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23 maggio 2010

A 18 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI

La nave della legalità ribattezzata 'Giovanni Falcone', con a bordo 1.500 studenti di tutta Italia, è salpata da Civitavecchia verso Palermo. Altri 1.000 giovanissimi salperanno da Napoli su un'altra nave, la 'Paolo Borsellino': anche loro in missione di legalità saranno domattina a Palermo per ricordare il giudice Falcone, la moglie e i 3 agenti della scorta che 18 anni fa morirono nell'attentato di Capaci e per urlare: 'no alla criminalità organizzata, sì alla legalità'. (Ansa di ieri)

Mentre si cerca ancora di far luce sulla strage di Capaci e sul precedente fallito attentato all'Addaura, Palermo commemora il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Sul sito della Fondazione Falcone il Programma completo delle manifestazioni e delle inziative.

Io vorrei riflettere sulla frase attribuita a Giovanni Falcone "Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini". Mi sembra densa di significati profondi alla luce, anche, di quel grande movimento giovanile che si va costruendo intorno all'opera e al ricordo di Giovanni e Paolo, che rappresenta forse l'unica vera speranza di riscatto contro tutte le mafie e per la legalità. L'arrivo oggi a Palermo di 2500 ragazzi (18 anni fa non erano ancora nati) da ogni parte d'Italia è la testimonianza fisica, concreta che il sacrificio di Giovanni Falcone e di tutti i caduti nel compimento del loro dovere al servizio del Paese e della società non è stato vano.

Un altro pensiero però mi assilla: se fossero vivi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, cosa penserebbero della legge in discussione in parlamento sulle intercettazioni? Come reagirebbero?




Vedi anche: Per non dimenticare Giovanni

P.S.: Mentre ricordiamo Giovanni e gli altri eroi caduti sul cammino della legalità e della giustizia, c'è ancora un Dell'Utri, senatore della Repubblica che, a margine dell’udienza del processo d’appello che lo vede imputato di concorso in associazione mafiosa, si permette di affermare, per l'ennesima volta, La mia vita è una tragedia, dove l’unico eroe è Vittorio Mangano.  Da Livesicilia

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