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Amo riflettere e ragionare su quanto vedo e sento.

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Dedicato a quei pochi che non hanno perso, nella babele generale, la capacità e la voglia di riflettere e ragionare.
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19 agosto 2010

OGGI VOGLIO PARLARE DI LUISA

Dopo averli costretti ad uscire dal partito, ora cerca di riconquistarli. Ha dato mandato ai suoi fedelissimi di portargliene uno a testa. Dev'essere sorprendentemente doloroso per lui non riuscire più ad ottenere in un piatto d'argento tutto quanto gli sta a cuore! Come sono lontani i tempi in cui comprava ville a prezzi stracciati, magistrati e sentenze, finanzieri e servitori politici,  veline e tette au vent, pennivendoli e mezzobusti! Adesso, re Mida all'incontrario, tutto ciò che tocca diventa sterco e spazzatura, e non si dà pace!


Ma non voglio parlare di lui,  oggi  voglio parlare di Luisa, una ragazza tenace che ha conseguito la laurea in Discipline della Comunicazione a Palermo,  si è specializzata in Comunicazione d'impresa e Pubblicità, si è occupata di Drammaturgia musicale applicata allo spot pubblicitario conducendo seminari presso la facoltà di Scienze della Formazione; da qui nasce la sua tesi Del pensiero musicale breve. Adesso è Account Manager di Cose molto creative
Ragazza dall'intelligenza vivace, schietta e ambiziosa, mi ha fatto leggere due suoi racconti che ho trovato straordinariamente belli e degni di essere portati all'attenzione del più vasto pubblico. Avrei voluto postarne almeno uno, Il Venditore di lumache, nel mio blog ma non me l'ha consentito. Mi ha spiegato che intende comporne altri tre e poi pubblicarli dopo un'accurata revisione. Ho ammirato la sua serietà ma mi ha incuriosito il numero cinque della raccolta. Sta traendo, infatti, ispirazione da cinque quadretti di antichi mestieri siciliani  che trovano posto sulle pareti della sua stanza.  Utilizzando anche vaghi ricordi d'infanzia hanno visto la luce Lu babaluciaru e Lu pisciaru.
Spero che Luisa non me ne vorrà se dei due racconti ultimati pubblico l'incipit.

Nei freschi pomeriggi di settembre era solito fare lunghe passeggiate per le vie del paese. Passava da Corso Umberto e si fermava a salutare Zzù Pippinu, seduto spesso fuori dalla porta di casa, di fronte il Tabacchi di Magazzù, a leggere le poesie del nipote, Totò, che aveva studiato e, a suo dire, scrivìa veru bbonu. Zzù Pippinu, sulla settantina, canottiera bianca e pantaloncini azzurri, lo salutava col suo “Ninu, sempri binvinutu”, al quale seguiva un rispettoso “S’abbinidica Zzù Pippì”.  
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Un muretto basso recintava il casolare in campagna dove Accursio, detto Cussu, viveva sia in inverno che in estate. Quel bugigattolo era come un atelier, pieno di arnesi: reti da pesca a maglia dodici ammucchiate nell’angolo della seconda stanza, ma visibili dalla porta d’ingresso, canne da pesca di varie dimensioni poggiate al muro, un raffiu arruiulutu con un manico di lignu gruppusu sul tavolo  al centro della stanza, insieme a matasse di lenza e una cassettina rossa contenente ami di varia misura;  tri coffi di palangaru  e un odore diffuso di camiatìna profuso dalla lanna dove soleva conservarla, che faceva mèlange coll’aspro sapore di trinciato fumato da poco, sempre costante.

Saranno Luisa,
Roberta, Annalisa, Isabella, Andrea, Matilde, Francesco Paolo, Francesca, Adriana, Saverio, Angela e migliaia di giovani come loro, lontani dalla politica politicante, non aspiranti a diventare veline o a partecipare al Grande Fratello ma innamorati della vita e del sapere, a salvare, forse, questo Paese disastrato. 
Brava Luisa! Auguri!

1 commento:

  1. Vorrei poterci parlare anch'io con Luisa e dirgli di mandare affanculo quello stronzo dello psiconano

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Ti ringrazio, Victor

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