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10 giugno 2009

UNA FALLA NEL PDL - MA CHI SALVA IL PD?

Che si sia aperta una falla nel PDL non c'è dubbio, e i voti della Lega non possono colmarla perchè il popolo leghista non s'identifica con Berlusconi; e se il vertice tratta e governa con lui, la base lo manderebbe sicuramente a quel paese. Pertanto è chiaro che Berlusconi deve fare scelte politiche che siano in linea con i desiderata della Lega (come già ha fatto con la retromarcia sul referendum) diversamente rischia la crisi; ma così facendo, scontenta una parte consistente del PDL. I mesi prossimi, pertanto, apriranno una fase decisiva per verificare la tenuta della compagine di governo.
Per quanto riguarda il PD, i risultati elettorali dimostrano che dove è stato possibile avviare dei cambiamenti radicali e la base ha avuto modo di contare, i risultati sono stati notevoli mettendo in crisi la vecchia oligarchia e riuscendo a vincere anche sul premier, come ha saputo fare Debora Serracchiani nel suo Friuli, Simona Caselli a Parma, Francesca Balzani a Genova.
Il PD avrà, dunque, un futuro se il vertice avrà il coraggio di aprirsi alla base e ai territori, se saprà rinnovarsi profondamente attingendo nuova linfa tra i giovani e liberandosi delle vecchie cariatidi. Solo le nuove generazioni saranno in grado, se avranno spazi adeguati, di vivere il PD come nuova identità, liberata dalla vecchia politica e dalle incrostazioni dei vecchi partiti di provenienza. L'altra cosa da fare immediatamente è quella d'impegnarsi coraggiosamente con chi ci sta per rinnovare la legge elettorale "porcata" e ridare ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti all'interno di liste costituite attraverso primarie vere.
Che dire poi dei partiti a sinistra del PD? Bisogna proprio essere ottusi a continuare nella scelta suicida di dividersi per contarsi e poi non contare! Occorre che il PD non rinunci a svolgere una politica sociale seria guardando alle classi più povere e al mondo del lavoro con proposte coerenti e precise, in modo da attrarre i votanti di sinistra delusi dai loro partiti. Dal bipolarismo penso sia difficile e improbabile tornare indietro. La partita che si apre per il PD è importante e va giocata tutta a sinistra, con una politica rinnovata nei metodi, nei contenuti e negli uomini, che privilegi i lavoratori e gli ultimi e che guardi seriamente al mezzogiorno.

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