Questo è il commento di Corrado Augias ad una lettera pubblicata su la Repubblica di oggi a proposito di Bisignani e intercettazioni. Condivido totalmente sia la lettera che il commento, e quest'ultimo ho il piacere di ripubblicare.
Questa lettera era arrivata quattro giorni fa, talmente giusta l'intuizione che se ne sono subito accorti anche nel PDL: le intercettazioni sono una delle poche vere armi di cui la magistratura disponga in un Paese dove, come sostiene l'accusa, può esistere ai massimi livelli "un'associazione per delinquere organizzata e mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione". Anche la reazione immediata è stata semplice: bloccare tutto. Nessuno deve sapere che l'astuto Bisignani teme che Berlusconi possa cadere e andare a processo e "con le regole normali, lo condannano sicuro, finisce la festa per tuttii". Ogni volta che escono verbali d'intercettazione si capisce meglio perché il presidente del Consiglio li tema. Non è la privatezza dei cittadini a preoccuparlo, figurarsi! Un uomo che ha trafficato, insieme a suo fratello, con verbali illecitamente sottratti.
È che l'uomo è circondato da lestofanti, gente rotta a tutto, pregiudicati che continuano a frequentare gli uffici del governo, il suo domicilio pubblico e semi-privato. Che vergogna vedere gente di questa risma frequentare la presidenza del Consiglio dei ministri come se fosse casa sua. Quest'uomo e la cricca di cui s'è circondato hanno trasformato il Paese in un bordello, in senso proprio e nel senso dantescamente figurato. Per questo si vorrebbe impedire in ogni modo che la verità finisca sui giornali. Esattamente per le stesse ragioni è bene che gli italiani che nulla hanno da nascondere continuino a battersi. Per sapere. In uno dei suoi non rari slanci di autocompiacimento, l'astuto Bisignani ha detto "assumere informazioni è il primo passo del potere". Di quel "potere" vorremmo poter usufruire anche noi. (Corrado Augias)
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