Oggi Berlusconi, con i banchi del Governo al completo, si appresta a fare in Parlamento l'elogio del lavoro fin qui compiuto, fornirà forse il suo punto di vista sulle difficoltà incontrate e proporrà con tante belle parole le linee programmatiche su quanto il governo del fare si appresta a portare a termine negli anni che rimangono della legislatura. Otterrà, come previsto, il voto favorevole del suo PDL, della Lega di Bossi e dell'ala finiana costiuitasi nel gruppo di FL. Otterrà anche il sostegno dei transfughi dall'UDC e dall'API di Rutelli e, paradossalmente, raccoglierà più adesioni di quelle che aveva la sua maggioranza prima della crisi. Ma il percorso del suo Governo da qui in avanti sarà più accidentato che mai. Perchè con i finiani non si sarà realizzato un vero chiarimento e perchè l'attività del Governo non potrà che ripartire dai temi della giustizia, intesa come salvacondotto per il premier rispetto ai delicati processi che lo vedono imputato, attualmente sospesi in forza del legittimo impedimento su cui dovrà deliberare la Consulta il 14 dicembre prossimo.
Mentre la politica celebra, dunque, i suoi riti con un Berlusconi formalmente rispettoso delle prerogative del Parlamento, al cui voto affida la possibilità di proseguire nel suo mandato, c'è un Paese allo stremo che vive sulla propria pelle un conflitto istituzionale irrisolto che condizionerà, fino alla prossima consultazione elettorale, un Governo che rinasce forte nei numeri sulla fiducia ma debolissimo nella sua concreta operatività. Questo perchè lo scontro all'interno della maggioranza sembra difficilmente sanabile. Assisteremo, pertanto, ad un esecutivo che tirerà a campare nell'intento di assicurare al premier lo scudo giudiziario di cui ha bisogno. Mentre i problemi del Paese (lavoro, occupazione, politica industriale, scuola, servizi, sanità, competitività, giustizia, lotta alla corruzione) rimarranno sul tappeto aggravandone la situazione complessiva rispetto ai partner europei e agli altri Paesi industrializzati che si avviano ad uscire positivamente dalla crisi avendo attivato tempestivamente strumenti concreti di sostegno all'economia e allo sviluppo.
Il voto di fiducia che oggi Fini e Company daranno a "certa gente" è la prova-provata che anche "loro" sono fatti della stessa pasta! Evidentemente l'autunno di questa stagione politica è ancora lontano e oggi a cadere, in questo martoriato paese, saranno soltanto le foglie!
RispondiElimina"Cadi, foglia, cadi. Appassite, fiori. Allungati, o notte, e accorciati, giorno. Ogni foglia mi parla di pace soave, staccandosi con un sussurro dall'albero autunnale" (Emily Bronte)