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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

Benvenuto nel mio blog

Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
Consiglio, pertanto, di stare alla larga a quanti hanno la testa imbottita di frasi fatte e di pensieri preconfezionati; costoro cerchino altri lidi, altre fonti cui abbeverarsi.

Se vuoi scrivermi, usa il seguente indirizzo: mieidee@gmail.com

29 settembre 2012

La corruzione fatta persona ?

La lettera di Lavitola, ritrovata nel computer sequestrato all’imprenditore Carmelo Pintabona (l’italo-argentino usato come messaggero per raggiungere l’ex premier) a margine dell'inchiesta sulla presunta, tentata estorsione ai danni di Berlusconi, è uno spaccato straordinario che dimostra con quali mezzi e con l'utilizzo di quali personaggi il leader del Popolo della Libertà sia riuscito a costruire e mantenere il suo potere personale, in più occasioni traballante. E come abbia confezionato le sue vendette private nei confronti di chi abbia tentato di opporsi al suo strapotere nella gestione del partito. 

La lettera (i magistrati ne riscontreranno l'autenticità e se e come sia pervenuta al destinatario) riesce anche a fare aprire gli occhi a quanti non hanno finora voluto vedere quanto da tempo appariva lampante. Che l'Uomo della Provvidenza era soltanto un grande corruttore (parola di Fini) che, approfittando di un'ingentissima disponibilità di denaro, ha comprato tutto ciò che ha potuto, cose, persone, voti, giornali e giornalisti, tv e programmi progettati al fine di esaltarne le gesta, amplificarne le false verità e demolire gli avversari. 
Fino a portare il Paese nello stato in cui si trova attraverso un ventennale esercizio delle più turpi pratiche corruttive che hanno corredato il suo improbabile cursus honorum.

E pensare che sarebbe bastato, agli albori della sua discesa in campo, che fosse dichiarato ineleggibile e non legittimato a governare il Paese perché titolare di concessioni governative relative al suo impero mediatico! 

P.S.: sarà solo un caso che il PDL - il famoso partito degli onesti di alfaniana memoria - si mostri refrattario a votare la legge anticorruzione proposta dal governo? 

La lettera di Lavitola (tutta da leggere) 

Sig. Presidente, La prego di scusarmi se con la consuetudine che Lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza. (...) Le dico francamente, non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli, o come spero, di un giusto e normale gioco delle parti. Comunque, leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso, motivo per il quale Lei non mia avrebbe più parlato, mi ha fatto molto male (...) . Io sono un uomo d'onore, e voglio continuare ad esserlo. (…) Lei, subito dopo la formazione del Governo, in questa Legislatura, con Verdini e Ghedini presenti, mi disse che era in debito con me e che Lei era uso essere almeno alla pari. Era in debito per aver io "comprato" De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua V etere, da dove erano arrivate le pressione per il vergognoso arresto della moglie, e assieme a Ferruccio Saro e al povero Comincioli "lavorato" Dini. Ciò dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi. Ciò in viaggio verso Reggio Calabria in aereo, per una manifestazione di De Gregorio, presente Valentino. Anche allora mi indagò Piscitelli, senza risultato, motivo per il quale Ghedini ammise che non era opportuna la mia candidatura. Non candidò neppure Sica (salvo poi premiarlo, con i risultati noti), io nonostante la mia delusione, mi adoperai a che il Sica non impazzisse. Lei mi ha promesso: - Più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); - Di mandarmi al Parlamento Europeo (alle percedenti pressi da solo 54.000 preferenze); - Di entrare nel cda della Rai; - Che il primo incarico importante che si fosse presentato, sarebbe stato per me (inizio 2010); - Di collocare la Ioannuci nel cda ENI; - Di nominare Pozzessere, almeno direttore generale di Finmeccanica. Mi ha concesso: - La Ioannuci nel cda delle Poste (aveva promesso di darle anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non ò stato mantenuto); - Il commissario delle dighe (ruolo inventato da me con Masi). Ho ottenuto da Lei anche: - Che Forza Italia concedesse all'Avanti! un finanziamento di 400.000 euro nel 2008, altro non era che il rimborso di soldi che Lei mi aveva autorizzato a dare a De Gregorio nel 2007 (se ne occuparono Ghedini e Crimi); 400/500.000 euro (non ricordo) di rimborso spese per la "Casa di Montecarlo", dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000 euro. Martinelli ha contribuito con 150.000, oltre che con il volo privato da Panama a Rotna (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di di Santa Lucia (circa 300.000 euro).

Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò). - Lei ha regalato a Martinelli, 100. 000 euro (forse meno) di diritti televisivi. Quanto sopra solo quale sintetico promemoria, degli ultimi tempi. Andando agli inizi: - Io e non Chiara Moroni spaccai il piccolo PSI, quando lei non candidò Martelli e De Michelis. Lei mi telefono personalmente per candidarmi, e non lo fece, per il veto di De Michelis e Martelli (sic!) . - Il povero Bettino, si sentiva preso in giro. (...) Dissi a Craxi che Lei aveva risanato il giornale, ed era vero Lui però era certo che avevo ricevuto i 6 miliardi di lire da lui richiesti. Lei ha creato, dato potere, ricchezza e fama a tanti. Difeso a spada tratta Verdini, Brancher, Dell'Utri, Previti, Bertolaso, Ciarrapico, Cuffaro e Romano da accuse ben più infamanti che le mie. Vediamo quali sono le abberanti accuse a me mosse. (...) Nello specifico: - Tarantini e Montecarlo non serve che mi dilunghi; - P4, per averLe insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno contribuito a salvare Bertolaso (glielo puo chiedere), ci ha coperti nell'indagine sull'acquisto dei Senatori, ha datto una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha elliminato alcune foto che La vedevano ritrato assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra, per la vicenda rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero). Eravamo in grande debito, e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai Servizzi, per guadagnare 2000 euro in più al mese. (...) Non c'è nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abandonato e senza vie di uscita; - Finmeccanica: A Panama come Lei sa, non avevo bisogno di corrompere nessuno, in Brasile non si è concretizzato nulla (non ho alcuna preoccupazione); - l'Avanti!: Realmente ho prodotto false fatture, per ottenere i 2.5 milioni di euro annui appena sufficienti per il gionale (...). Non è mia intenzione rinfacciarLe nulla, ma Lei mi diede la Sua parola che avremmo visto assieme Letta e Ghedini per riepilogare quanto da me fatto e quanto fosse ingiusta la loro avversione nei miei confronti. (...) Non voglio impietosirLa e francamente credo di non averne bisogno per ottenere il Suo aiuto. È necessario però, farLe presente che circa 4 mesi di latitanza e quanto riportato dalla stampa, sono stati sufficenti a: - bruciare anni di lavoro; - mettere in crisi la mia famiglia; - Farmi rompere con la mia storica fidanzata (8 anni ed un figlio); - Bruciare l'ambizione di fare politica e la mia immagine in società. Il tutto, solo per Tarantini (...). La prego di aver chiaro che si trata dell'escussione di un credito morale che sono convinto di avere. (...) Ho bisogno che: - Si trovi lavoro almeno ad alcuni di quelli (19) che lo hanno perso con l'Avanti! Si tratta di: - Mia moglie (3/4.000 euro/mese) giornalista; - Mia sorella: Laureata in psico pedagogia (2/3. 000 euro/mese); - Il mio ex autista, 2 ragionere, 1 giornalista. - Si restituiscano ad Angelo Capriotti (è in contatto con Suo fratello) 500.000$, da lui spesi a vuoto a Panama, dei quali mi ritiene forse anche giustamente responsabile (me ne interessai su pressione di Suo fratello e di Valentino). - Si paghi una società cinese (900.000 dollari),che mi ha fornito e sta contnuando a farlo, i servizi necessari alla definizione del piano di sfruttamento della mia concessione di taglio in Amazzonia, che ho in gran parte venduta, come Le dissi; -Si paghi lo studio di avvocati che si occuperà dell'arbitrato (mi hanno fatto un preventivo di circa 5.000.000,00 euro), per non perdere il saldo di 230 milioni di euro (dei 260 stipulati), che si è reso necessario,essendo stato io inadempiente per non aver potuto firmare, entro il termine concordato la voltura del piano e della concessione esecutiva di taglio e rimboschimento.
Il clamore della vicenda giudizziaria sta determinando un comprensibile, ma odioso ostracismo nei miei confronti. Nessuno vuole firmare nulla che mi riguarda e Purtroppo il presidente Lula (che si sta confermando un vero amico) non conta già quasi più nulla. (…) La prego di non "mollarmi", sarei rovinato.
Come procedere: Per lo studio legale e la società cinese, la prego di farmi sapere a chi fatturare (...); Per Capriotti, l'unico contatto ragionevole è tramite Suo fratello (al quale dice di essere molto legato) o Valentino, che lo conosce. La prego di farlo contattare al più presto, è inaffidabile ed avendo perduto a suo avviso l'affare della sua vita (le carceri a Panama), perchè io non me ne sono voluto interessare è pericoloso. (…) Tranne che le assunzione (per le quali La prego impegnarsi al massimo, ci tengo moltissimo e francamente non mi sembra possa rappresentare per Lei un grosso problema), si tratterebbe di un prestito. Assieme alla somma prima elencata (900.000$ + 500.000$ + 5.000.000 euro), ovviamente Le restituirò anche i 255.500 euro (residuo dei 500.000 affidatimi per Tarantini). Sarò in grado di restituirLe la somma con uno o più trasferimenti giustificabili da fatture o in varie trance da 500.000 euro in contanti in Italia o dove Lei vorrà. (…) Le ho fatto pervenire questa lettera sigilata, tramite Caselli, che essendo un parlamentare che va e viene dal Sud America, non desta sospetti e non è perquisibile. (…). Ne approfitto per augurarLe un Natale sereno (capisco che tra problemi, famiglia e fidanzate non sarà semplice, neppure per Lei, ma glielo auguro sinceramente) e un Nuovo Anno molto migliore di quello agli sgoccioli. Dopo i casini devono arrivare soddisfazioni proporzionali.
Rio de Janeiro, 13 dicembre 2011.

26 settembre 2012

Potranno gli elettori ridare dignità alla politica?

Lo scandalo alla Regione Lazio ci segnala lo squallore a tutti i livelli di una politica che è vissuta ormai come mestiere ben remunerato e non come servizio fornito alla cittadinanza. 

Se i signori che siedono ancora in Parlamento - nominati dalle segreterie dei partiti - sull'onda dell'indignazione di un'opinione pubblica imbestialita  si degneranno di modificare l'attuale legge elettorale restituendo agli elettori l'indicazione della preferenza, i cittadini potranno scegliere i loro candidati escludendo gli indegni a rappresentarli. 

C'è da augurarsi che si riduca il numero degli elettori decisi a disertare le urne perché in tal modo darebbero ai votanti anche la loro delega a rappresentarli. 

Mi sembra, infine, positivo l'ingresso in Parlamento di una quota rilevante di neofiti di m5s che, se non altro, avranno un merito: quello di lasciare fuori dal consesso un buon numero di vecchie cariatidi; così come vedo positivamente le primarie vere che si annunciano nell'area di centro-sinistra: produrranno un reale rinnovamento ai vertici di quel partito, in qualunque modo si concludano. 

La politica non ha saputo riformarsi, come sarebbe stato auspicabile alla luce dei vergognosi scandali e malefatte denunciati aspramente dall'opinione pubblica. 
C'è da augurarsi che siano i cittadini con il loro voto oculato e responsabile a fare il miracolo. 

Diversamente rimangono solo i forconi! 


24 settembre 2012

Immagina, puoi!

Ovvero, la sfilata delle facce di m.

Immagino, sì! Immagino che fino a quando fioriranno nei partiti personaggi come Lusi, Belsito, Fiorito, Minetti; finché ci sarà qualcuno che, prestando la sua faccia, pronuncerà cinque sillabe in uno spot pubblicitario quadagnando milioni, non ci sarà speranza di futuro per milioni di persone normali in carne e ossa che si dedicano, o vogliono dedicarsi, con coerenza, ad un lavoro normale o alla Politica con la P maiuscola. 





16 settembre 2012

Il Caimano ancora in campo

Che il Caimano sogni di acquisire al suo impero mediatico anche la piccola La7 è comprensibile e - dal punto di vista di un gran liberale (?), leader di un partito che si definisce liberale e moderato (?) - logico e ragionevole. Si tratta di una piccola emittente nazionale che vede crescere sensibilmente la sua audience e, di conseguenza, le entrate pubblicitarie; l'unica fuori dall'orbita d'influenza del padrone delle tv commerciali e tuttora controllore di quella di Stato. 
La7 è l'emittente che, mantenendo un profilo equilibrato ed equidistante nel fornire informazione e approfondimenti, dà voce e spazio a movimenti, personalità e gruppi che restano esclusi dai grandi circuiti tradizionali. 

Per l'uomo che non ama il dissenso, che mira ad espandere all'infinito la propria sfera d'influenza, che non ha saputo sfruttare la maggioranza bulgara che il porcellum gli aveva apparecchiato su un piatto d'argento, che deciderà se ricandidarsi o meno solo in funzione della legge elettorale vigente al momento di andare alle urne, una voce non allineata e spesso dissonante come La7 - specialmente se riesce a sfondare il cono d'ombra aprendo spazi alternativi di riflessione - rappresenta una ferita intollerabile da rimarginare al più presto. Ecco perché si accinge ad accaparrarsela direttamente o tramite docili prestanome. 

Quello che rappresenta una gravissima anomalia per la nostra fragile democrazia è che quest'uomo, che ha fallito nel ventennale tentativo di ammodernare (?) il Paese, guidi ancora un partito che attende passivamente il suo oracolo e sembra pronto a seguirlo nella prossima avventura. Sembrano nani e ciechi guidati da un nano strabico. 
Ma quello che fa più impressione è che un elettorato che si dichiara liberale e moderato si affidi ad un monopolista onnivoro e predone al fine di realizzare le cosiddette riforme liberali. 

15 settembre 2012

Patente elettorale per un voto più maturo e consapevole

Il 16 maggio del 2009 pubblicavo un post dal titolo SUFFRAGIO UNIVERSALE: un pensiero mi arrovella! che invito a ri-leggere. In esso riflettevo sugli esiti non proprio esaltanti del suffragio universale, una grande conquista di democrazia che ha contribuito nel tempo a fossilizzare la democrazia stessa. 

Per attivare il diritto di voto, dunque, oltre al raggiungimento della maggiore età, occorrerebbe dimostrare di essere cittadini maturi e consapevoli. Ciò potrebbe accertarsi attraverso una serie di test e prove facilitate per anziani e disabili. In mancanza di tali requisiti, si renderebbe necessario frequentare dei corsi gratuiti di formazione civica e socio-politica al termine dei quali rifare la prova. 
Il certificato elettorale, rinnovabile ogni dieci anni previo superamento della prova, dovrebbe somigliare ad una sorta di patente a punti che attribuisca un peso differenziato al voto, da 1 a 10. 

Un esame ben più impegnativo dovrebbero, a mio avviso, superare quanti si accingano a candidarsi ai vari livelli del Governo della Cosa Pubblica. Non solo dovrebbero dimostrare di conoscere gli ingranaggi strutturali del sistema ma anche sottoporre a verifica le specifiche competenze di cui siano in possesso. 

Insomma, prima di dare il proprio voto, occorre che l'elettore consapevole sappia chi è il candidato, cosa ha fatto nella vita e cosa intenda fare una volta eletto. 

07 settembre 2012

La crisi, la politica e le tasche dei cittadini

Gli effetti della crisi finanziaria ed economica in Italia ci mostrano in tutta la loro plateale rilevanza le inadempienze di una classe politica predona e ottusa, che non ha saputo operare nell'interesse del Paese e ha pensato solo a perpetuarsi al potere lasciando marcire i problemi. Salvo poi, gettare la spugna e lasciare ai cosiddetti tecnici di fare il lavoro sporco

E che quello dei tecnici sia stato un lavoro sporco è sotto gli occhi di tutti. Non sto qui ad indicare gli effetti gravemente recessivi dei loro provvedimenti;  fior di economisti lo fanno puntualmente ogni giorno. Quello che è più grave è che milioni di cittadini, intere fasce sociali si sono impoverite pesantemente fino alla rinuncia drammatica a beni di prima necessità, fino alla fame e alla disperazione mentre una piccola ma significativa minoranza non sa come spendere il troppo denaro e non si fa scrupolo di sprecarlo in modo massiccio  in beni e acquisti spudoratamente voluttuari. 
Sono quelli che si allarmano se sentono parlare di prelievi sui grandi patrimoni e sui redditi milionari e non si curano se la loro riottosità contribuisca a buttare nel lastrico milioni di famiglie. Poi, magari, si meravigliano se i Tedeschi ed altre nazioni più fortunate si rifiutano di intervenire a favore dei paesi in difficoltà come il nostro. E non capiscono perché il 45% degli elettori intenda disertare le urne mentre crescono i consensi al movimento capeggiato da Beppe Grillo che della lotta aperta e senza quartiere alla partitocrazia ha fatto il suo cavallo di battaglia. 

La rabbia dei cittadini contro questa classe politica è tale che in tanti, pur di allontanarla dalle leve del potere, sono pronti ad affidarsi ad un comico verboso e parolaio e ad una moltitudine di sconosciuti, presumibilmente onesti. 

31 agosto 2012

Ho letto "Cantami, o mouse" di Michele Mirabella

L'ho letto tutto d'un fiato, a dimostrazione della fluidità della scrittura, della mia dimestichezza con i temi sviluppati ma anche della necessità di non lasciarmi impaniare nelle sottili e suggestive volute fantastiche dell'assunto, che vuole dimostrare come i miti degli antichi continuino a vivere nel presente, spesso cristallizzati in moduli e formule attuali, mentre le mitologie attuali sarebbero fugaci ed effimere come meteore. 

Dell'autore conoscevo la straordinaria erudizione, il gusto per la battuta salace e colta, l'eloquio forbito e, talora, involuto ma non sapevo che delle armoniose ridondanze del corpo femminile - appartenessero ad una dea dell'Olimpo o ad una creatura terrestre - Michele il dotto privilegiasse quelle posteriori, del lato B, come si dice con involontaria allusione alla facciata secondaria del vecchio 45 giri. 

Perciò mostra di essere rimasto attratto, come milioni di comuni mortali dalle fattezze posteriori della Pippa regale che acquista notorietà fugace reggendo lo strascico nuziale della più fortunata (?) sorella Kate. Come mostra di apprezzare da sempre le belle forme deretane di Venere Callipigia, e le immagina anche quando la dea è per sempre fissata nel marmo in prospettiva frontale, e le indovina seguendo lo sguardo della dea che si osserva compiaciuta.

L'autore non disdegna, altresì, l'occasionale ricorso al turpiloquio che usa con eleganza, quasi giustificandolo data la prosaicità del tema trattato. Le sue scorribande tra il mito e la volgare quotidianità sono punteggiate di scintillanti e argute considerazioni che non risparmiano la politica e i suoi protagonisti contemporanei mostrandoci - se ce ne fosse bisogno - che il fantastico, il sogno e la cultura ci aiutano a evadere dal grigiore del presente consigliandoci di non prenderlo troppo sul serio.

Ma chi potrà impedire all'avvenente Pippa di rimanere fissata, per i secoli futuri, nel ruolo di damigella sculettante anche quando Filippa, divenuta frattanto cognata del re, sarà invecchiata grinzosa o sarà morta decrepita?

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P.S.: per i lettori non disposti ad acquistare Cantami, o mouse, il testo in .pdf è scaricabile free dalla rete (gli internauti adusi alla navigazione di frodo sapranno come e dove trovarlo). L'autore che, oltre all'immagine di Aurora, avrà ricercato e compulsato in rete ben altro materiale, non se ne adonterà.

28 agosto 2012

Ecco perché sto dalla parte dei Giudici

  • Perché con tutte le loro pecche e pecore nere rappresentano l'unico baluardo di legalità contro la corruzione, la mafia e la malapolitica
  • perché hanno avuto e hanno tuttora fulgidi esempi di abnegazione nella ricerca della verità e nella lotta alla criminalità organizzata; 
  • perché una classe politica delegittimata tenta di delegittimarli mettendoli all'angolo; 
  • perché in un Paese che rischia di diventare giungla, in cui il più forte e violento potrebbe costruirsi la sua ragione con la prevaricazione, occorre che venga sempre rispettato il principio che la Legge è uguale per tutti
  • perché, sebbene ci sia chi a torto sostenga che il sospetto è l'anticamera della verità, non è accettabile che ci siano cittadini considerati al di sopra di ogni sospetto; 
  • perché una giustizia che funzioni e applichi la Legge in tempi ragionevoli è una garanzia per tutti, specialmente per i più  deboli; 
  • perché non ci sono vie di mezzo: o si sta con la Legge e con gli uomini e le donne impegnati/e a farla rispettare o si sta con il malaffare, la corruzione, la protervia e l'illegalità diffusa che stanno devastando il Bel Paese


Io ho scelto con chi stare! E tu? 

09 agosto 2012

Con il governo Berlusconi lo spread a 1200

L'iperbole montiana più verosimile della cagata bossiana d'agosto 

La frase di Monti non è stata né diplomatica né opportuna, considerato che il suo governo dipende anche dai voti del cavaliere di Arcore. Ma l'iperbole adoperata dal Professore rappresenta plasticamente un'ipotesi realistica e verosimile. Nessuno di noi, infatti, ha dimenticato quei drammatici giorni e la scarsa considerazione di cui godevano l'Italia e il suo governo nel mondo. 

Infelice anche l'uscita montiana, nell'intervista ad un giornale tedesco, sui parlamenti che devono essere educati dai governi; che ha fatto scattare il mondo politico tedesco in una denuncia unanime contro il presunto attacco alla democrazia, trovando echi anche in Italia, specialmente tra i deputati della destra. 
Il parlamento dei nominati e, parzialmente, degli inquisiti e asserviti, si è rivoltato contro il premier. Il PDL, addirittura, ha levato gli scudi e i giavellotti per stigmatizzare l'onta grave subita dal proprio leader ipotizzando anche la possibile uscita dalla maggioranza e l'affossamento del governo dei tecnici. 
Gli uomini e le donne del PDL, poverini/e, non ricordano le continue gaffes, sia gestuali che verbali, del loro leader al governo. Di tale entità e smisuratezza da riempire uno scaffale di biblioteca. Ma lui è fatto così, dicevano. 
Io voglio ricordarne solo due: quando disse che per snellire i lavori delle camere basterebbe che ogni raggruppamento politico esprimesse un solo voto, quello del capogruppo, e quando ingiuriò i milioni di italiani che non votano per lui con l'appellativo di coglioni
Né nell'uno né nell'altro caso i suoi scherani hanno avuto da ridire. Lui era fatto cosi! 

Ieri, dopo mesi di travagliati a mia insaputa, è tornato alla  ribalta il leader storico dei celto-padani, il vecchio compagno delle cene arcoriane del lunedì, con la sparata più grossa che va ad arricchire il suo notevole repertorio di cagate extragalattiche. Alessandro Manzoni, a suo dire, è stato in sostanza un traditore che ha lavorato per il re. Scrivendo, infatti, in italiano i suoi Promessi Sposi, ha contribuito alla formazione di una lingua italiana comune e di un comune sentire. Questa la sua grave colpa! 

Tanto grossa la cagata che Tosi, un altro padano più a sud ha sentito il bisogno di puntualizzare che il suo vecchio capo deve aver preso un abbaglio, data l'eccezionale calura di questi giorni. 
Io sostengo che i colpi di sole al vertice della celtica padania sono stati troppi, e non sempre frutto dei solleoni agostani. 

Bossi dimentica che Manzoni e Verdi furono ferventi sostenitori dell'unificazione del Paese e lo dimostrarono in tutti i modi e in tutte le salse. 
Lo stesso suo - si fa per dire - Va pensiero, scritto in perfetta lingua italiana, rappresentò nell'ottocento e per tutto il secolo scorso un vessillo sublime di italianità e amor di patria. 

Forse Bossi dovrebbe leggere i versi di Marzo 1821 prima di dare della canaglia e traditore a Manzoni che, per sua fortuna, non poteva prevedere né immaginare - lui che conosceva Cattaneo e il suo pensiero - che sugli scranni del parlamento italiano un giorno si sarebbero assisi Bossi e la masnada che lo circonda. 


Oggi, o forti, sui volti baleni
Il furor delle menti segrete:
Per l’Italia si pugna, vincete!
Il suo fato sui brandi vi sta.
O risorta per voi la vedremo
Al convito de’ popoli assisa,
O più serva, più vil, più derisa
Sotto l’orrida verga starà.

Oh giornate del nostro riscatto!
Oh dolente per sempre colui
Che da lunge, dal labbro d’altrui,
Come un uomo straniero, le udrà!
Che a’ suoi figli narrandole un giorno,
Dovrà dir sospirando: io non c’era;
Che la santa vittrice bandiera
Salutata quel dì non avrà.

25 luglio 2012

Tredicesime: trovata finale per far cassa?

I Poveri: in tempo di guerra, carne da macello; in tempo di crisi, numeri contabili

Sembra che per far cassa il governo dei tecnici consideri la possibilità di tagliare la tredicesima mensilità a dipendenti e pensionati pubblici. Dopo aver aumentato imposte e accise, dopo essere intervenuto massicciamente e proditoriamente sulle pensioni, dopo una serie di tagli ad ampio spettro, l'esecutivo tecnico si accorge, ahimè, che il pil si riduce, le aziende chiudono, aumentano i disoccupati e il debito pubblico continua a crescere mentre lo spread raggiunge nuovi record per niente esaltanti. 
Non ci voleva una laurea in economia nè una cattedra alla Bocconi per capire che i provvedimenti dei tecnici avrebbero ancor più depresso l'economia reale in una spirale micidiale e irreversibile. La cura da cavallo imposta alla Grecia, i massicci salassi subiti dalla Spagna abbiamo visto chiaramente dove portano. L'Italia segue a ruota e, continuando di questo passo, la sua sorte sembra segnata. 
Occorre un cambio di passo deciso e coraggioso. I soldi vanno presi dove ci sono, e in abbondanza, e rimessi in circolazione a favore delle imprese e delle classi più deboli, e non delle banche.  Solo rimettendo in circolazione liquidità, si può dare ossigeno indispensabile a quella che, finalmente, lo stesso Monti chiama economia reale.
Non è un caso che a contestare l'eventuale taglio delle tredicesime non siano stati per primi gli stessi interessati ma i rappresentanti delle categorie commerciali che si sono immediatamente resi conto che il provvedimento inciderebbe pesantemente su un settore già profondamente colpito dalla crisi. 
Vorrei solo aggiungere che le tredicesime, sia quelle pubbliche che le private, sono soltanto un accantonamento annuo su stipendi e pensioni che viene aggiunto alla mensilità di dicembre, non un dono grazioso da parte dello Stato e dei datori di lavoro privati. Fanno parte integrante, cioè, dello stipendio e non sono, perciò, nella disponibilità del governo o di chiunque altro voglia appropriarsene.
Se è vero che il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza del Paese, se è vero che i beni dello Stato corrispondono all'incirca all'ammontare del debito pubblico, è lì  che un governo serio e amante dell'equità andrebbe a cercare risorse, oltre naturalmente a ridurre con equilibrio e  oculatezza le voci di spesa. Accanirsi contro i poveri cristi, non solo è profondamente ingiusto ma, a pensarci bene, anche controproducente. 

17 luglio 2012

Nicole Minetti, prima vittima sacrificale per l'ultimo restyling del Cavaliere Mascherato


Deve dimettersi da consigliere regionale, e deve farlo in fretta - glielo impone senza mezzi termini niente di meno che il Segretario del partito, l'Angelino senza il Quid; se ne è accorta anche la Santanché che Nicole non è più idonea alla politica. Adesso che il Cavaliere ha avviato l'ultimo travestimento, indossando gli abiti dell'anziano politico casto e morigerato, ridisceso in campo per rilanciare la rivoluzione liberale e salvare il Paese dai Tecnici e dai comunisti, non c'è più spazio per le Minetti, le Olgettine, i bunga bunga e le lap dance. 

Adesso si fa sul serio: gli italiani hanno bisogno di lui, della sua sesta discesa in campo e glielo chiedono con insistenza, in tutti i modi. E gli cantano, fino alla presentazione dell'inno del nuovo partito, meno male che Silvio c'è.

Ma siamo sicuri che basteranno le dimissioni di Nicole per tonificare Culo Flaccido

Lei, intanto, resiste. 
Starà contrattando un'onorevole buonuscita o perfezionando qualche arma segreta

15 luglio 2012

Tecnici: rozzi e inadeguati. Politici: volgari e inconcludenti


Il governo dei tecnici, condizionato da questi politici, ha offerto di sè una prova modesta e spesso controproducente. In tutti i suoi provvedimenti ha mostrato un atteggiamento da puro contabile che, nel tentativo di ridurre gli sprechi, ha tagliato servizi essenziali; allo scopo di far cassa, ha aumentato tasse, imposte e accise colpendo di preferenza i ceti più deboli e bisognosi di sostegno; ha continuato, un giorno sì e l'altro pure, a parlare di crescita senza avere un'idea, un modello di sviluppo per il Paese. Sembra aver agito con l'unico scopo di salvare le banche e mostrare numeri migliori all'Europa della Merkel, spesso senza neanche riuscirci, e portando l'economia reale in una condizione di gravissima recessione. 

L'unico merito che gli si può, senz'altro, attribuire è quello di avere messo nell'angolo un personaggio da barzelletta, spernacchiato in tutti i consessi internazionali, mostrando all'estero finalmente il volto della serietà e della sobrietà. Salvo, però, avergli dato fiato con le scelte impopolari, spesso anche inadeguate, compiute. 
Se a parlare di macelleria sociale nelle scelte del governo non sono i sindacati, i rossi comunisti o i cittadini tartassati, ma addirittura il vertice della Confindustria, i sobri tecnici se ne adombrano e tirano in ballo lo spread. Se gli industriali fanno intravedere la possibilità di ricorrere ad una patrimoniale che colpisca le grandi ricchezze consolidate, fanno finta di non sentire. 
I politici, da parte loro, continuano a giocare a rimpiattino e, mentre annunciano una riforma costituzionale complessa e inattuabile, non riescono a produrre uno straccio di legge elettorale decente che ci porti alle urne in un clima sereno con programmi chiari per il futuro. Intanto quella che chiamano antipolitica cresce assieme alla rabbia e all'indignazione dei cittadini. 

11 luglio 2012

Per Giovanni ed Emanuela

Il sole non spunterà più per loro, 
non faranno più progetti per il futuro 
né per il dolce frutto dell'amore 
che avevano concepito. 
Uno schianto improvviso, fatale, 
ha dilaniato i loro corpi, 
fermato per sempre il loro respiro 
nell'ultimo abbraccio straziante, 
fra le lamiere contorte, 
lungo la Fondovalle Palermo - Sciacca 
che percorrevano nell'ora più calda 
di un luglio infuocato. 

Io non li conoscevo di persona 
ma la loro sventura mi ha turbato 
come ha sconvolto quanti li conoscevano e stimavano. 
Penso allo strazio dei genitori e familiari 
e a quanto sarà difficile per loro trovare conforto. 



Non si può morire a trent'anni, 
ad un anno dalle nozze, 
assieme ad una creatura 
che chiude gli occhi alla vita 
ancor prima di vedere la luce. 

Non è giusto! Non è umano! 



Neanche a credere che Dio 
non turba mai la gioia dei suoi figli, 
se non per prepararne loro una più certa e più grande. 

07 luglio 2012

Ecce Italia: una pecora tosata tra belati inauditi

Avessi l'arte del vignettista, rappresenterei l'Italia attuale come una pecora impaurita e frastornata, tenuta strettamente per le zampe dai rappresentanti parlamentari di maggioranza e opposizione mentre i tecnici al governo, gelidi e disumani, la tosano a sangue, insensibili ai belati e ai lamenti. Essi, tutto sommato, stanno facendo il loro mestiere, impegnati come sono a risanare, con una certa coerenza, le finanze dello Stato e a tentare di riportarci nel gregge europeo. I pecorai, invece, mostrano la più insopportabile ipocrisia quando li invitano ad operare con delicatezza, senza fare male. 

Nello stato in cui siamo sprofondati, risulta comprensibile la reazione rabbiosa di quanti strappano il certificato elettorale dichiarando di astenersi dal voto alle prossime politiche; comprensibile appare anche l'insistenza di molti nel richiedere alle maschere dei politici di lungo corso di uscire dalla scena lasciando il campo a nuovi soggetti; giustificato sembra, altresì, l'improvviso e incredibile exploit della formazione capitanata da un personaggio discutibile come Grillo. Meno comprensibile sembra, invece, l'astioso attacco al governo tecnico per le scelte impopolari che è costretto a fare. Ancora meno comprensibile e, direi, inspiegabile, l'atteggiamento di quanti - e non sono pochi - auspicano il ritorno in pista del campione dello sfascio; di colui che ha promesso da decenni la rivoluzione liberale e le grandi riforme mai attuate; ha usato il potere e le istituzioni con istinto predatorio a fini esclusivamente privati. 

E a quella cantante italiana che invitava gli elettori a provarlo, tanto se non ci convince possiamo sempre cacciarlo a calci in culo, chiederei se il tempo di quel calcio, anche da parte sua, non sia venuto da lunga pezza. 

28 giugno 2012

A volte tornano...


... come le zanzare fastidiose e persistenti e le mosche spudoratamente petulanti nelle ore afose e umide delle giornate estive. 

I Cicchitto, le Santanchè, gli Stracquadanio, anche il Brunetta, imperversano negli spazi della RAI ancora sotto il controllo della Lei, e in quelli Mediaset dominati dal ritorno in scena del padrone non ancora domo. Vengono a propinarci le loro ricette di buon senso, per battere la crisi acuita - a loro dire - dal governo dei tecnici. Che loro, a parole sostengono, ma nei fatti detestano come un'anomalia insopportabile che ha usurpato il potere all'unto del Signore. 

Questi pregusta già la rivincita e il rientro nel suo regno con tutti gli onori. Dopo aver tentato inutilmente di approdare ipso facto alla repubblica presidenziale con l'elezione diretta del capo dello Stato, ha mandato all'aria le primarie proposte dal suo segretario, ex delfino, considerandosi l'unico rappresentante dei moderati cui il popolo avrebbe garantito la premiership. Fallito miseramente anche questo tentativo per i mugugni più o meno rumorosi di una parte cospicua del suo entourage, adesso si propone come ministro dell'economia in un governo presieduto dall'Angelino. Così non dovrà più contrastare con quel Tremonti che si credeva davvero ministro dell'economia. 

Dopo la prova, non proprio esaltnte, di Monti e i suoi tecnici, lo sentiremo, pimpante e giovanile come non mai, blaterare di crisi dell'Europa e dell'euro, di fallimento del governo tecnico rivendicando, in una campagna elettorale senza fine, i meriti del proprio governo che aveva tenuto i rossi lontani dalla stanza dei bottoni, e l'impegno per una rivoluzione liberale che finalmente porterà l'Italia fuori dal guado. Con lui, campione del più insostenibile monopolio mediatico! 
E tutto questo come se nulla nel frattempo fosse accaduto nel Paese in cui povertà, disoccupazione, squilibri sociali sono aumentati a dismisura. 

Gli Italiani non sono scemi del tutto e, dopo 18 anni di favole e illusioni, sono certo che lo manderanno finalmente a quel paese. 

23 giugno 2012

SPREAD - CRESCITA - MERCATI

... le parole più usate e ripetute, più o meno a sproposito, su giornali e tv per spiegare la crisi che ci avvolge e stritola tra le sue spire. 

Tutti misurano giornalmente la differenza tra il tasso d'interesse dei nostri titoli di Stato e quelli tedeschi; tuttti invocano la crescita in un Paese asfittico, annichilito da una pressione fiscale insostenibile e da una disoccupazione a due cifre; tutti parlano di mercati indicandoli come i veri responsabili dei nostri problemi. 

A pochi viene in mente di ricordare che siamo un Paese vissuto per decenni al di sopra delle proprie possibilità, con una classe politica inadeguata e autoreferenziale che non ha saputo per tempo realizzare le riforme necessarie e urgenti; in cui il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza e delle risorse disponibili e il tasso di invecchiamento della stessa è assai elevato.

Come uscire dalla crisi?
Costruendo un'Europa solidale, dei popoli oltre che delle banche; assicurando una redistribuzione del reddito e dell'imposizione fiscale al livello europeo; garantendo politiche di sostegno a vantaggio dei giovani e per la stabilizzazione dei lavori precari; ridando, insomma, sul piano mondiale, l'immagine di un'Europa  Nazione e non coacervo di piccole patrie in contrasto perpetuo. 

11 giugno 2012

Italia Spagna 1 - 1: il tarlo del dubbio

Il calcio - se ben giocato - ha il merito di far dimenticare scandali, amarezze e delusioni. 

La partita di ieri tra Italia e Spagna ha offerto 90 minuti di bel gioco. Avrebbe potuto vincerla la nazionale italiana ma anche quella spagnola. 

Qui si affaccia il tarlo del dubbio: non è che, considerata la netta inferiorità delle altre due squadre del gruppo, le due formazioni latine avranno optato per un più equo, combinato pareggio? 

10 giugno 2012

Benvenuta l'autocandidatura di Claudio Fava alla Presidenza della Regione Sicilia

Sostenuta da un gruppo d'intellettuali tra i quali Pina Maisano Grassi, Gustavo Zagrebelsky, Dacia Maraini, Leo Gullotta, Nando Dalla Chiesa, Giuseppe Fiorello, Emma Dante, Letizia Battaglia, Moni Ovadia, Roberto Andò, Nino Frassica, Franco Battiato e Ninni Bruschetta, che l'hanno caldeggiata con il seguente appello: 
Le prossime elezioni regionali in Sicilia rappresentano l'occasione per un riscatto civile e politico dell'isola. Dopo l'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il presidente Lombardo e la condanna definitiva del suo predecessore Cuffaro, le siciliane e i siciliani hanno il dovere e l'opportunità di voltare pagina restituendo limpidezza alla politica e buon governo alle istituzioni regionali. La Sicilia merita un'altra politica e un altro futuro. Con questo spirito noi chiediamo a Claudio Fava, per la sua storia personale, l'impegno civile e la lunga militanza nella lotta contro la mafia, di candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia. 

Finalmente un politico che rinuncia al gioco al massacro di certe primarie, che non trova la forza negli apparati e nelle coalizioni a perdere dei vertici dei partiti e scende in campo facendo affidamento sul proprio impegno di uomo di sinistra, sempre dimostrato, e sulle attese impellenti e irrinunciabili di tanti siciliani onesti e sinceri democratici. 

Adesso staremo a vedere come reagiranno i vertici dei partiti del cosiddetto centro-sinistra. Io voterò Claudio Fava e lo farò votare, come faranno tanti siciliani perbene che non sopportano più di vedere la propria terra devastata, oltre che dalla mafia, da una gestione politica collusa, insulsa e incocludente. Una politica che da troppi anni non è stata capace di utilizzare l'autonomia regionale al fine di salvaguardare le peculiarità isolane e favorire l'uso attento e responsabile delle risorse nell'interesse esclusivo della gente di Sicilia. 

È tempo che le Siciliane e i Siciliani si sveglino dal lungo torpore e pensino finalmente al loro futuro e a quello della loro terra. 

Chi è Claudio Fava 
Regione Sicilia, Claudio Fava annuncia la candidatura 

Scarica e leggi: 
Bottone I Siciliani

09 giugno 2012

Da un cantante da crociera ad un comico?

L'idea che da un cantante da crociera (per usare un eufemismo) si passi ad un comico, al fine di rinnovare la politica in Italia, fa venire i brividi. Quasi vent'anni addietro Berlusconi scese in campo convincendo gli Italiani che avrebbe rinnovato il Paese e la politica, e ci ha portati al punto in cui siamo, cioè alla bancarotta. Adesso Grillo, tra tante buone idee di rinnovamento e pulizia, predica l'uscita dall'euro e dall'Europa spingendo il Paese verso l'isolamento e il declino. 

Possibile che le forze politiche non riescano a rinnovarsi, ad espellere i cialtroni e i ladri dalle loro file, a proporre un progetto serio e credibile di società, di rilancio dell'economia e di sviluppo  nell'equità? 
Possibile che non riescano a parlare al popolo con il linguaggio della chiarezza e della verità? 
Possibile che dopo il governo sobrio ma vincolato dei tecnici siamo destinati a tornare alle maschere buffe? 


Vorrei sbagliarmi, ma siamo messi davvero male! 

06 giugno 2012

Grillo, l'M5S e il terremoto politico

È la prima volta dal dopoguerra che tutti i partiti, tutte le istituzioni, tutte le televisioni e (quasi) tutti i giornalisti si sono concentrati su di un unico bersaglio elettorale: "il MoVimento 5 Stelle". Tutti d'accordo per mantenere lo status quo. Se un movimento di popolo che rifiuta qualunque finanziamento pubblico, odiato dalla Confindustria e dai sindacati, dalla destra e dalla sinistra, attaccato persino dalla Presidenza della Repubblica e dai maggiori quotidiani nazionali, fa così paura, significa che un terremoto sociale è in arrivo. Il MoVimento 5 Stelle è il cambiamento che non si può arrestare, è il segno dei tempi. È l'avvento di una democrazia popolare che pretende di decidere, di controllare il destino del suo Paese, del suo Comune, della sua vita. 

Così ha inizio il Comunicato politico numero cinquanta di M5S ed hanno ben ragione Grillo e i suoi affiliati a cantar vittoria se è vero, com'è vero, che negli ultimo sondaggi il M5S verrebbe votato dal 20% della popolazione, subito dopo il PD al 25% e davanti al PDL, sceso al 17,2%. 
Quello che più impressiona è la tendenza ad aumentare i consensi, tanto che non meraviglierebbe se, nell'arco di qualche settimana, il movimento capitanato da Grillo riuscisse a raggiungere il Pd diventando la formazione politica più accreditata a guidare il governo del Paese. Altro che boom, sarebbe un terremoto dalle conseguenze ad oggi imprevedibili! Si capisce, eccome, la fibrillazione presente nelle forze politiche tradizionali, arroccate in parlamento con numeri che non hanno più alcuna corrispondenza nel giudizio degli elettori. Un exploit, quello del M5S, che sorprende anche aderenti e simpatizzanti, che miravano a diventare la terza forza nel prossimo parlamento e, invece, potrebbero essere chiamati, per volontà popolare, alla responsabilità di governo. 

Cosa faranno i partiti per contenere la marea? Saranno capaci di rinnovarsi e licenziare le cariatidi che li zavorrano? Ne avranno il tempo? Saranno in grado di cambiare la legge elettorale guardando alle attese degli elettori e non ai loro meschini giochi per la sopravvivenza? Anticiperanno la consultazione elettorale, come sarebbe opportuno visto il fallimento dei tecnici? O si trascineranno fino alla scadenza naturale favorendo il temibile avversario? Andranno al voto in ordine sparso o proporranno una grande coalizione di salvezza nazionale (?) nella speranza di tirare a campare?  

Qualunque cosa facciano, sembra che il tempo sia ormai scaduto e che per loro la catastrofe si avvicini. E poi? Sarà la catastrofe anche per il Paese? 

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