Di questa canzone del Molleggiato condivido quasi tutto: il titolo, il refrain, il giudizio negativo sulla politica del nostro tempo, la corruzione, la distruzione del paesaggio; la posizione assunta contro il femminicidio, contro le pale eoliche, il leghismo secessionista, il condono tombale.
La conclusione mi lascia piuttosto perplesso: il qualunquismo politico e l'endorsement all'onda nuova che avanzerebbe come un ciclone, l'onda populista figlia cieca della protesta rabbiosa che nella storia non ha prodotto mai niente di buono.
Occorre sicuramente - come canta Celentano - andare a votare individuando la formazione che abbia un progetto chiaro e coerente per il futuro, in linea con le nostre aspettative e interessi. Occorre fare lo sforzo di rintracciare un partito non personale e liste con donne e uomini che meritano la nostra fiducia. Non seguire l'onda lunga, capace di distruggere ma non di edificare dalle macerie.
Si è sempre atteggiato a profeta.Non gli darei neanche del qualunquista, ma piuttosto dell'ignorante, nel vero senso della parola, che si fa affascinare dai pifferai; tale e quale i seguaci del 'pornonano'.
RispondiEliminaCristiana
PS. Ti piacciono i cani?
Non giudico il cittadino e l'artista Celentano di cui ho apprezzato e apprezzo tuttora alcune prese di posizione e interpretazioni. E' quest'ultima scelta che non mi convince affatto, non perché non sia legittima ma per gli effetti nefasti che può produrre sui suoi fans più sprovveduti. Quelli, per intenderci, appartenenti alla stessa categoria di quanti si sono presentati agli uffici postali per ritirare il rimborso dell'IMU promesso dal Grande Imbonitore.
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