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24 giugno 2009

LETTERA APERTA A CHI RIESCE A DIRE UNA PAROLA DI SAGGEZZA A BERLUSCONI

Sono un cittadino comune, amante del nostro Paese e della buona politica; non sono mai stato berlusconiano per una convinzione antica di incompatibilità dell'uomo Berlusconi con cariche pubbliche. Non vorrei, tuttavia, vivere la demolizione di un personaggio che, nel bene e nel male, ha rappresentato molto nell'Italia contemporanea.
Ogni volta che è successo, abbiamo assistito alla fuga dei servi prezzolati mentre a compiangere le sorti del leader caduto in disgrazia sono rimaste solo le persone per bene che non si erano unite al coro degli adulatori nei trionfi e al vile disprezzo dopo la caduta. Mi vengono in mente i versi dell'Ode "Il Cinque Maggio" che Manzoni dedicò a Napoleone.

"vergin di servo encomio

e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito

sparir di tanto raggio"


Avrei voluto scrivere una lettera aperta direttamente al premier ma fuori di testa com'è per le ultime vicende che lo chiamano in causa pesantemente, preferisco rivolgermi a quelle persone che gli stanno vicine, agli amici personali fidati (penso a Fedele Confalonieri) a quanti investiti di pubbliche responsabilità (penso a Gianni Letta, al Presidente Fini, al Presidente Schifani, al Presidente Napolitano) hanno il senso della misura e un amore profondo per il nostro paese e per i suoi destini. Al punto in cui è giunta la vicenda che attanaglia la nostra Presidenza del Consiglio, considerato seriamente che questa volta Berlusconi, per quanti sforzi sovrumani faccia, per quanti strumenti possa usare per uscire dall'empasse in cui si è cacciato, non ne verrà a capo senza produrre danni irreparabili alla nostra democrazia e alla nostra civile convivenza, prego caldamente quanti hanno l'opportunità di accedere ad un confronto paritario con il premier (escludo quanti asserviti al suo potere hanno tutto l'interesse di convincerlo e sostenerlo a procedere nella farsa) a fare sentire con voce e argomenti forti l'opportunità di presentare al più presto le dimissioni da un incarico che non può più rivestire, pena il declino irreversibile dell'Italia ad una democrazia solo di facciata e in una condizione economica penosa. Gli argomenti che possono usare li conoscono tutti, molto meglio di me, le leve cui appellarsi sono sotto gli occhi di tutti, le vie d'uscita per l'uomo sono a portata di mano.
Con la sua discesa in campo è riuscito a mettere fuori gioco i comunisti, continua ad essere amato dai suoi fan che stravedono per lui, continua a vincere anche quando si trova personalmente in grave difficoltà, ha però i suoi anni e i suoi personali problemi. Non entro nei particolari che sono a disposizione di chiunque voglia vederli anche se i media italiani (di Stato e non) ne hanno fornito una lettura parziale e interessata.
Se lasciasse la presidenza del consiglio potrebbe curarsi di più dei figli e dei nipoti che lo adorano, potrebbe forse ricostriuire un rapporto sereno con la moglie che potrebbe ritrovare l'uomo che aveva conosciuto, potrebbe godersi serenamente le sue fortune consentendo al paese e al mondo di non vivere quotidianamente un resoconto incredibile che non fa onore all'Italia e alla nostra politica. Anche senza di lui il Paese saprà risollevarsi dalla china e rialzare la testa. Certamente qualche costo personale sarà pagato, più che da lui, dai suoi fedelissimi, ma ne varrà la pena se servirà a salvare il Paese dalla catastrofe.
Sarebbe opportuno che questa destra che ha vinto le elezioni indicasse un sostituto serio e credibile a Berlusconi e che si capisse che in questo stato il paese non può essere governato e ogni ritardo nella ricerca di una soluzione non farebbe che aggravare il problema fino a farlo marcire. E il danno conseguente lo pagheremmo tutti.
Ci sono dei momenti nella vita in cui un uomo, meglio un leader, ha il dovere di guardare oltre i propri personali interessi. Faccia un atto di responsabilità, di generosità, di coraggio. Scelga un degno sostituto, gli Italiani tutti gliene saranno grati, anche quelli della sua parte appena potranno guardare la realtà senza pregiudizi. Non trascini il paese nella sua personale caduta. Ricordi di essere sceso in campo affermando di voler salvare il paese, adesso è per la stessa ragione che deve uscire se riesce a guardare le cose con serenità di giudizio.
L'Italia non ha bisogno di un altro 25 luglio nè di manifestazioni di piazza irresponsabili; il paese ha bisogno di tornare urgentemente al primato della Politica.
Con i più vivi sentimenti di fiducia e di speranza.

1 commento:

  1. chissà quante ne riceve al giorno di questo tipo...
    un saluto

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