L’Annuario statistico italiano, pubblicato dall'ISTAT, offre annualmente un ampio e significativo repertorio dell’informazione prodotta dalla statistica ufficiale su temi di rilievo per la vita pubblica nazionale: economia, pubblica amministrazione, stato dell’ambiente, evoluzione demografica, dinamiche sociali.
Sfogliando le oltre ottocento pagine del volume, il lettore potrà farsi un’idea della ricchezza del patrimonio informativo che la statistica pubblica mette quotidianamente a disposizione dei decisori pubblici e dei cittadini. Schede metodologiche sulle singole fonti statistiche, glossari, bibliografie e indice analitico completano la strumentazione offerta agli utilizzatori per agevolare l'interpretazione e l'approfondimento delle informazioni. Ciascun capitolo è preceduto, inoltre, da un utile testo a commento dei dati statistici.
L'annuario 2011, suddiviso nei seguenti 26 capitoli che si sviluppano in prospetti corredati di tavole, figure, fonti e approfondimenti, è scaricabile gratuitamente come quelli degli anni precedenti Ma il nuovo sito ISTAT è una fonte inesauribile di dati, utili per qualsiasi ricerca si volesse intraprendere su:
1. Ambiente e territorio2. Popolazione
3. Sanità e salute
4. Assistenza e previdenza sociale
5. Conti economici della protezione sociale
6. Giustizia
7. Istruzione
8. Attività culturali e sociali varie
9. Lavoro
10. Elezioni
11. Famiglie e aspetti sociali vari
12. Contabilità nazionale
13. Agricoltura
14. Industria
15. Costruzioni
16. Commercio interno
17. Commercio con l?estero e internazionalizzazione
18. Turismo
19. Trasporti e telecomunicazioni
20. Credito, assicurazione, mercato monetario e finanziario
21. Ricerca, innovazione e tecnologia dell?informazione
22. Prezzi
23. Retribuzioni
24. Risultati economici delle imprese
25. Finanza pubblica
26. Censimenti
Presentazione del nuovo sito Istat.it
Io mi sono soffermato sul cap. 9 LAVORO e ho rilevato quanto segue:
In base ai risultati della rilevazione sulle forze di lavoro, sono 22.872 mila gli occupati nella media del 2010, in calo di 153 mila unità su base annua. Il risultato complessivo sintetizza la riduzione della componente italiana (-336 mila unità), controbilanciata dalla crescita di quella straniera (+183 mila unità). La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati sale così dall’8,2 per cento del 2009 al 9,1 per cento del 2010.
Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni si attesta al 37,8 per cento, due decimi di punto in più rispetto a un anno prima. Tutti i comparti delle attività manifatturiere registrano cali tendenziali, le diminuzioni più consistenti si sono verificate nel settore della fabbricazione di computer, prodotti elettronici e ottica (-6,9 per cento), in quello delle industrie del legno, carta e stampa (-5,3 per cento) e nelle industrie tessili e dell’abbigliamento (-4,8 per cento).
Una sintesi offerta dallo stesso Istituto sull'Annuario Statistico 2011:
Ambiente e territorio
Le regioni settentrionali sempre in testa per la raccolta differenziata
Nel 2009 la raccolta di rifiuti urbani si attesta a 32,1 milioni di tonnellate (533,5 chilogrammi per abitante), quella differenziata raggiunge il 33,6% dal 30,6% del 2008; sul territorio i valori più alti di raccolta differenziata si registrano nelle regioni del Nord (48%), con Trentino Alto Adige e Veneto in testa (rispettivamente 57,8 e 57,5%), seguono a grande distanza le regioni del Centro (24,9%), e quelle del Sud (19,1%).
Traffico, parcheggio e inquinamento i problemi più sentiti nelle grandi aree urbane
Anche nel 2011 i problemi più sentiti dalle famiglie italiane nella zona in cui abitano sono il traffico (41,2%), la difficoltà a trovare parcheggio (38%), l’inquinamento dell’aria (36,6%) e il rumore (32,6%). Seguono il non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto (30%) e la sporcizia nelle strade (29,1%). All’ultimo posto si colloca l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema per il 9,3% delle famiglie, con punte del 34,7% in Calabria e del 27,3% in Sicilia.
Difficoltà di parcheggio, sporcizia nelle strade e difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici sono i problemi più segnalati dalle famiglie nel Centro-sud, in particolare in Lazio e Campania per la presenza di grandi centri metropolitani, mentre l’inquinamento dell’aria è particolarmente sentito al Nord. La percezione del rischio criminalità, stabile rispetto al 2010, è più elevata in Campania e nelle aree metropolitane. 2
Ancora in calo le nascite
Alla fine del 2010 l’Italia conta 60.626.442 residenti, circa 286.000 in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+311.658 unità) che, pur in calo, neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-25.544 unità). Le nascite segnano, infatti, una nuova battuta d’arresto (dai 568.857 nati vivi del 2009 ai 561.944 del 2010), un risultato che risulta diffuso su tutta la Penisola.
Sei italiani su cento sono ultraottantenni
L’Italia continua ad essere un Paese con i “capelli grigi”. A fine 2010 un residente ogni cinque ha più di 65 anni e gli ultraottantenni sono ormai il 6% della popolazione.
L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) raggiunge il valore di 144,5 a livello nazionale; tuttavia, mentre il processo di invecchiamento prosegue nel Mezzogiorno (che tuttavia resta la ripartizione con maggiore equilibrio fra giovani anziani), nelle altre aree del Paese si registra un lieve calo.
Stabile risulta la graduatoria internazionale (dati 2009): la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma il paese con la struttura per età più “vecchia”, seguito da Italia (144), Grecia (131,9) e Bulgaria (129,2).
Si infoltiscono le fila della popolazione straniera residente
Gli stranieri residenti in Italia hanno superato quota 4,5 milioni, sono il 7,5% della popolazione totale e provengono per la maggior parte dall’Unione europea (29,2%), dall’Europa centro-orientale (24,0%) e dall’Africa settentrionale (14,9%). Si tratta per lo più di una popolazione giovane: quasi la metà dei cittadini stranieri ha un’età compresa fra i 18 e i 39 anni, mentre oltre uno su cinque è minorenne.
Stabile la fecondità
Nel 2010 il numero medio di figli per donna si attesta a 1,41, lo stesso valore dell’anno precedente. Si conferma, quindi, l’arresto della crescita che si era avuta successivamente al 1995, anno in cui la fecondità italiana toccò il minimo (1,19 figli per donna).
All’interno dell’Unione europea a 27 Paesi (dati 2009), Irlanda e Francia sono in cima alla graduatoria con, rispettivamente, 2,1 e 2,0 figli per donna, mentre l’Italia, pur posizionandosi nella parte medio-bassa della classifica, è comunque sopra Spagna (1,40), Austria (1,39), Germania (1,36) e Portogallo (1,32) e alcuni paesi dell’Est europeo (Polonia, Ungheria, Romania e Lettonia). C’è poi da considerare che in Italia le donne diventano madri più tardi: 31,1 anni è l’età media al parto nel nostro Paese, il valore più alto dell’Ue27 dopo quello dell’Irlanda (31,2), contro il 29,4 del Regno Unito e il 29,9 della Francia (solo per citare due fra i paesi più grandi dell’Unione).
Ci si sposa di meno, tiene il matrimonio religioso
Prosegue anche nel 2010 il trend discendente della nuzialità registrato dopo la ripresa del 2007. Con oltre 13.000 matrimoni in meno celebrati (217.185), il tasso di nuzialità scende dal 3,8 al 3,6 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa in tutta la Penisola (63,1%): nelle regioni meridionali la percentuale sale al 77,6%, contro il 51,4% del Nord e il 55,1% del Centro.
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