... con i partiti ridotti a cadaveri ambulanti sui quali si riversano gli sputi rabbiosi dei cittadini, anche gli intellettuali e gli opinionisti sembrano aver perso la fiducia - non dico nei partiti - ma nella stessa possibilità di immaginare una politica che sappia riformarsi e riprendere il cammino.
Nel suo CONTROMANO sul Venerdì di Repubblica di ieri, Curzio Maltese sostiene che la politica è morta e prevede una continuazione dell'esperimento Monti anche dopo le elezioni perché non è credibile, a suo giudizio, che in una fase come questa il Paese possa presentarsi sulla scena internazionale con un governo Bersani o Renzi o Vendola al posto di quello del Professore. La crisi italiana non si capirà fino a quando non si prenderà atto che la professione del politico nel nostro Paese è morta vent’anni fa, sepolta da Tangentopoli.
Va addirittura oltre Massimo Cacciari nella sua rubrica Parole nel vuoto su l'Espresso in edicola e scrive una lettera aperta al professor Monti invitandolo caldamente a candidarsi per portare a compimento l'opera di risanamento appena avviata, nella consapevolezza che il Pdl è in stato confusionale e il Pd naviga nel bicchier d’acqua in tempesta delle sue primarie. Crolla perfino Di Pietro! E per forza: Berlusconi e Di Pietro sono stati i due unici prodotti di Tangentopoli. Simul stant, simul cadunt (insieme stanno, insieme cadono). E credo che il motto valga per tutte le forze della sciagurata seconda Repubblica. C’è Grillo, magari al 20 per cento, ma è un po’ arduo presentarlo alla Bundesbank, le pare?
E avanti, allora, con il Monti politico!
E avanti, allora, con il Monti politico!
Cinicamente disfattista può apparire l'analisi di Paolo Flores d'Arcais che nel suo blog sul Fatto Quotidiano annuncia: il 25 novembre alle primarie voterò Matteo Renzi, firmando anche il “giuramento” per il centrosinistra alle elezioni di primavera. Nelle quali invece, hic stantibus rebus, voterò Grillo. Non mi sentirò in contraddizione e meno che mai disonesto. Flores d'Arcais considera pessimo il programma di Renzi e lo stile media-set puro, un “format” di spettacolo replicato in ogni teatro con scenografie, spezzoni di filmati e un caravanserraglio di effetti speciali e battute ad effetto. Perché allora votare questo Berlusconi formato pupo, che per soprammercato vuole turlupinarci parlando (di tanto in tanto) di “sinistra”? Perché la sua vittoria distruggerebbe il Pd, lo manderebbe letteralmente in pezzi, lo disperderebbe come un sacchetto di coriandoli. E in questo modo i milioni di elettori animati da volontà di “giustizia e libertà” e dall’intenzione di realizzare la Costituzione non sarebbero più imbrigliati, congelati, manipolati, usati dalla nomenklatura partitocratica (il Pd, ma anche Idv, Sel e residui rifondazionisti). Una situazione del genere sarebbe rischiosa, ovviamente. Ne potrebbe scaturire un peggio. Ma per Paolo Flores d'Arcais non c'è nulla di peggio di un governo Napolitano-Montibis e non si accorge che a questo porterebbe fatalmente la sua scelta.
Per Gustavo Zagrebelsky solo la COSTITUZIONE può farci uscire dal pantano, suscitare coraggio, energie, entusiasmo, in un momento di depressione politica come quello che viviamo. In essa possiamo trovare l’ideale d’una società giusta, che meriti che si mettano da parte gli egoismi e i privilegi particolari, che ci renda possibile intravedere una società in cui noi, i nostri figli e i figli dei nostri figli, si possa vivere in libertà e in giustizia. Ed è sorprendente per Zagrebelsky che non si dia significato – forse perché non se ne ha nemmeno sentore – all’entusiasmo che accoglie, tra i giovani soprattutto, ogni discorso sulla Costituzione, sul suo significato storico e sul valore politico e civile attuale. E conclude sostenendo che il nostro Paese avrebbe bisogno di una STAGIONE COSTITUZIONALE e che chi facesse sua questa parola d’ordine compirebbe un atto che metterebbe in moto fatti, a loro volta produttivi d’idee, anzi d’ideali.
Ma c'è ancora tempo - mi chiedo - per rispolverare la nostra bella Costituzione, portata nel fango da tanti, troppi che su essa hanno spergiurato quando hanno scalato le vette del potere e le istituzioni?
Il sogno di Zagrebelsky mi sembra, purtroppo, fuori tempo massimo perché possa avverarsi. In tempi di dissoluzione di ogni certezza e di disfacimento di ogni valore, sembra avere la meglio la logica del tanto peggio tanto meglio.
Zagrebelsky: I valori della Costituzione per battere i nichilisti e il vuoto della politica
Per una stagione costituzionale, di Gustavo Zagrebelsky
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