Mi capita, di tanto in tanto, di riflettere su questo quasi ventennio alle nostre spalle e verifico, con somma personale soddisfazione, di non essermi mai fatto affascinare dalle suggestive sirene berlusconiane. Mi sono sempre chiesto, anche in tempi non sospetti, come potessero tanti amici, tante persone normali diventare fans sfegatati, ultrà, del nuovo che avanza. Sentivo nelle loro parole, negli argomenti (?) che adducevano a sostegno del nuovo credo, l'eco chiarissima dell'indottrinamento subito attraverso dosi massicce di programmi Mediaset e dintorni.
(Immaginarsi se, adesso, possano coinvolgermi le parole chiave lanciate dal giovane sindaco fiorentino!)
Ora che la rappresentazione tragicomica volge al termine - non sappiamo ancora con quali effetti disastrosi per l'Italia e per il futuro degli Italiani - non sento più i canti gioiosi (meno male che Silvio c'è), non vedo più i sostenitori impegnati a diffondere il verbo, non noto neanche la solidarietà generosa dovuta all'amato in difficoltà. Gli resta intorno soltanto una massa di profittatori, di opportunisti acrobatici, pronti a fare il salto della quaglia al momento più propizio. Saranno loro i più acerrimi critici del regime in dissoluzione. La maggioranza, che l'Italia gli ha assicurato per troppi anni, si scioglierà come neve al sole e cercherà di accasarsi nel modo migliore.
Spero, solo, che non si vada alla ricerca di un altro uomo della provvidenza, che si valutino di ciascuno cui affideremo le sorti del Paese i trascorsi, l'affidabilità personale, i progetti concreti, la capacità di fare squadra, gli obiettivi dichiarati e non. Mi auguro, infine, che lorsignori vogliano consentire agli Italiani di poter scegliere non a scatola chiusa.
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