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26 maggio 2010

Finalmente, dopo due anni, il governo 'percepisce' la crisi ...

  ... e a chi si rivolge per far cassa? Ai 'soliti noti'!

Dopo la cura da cavallo imposta dalla Gelmini alla scuola e da Brunetta a tutto il pubblico impiego, ecco, ci risiamo! Percepite le difficoltà di cassa, la tremontiana finanza 'creativa' riscopre l'anello debole da colpire: i lavoratori, il pubblico impiego, i pensionati, gli enti locali. Ma bravi, bis! Il ministro 'creativo', dimentico da dove viene questa crisi, a chi ha alleggerito il portafoglio, a chi, invece, lo ha gonfiato a dismisura, torna sul luogo del delitto, ma attenzione, "senza mettere le mani nelle tasche degli italiani". VERGOGNA!
Ministro, mi ascolti, ci sono italiani che avrebbero un gran bisogno di alleggerire le tasche che già scoppiano! Si rivolga a quelli, potrebbero essergliene grati!
Gli Italiani o, meglio, quelli di loro che pagano le tasse, che osservano la Legge, che non hanno più le tasche dove poter mettere le mani; quelli dalle cui tasche il 'pizzo' è stato trattenuto furtivamente prima che si costituisse il reddito, quelli che non riceveranno più i servizi che avevano già pagato con le imposte ringraziano questo governo e questa cossiddetta maggioranza ma avvertono che stanno preparando il conto che saranno lieti di poter presto presentare, opposizione permettendo! 
"Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme – ha dichiarato il ministro del Tesoro – perché non sarà una passeggiata".
Da Pechino, Pier Luigi Bersani ha duramente criticato l'atteggiamento e le parole di Tremonti: "ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, invece non è vero niente. La Grecia non c'entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme. Questa è una manovra depressiva, è solo un giro di specchi. Non si affronta nulla di strutturale, tagli indiscriminati e nessuna crescita".
Dello stesso parere anche Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, preoccupato per le profonde ripercussioni che la misura da 24 miliardi avrà sugli enti locali: “è una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare”.
“Da giorni è cominciato il “canto delle sirene” che invita il Pd a sostenere la manovra, necessaria ad evitare per l’Italia il “rischio Grecia”. Nessuno però ricorda che in questi due anni il governo ha sistematicamente sminuito la dimensione straordinaria della crisi e ha costantemente negato, tacciando l’opposizione di catastrofismo, ciò che oggi è invece drammaticamente evidente: che l’Italia con il suo debito pubblico enorme e la bassa crescita ha bisogno di misure vere di risanamento e di riforme in grado di far ripartire l’economia”. Così Marina Sereni, vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Pd. “Se Berlusconi e Tremonti vorranno confrontarsi in Parlamento – ha aggiunto Sereni – l’opposizione discuterà nel merito su ciascun punto della manovra. Già da ora debbono tuttavia sapere che una seria lotta all’evasione fiscale è incompatibile con l’ennesimo condono (edilizio) e che non si può scaricare i tagli di spesa principalmente sulle spalle dei lavoratori dipendenti, privati e pubblici, degli imprenditori e degli Enti Locali, quando i responsabili di questa crisi sono coloro che in questi anni si sono arricchiti speculando sui debiti degli Stati e delle famiglie e giocando sui mercati finanziari senza regole. Se ci vogliono sacrifici che almeno si abbia il coraggio di scontentare coloro che hanno di più e immeritatamente. Misureremo dai fatti se l’equità e l’etica sono, oltre che oggetto di colte conferenze del ministro Tremonti, anche la bussola vera delle scelte che il governo proporrà stasera al Paese”.

Dai microfoni di UnoMattina, il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti ha dichiarato: “finiamola con questa storia che non si mettono le mani nelle tasche degli italiani. Il momento è grave e ci vuole serietà. Se non aumento le tasse ma costringo un bambino ad andare con la carta igienica a scuola, se tanti lavoratori sono in cassa integrazione, se ci sono giovani precari a vita, se aumenta il costo del metano, se non ci sono i posti negli asili nido pubblici, tutti questi sono costi per le famiglie che già non riescono a arrivare a fine mese. Se, come sembra, quasi la meta' di questa manovra, 10 miliardi su 24, viene da tagli a comuni, province e regioni, come fanno a dare i servizi ai cittadini?''
"A pagare saranno ancora un volta i 'soliti noti': famiglie, lavoratori dipendenti, enti locali. Così non va", aggiunge la presidente del Pd Rosy Bindi.

"Dov'è l'equità chiesta da Napolitano?", chiedono i capigruppo Idv di Senato e Camera, Felice Belisario e Massimo Donadi. "Questa manovra - sottolineano - punisce come al solito i lavoratori dipendenti, soprattutto quelli pubblici, massacra le regioni e avrà una ricaduta terribile sulla domanda interna. Insomma, esattamente il contrario di quello che si sarebbe dovuto fare".

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