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11 aprile 2011

Ma i modi ilari mascherano fredde viscere d'affarista gangster paranoico

Finalmente dopo un anno di critiche Fini se ne è andato. Finché c'è stato lui non è stato possibile fare la riforma della giustizia perché c'era un patto tra lui e i magistrati che gli garantivano protezione, mentre lui garantiva a loro che non sarebbe mai passata dalla Camera una riforma della giustizia sgradita ai magistrati e che solo quando Berlusconi non ci fosse stato più lui avrebbe discusso con i giudici una riforma della giustizia.

La Corte Costituzionale da organo di garanzia è diventata ormai un organo politico. Se a un magistrato di sinistra una legge non piace, la impugna e la porta davanti alla Corte Costituzionale che, da organo di garanzia, è ormai organo politico e boccia quella legge.

Ora tentano anche l'attacco patrimoniale. Sul lodo Mondadori è stata tentata una "rapina a mano armata". De Benedetti pretende un danno di 750 milioni di euro. La Mondadori che resta in Fininvest oggi in borsa ha per il 52% 252 milioni di valore della maggioranza della Mondadori. Voi pensate, contro 252 milioni di valore della maggioranza della Mondadori, si è riusciti a pensare ad un danno di 750 milioni. Definire questo fatto una rapina a mano armata è dire ancora una cosa minore. Quindi tentano anche l'attacco patrimoniale.

Queste ed altre parole sono state pronunciate da Berlusconi al convegno dei cofondatori del Pdl dall'auditorium della Conciliazione. La convention è stata organizzata dai cofondatori del Pdl e promossa da Gianfranco Rotondi, Stefano Caldoro e Carlo Giovanardi.

Un'istantanea bruciante di Franco Cordero in una battuta:
ma i modi ilari mascherano fredde viscere d'affarista gangster paranoico: epiteti rigorosamente pesati, descrivono dei fatti; ed è miscela terrificante.



Sul Lodo Mondadori gli risponde Giuseppe d'Avanzo con Il grande imbroglione
Sull'attacco al presidente della Camera, questa la risposta dello stesso Gianfranco Fini



Sbagliato attaccare il sistema giudiziario


A noi che non sopportiamo più di vedere un mestatore che si spaccia per presidente del Consiglio; che non lo abbiamo mai sentito affrontare seriamente i temi che pongono milioni di donne, di giovani disoccupati e precari alle prese con i gravi problemi quotidiani, i temi del lavoro insomma; che non lo abbiamo visto mai seriamente impegnato a discutere i temi della cultura, della ricerca, del cinema, del teatro, della salvaguardia dell'ambiente; a noi che lo conosciamo come raccontatore di barzellette scadenti da osteria, come difensore accanito dei suoi personali interessi più o meno leciti, come affossatore del sistema giudiziario nell'intento di sfuggire ai processi, come sproloquiante spargitore di menzogne sui suoi affari privati che farebbe bene ad affrontare privatamente e non da presidente del Consiglio; a noi che di un uomo che spende in un anno per avvocati, donne, case e regali 34 milioni di euro non sappiamo che farcene al governo del Paese, verrebbe voglia di rispondergli così:




Oppure così:

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