Non sarebbe l'ora che andassero tutti a casa e ci permettessero di tornare al voto?
Ma che governo è quello che nel 2008 firma a Bengasi il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Libia; riceve Muammar El Gheddafi a Roma con tutti gli onori, con fanciulle e cavalli berberi al seguito e, dopo due anni, si ritrova a dichiarare guerra allo stato amico, partner e cooperante?
Che razza di governo è quello che lascia Lampedusa a marcire sotto una massa prevedibile di immigrati e profughi dalle zone di guerra mentre la nave San Marco fa la spola tra Catania e Bari, alla ricerca di un porto in cui scaricare il carico umano indesiderato?
Ma che governo è quello che, dopo aver deciso di far parte dei volenterosi mettendo a disposizione le sue basi, cerca adesso una via d'uscita dal conflitto con una soluzione diplomatica?
Ma che razza di governo è questo che, con un premier che possiede TV e giornali nei quali fa il bello e il cattivo tempo, trasforma anche il servizio pubblico della RAI in un nuovo minculpop?
Ma che governo è questo che per sostenere la cultura e lo spettacolo (così dice ma è lecito pensare che i soldi servano per finanziare la missione militare contro la Libia) aggiunge accise al costo dei carburanti già esorbitante?
E che governo è quello che, mentre l'Europa e il mondo affrontano una crisi di proporzioni globali in tutto il Nord Africa e nel Medio Oriente, trova il tempo per le ultime leggi ad personam mancanti alla lista e per chiamare al ministero dell'agricoltura un personaggio indagato per mafia e per corruzione aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra?
Non sarebbe l'ora che andassero tutti a casa e ci permettessero di tornare al voto?
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