Io ne ho perso da gran tempo le tracce. Mi divertiva tanto quando così compito, così a modo appariva dagli schermi nostrani a diffondere il verbo, con quel fare da maestrino precario che vuole accattivarsi la simpatia del preside.
Malevolmente pensavo che avesse smesso la casacca della casa d'Arcore per cercare opportunamente nuovi lidi per altre avventure.
Invece no! È ancora in trincea, a straparlare con l'usuale compitezza e l'aggiunta di qualche dose di sobrietà che, dati i tempi, non guasta.
Malevolmente pensavo che avesse smesso la casacca della casa d'Arcore per cercare opportunamente nuovi lidi per altre avventure.
Invece no! È ancora in trincea, a straparlare con l'usuale compitezza e l'aggiunta di qualche dose di sobrietà che, dati i tempi, non guasta.
Ringrazio Michele Serra che l'ha scovato e ne offre questo delizioso quadretto nella sua rubrica su Repubblica.
Da L’AMACA di MICHELE SERRASalto mortale carpiato
È solo un dettaglio. Ma vedere e sentire il redivivo Capezzone sbucare in un tigì per dire che «la vera grande opera è mettere in sicurezza tutto il Paese» desta totale sbalordimento. Neanche rabbia: puro sbalordimento. Ma come? Non era e non è, Capezzone, portavoce del partito di Berlusconi o di quel poco che ne rimane? E quando mai, nei lunghi anni di potere dell’uomo del ponte sullo Stretto, della New Aquila (!?), della cementificazione allegra, la messa in sicurezza di qualcosa è stata una priorità, o anche semplicemente un’urgenza? Non erano forse gli ambientalisti menagramo e nemici dello sviluppo a sostenere che bisognava usare tutti i quattrini a disposizione per aggiustare l’esistente, piuttosto che speculare sull’inesistente? Non erano forse gli intellettuali rompiballe, i geologi squattrinati, i vetero di ogni risma, quelli che remavano contro, a ripetere che è assurdo vaneggiare di grandi opere straordinarie in un Paese che, ordinariamente, si sgretola e cigola in ogni sua giuntura, strutturale e infrastrutturale? E adesso sbuca questo qui, verso l’ora di pranzo, a spiegarci che «la vera grande opera» è aggiustare quello che è rotto? Ma con che faccia? Con che coerenza? Con che curriculum? Con quali parole e quali atti alle spalle, che lo autorizzino a qualcosa di diverso da un doveroso silenzio?
grazie a Dio è tornato... ero preoccupato... mi mancava!!! Mi basta solo sapere che c'è e vederlo pure di sfuggita per consolarmi della mia pochezza e capire che la povertà di spirito e la stupidità umana non hanno limiti
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