto, ha concordato bellamente la sua rinuncia al lodo col suo accusatore e quello ha ritirato la querela. E tutt'e due ci hanno fatto una bella figura. Pensa che questo possa essere possibile a me con i miei accusatori. Certo, a Schifani il lodo potrebbe servire mentre Napolitano dall'alto della sua età e della sua carica pensa di poterne fare a meno.


D. Mi scusi, presidente, ma perchè prendersela in quel modo con la Bindi? Perchè offenderla così?
R. Quella donna è petulante, ha un eloquio efficace e convincente e stava oscurando i miei sostenitori a Porta a porta, compreso il mio amico Vespa. Allora, informato in tempo di quello che stava succedendo, l'ho zittita, l'ho lasciata di ghiaccio. Lei lo sa, visto che non ha le caratteristiche fisiche delle donne di cui mi circondo, le converrebbe essere più cauta. Uno come me può perdere il controllo.

D. E il capo dello stato, che ha fatto di male? Le ha firmato il lodo - Alfano, le ha promulgato lo scudo fiscale. Che altro doveva fare?
R. Gliel'ho già detto. Vuole che sia più esplicito? Avrebbe dovuto invitare a cena  i giudici suoi amici o farsi invitare (come ho fatto io), farli ubbriacare a dovere e costringerli a dichiarare il loro voto positivo sul lodo. L'unica attenuante che trovo nei suoi confronti è l'età avanzata che gli toglie lucidità ed energia.

D. Ha visto, presidente, anche Obama adesso si può fregiare del Nobel per la pace. Quando toccherà a lei?
R. Non mi parli di quel coso nero che, dopo meno di un anno di presidenza in cui sta distruggendo otto anni positivi di amministrazione Bush, viene insignito del Nobel. Gli hanno dato un premio preventivo, nella speranza che a fine mandato possa esserselo meritato - lei ci crede?. Io che ho guidato tre governi in pace e in armonia, che sono il miglior presidente del consiglio in assoluto - e non lo dico solo io -, che ho contribuito concretamente alla distensione mondiale tanto da meritarmi elogi come "unto dal Signore", "santo subito", "meno male che Silvio c'è" non ho ancora avuto l'onore del Nobel. Il prossimo premio Nobel mi spetta di diritto, l'ho già detto a Stoccolma e li ho avvertiti che se non avverrà, sarò io stesso a conferirmelo acquistando la fondazione che lo presiede alla cui direzione metterò Bondi, Fede, Rossella, Dell'Utri e Vespa; anche Mara, Noemi e Maristella, se sarà consentito per statuto di fare entrare anche le donne. Proporrò, inoltre, che sia prevista la restituzione del premio in caso di indegnità - sa a cosa sto pensando, vero?.

D. Presidente, nella presentazione della fondazione "Italia Futura" Montezemolo sostiene che l'Italia è bloccata e propone un approccio nuovo alle politiche della mobilità sociale, un approccio che supporti un individuo dal momento della nascita fino a quando si affaccia al mondo del lavoro e forma una famiglia. Lei che ne pensa?
R. Io non riesco a capire cosa voglia questo signore che parla di "mobilità sociale",  proprio lui che è un privilegiato per nascita. Io che mi sono fatto da me, non ne parlo; e sa perchè? Perchè sono convinto che si tratta di un'idea socialistoide che, mettendo tutti sullo stesso piano, al calduccio della protezione dello Stato, toglierebbe iniziativa e stimoli ai singoli individui nella lotta per il successo. Idee, dunque, piattamente egualitarie e utopistiche che non comprendo come possano appassionare il mio amico Fini. Sono del parere, invece, che le cose stiano bene come stanno. Per una volta sono d'accordo con quanto sosteneva Darwin - giusto, Darwin - secondo cui il numero di individui che nascono è superiore a quello che può sopravvivere con le risorse disponibili. Quindi esiste tra gli individui una lotta continua per sopravvivere. In questa lotta prevalgono i più adatti alle condizioni di vita in cui si trovano e trasmettono i loro caratteri ai discendenti. I più deboli soccombono. Poi ci sono i furbi che sposano o si fanno sposare dai rampolli delle famiglie straricche e attuano, così, l'unica forma di mobilità sociale possibile in concreto. Questo è quanto.


Adesso mi lasci andare perchè ho una conferenza - stampa sulle leggi che abbiamo in cantiere per tamponare la bocciatura del lodo - Alfano. Poi mi aspetta il consiglio dei ministri che deve approvare tre decreti che domani vanno in Senato dove, se votassero soltanto i capi-gruppo, tutto sarebbe più agevole. Scappo!

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